9 gennaio 2018

sipario – LA PRIMA DELLA «DAMA DELLE CAMELIE» ALLA SCALA


Teatro alla Scala di Milano, recita del 17 dicembre 2017, Prima.

sipario42FBLa Dame aux camélias. Balletto in un prologo e tre atti dal romanzo omonimo di Alexandre Dumas figlio. Coreografia, regia e luci di John Neumeier, ripresa coreografica di Kevin Haigen, Radik Zaripov e Janusz Mazon. Musica di Fryderick Chopin. Scene e costumi di Jürgen Rose (Stuttgarter Staatsoper 1978). Nuova produzione del Teatro alla Scala con allestimento scenico del Kongelige Teater di Copenhagen.

Svetlana Zacharova (étoile del Teatro alla Scala e del Teatro Bol’šoj di Mosca, Marguerite Gautier), Roberto Bolle (étoile del Teatro alla Scala e dell’American Ballet Theatre di New York, Armand Duval), Mick Zeni (Monsieur Duval), Monica Vaglietti (Nanine), Riccardo Massimi (il duca), Antonella Albano (Prudence), Antonino Sutera (Le Comte N.), Nicoletta Manni (Manon), Marco Agostino (Des Grieux), Caterina Bianchi (Olympia), Gioacchino Starace (Gaston Rieux), Marcelo Spaccarotella (un pianista).

Corpo di ballo del Teatro alla Scala diretto da Frédéric Olivieri. Orchestra del Teatro alla Scala, direttore: Theodor Gulschbauer. Pianoforte solista: Roberto Cominati.

Ad aprire la stagione scaligera del balletto 2017/18 è la «Signora delle camelie» di Neumeier, che chiude anche un anno 2017 molto ricco per la danza. La scelta della direzione quest’anno è ricaduta su un ‘classico’ del Novecento, che lo stesso Neumeier è tornato a montare per la compagnia dopo le due unica riprese scaligere del 2007 con Alessandra Ferri e del 2008 con Lucía Lacarra.

Tra un Massimo Murru maître e un Gabriele Corrado assente, l’unico interprete stabile delle tre produzioni scaligere è Roberto Bolle, per la prima volta in questo balletto accanto a Svetlana Zacharova, acclamati dal pubblico.

A un primo momento di ‘timidezza’ e una certa rigidità scenica, nel senso di poca incisività e scarso colore attoriali, dei due protagonisti – per i quali non sempre la bellezza fisica ha potuto sopperire agli stati d’animo ora tormentati, ora innamorati, ora maliziosi di Armand e Marguerite al Théâtre des Variétés e a casa della cortigiana –; ha fatto seguito una sempre più intensa e partecipata coscienza tragica di Zacharova, che rimane sempre un po’ ‘russa’, algida e apparentemente distaccata, ma piena nel ruolo di Marguerite morente.

sipario42-02I ruoli che come burattinai muovono la vicenda drammaturgica di Dumas e Neumeier, quelli del duca, del padre di Armand, del conte N., sono stati affidati a tre ballerini di grande profondità ed esperienza di teatro, già distinti per questo in molte recite della scorsa stagione («Onegin» di John Cranko e «Il lago dei cigni» di Ratmanskij) per ruoli tecnici e no: il solista Riccardo Massimi e i primi ballerini Mick Zeni e Antonino Sutera. Autenticamente tragico il dialogo tra monsieur Duval e Marguerite nell’atto II prima del primo abbandono della cortigiana e il suo conseguente ritorno fisico e sensuale al duca; significativa la presenza ingombrante del conte N. per tutto il balletto, in particolare alla festa in maschera e dopo lo spettacolo Manon in casa di Marguerite.

Sprizzanti di vivacità, smorfiosi come in una tarantella del Sud nella campagna francese del pieno Ottocento Antonella Albano e Gioacchino Starace nei panni della cortigiana Prudence (amica di Marguerite) e il suo amante Gaston. Eppure la coppia delle ‘controfigure drammaturgiche’ di Manon e Des Grieux, interpretate da Nicoletta Manni e Marco Agostino, merita il successo e il favore del pubblico, come già nello scorso «Sogno» di Balanchine (pas de deux dell’atto II). Nonostnte il trucco esasperato dell’atto I, Agostino e Manni mostrano una pienezza di senso e significato, per nulla da ‘controfigura’ quanto da protagonisti per tutto l’atto III per la progressiva tensione emotiva che riescono a suscitare nello spettatore e nella scena.

La Kameliendame di Neumeier chiude anche l’anno 2017, che nella danza ha visto una progressione scaligera e non solo di numerosi balletti ed eventi danzati. Il Teatro alla Scala ha presentato con lievi modifiche la stagione proposta e promossa dalla breve direzione di Mauro Bigonzetti: infatti, particolarmente interessanti le nuove produzioni e creazioni come «La Valse» di Stefania Ballone, Marco Messina e Matteo Gavazzi (danzatori e neocoreografi alla Scala). La danza contemporanea ha visto la sua vetrina più importante del Festival MilanOltre al Teatro Elfo Puccini e l’ormai fissa presenza al Piccolo Teatro Strehler della compagnia Aterballetto.

Domenico Giuseppe Muscianisi

Foto di Marco Brescia e Rudy Amisano (Teatro alla Scala): 1. Svetlana Zacharova, Nicoletta Manni e Marco Agostino nell’atto III; 2. Svetlana Zacharova e Mick Zeni nell’atto II.

questa rubrica è a cura di Domenico Giuseppe Muscianisi e di Chiara Di Paola
rubriche@arcipelagomilano.org



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