23 aprile 2024

L’ERRORE DI CAMBIAR NOME ALL’URBANISTICA

Il senso della parola "rigenerare"


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Lunedì scorso, 22 aprile, è stata dichiarata la  Giornata Mondiale della Creatività e dell’Innovazione,  riconosciuta dalle Nazioni Unite nel 2017, che ha lo scopo di aumentare la consapevolezza del ruolo della creatività e dell’innovazione in tutti gli aspetti dello sviluppo umano.

Si sarà parlato di innovazione, di creatività e di imprenditorialità, degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, di sfruttare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro, ampliando al contempo le opportunità per tutti, comprese le donne e i giovani. 

Si saranno forse fornite  soluzioni ad alcuni dei problemi urgenti come lo sradicamento della povertà e l’eliminazione della fame. La creatività umana e l’innovazione, sia a livello individuale che di gruppo, dovrebbero diventare la vera ricchezza delle nazioni nel ventunesimo secolo, tutte questioni che hanno a che fare con il PGT(Piano di Governo del Territorio) milanese.

Noi invece da lunedì avremmo dovuto occuparci delle vicende legate alla SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività).

L’aver cambiato nome all’Assessorato all’Urbanistica in Assessorato alla Rigenerazione Urbana non ha portato buono perché  la sua attività di rigeneratore è finita recentemente sotto il riflettore dei Pubblici Ministeri milanesi per queste maledette SCIA.

La “rigenerazione” è diventata una parola ormai di insopprimibile uso da parte della politica e dell’urbanistica ma attribuendole un significato distorto, tuttavia à la page: ho consultato alcuni dizionari e sinteticamente per “rigenerazione” si intende il ritorno ad un stato precedente da ritenersi migliore. Non riguarda assolutamente la prospettiva della novità e certo mai del nuovo meglio del vecchio.

Se fosse per me rigenererei volentieri la classe politica, tanto per dirne una, magari tornare al vecchio PC e alla vecchia Democrazia Cristiana, alla politica dei Partiti fin quando sono esistiti, all’Urbanistica milanese prima di Ligresti ma anche prima della Giunta Moratti con il malaugurato arrivo di Giancarlo Masseroli,  assessore allo Sviluppo del Territorio, al quale dobbiamo il primo PGT,  origine dei molti degli attuali mal di pancia.

Siamo dunque in attesa di due cose: i rinvii a giudizio dei presunti colpevoli per sapere definitivamente quali saranno i capi d’accusa e la conclusione dell’iter del nuovo PGT. La conclusione rischia di tardare molto se, come dice il Sindaco, dovrà tenere conto dei capi di accusa formulati e delle eventuali norme da cassare o da rivedere per evitare quel che è successo con le SCIA.

Dobbiamo però distinguere tra gli aspetti meramente giudiziari e la redazione del nuovo PGT.

Dal punto di vista giuridico si deve far riferimento al PGT adottato dal Comune, quello che Il Consiglio Comunale, in data 14/10/2019, ha approvato, composto dal nuovo Documento di Piano, dalle varianti del Piano dei Servizi, comprensivo del Piano per le Attrezzature Religiose,  del Piano delle Regole e corredato dal nuovo studio geologico.

Preferirei che invece di operare correggendo il PGT del 2019, se ne stendesse uno del tutto nuovo perché aggiornare un documento per attualizzarlo è molto più difficile che dedicarsi alla stesura di un nuovo documento evitando di trascinarsi appresso qualche errore.

Alcuni amici urbanisti mi hanno detto di non devo farmi illusioni perché sarebbe un’operazione troppo lunga e sopratutto vedrebbe impegnata una classe politica locale comunque troppo debole e troppo litigiosa qualsiasi essa sia.

Non ho ancora ben capito dalla stampa quotidiana di quali e di quanti eventuali reati si tratti a cominciare dal mancato giusto incasso degli oneri di urbanizzazione o da avere proceduto in regime di SCIA senza che ve ne fossero i presupposti urbanistici.

Tuttavia, fuori dal campo giuridico, mi pongo delle domande.

Possibile che gli uffici competenti dello Sportello Unico dell’Edilizia siano incorsi in tali errori sull’uso delle SCIA?

Il Comune, prima che scattasse quella sorta di silenzio assenso ha lasciato scadere i 30 o 90 giorni per esaminare queste imponenti edificazioni. Se invece fosse stato il “momento” di bloccarle? Di bloccare l’intervento?

Chi è stato il primo operatore ad imboccare la strada delle SCIA? C’è stata una sorta di passaparola tra imprenditori?

La Procura di Milano e la Guardia di Finanza hanno guardato la documentazione relativa a 150 progetti edilizi per i quali si è proceduto con l’utilizzo della SCIA senza percorrere la via normale di una licenza edilizia e dunque si tratterebbe di “nuove costruzioni”, quindi abusi edilizi mascherati da ristrutturazioni, scansando la necessaria procedura  per i piani attuativi. 

Procura e Guardia di Finanza faranno il loro lavoro e trarranno le loro conclusioni, qualunque cosa ne esca a noi in fin dei conti interessa il nuovo PGT quello che, se non fosse ciò che è successo, forse avrebbe già concluso il suo percorso di adozione. 

L’ultimo documento che può interessare è quello prodotto dall’Assessorato alla Rigenerazione Urbana del settembre del 2023 dal titolo Piano di Governo del TerritorioDocumento degli obbiettivi per la revisione del Piano di Governo del Territorio Milano 2030 con una lunga premessa dell’assessore Giancarlo Tancredi che alleghiamo qui.

Siamo di fronte all’ennesimo documento la cui struttura non mi piace perché finisce con l’essere un documento di pure intenzioni supportate da una ampia e comunque interessante documentazione ma, rispetto ad ogni intenzione, non ci fornisce le indicazioni che devono accompagnare le intenzioni, ossia rispondere alle 4 domande essenziali: cosa, quando, nell’interesse di chi, con quali risorse economiche. 

Ovviamente con la garanzia per i cittadini di una rendicontazione annuale sullo stato di attuazione delle operazioni intraprese.

Aspettiamo dunque di vedere il documento che conterrà il PGT nelle sua versione definitiva così le nostre curiosità saranno soddisfatte e smetteremo di razzolare tra gli infiniti documenti pubblicati dal Comune sul tema di governo del territorio.

Luca Beltrami Gadola

P.S.

Una raccomandazione tardiva ai tanti amici architetti.

Negli anni in cui ho insegnato Estimo alla Facoltà di Architettura alla Bovisa, un paio di lezioni le destinavo ai problemi giuridici e concludevo dicendo:”Ricordatevi di firmare il meno possibile e se proprio dovete farlo pensateci due volte. Una firma può farvi finire in tribunale. Nemo profeta ….

Ne sanno qualcosa i funzionari coinvolti nello scandalo SCIA.



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  1. Pietro VismaraLa scia è l' ultimo dei problemi. Il vero problema è l' attuale PGT, pieno di errori enormi e grossolani. Prima si cambia meglio è (ma non avranno il coraggio - né le capacità - per farlo)
    23 aprile 2024 • 23:24Rispondi
  2. Guido AngeliniAnch'io, ma penso che sia per "disperazione", a volte rimpiango alcuni dei politici ed esperti della 1^ repubblica ma mi ricordo che allora eravamo all'epoca della "città moderna" e ora da tempo siamo da tempo in quella "contemporanea", che è molto più complessa. Secondo me abbiamo avuto comunque solo sporadici casi lungimiranti: la proposta di riforma urbanistica (sul diritto di superfice) del ministro dei LL. PP. Fiorentino Sullo, il buon governo di alcune amministrazioni locali (ma inferiore a quelle del Nord Europa), l'Estate Romana (con la divulgazione delle grandi mostre) creata dall'assessore alla cultura Renato Niccolini e l'opera a tutto campo dell'urbanista Bernardo Secchi. Un'anima di Milano è "bottegaia" (ben diversa da essere commerciale): infatti solo nel 1889 abbiamo avuto il primo P. R. per necessarie esigenze di lottizzazione della zona di Piazza d'Armi e le migliori intenzioni di qualsiasi piano solo state realizzate solo in minima parte o nient'affatto. Perché noi milanesi siamo "conformisti", opposizione compresa. A mio avviso, come succedeva al tempo della rivista svizzera d'avanguardia ABC negli anni '20, ci vorrebbero anche continui provocatori "controprogetti" che possono incidere più delle parole verso questa classe dirigente potente ma insipiente.
    26 aprile 2024 • 18:46Rispondi
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