5 dicembre 2017

sipario – IL METABALLETTO DELLA «DAME AUX CAMÉLIAS»


Se lo sperimentalismo drammaturgico non è una novità per il teatro d’autore, lo è abbastanza per il balletto classico. Bisogna definire però “classico”. Si può definire “classico” un balletto di un coreografo americano ancora vivente, come La Dame aux camélias di John Neumeier?

Sì, perché la drammatugia e la tecnica nascono da una concezione narrativa ‘classica’. No, perché lo sviluppo dell’azione drammatica è totalmente nuovo e ‘contemporaneo’ di evidente sperimentalismo.

sipario40_1Uno degli elementi di maggiore sperimentalismo trovo essere quello del “metaballetto” – se si può dire –, cioè del balletto nel balletto, presente per esempio già nel Don Chisciotte, ma non come nella Dame di Neumeier. Nella Dame un altro grande balletto, «L’Histoire de Manon» di MacMillan, è presente come bussola drammaturgica: la storia di Armand e Marguerite è molto simile a quella di Des Grieux e Manon, con gli stessi esiti tragici e impossibili.

Una cortiginana, amante del lusso e della bella vita di mondanità, si fa mantenere da un duca che non vuole sposare; si innamora per caso di un giovane di buona famiglia, ma non possidente. Cerca di stare con lui in frugalità, ma il richiamo del denaro è più forte, tanto che lascia il giovane per tornare dal duca. Tra dispetti e gelosie, la tubercolosi di lei si aggrava fino a portarla alla morte e all’oblio della sua morte.

«Quanto più la vita di queste donne incuriosisce e fa rumore, tanto più la loro morte passa inosservata», questa citazione del romanzo La signora delle camelie di Alexandre Dumas, da cui è tratto il balletto, esprime tutto il dolore e la curiosità dei personaggi, come nella Manon la ragazza muore di stenti nel silenzio di una desolata palude della Louisiana.

Una storia che a tratti appare ‘scontata’, perché ricorda la trama di tante opere e romanzi del XIX secolo, dalla Traviata di Giuseppe Verdi a Moulin Rouge! di Baz Luhrmann con Nicole Kidman e Ewan McGregor. Eppure, la Dame di Neumeier ha qualcosa in più. Sarà la musica di Fryderyck Chopin, con le sue note capaci di entrare nel profondo dell’ascoltare e del danzatore, sarà la predilezione per una coreografia con una tecnica e un virtuosismo a servizio della drammaturgia. Tuttavia, La Dame aux camélias offre una grande potenza di riflessione e partecipazione.

Grandi interpreti al Teatro alla Scala si sono succeduti in questi ruoli da quando nel 1978 John Neumeier creò la Dame per lo Stuttgarter Ballett con l’étoile Marcia Haydée. Massimo Murru ed Emanuela Montanari, Marta Romagna e Gabriele Corrado, Alessandra Ferri, per citarne giusto alcuni degli ultimi grandissimi interpreti.

Aprirà quest’anno la stagione 2017/18 del balletto La Dame aux camélias di John Neumeier in ricordo del quarantesimo anniversario della creazione del balletto e del centosettantesimo dalla pubblicazione del romanzo di Dumas. Gli artisti per la prima saranno Svetlana Zacharova e Roberto Bolle, étoiles ospiti e di casa al tempo stesso. Grande attesa per la nuova coppia principale di Emanuela Montanari e Claudio Coviello, per la prima volta insieme, reduci da esperienze di intensissime emozioni con l’ultimo «Onegin» di John Cranko, e per il debutto di Nicoletta Manni e Timofej Andrijašenko; ospiti della notte di San Silvestro gli Erste Solisten (primi ballerini) dell’Hamburg Ballett John Neumeier, Anna Laudere e Edvin Revazov, esperti del balletto nella compagnia che dal 1973 dirige lo stesso Neumeier.

Domenico Giuseppe Muscianisi

Foto di Marco Brescia e Rudy Amisano (Teatro alla Scala): Claudio Coviello ed Emanuela Montanari in prova.

questa rubrica è a cura di Domenico Giuseppe Muscianisi e di Chiara Di Paola
rubriche@arcipelagomilano.org



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