20 novembre 2013

sipario – L’HISTOIRE DE MANON, IL SOFFOCAMENTO DI UNA VITA INDESIDERATA


 

L’HISTOIRE DE MANON, IL SOFFOCAMENTO DI UNA VITA INDESIDERATA

Balletto neoclassico drammatico in 3 atti e 7 scene [Royal Ballet, Royal Opera House, Covent Garden di Londra, 1974, 107′].

Coreografia di Kenneth MacMillan, ripresa da Karl Burnett. Musiche di Jules Massenet, riarrangiate da Martin Yates Scene e costumi di Nicholas Georgiadis Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala diretta da David Coleman / Manon Natal’ja Osipova Des Grieux Claudio Coviello Lescaut Mick Zeni Monsieur Guillot de Monfortaine (G.M.) Massimo Garon L’amante di Lescaut Alessandra Vassallo Madame Monica Vaglietti. Solisti e Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.

sipario_40Con L’Histoire de Manon si conclude la stagione ballettistica 2012/13 del Teatro alla Scala di Milano. Un balleto diverso, Manon, rispetto a quelli cui si è abituati. Infatti, la ‘principessa’ del balletto è una giovane ragazza «charmant, ma amorale […], che ama la vita e non sa resistere al piacere che le offre» (Kenneth MacMillan); nessuna nobile fanciulla dai sentimenti puri e dalla accettazione dignitosa e determinata della sciagura. Manon, nonostante ami sinceramente il cavaliere Des Grieux (giovane, benestante studente), non accetta la propria condizione di povera e con tutti i mezzi cerca l’appoggio più vantaggioso.

Il balletto si configura come una prova molto complessa per i due protagonisti, non solo a livello tecnico, ma soprattutto a livello interpretativo. Nei tre atti e quasi in ogni scena i caratteri dei personaggi cambiano, non si comportano in modo razionale e consequenziale, ma per istinti, illogicità e utilitarismo.

Manon si mostra adolescentemente compiaciuta delle attenzioni di più uomini nel primo atto, maliziosa, frivola e impertinente durante la festa ‘a luci rosse’ di Madame – tipica situazione di una Francia del XVIII secolo – nel secondo atto, ruoli in cui la splendida Natal’ja Osipova è stata eccellente (essendo il suo cavallo di battaglia il ruolo della vivace e spensierata Kitri nel Don Chisciotte, nonché la variazione della eslposiva gitana Esmeralda). Nel terzo atto, quando Manon e Des Grieux sono deportati oltreoceano nella colonia della Louisiana per l’accusa di omicidio, Manon da burattinaia di uomini diventa burattino e, delirante e febbricitante, confessa il proprio amore al sempre fedele Des Grieux con un pathos e una forza espressiva che Osipova ha saputo perfettamente instillare empaticamente negli spettatori.

Nel suo primo debutto nel ruolo di Des Grieux, Coviello ha dimostrato una grande abilità nel sentire l’intimo mutevole del personaggio. Des Grieux è un ingenuo amante nel primo atto: da questa originaria comunione di ingenuità – su due livelli diversi – di Des Grieux e di Manon nasce il vero amore che lega i due personaggi. Alla festa di Madame diventa ombroso, rude e geloso nel vedere la propria Manon perfettamente a suo agio tra le fatue ‘glorie’ di gioielli e pellicce di Monsieur G.M.. Nel finale Des Grieux diventa profondo e drammatico, arriva a commettere l’omicidio del carceriere che approfitta di Manon, fino a perdere la propria amata tra le sue stesse braccia nell’appestata e malarica palude della foce del Mississippi. Coviello è riuscito a mostrare al pubblico le sfaccettature del personaggio, grazie a una mirabile tecnica e una grande abilità mimica.

I danzatori sono stati eccellenti nell’esprimere e imprimere allo spettatore quello che, secondo me, è il vero fil rouge dell’intreccio de L’Histoire de Manon: il senso di soffocamento. Soffocante è la povertà per Manon e suo fratello Lescaut, che per uscirne si dedicano ad attività illecite (prostituzione lei, rapine e omicidi lui); soffocante è l’incapacità di Des Grieux di accontentare Manon nelle sue venalità; soffocanti sono Monsieur G.M. e Madame che nei loro saloni chiusi e soffocanti riescono a raggirare tutti i personaggi, facendo leva proprio sul punto debole dell’insofferenza soffocante alla povertà (splendido e abilissimo in questo è stato Massimo Garon nei panni del ricco spregiudicato); soffocanti sono il cortile della locanda parigina e le paludi della colonia americana, che hanno dato inizio e fine alla ‘Storia di Manon’.

Domenico G. Muscianisi

Teatro alla Scala di Milano, spettacolo del 10 novembre 2013.

 

Domenico Muscianisi  ringrazia per alcuni commenti Tommaso Cerenzia 

 

questa rubrica è a cura di Emanuele Aldrovandi e Domenico G. Muscianisi

rubriche@arcipelagomilano.org



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