5 luglio 2017

sipario – A MEZZA ESTATE, IL SOGNO DI BALANCHINE ALLA SCALA


Teatro alla Scala di Milano, Prima del 28 giugno 2017.

Sogno di una notte di mezza estate. Balletto in due atti dalla commedia di William Shakespeare. Musica di Felix Meldelssohn-Batholdy. Coreografia di George Balanchine © The George Balanchine Trust, ripresa da Patricia Neary. Scene e costumi di Luisa Spinatelli. Produzione del Teatro alla Scala.

Nicoletta Manni (Titania), Nicola Del Freo (Oberon), Marco Agostino (Cavaliere di Titania), Antonino Sutera (Puck), Emanuela Montanari (Elena), Mariafrancesca Garritano (Ermia), Maurizio Licitra (Demetrio), Alessandro Grillo (Lisandro), Virna Toppi (Ippolita), Riccardo Massimi (Teseo), Matthew Endicott (Bottom), Antonella Albano (farfalla). Pas de deux atto II: Nicoletta Manni e Marco Agostino. Ragazze cerimonia: Antonella Albano, Vittoria Valerio, Alessandra Vassallo, Chiara Fiandra, Martina Arduino, Gaia Andreanò. Ragazzi cerimonia: Massimo Garon, Mattia Semperboni, Christian Fagetti, Andrea Crescenzi, Timofej Andrijašenko, Walter Madau.

Corpo di Ballo del Teatro alla Scala e allievi della scuola di ballo dell’Accedemia Teatro alla Scala diretti da Frédéric Olivieri. Voci soliste: Ewa Tracz (soprano) e Mareike Jankowski (mezzosoprano). Coro di voci bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Marco De Gaspari. Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, direttore: David Coleman.

sipario25FBUna commedia originalissima, frutto della contaminazione estrema di mitologia celtica e classica, di humour britannico, insaporita di vitalità e beffa come solo Shakespeare sa fare nel suo teatro, che riesce sempre attuale; fortuna che condivide con pochi altri drammaturghi del passato.

Il Sogno di una notte di mezza estate ha visto molti rilettori in tutti i campi delle arti sceniche, nella sola danza da Marius Petipa a Mauro Bigonzetti, passando per Michail Fokin, sir Frederick Ashton, Heinz Spoerli, John Neumeier. Eppure, come cerco di dimostrare in un mio saggio del 2013 su Stratagemmi. Prospettive teatrali dell’Università degli Studi di Milano sulla drammaturgia del Sogno da Shakespeare a Balanchine, il balletto nella versione di Balanchine resta quello più fedele alla fonte e all’originale di Shakespeare, pur se il coreografo stesso dichiara espressamente di essersi lasciato ispirare più dalla musica che dal testo. Non è del tutto vero. Lo dice un po’ per orgoglio creativo e un po’ per fedeltà alla propria poetica astratta di «danza da ascoltare e musica da vedere».

Il Teatro alla Scala con questo balletto può vantare una notorietà mondiale da “sogno”. Proprio da Milano nel 2003 ha visto la luce il balletto di Balanchine con l’allestimento scenico e costumistico di Luisa Spinatelli, che è stato esportato in tutto il mondo. E tanti grandi ballerini hanno danzato in questa nuova produzione scaligera sia al Piermarini sia in tournée: dal cast stellare di Alessandra Ferri, Massimo Murru e Roberto Bolle a quello con Polina Semionova, fino ai cast con gli interni Marta Romagna, Gabriele Corrado, Claudio Coviello, Petra Conti.

Nonostante ora il balletto mancasse dal cartellone da sei stagioni, il corpo di ballo scaligero ha saputo metterlo in scena con perizia e attenzione. Soprattutto nel rispetto della musica, mostrando grande musicalità e brillantezza in ogni sua parte – anche se meglio nell’atto I. Dalle file spicca Martina Arduino con l’arpeggio dei suoi ports de bras e le inclinazioni delle teste, che suggeriscono presenza scenica e musicalità balanchiniane notevoli, sia come ancella nella radura di Titania sia come ragazza cerimonia nel divertissement.

Bilanciata e di bell’impatto la scelta per le coppie cerimonia, in particolare Vittoria Valerio e Gaia Andreanò con i rispettivi partner Walter Madau e Christian Fagetti, con Andrea Crescenzi, per la geometricità speculare dei veloci passaggi in assoli e duetti.

Nessun ospite nel ritorno di questo balletto. I ruoli protagonisti sono affidati ai ballerini di casa: la prima ballerina Nicoletta Manni è affiancata da Nicola Del Freo (entrambi esordienti nei rispettivi ruoli) e il solista Marco Agostino, che aveva ballato il Cavaliere nel 2009, quando era da poco membro della compagnia. La prova è stata superata ottimamente. Del Freo possiede un salto forte, controllato, alto e preciso: le batterie e i brisés volés risultano puliti ed eleganti nella velocità dello Scherzo nº 1 op. 61 di Mendelssohn.

Agostino è un partner sicuro e affidabile, serio in volto, indice di attenzione e concentrazione ai fuori asse della propria danzatrice, come ha già dimostrato in Symphony in C dello stesso Balanchine la scorsa primavera. Solidissima nella tecnica appare Nicoletta Manni, divertita nell’atto I con il suo nobile Cavaliere e con l’improbabile amante Bottom dalle poco aristocratiche fattezze di asino, altera nell’atto II con il danseur noble Marco Agostino. Bella Virna Toppi nel ruolo di Ippolita, al di là di qualche incertezza dei pesi nel virtuosismo del fouetté en tournant, padronanza di cui si è riappropriata durante l’ingesso e nelle velocità del divertissement.

Eppure, il cuore della commedia è dato dal famoso elfo pasticcione Puck e dalla doppia coppia di amanti e i loro ‘scambi’. La storia comincia con la coppia blu di Ermia e Lisandro felici e la non-coppia rossa di Demetrio che cerca Ermia e respinge Elena disperata d’amore per lui. Il buon cuore di Oberon lo spinge a usare il fiore dell’amore per “riquadrare” le coppie, ma non è supportato dalle capacità di Puck: infatti, l’elfo usa il fiore magico in modo che Lisandro si innamori di Elena, che lo respinge perché è innamorata di Demetrio, che la respinge perché ama Elena, che lo respinge perché rivuole indietro il suo Lisandro!

Poi Puck sbaglia ancora e fa sì che Elena adesso abbia troppe attenzioni: Lisandro e Demetrio si sfidano a duello per lei e le due donne si accapigliano. Ottima la scelta degli interpreti: Antonino Sutera è un elfo brillante, giullaresco, scattoso e maldestro, capace di divertire il pubblico con professionalità.

I quattro amanti sono stati affidati a chi li aveva già interpretati, danzatori con esperienza di palcoscenico che hanno saputo offrire vere risate, anche a chi non conoscesse la commedia originale. Padrone della tecnica nei difficili passaggi coeici e piene di vitalità, Emanuela Montanari e Mariafrancesca Garritano mostrano un agio notevole sul palco e una grande abilità mimica e attoriale; di lor si sentiva il bisogno e non hanno deluso alcuna aspettativa.

L’intervento regolatore di Ippolita e l’uso corretto del fiore magico da parte di Puck restaurano l’ordine nel bosco e tra le coppie, invitate a celebrare un triplice matrimonio con Teseo e Ippolita. Ora Demetrio ed Elena si amano e anche Lisandro ed Ermia, destandosi come se nulla fosse da un sogno in una notte di mezza estate.

Domenico Giuseppe Muscianisi

Foto di Marco Brescia e Rudy Amisano (Teatro alla Scala) per «Sogno di una notte di mezza estate» di George Balanchine © The George Balanchine Trust: da destra, Mariafrancesca Garritano (Ermia), Emanuela Montanari (Elena) e Alessandro Grillo (Lisandro).

questa rubrica è a cura di Domenico Giuseppe Muscianisi e di Chara Di Paola

rubriche@arcipelagomilano.org



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