17 ottobre 2023

DUE SETTIMANE INTERESSANTI

LETTERA DEL 25 OTTOBRE 2023


lettera arcip

Care amiche, cari amici, cari lettori tutti, questi ultimi 15 giorni non ci siamo fatti mancare nulla sul versante della pubblica amministrazione a cominciare dal Sindaco per arrivare all’assessore Tancredi. Beppe Sala però francamente ci ha stupito in particolare col video nel quale è ripreso con Claudio Santamaria in un trailer di rilancio della band CLUB DOGO.

Questa band era abbastanza nota negli anni duemila e, a quanto si capisce, è in cerca di un rilancio nel mondo RAP, un genere foltissimo di cantautori che eseguono musica nella quale il testo prevale su tutto perché la musica costituisce solo un accompagnamento molto ritmato e monotono.

Se non siete ragazzini e volete farvene un’idea vi propongo questo brano dei CLUB DOGO delle origini (2020) dal titolo “Vida Loca 2″(Vita pazza 2), 90.451 visualizzazioni, che è accompagnato  da questo commento: “Non c’é niente di bello e degno di rispetto in ciò che viene detto, se non per l’amore che sta dietro alle parole di chi qui si é espresso. C’é solo da capire cosa spinge la gente ad avvicinarsi alla realtà di strada, di chi si oppone a ciò che il sistema impone a prescindere, un sistema marcio che condanna chi subisce le contraddizioni delle sue stesse meccaniche e fa vincere chi ne é la causa. Tutto ciò é causa del sistema stesso e di chi per lui, di chi provoca il divario di classe, concentrando i soldi nelle tasche di pochi lasciando solo fame e rancore alle grandi masse.”.

La musica RAP non mi piace ma se proprio ci vogliamo vedere qualcosa di buono dobbiamo dire che ha un ruolo “pedagogico” molto particolare: allena la memoria, qualità fondamentale per l’apprendimento e che viene oggi trascurata dalla scuola, accusata di essere essenzialmente nozionistica se si chiede di mandare a memoria qualcosa: per cantare, come fanno i giovani questi brani, vuol dire imparare a memoria una ventina di strofe senza nemmeno il supporto delle rime.

La musica RAP, la versione odierna delle canzoni di protesta, è un genere che mira a incidere sul potere, un ruolo fondamentale e storico nel mondo come “Bella ciao”. La Storia salverà qualche pezzo RAP?

Una volta capito spero che cosa sia  CLUB DOGO possiamo farci delle domande.

Perché Sala si è prestato a recitare in questo trailer? Fa parte di un suo programma di comunicazione? Lo fa nel suo ruolo di sindaco o di simpatizzante per il RAP? Servirà senz’altro a CLUB DOGO per rilanciare la sua ricomparsa, ma a Sala? Premesso che il messaggio contenuto nel trailer non è affatto chiaro, quantomeno a me, allora perché?

Nel mondo “social” i commenti sono assolutamente negativi.

Prima di riprendere con le mie argomentazioni sugli ultimi eventi milanesi, vi propongo una pausa di riflessione pubblicando il commento fatto da Marco Cipriano all’articolo di  Marco Garzonio “LE INFELICITÀ DI MILANO

La sinistra ha un problema: l’invidia sociale

L’invidia sociale cresce anche tra chi vive all’interno della città di Milano e chi vive nei comuni dell’Area Metropolitana non solo per il pendolarismo ma anche per la differenza di offerte culturali e ricreative. Il diritto al lavoro, allo studio, alla salute e alla mobilità deve essere garantito a tutte e tutti a prescindere dalla residenza anagrafica.

Quando si ferma l’ascensore sociale aumentano le diseguaglianze perché la famiglia deve fare i conti per arrivare a fine mese, perché la scuola non rappresenta più un luogo che aumenta le possibilità di autoaffermazione, perché il lavoro non offre crescita economica e sociale. L’invidia di chi non ce la fa può sfociare nella richiesta di assistenza o addirittura nella ricerca di ricchezza a tutti i costi, violando la legalità e il rispetto delle regole.

La paura di non farcela genera richiesta di protezione e non importa se a danno di qualcun altro. Il tema della sicurezza, nella sua accezione più ampia, non può essere solo della destra. Essere di sinistra vuol dire stare dalla parte dei più deboli, lottare per ridurre le diseguaglianze, offrire pari opportunità per tutte e tutti, insomma dare serenità e speranza a chi non ce la fa.

Anche a Milano è aumentata l’invidia sociale, la paura, l’insicurezza. E non tanto e non solo per la microcriminalità, quanto per il crescere delle disuguaglianze. La foto più emblematica è quella della nuova e scintillante Università Bocconi con al suo fianco le file interminabili di giovani e anziani, donne e uomini, anche in giacca e cravatta, in attesa di ritirare il proprio sacchetto davanti all’edificio del ‘Pane Quotidiano’. Così come le tende degli studenti fuori sede davanti a Palazzo Marino alla ricerca di un alloggio a costi accettabili. Alloggi che non trovano neanche gli autisti dell’ATM, gli infermieri degli ospedali, le partite IVA che riempiono gli studi dei liberi professionisti. Milano attrae persone per il lavoro, per lo studio, per la cura e poi li ‘esternalizza’ per il caro-case.

Milano sempre più cara ed esclusiva dove la sostenibilità ambientale rischia di contrapporsi a quella sociale. Emblematico l’esempio dell’area C e B che permettono la mobilità solo a chi ha il denaro per comprarsi macchine meno inquinanti ma sempre più costose, senza considerare che, come dimostrato da diversi studi, le cosiddette polveri sottili sono prodotte anche dalle gomme e dai freni e non solo dai motori.

Anche i servizi offerti dalle società partecipate (A2A, ATM, MM, AMSA, etc.) incominciano a rappresentare per i milanesi un costo sempre più crescente in termini di tasse, bollette e tariffe.

L’invidia sociale cresce anche tra chi vive all’interno della città di Milano e chi vive nei comuni dell’Area Metropolitana non solo per il pendolarismo ma anche per la differenza di offerte culturali e ricreative.

É necessaria una politica per la Città Metropolitana che abbia una visione d’insieme tra città e comuni della Città Metropolitana (la vicenda dello Stadio è più che emblematica). Il diritto al lavoro, allo studio, alla salute e alla mobilità deve essere garantito a tutte e tutti a prescindere dalla residenza anagrafica.

La battaglia per il salario minimo, contro la precarietà e per la difesa della sanità pubblica è solo l’inizio di un nuovo percorso per sostituire l’invidia sociale con la possibilità di un riscatto sociale e culturale per chi, in tutti questi anni, ha pagato il prezzo più alto per una società sempre più iniqua e ingiusta.

Dal discorso agli ateniesi 461 A.C. Pericle: “Qui ad Atene noi facciamo così. Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamata Democrazia”.

Marco Cipriano
da Contropiede 6 Ottobre 2023

Il sindaco Sala  in una intervista rilasciata a Maurizio Giattanasio ha detto: “Questa idea della città h24, in cui non ci sono orari, che è sempre aperta non mi convince più tanto …. credo che la città debba anche riposare come gli esseri umani e debbano avere orari un po’ adatti a tutti”. Aggiunge poi nel caso non si riuscisse a rallentare continua: “ci si conceda almeno un po’ di ore di vuoto e di riposo, credo che possa solo far bene”.

Se al convegno Green Talk di Rcs Academy fossero stati invitati i rappresentanti dei Comitati che si battono contro la movida, queste parole sarebbero state salutate da una standing ovation. Penso se ne ricorderanno per gli striscioni della loro prossima mobilitazione.

Anche l’assessore Tancredi ci ha raccontato cose interessanti: a Milano ci vogliono 20.000 alloggi di edilizia a canone moderato nei prossimi 10 anni. Nelle convenzioni di lottizzazione di norma il Comune chiede di realizzare il 10/15% di alloggi a canone convenzionato. Nel caso peggiore ci vorranno 200.000 nuovi alloggi per raggiungere la quota di 20.000 alloggi a canone moderato. Lo stesso Tancredi dubita che si arrivi al risultato auspicato.

Il problema della casa non consente più indecisioni: prima di tutto ci vogliono case per chi ha un reddito netto di 1500 € al mese o anche meno.

Del problema della casa ne ho scritto 6 anni orsono e titolando MILANO HA TRADITO I SENZA CASA: La follia della politica edilizia e concludevo così: “Perché la casa, quello che anni prima il sindacato chiamava “un investimento sociale” oggi è diventato un “investimento infrastrutturale”: avere un patrimonio immobiliare di case a basso canone di locazione vuol dire dotarsi di un’infrastruttura importante come gli ospedali, le scuole, le linee di metropolitana. Bisogna collocare questi investimenti in cima alle priorità. Il problema casa va intrecciato al problema della mobilità e quindi dell’inquinamento; il problema casa va connesso a quello della ricerca in edilizia, ricerca per le nuove costruzioni e per il riuso; case a basso costo liberano parti consistenti dei redditi delle famiglie a favore dei consumi, consentono l’accesso ai giovani. E non solo. La casa dunque è un problema olistico e con questa logica va affrontato.

Da allora non si è fatto nulla di serio, ci siamo baloccati con la quota di edilizia a canone ridotto nelle convenzioni di lottizzazione, una presa in giro.

Luca Beltrami Gadola

 



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