23 aprile 2024

IL BOOM DELLA DESIGN WEEK

Numeri da record per la 62esima edizione di Salone del Mobile e Fuorisalone


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Innovazione, creatività e business. Ogni anno la Design Week trasforma Milano in un laboratorio di sperimentazione e contaminazione, confermandosi punto di riferimento mondiale in questo settore.

Il Salone Internazionale del Mobile, in programma la scorsa settimana, ha attirato in totale più di 361 mila persone, registrando una crescita del 17% rispetto allo scorso anno. “C’è stata un’affluenza record, che ha superato ogni previsione” ha commentato la presidente Maria Porro. Soddisfazione condivisa anche dal sindaco Giuseppe Sala, che ha parlato di “patrimonio prezioso che si innesta su storia e tradizione uniche”.

Giunta alla 62esima edizione, la manifestazione si è confermata un appuntamento sempre più globale e inclusivo, con 1.950 espositori provenienti da 35 Paesi e il 54% di visitatori dall’estero. A guidare questa classifica è la Cina, seguita da Germania, Spagna e Brasile; in aumento anche la presenza di media, studenti e non addetti ai lavori, a dimostrazione di un settore in buona salute. Numeri che testimoniano la crescente attrattività di Milano come capitale del design e luogo di incontro ideale per aziende, imprenditori e compratori. Secondo il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, i segreti del Salone sono “genio, determinazione e quell’irripetibile ‘artigianalità industriale’ che solo i nostri prodotti sanno esprimere”.

E mentre dentro i padiglioni di Rho Fiera si scoprivano le tendenze e le migliori novità in fatto di arredo e spazio domestico, fuori la città si è colorata e si è animata grazie allo spettacolo del Fuorisalone, con 1125 eventi con 838 brand collegati. Mostre, presentazioni, feste ed esposizioni a tema “Materia Natura” che hanno acceso le vie del capoluogo lombardo, attirando gente da ogni dove. Dal centro storico alla periferia, installazioni e opere artistiche hanno trasformato Milano in un’enorme galleria. 

Data la vastità del fenomeno risulta difficile stabilire un numero preciso di turisti, ma una rilevazione dei passeggeri fatta da Atm parla di circa 800 mila persone in transito sulle linee. 

Statistiche a parte, è chiaro che la portata internazionale della Design Week rappresenta un’incredibile occasione di guadagno. Secondo le stime di Confcommercio, l’indotto generato sfiora i 261 milioni di euro, cifra in crescita del 13% rispetto allo scorso anno. Per fare un paragone con altri eventi cittadini, la settimana della Moda Donna (in programma a febbraio) aveva generato affari per circa 70 milioni di euro. 

Oltre a shopping e ristorazione, a trainare l’economia durante questa settimana è il settore alberghiero, con affitti e prezzi per le camere alle stelle. Infatti, se normalmente un affitto breve costa in media 1200 euro a settimana, durante la Design Week viene più che triplicato, salendo a 3855 euro.

Se da una parte la vivacità e la bellezza di Salone e Fuorisalone rappresentano motivi di vanto e crescita per Milano, dall’altra, però, invitano a una riflessione sull’identità della città e sul significato di questo tipo di eventi. All’entusiasmo di visitatori e turisti si contrappongono infatti le lamentele di alcuni cittadini, scettici sulla trasformazione socio-culturale in atto negli ultimi anni e critici sull’impatto di manifestazioni come la Design Week.

Gabriele Lussu



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  1. b bPurtroppo mi pare che questo Fuori Salone 2024 condivida la triste parabola di Milano da città consapevole e produttiva, a città del consumo eccitato e fittiziamente innovativo. I primi Saloni mi avevano conquistato, perché le loro varie localizzazioni rilanciavano luoghi preziosi di Milano, pieni di storia, che con la dismissione delle strutture industriali parevano al momento destinati al degrado, insieme alla modesta edilizia edilizia popolare che vi si affiancava (..ma un'amica, Sabina Bologna, già avvertiva con un suo filmato sulla zona Tortona dei pericoli di una incombente gentrificazione... ). La maggior parte delle iniziative, comunque, mostrava di tenere in qualche conto anche gli oggetti e i prodotti che presentava, la cui innovazione, anche molto originale, molto creativa, tendeva comunque a fornire un valore aggiunto per un abitare comune, sollecitava a discutere, scambiare, pensieri, costruire rapporti . Ho invece l'impressione - e però confesso di non avere avuto l'animo di girare molto - che siamo oggi a quella che qualcuno ha definito una Disneyland, attraversata da flussi di persone che contemplano un po' inebetiti oggetti perlopiù inutili, di una creatività assurda , che in rarissimi casi si presentano come suggerimento concreto alla produzione, come era nel passato,. che persino mortificano ( come mi è sembrato per i bei cortili della Statale) i luoghi nei quali sono installati.
    29 aprile 2024 • 18:25Rispondi
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