6 febbraio 2024

UNA GRETA THUNBERG PER L’URBANISTICA MILANESE

Un personaggio indispensabile


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Annalisa Ferrario spesso commenta i nostri articoli e il suo più recente all’ultima Lettera desidero farvelo rileggere, nel caso vi fosse sfuggito, perché è da qui che partono alcune mie considerazioni sul problema dell’urbanistica milanese, oggi gestita da un assessorato che ha cambiato nome, così come ha cambiato nome l’edilizia popolare che oggi si chiama Housing sociale e dunque l’urbanistica è diventata Rigenerazione urbana. Fumisterie? Ansia di allargare lo spettro della propria attività? Moda?

Comunque Annalisa Ferrario scrive :”Due note sulla “lettera” del 31 gennaio. Ho molti dubbi (anzi molti timori) sull’idea della “revisione totale” della normativa urbanistica. Se dobbiamo giudicare dalle leggi degli ultimi venti anni, sono stati fatti solo passi indietro. Un azzeramento totale e una nuova normativa scritta dall’attuale classe dirigente ci farebbe probabilmente ritornare nella giungla. Secondo, ricordo che le nuove responsabilità attribuite ai dirigenti comunali (spesso nominati tali senza neanche avere superato un concorso) sono state ampiamente remunerate con lauti aumenti di stipendio. 

Oggi un dirigente comunale guadagna fra i 100.000 e i 200.000 euro all’anno, ovvero di più di tanti professionisti che comunque si assumono le loro responsabilità per il loro operato. Se un medico o un ingegnere sbagliano, pagano.

 Non vedo perché non dovrebbe farlo un dirigente lautamente remunerato. Trovo quindi sorprendente (e forse illegittima) la loro idea di smettere di lavorare perché non si sentono “tutelati”. Smettano pure, rinunciando allo stipendio, però. Se invece prendono lo stipendio, lavorino e basta (assumendosene i rischi come tutti). E magari inizino loro per primi a scrivere norme decenti (basta vedere invece il PGT, scritto letteralmente con i piedi – tanto per usare degli eufemismi). Saluti.”.

Quello che mi preoccupa del primo paragrafo, a proposito della revisione totale, è la triste considerazione sull’inutilità/illusione di aprire una nuova strada che ci porterebbe al peggio, vista la classe politica del nostro Paese. Io faccio parte della categoria di quelli che non si rassegnano mai. Andremo comunque avanti: spes ultima dea.

Quanto all’ultimo paragrafo, l’astensione dal lavoro di un buon numero di dipendenti comunali e le ragioni addotte, sono d’accordo con Annalisa Ferrario: il linguaggio usato nei documenti comunali è quanto di peggio si possa immaginare sia per le contorsioni concettuali, sia per l’uso dell’italiano, sia perché in molte occasioni ho avuto, a orecchio, l’impressione del cosiddetto “copia e incolla”.

Quando una Greta Thunberg per l’urbanistica milanese? Spero presto!

Il 13 dicembre scorso la Thunberg in occasione della chiusura della COP28 – la conferenza mondiale sul clima a Dubai – ha detto:” “Finché non trattiamo la crisi climatica come una crisi e finché continuiamo a influenzare questi testi e questi processi con gli interessi delle lobby, non arriveremo da nessuna parte”.

La stessa cosa potremmo dire noi sostituendo alla parola clima la parola”urbanistica”.

Per quanto riguarda la situazione milanese vorrei dire alcune cose sulla cosiddetta “ristrutturazione con demolizione”, una delle norme chiamate in causa dai PM milanesi a proposito di recenti edificazioni e la loro legittimità.

Tutto parte dal DECRETO-LEGGE 16 luglio 2020, n. 76 –  Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale. Entrata in vigore del provvedimento: 17/07/2020 – Decreto-Legge convertito con modificazioni dalla Legge 11 settembre 2020, n. 120 (in S.O. n. 33, relativo alla G.U. 14/09/2020, n. 228) ed in particolare al suo Articolo 10 dal titolo Semplificazioni e altre misure in materia edilizia-.

L’articolo 10 di questo Decreto legge, poi convertito in legge, che vi allego, consiste in 9 pagine all’interno delle quali vi sono 61 rinvii ad altre leggi o decreti e tratta proprio della ristrutturazione edilizia con demolizione. Leggetelo e capirete molte cose.

Spesso ho lamentato che in leggi e decreti della pubblica amministrazione le premesse che contengono rinvii ad altre leggi sono un intralcio a chi vorrebbe “andare al sodo” senza dover ricorrere ad una faticosa ricerca ma gli estensori lo fanno in applicazione dell’Articolo 13-bis – Chiarezza dei testi normatividella legge 23 agosto 1988 n. 400 che allego nella nota (1).

L’ossequio a questa legge viene osservato, salvo quanto detto al capoverso 3, e che impone una revisione ogni cinque anni dei codici e dei testi unici con i medesimi criteri e procedure previsti nell’articolo 17-bis adottando, nel corpo del testo aggiornato, le opportune evidenziazioni.

Quanto vorremmo i “testi unici”!

Codesto Art. 10 DECRETO-LEGGE 16 luglio 2020, n. 76  sembra scritto sotto dettatura di ANCE (Associazione Nazionale Costruttori  Edili) con l’aiuto di un bravo consulente suggerito dagli operatori immobiliari, tanta è la meticolosità nel non tralasciare nessuna delle fattispecie possibili di ristrutturazione con demolizione.

Lo stesso discorso vale per la SCIA, acronimo di Segnalazione Certificata di Inizio Attività: è un documento che deve essere presentato al Comune prima dell’inizio dei lavori edili per comunicare l’avvio delle attività e attestare la conformità del progetto alle norme urbanistiche ed edilizie in vigore.  É, per farla breve, un vero e proprio permesso a costruire che non è assentito dal Comune.

Anche la SCIA fa parte di quel percorso autorizzativo sotto la lente della magistratura milanese. Magari ne parleremo ancora ma mi preme sottolineare il fatto che l’attestazione è rilasciata da un professionista – ingegnere o architetto – chiamato ad attestare qualcosa rispetto ad un coacervo di norme delle quali vi ho dato esempio parlando dell’Art.10 del DECRETO-LEGGE 16 luglio 2020, n. 76 e quindi correndo il rischio di errate interpretazioni.

Chi ne vuole subito sapere di più sulla SCIA questo è un link utile.

Chiudo con qualche nota finale.

La ricchezza della città, ossia la sua edificabilità, è un patrimonio dei cittadini e fa parte di quel patrimonio pubblico che è immateriale ma che diventa materiale ogni volta che si consente di rilasciare permessi o licenza di utilizzo dello stesso.

La vendita o comunque lo spossessamento definitivo o anche temporale di beni pubblici o demaniali è regolato dal Codice Civile, agli artt. 822-831. Scavalcare questi articoli del Codice Civile è comunque reato. Lo si fa troppo spesso e con leggerezza senza che nessuno batta ciglio. 

Come finirà la vicenda urbanistica? Troveremo una Greta Thunberg che metta il Comune con le spalle al muro?

Speriamo.

Luca Beltrami Gadola

NOTA

1)  Legge 23 agosto 1988 n. 400

Articolo 13-bis – Chiarezza dei testi normativi.

  1. Il Governo, nell’ambito delle proprie competenze, provvede a che: a)ogni norma che sia diretta a sostituire, modificare o abrogare norme vigenti ovvero a stabilire deroghe indichi espressamente le norme sostituite, modificate, abrogate o derogate; b)ogni rinvio ad altre norme contenuto in disposizioni legislative, nonché in regolamenti, decreti o circolari emanati dalla pubblica amministrazione, contestualmente indichi, in forma integrale o in forma sintetica e di chiara comprensione, il testo ovvero la materia alla quale le disposizioni fanno riferimento o il principio, contenuto nelle norme cui si rinvia, che esse intendono richiamare.
  2. Le disposizioni della presente legge in materia di chiarezza dei testi normativi costituiscono principi generali per la produzione normativa e non possono essere derogate, modificate o abrogate se non in modo esplicito.
  3. Periodicamente, e comunque almeno ogni sette anni, si provvede all’aggiornamento dei codici e dei testi unici con i medesimi criteri e procedure previsti nell’articolo 17-bisadottando, nel corpo del testo aggiornato, le opportune evidenziazioni.
  4. La Presidenza del Consiglio dei ministri adotta atti di indirizzo e coordinamento per assicurare che gli interventi normativi incidenti sulle materie oggetto di riordino, mediante l’adozione di codici e di testi unici, siano attuati esclusivamente mediante modifica o integrazione delle disposizioni contenute nei corrispondenti codici e testi unici.


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  1. Annalisa FerrarioGrazie per la gentile e generosa citazione. Ne approfitto per tornare sull'argomento della selezione dei dirigenti comunali. Sono anni che il Comune non fa più i concorsi, i dirigenti vengono nominati per cooptazione, promossi senza concorso o selezionati per affinità da altri Comuni. Questo porta alla formazione di gruppi chiusi, autoreferenziali, certo molto coesi (e questo serve in particolare al mantenimento delle posizioni di potere), ma alla lunga sterili. La qualità viene invece dal confronto, che certo è più faticoso, ma apre la mente. L'idea balenga di nominare assessore un dirigente degli uffici ad esempio (a prescindere dalle qualità dell'interessato) è intrinsecamente sbagliata, perché è proprio la ventata di novità portata da un assessore esterno quella che aiuta a superare le situazioni sclerotizzate e i meccanismi irrigiditi, e questo mostra ahimè l'incultura del sindaco in materia. Gli attuali dirigenti hanno sostanzialmente fatto carriera in quanto zerbini, questo è il punto. E con gli zerbini si lavora bene qualche anno, ma alla lunga si paga.
    7 febbraio 2024 • 08:59Rispondi
  2. Paolo BurgioNon abbiamo a portata di mano una Greta Thundberg, ma abbiamo un nutrito stuolo di associazioni, comitati, gruppi di cittadini che da anni si battono a Milano per far rispettare le regole in materia urbanistica, consumo di suolo, salvaguardia del verde, tutela della salute e della salubrità dell'aria, trovandosi di fronte un'amministrazione che non sente, non vede, non parla ai cittadini, ma si preoccupa di dare un'immagine della città bella, attrattiva, sostenibile, quel che conta è la pubblicità. Certo un po' di buon marketing non farebbe male anche a chi sostiene le battaglie per il bene comune, l'immagine oggi conta. Cercasi disperatamente una Greta milanese.
    8 febbraio 2024 • 15:37Rispondi
  3. Giuseppe Claudio VitaleDove sono finiti gli urbanisti militanti? Per intenderci quei professori che portavano gli immigrati senza casa nelle aule del Politecnico? Purtroppo oggi non abbiamo più maestri dell'urbanistica ...... ma piccoli ragionieri che diventano professorini........ e la città di tutti muore a vantaggio della "città dei ricchi" e dell'urbanistica al suo servizio.... A molti manca la lettura che Giancarlo De Carlo faceva dei servi che ambivano alle cattedre
    25 febbraio 2024 • 14:29Rispondi
    • Pietro VismaraIl silenzio dei professoroni del Politecnico sulle mille scempiaggini contenute nel PGT di Milano effettivamente dà da pensare. Un tempo erano sempre lì a concionare, adesso muti. Chissà, forse è la speranza nella famosa third mission (ovvero prendere incarichi professionali, visto che nella first mission -fare ricerca- e la second - istruire - i risultati non sono granché), che magari esce qualche incarico ferroviario o per il piano regolatore per l'edilizia cimiteriale... Quindi meglio non disturbare il manovratore. Sic transit...
      27 febbraio 2024 • 10:07
  4. Guido AngeliniDi Greta Thunberg ho apprezzato l'atteggiamento davvero provocatorio e innovativo iniziale quando scioperava la scuola il venerdì mattino, andando a protestare davanti al parlamento svedese a Stoccolma. Poi si è persa da quando è andata all'ONU in barca a vela (sic) e volendo dire la sua, spesso strumentalizzata, in ogni occasione senza cognizione di causa. Secondo me non occorrono emuli, per aumentarsi l'autostima, ma chi è sia capace di azioni realmente dirompenti come quelle sue iniziali.
    26 aprile 2024 • 20:17Rispondi
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