23 gennaio 2024

RIBELLIONE DEI FUNZIONARI E VIABILITÀ: CONSIDERAZIONI

Lettera del 31 gennaio 2024


lettera arcip

Care amiche e cari amici, care lettrici e cari lettori, questa settimana è cominciata con una notizia a dir poco folgorante: la lettera inviata da 114 funzionari della ripartizione urbanistica milanese con la richiesta di essere trasferiti ad altro incarico, lamentando in primo luogo il disorientamento e l’impossibilità di svolgere in certezza e serenità le proprie mansioni d’ufficio: delle altre ragioni parleremo più avanti.

“Disorientamento e impossibilità”: non hanno tutti i torti. É da quel dì che andiamo dicendo che tutta la legislazione nazionale, regionale ed i regolamenti comunali sono un labirinto nel quale è praticamente impossibile muoversi senza dover “interpretare” leggi e regolamenti di incerta scrittura e di confuse possibili interpretazioni.

Scorrendo queste leggi e questi regolamenti se ne trae una triste sensazione: tutto scritto alla ricerca di garantire agli operatori immobiliari il massimo di opportunità possibili di sfruttamento del suolo (anche quello già edificato) aggirando le norme fondamentali di una corretta gestione del territorio a cominciare dagli oneri di concessione.

Questa ansia predatoria degli operatori cozza contro ogni discorso sull’urbanistica e su chi la gestisce e a questo proposito riporto qui la citazione contenuta nella mia ultima lettera a proposito dell’urbanistica, come la definisce Thomas Adams: «L’urbanistica può essere definita come l’arte di pianificare lo sviluppo fisico delle comunità urbane, con l’obiettivo generale di assicurare condizioni di vita e di lavoro salubri e sicure, fornendo adeguate ed efficienti forme di trasporto e promuovendo il benessere pubblico. Come scienza l’urbanistica pretende di scoprire la verità nella città sulle condizioni economiche, sociali e fisiche. Come arte cerca di ottenere un compromesso, sia economico sia sociale, nelle vie di comunicazione, nell’uso del suolo, nelle costruzioni e nelle altre strutture”.

Vorrei comunque aprire qui una digressione sulle responsabilità dei funzionari.

Con una serie di leggi a partire da 1992 si stabilì la norma che separava le responsabilità amministrative da quelle politiche. Per spiegarci, fino a quella data la responsabilità amministrativa era esclusivamente degli assessori, dopo di allora fu posta in capo ai funzionari dell’amministrazione comunale. L’iniziativa fu presa per arginare la corruzione che serpeggiava nelle amministrazioni locali dovuta alla discrezionalità della gestione amministrativa da parte degli assessori che dunque erano soggetti a fenomeni di corruzione.

Il risultato è che molto spesso i funzionari sui quali gravavano improvvisamente queste responsabilità furono presi dal terrore di commettere errori, anche in buona fede, e sopportarne le conseguenze sia civili (risarcire i danni eventualmente causati all’ente pubblico) sia penali.

Questa situazione generò anche una lentezza pachidermica nel rilascio di tutti gli atti concessori (licenze edilizie ad esempio) sollevando le proteste continue degli operatori e delle imprese.

Tornando alle proteste dei funzionari, questi lamentano il disagio materiale e psicofisico per la mancanza di indicazioni da parte dell’amministrazione per la loro attività lavorativa.

E ancora in sostanza lamentano questa situazione di incertezza legislativa e del conseguente carico di responsabilità che, nel caso in cui incorrano in azioni giudiziarie, li espongono a spese legali personali, da cui la richiesta che la loro tutela legale venga svolta dalla avvocatura comunale.

Hanno torto? Dando per scontata la loro buona fede ed onestà, direi che bisogna dar loro ragione, sperando che arrivi presto una revisione totale della legislazione in materia di urbanistica senza dimenticare il problema della legislazione regionale che spesso intralcia i Comuni nella gestione del territorio. Con questa legislazione le Regioni commettono un “vulnus” nei confronti della libertà degli organismi locali di pianificare i loro territori.

Veniamo ora al secondo argomento: la viabilità. Anche questo è uno dei problemi scottanti e irresoluti.

Ne abbiamo scritto diverse volte su ArcipelagoMilano ma oggi è sotto gli occhi di tutti: la riduzione degli spazi a parcheggio in strada ha portato alla sosta selvaggia. Dovunque ci sia uno spazio disponibile come i passaggi pedonali, le soste lungo le aiuole spartitraffico, gli assi centrali delle vie che per dimensione lo consentano, gli angoli delle strade e si potrebbe continuare nell’elenco e chiuderlo con i furgoni delle consegne a domicilio, ovunque c’è qualcuno in sosta vietata.

Lasciamo da parte il fondato sospetto che alle casse del Comune facciano molto comodo i ricavi da multe; bisognerebbe dire all’assessora Censi che forse nemmeno il mago Silvan riuscirebbe a far scomparire un’automobile e dunque ci dica lei dove dobbiamo metterle.

Il sindaco Sala durante la presentazione a Palazzo Marino del nuovo rapporto del Club di Roma ha detto: “A Milano se non immaginiamo di costruire un modello di vita sociale in cui si passa dalle 50 macchine per cento abitanti a 40 in dieci anni, ci sarà qualcosa che non va.”.

Vuol dire far sparire 140.000 automobili in dieci anni. E nell’attesa cosa? 14 mila all’anno ma di chi? Questione aperta.

Regolare la sosta e gli accessi in città hanno comunque impegnato gli uffici comunali e mi è capitata per le mani una “Determina dirigenziale” del 24.11.2024 con oggetto: Approvazione dei sistemi di pagamento, di comunicazione e di registrazione della targa per l’accesso dei veicoli nella ZTL Cerchia dei Bastioni – Area C. Il presente provvedimento non comporta spesa.

Si tratta di un documento di 87 pagine di cui 4 di riferimenti legislativi, 30 di norme vere e proprie e 50 pagine di facsimile di modelli da compilarsi da parte degli utenti per ottenere permessi, riduzioni di tariffe, permessi provvisori e molto altro.

Vi allego il documento perché è l’esempio del modo di legiferare italiano a cominciare dai riferimenti legislativi. A cosa e a chi servono? A noi cittadini no di certo. A chi li ha stesi per dimostrare la sua competenza?

Lasciatemi fare una battuta: quando dicono Il presente provvedimento non comporta spesa a chi alludono?

Certo non alludono a noi cittadini che passiamo le ore a compilare moduli e a spedirli a destinatari le cui piattaforme non funzionano ma nemmeno alludono al Comune, come se telecamere e funzionari addetti alle varie nuove discipline ce li regalasse lo Zio d’America.

Non posso chiudere senza un cenno a Franca Caffa, salita meritevolmente all’onore della cronaca e al suo battibecco con un carabiniere, una indomita combattente che spesso ha scritto per noi. Voglio vedere come se la caveranno il Ministro della Difesa e l’Arma dei Carabinieri per le parole pronunciate da un loro maturo sottoposto..

È prima di tutto un caso politico, poi disciplinare. Ma quanti nell’Arma la pensano come lui?

Alla prossima.

Luca Beltrami Gadola



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