24 gennaio 2023

LE ATTUALITÀ MILANESI

LETTERA 1 FEBBRAIO


lettera arcip

Care lettrici e cari lettori

come sempre nella Lettera prendo spunto dalla cronaca cittadina o per avviare un dibattito, quando si riesce, o per puntare i riflettori sugli angoli meno illuminati della realtà milanese.

I commenti alla scorsa lettera sono stati molti e articolati e così spero continui ad essere. Tra i commenti mi ha fatto specie quello di Marco Mazzei, consigliere comunale, che si domanda quali siano gli esperti di traffico che io avrei consultato per farmi un’idea sulla proposta di estendere a tutta la città il limite di velocità a 30Km/ora.

Spero che la lettura degli articoli di Carlo Monguzzi e di Giorgio Goggi rappresentino bene due opinioni diverse sullo stesso problema: consiglierei a Mazzei di rileggerli, sono ancora online su ArcipelagoMilano.

Mi permetto anche di suggerire al consigliere Mazzei di non perdersi il pezzo di Francesco Ramella che andrà online l’8 febbraio nel quale troverà alcuni riferimenti a sue affermazioni.

 

MILANO 30 KM E DINTORNI

Sia Carlo Monguzzi che Giorgio Goggi mi confermano nelle mie convinzioni non solo sul problema dei 30km/ora ma sul fallimento della amministrazione comunale milanese delle politiche sul traffico. La guerra alle automobili e ai mezzi di trasporto su gomma è diventata l’ossessione per tutte le città di Europa, naturalmente tutte quelle che non hanno previsto il fenomeno per tempo, come Milano.

Milano per esempio non ha ancora preso atto del traffico generato dai veicoli che consegnano merci, generato dalla progressivo inarrestabile diffusione delle consegne a domicilio. Il campione resta Amazon in compagnia di Esselunga e BRT, quest’ultima salita ai fasti della cronaca giudiziaria per le enormi evasioni fiscali, non nuova questione delle aziende multinazionali ha anche aperto un nuovo fronte di sfruttamento dei lavoratori.

Su questo tipo di sfruttamento consiglio a tutti di vedere il film di Ken Loach  Sorry we missed you del 2020 (trailer o film completo). Se date un’occhiata anche solo al trailer vi farete una idea di chi siano e che vita facciano questi schiavi, moderne vittime del consumismo  ma anche solo della nostra pigrizia  nell’andare a cercare nei negozi le cose che ci servono e anche per la difficoltà di raggiungere quelli che ci interessano, dove non si arriva facilmente per colpa del traffico. Il gatto che si mangia la coda.

Il fenomeno delle consegne a domicilio è una delle principali cause del caotico traffico di Milano con i furgoni parcheggiati in seconda fila o sui passi carrai ma non sono solo loro. Ci sono aziende che hanno optato per la vendita online senza avere una vera struttura di consegna e si affidano a privati cittadini arruolati col passaparola che provvedono alle consegne. L’ho constatato di persona. Per arrotondare le entrate commettono due irregolarità: trasporto merci senza autorizzazione da un lato e dall’altro quasi sempre la sosta irregolare.

Che fare visto che la limitazione della velocità è un’operazione dai risultati molto controversi?

Discutendone con amici esperti di traffico siamo arrivati ad una conclusione provvisoria: non farsi illusioni, non esiste norma o legge che possa risolvere il problema complessivo, nemmeno con la bacchetta magica, si tratta allora di trovare qualcosa che più modestamente attenui i fenomeni.

Per gli amici del “tutto e subito” io una prima proposta l’avrei (tanto per ridere): oltre alle norme che vietano insediamenti nelle aree a rischio idrogeologico, inserire una norma che vieti l’edificazione nelle città che presentino  una impronta ecologica e ambientale crescente rispetto ad oggi. È chiaro che questo provvedimento sarebbe come cessare ogni attività edilizia che, va da sé, comporta un aumento della impronta ecologica e ambientale nella nostra città.

Vi immaginate il putiferio che farebbero gli immobiliaristi, gli attuali padroni di Milano?

La soluzione comunque dei problemi del traffico e in genere i problemi generati dai nostri comportamenti non si risolveranno mai adottando norme la cui trasgressione non sia sanzionata efficacemente soprattutto perché manca chi controlli, a  cominciare dai vigili urbani.

I vigili urbani in strada non sono comparsi come promesso, malgrado due annunci del Comune, uno del 1 luglio 2020 e uno del 06/11/2020 del quale vi trascrivo un piccolo estratto:” I quartieri sono pattugliati da coppie di Vigili di Quartiere prevalentemente in bicicletta, supportati per qualsiasi necessità operativa da nove pattuglie denominate Auto Quartiere. Il pattugliamento si effettua dal lunedì al venerdì, dalle 07:30 alle 19:30. I Vigili di Quartiere si dedicano principalmente al contrasto del degrado urbano e presidio del territorio. Raccolgono le segnalazioni dei cittadini, con l’obiettivo di assicurare la presenza sul territorio e di accrescere la percezione di sicurezza da parte della cittadinanza.”.

Perché il loro servizio cessa il venerdì sera quando il sabato e la domenica sono giornate “calde”?

Mi viene in mente l’assunzione dei 500 nuovi vigili promessi da Sala nella sua campagna elettorale. Li avete mai incontrati?

Comunque il problema del traffico non si potrà risolvere se non lo vediamo nel contesto della Città Metropolitana, l’ente territoriale che ha due nemici sulla sua strada: il sindaco di Milano e il presidente della Regione Lombardia che dovrebbero cedere realmente parti del potere che oggi hanno, cosa che non faranno mai.

 

VENDERE IL PROPRIO PATRIMONIO

Nell’ottobre dell’anno scorso il consiglio di amministrazione del Pio Albergo Trivulzio (PAT) ha deliberato la vendita di una parte non trascurabile del proprio patrimonio immobiliare, ne riporto testualmente l’elenco:

Stabile sito in Milano, P.za Mirabella 1 (esiste solo piazza Mirabello n.d.r)

Stabile sito in Milano, P.za Mirabella 5

Stabile sito in Milano, Via Moscova 25

Stabile sito in Milano, P.za Del Carmine 1

Stabile sito in Milano, Via Paolo Bassi 22

Stabile sito in Milano, Via Carlo Poma 48

Nel Consiglio del Pio Albergo Trivulzio siedono 3 rappresentanti nominati dal Comune di Milano e 2 nominati da Regione Lombardia e quindi la decisione è prevalentemente comunale.

Le ragioni di questa alienazione, come si legge nella delibera, sono quelle di finanziare altri investimenti necessari per attività istituzionali e di ricerca.

Sarebbe utile sapere nel dettaglio quali progetti (immobiliari e di ricerca) si intenda finanziare con queste vendite per capire quale sia la politica delle dismissioni di un patrimonio così essenziale per la gestione delle politiche abitative.

Anche il Comune di Milano, per bocca di Maran suo assessore alla Casa, ha annunciato un complesso intervento di alienazione  del patrimonio di edilizia residenziale (le casa popolari di proprietà comunale) battibeccando con Alan Christian Rizzi, assessore alla Casa e Housing Sociale della Regione Lombardia. Pollaio.

Queste notizie hanno un marcato sapore elettorale. Sulla “casa” ne abbiamo in passato sentite di tutte ma alla fine si è fatto poco o niente, eppure la cosiddetta “casa per tutti” sarebbe una infrastruttura abilitante come gli ospedali, le scuole, le ferrovie, gli aeroporti e così via.

Negli aspetti che vengono allineati nelle classifiche per qualità della vita delle città, il soddisfacimento della domanda inevasa di edilizia abitativa a canoni moderati non viene mai presa in considerazione ma, per esempio, la dotazione di chilometri di piste ciclabili compare sempre  anche se mai si parla di numero di utenti delle stesse, dato molto più significativo della pura lunghezza in chilometri.

Alla prossima

Luca Beltrami Gadola

N.B. I commenti alla Lettera vanno indirizzati a redazione@arcipelagomilano.org



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