20 aprile 2021

IL PIANO TERRITORIALE METROPOLITANO IN APPROVAZIONE

Perché depotenziarlo proprio ora che la tutela del suolo è una priorità?


Una buona notizia dalla Città metropolitana di Milano. Il 14 aprile il Sindaco metropolitano (che è lo stesso Sindaco del capoluogo) ha con decreto formalizzato le proposte di modifica agli elaborati del Piano Territoriale Metropolitano (PTM) adottato a luglio, e le ha inoltrate al Consiglio, organo della Città metropolitana competente per l’approvazione del piano, che quindi dovrebbe essere prossima.

pompilio

La legge prevede che tra adozione e approvazione gli elaborati di un piano vengano modificati a seguito dell’analisi delle osservazioni presentate dagli enti e dal pubblico e delle richieste contenute nel parere della Regione. Tuttavia entrando nel merito si nota che qualcuna delle modifiche introdotte si spinge oltre le richieste contenute nelle osservazioni e nel parere regionale. Questa è la parte un po’ meno buona della notizia.

Alcuni degli strumenti attuativi necessari per attuare il PTM sono stati cancellati o ridimensionati. Servirebbero agli uffici per attuare e gestire bene il piano dopo l’approvazione, ma se la dotazione di personale è insufficiente, come lo è ora, non ci sarebbe nessuno a farne uso, e finirebbero per essere un impedimento più che un aiuto. Se ne deve dedurre che l’Amministrazione non programma di potenziare gli uffici cui compete il PTM?

Molti tra i contenuti più incisivi del PTM sono stati ridimensionati, o di fatto sospesi in attesa della redazione di un documento nuovo, che viene denominato Strategie Tematico Territoriali Metropolitane (STTM), e viene introdotto attraverso un nuovo articolo, il 7bis, nelle Norme di attuazione.

Nei 7-8 mesi tra adozione e approvazione la Città metropolitana avrebbe dovuto sviluppare linee guida tecniche per aiutare i comuni nell’attuazione del PTM sui temi ambientali e sulla qualificazione del patrimonio esistente di aree produttive. Il tempo era sufficiente. Invece si è preferito sospendere tali temi e condizionarli alla redazione e approvazione di un documento che richiederà tempi ben più lunghi.

Le STTM si configurano infatti come una sorta di appendice settoriale del Piano Strategico della Città metropolitana, quindi un documento di programmazione di livello politico che normalmente si colloca a monte della pianificazione territoriale. Ma che allo stesso tempo viene nell’articolo 7bis trattato come una variante del PTM stesso, creando un documento ibrido poco comprensibile e di dubbia efficacia. Non c’era bisogno di creare un nuovo documento, bastava in modo più lineare, e anche rapido, espandere il tema nella revisione triennale del Piano Strategico.

La procedura di approvazione delle STTM prevede adozione e approvazione con decreti del Sindaco metropolitano (quindi marginalizzando il Consiglio su un documento che determina le scelte territoriali), la pubblicazione per le osservazioni del pubblico sul documento adottato, e durante l’elaborazione un’ampia fase di consultazione coinvolgendo comuni, associazioni e interessi organizzati. Un percorso che non può essere sviluppato e concluso in pochi mesi e sarà quindi necessariamente rinviato al prossimo mandato Amministrativo, visto che questo si chiuderà tra pochi mesi con le elezioni dei consiglieri provinciali, previste subito dopo le elezioni comunali di settembre/ottobre.

Nel prossimo mandato, con personale politico in parte differente dall’attuale, anche nell’eventualità di conferma dell’attuale Sindaco, si dovrà riavviare un percorso che come minimo richiederà 2-3 anni, più probabilmente tutto il mandato quinquennale. Ai tempi di concertazione e decisione della politica, normalmente lenti, si sommeranno i ritardi dovuti alla insufficiente dotazione di personale degli uffici dedicati alla pianificazione del territorio.

Nel frattempo in attesa della redazione delle STTM rimangono sospesi molti dei contenuti più significativi del PTM adottato, contenuti che avevo illustrato negli articoli sul PTM pubblicati in questi mesi su Arcipelago Milano. Per fare qualche esempio: gli interventi per rafforzare il patrimonio di aree industriali e migliorarne la dotazione di servizi e la compatibilità ambientale, e per individuare i poli produttivi sovracomunali (1), le regole per la localizzazione di nuovi insediamenti di logistica, i bilanci dei consumi energetici e delle emissioni in atmosfera nella pianificazione comunale (2), i servizi nelle fermate di interscambio e l’organizzazione del trasporto pubblico (3). I Comuni nell’incertezza preferiranno aspettare le risultanze del nuovo documento STTM e molte delle previsioni del PTM rimarranno inattuate per anni.

Non è chiaro il perché di questa scelta della Città metropolitana. Alla ricerca di una motivazione ho trovato nelle pagine introduttive che accompagnano le proposte di modifica un riferimento all’attuale emergenza pandemica Covid, che avendo portato tante novità richiederebbe secondo le pagine citate un ripensamento, o comunque una verifica, del PTM nel suo complesso. Si tratta di una motivazione generica. Considerando la portata e gli effetti di questo nuovo articolo 7bis avrebbe dovuto quantomeno essere meglio circostanziata.

E’ peraltro opportuno ricordare che il PTM è stato adottato il 29 luglio 2020, quando la pandemia e i suoi tremendi effetti si erano già manifestati in Lombardia da febbraio, ossia 6 mesi prima. C’è stato il tempo prima dell’adozione per discutere e riflettere sulla pandemia e i suoi effetti sul territorio, e per decidere di non sospendere l’adozione, ma anzi di accelerarla in considerazione dell’importante contributo che gli indirizzi e strumenti del PTM avrebbero portato alla ripresa economica e sociale del sistema metropolitano dopo la pandemia. Le risultanze di questa riflessione sono sinteticamente riportate alla pagina 7 della Relazione generale del PTM adottato.

Non si comprende perché fermare questa opportunità in attesa di un nuovo documento, le STTM, che impiegherà anni a essere approvato. Nel frattempo il territorio non starà fermo.

Nuovi insediamenti di logistica e centri commerciali continuano a sorgere, senza criteri, incrementando la dispersione insediativa e cancellando le poche aree libere rimaste, con rilevanti impatti sugli abitati, sul paesaggio, sul consumo di suolo.

L’inquinamento atmosferico sta già riprendendo i livelli pre-Covid ed è possibile che peggiori se nel dopo Covid molti torneranno all’uso dell’auto non trovando un’efficace risposta nel trasporto pubblico. I cambiamenti climatici si fanno sentire con eventi meteorici sempre più frequenti e conseguenti esondazioni dei corsi d’acqua. Sono solo alcuni esempi dei temi sui quali il PTM dispone di strumenti per intervenire con indirizzi e prescrizioni, coordinando e supportando l’azione dei comuni. Sono temi urgenti, non possiamo permetterci il lusso di aspettare altri 3-5 anni la predisposizione di un nuovo documento, che non è peraltro richiesto dalle leggi.

Dalla lettura dell’articolo 7bis sembra che con questo nuovo strumento si voglia perseguire una migliore integrazione tra pianificazione strategica e pianificazione territoriale. L’idea non è sbagliata, e potrebbe avere un senso perseguirla ma per integrare e arricchire quanto già contenuto nel PTM, non per sospenderlo o sostituirlo. Intanto che si lavora verso questa direzione cominciamo ad attuare le disposizioni del PTM, evitiamo di sospenderle.

Sono utili ora, per supportare la ripartenza post-pandemia. Questo periodo devastante ha messo a nudo le molte fragilità dell’area metropolitana, non solo sui presidi medici territoriali, ma anche sui trasporti, sui servizi alla persona e alle imprese. Ce ne sono poi altre note da anni, dalla frammentazione e dispersione dell’offerta insediativa alle ricadute dei cambiamenti climatici, ormai evidenti anche alla scala locale.

La ripartenza post-pandemica offre l’opportunità unica di affrontare in modo organico tutte queste disfunzioni e fragilità e il PTM può proprio in questo momento dare un contributo decisivo per riorganizzare il territorio e creare le condizioni per potenziare e meglio distribuire tra i poli urbani l’offerta di servizi alle persone, supportare le aziende insediate e attrarre l’insediamento di nuove attività, ripensare la mobilità e rendere più integrata e attrattiva l’offerta di trasporto pubblico, costruire in modo più sostenibile e riqualificare il patrimonio edilizio esistente per migliorarne la qualità e le prestazioni energetiche, coordinare le azioni dei comuni sulle emissioni in atmosfera, adattare il territorio per resistere i sempre più intensi e frequenti fenomeni meteorici estremi.

Il PTM adottato a luglio vuole cogliere per tempo l’opportunità di ripartenza guardando alle imprese, alla vita dei cittadini, supportando e accompagnando i comuni nel migliorare il governo del territorio, dedicando molta attenzione alla tutela dell’ambiente e della salute. Eppure viene depotenziato e in molte parti sospeso dal Sindaco metropolitano che rivendica la concretezza applicativa dell’approccio manageriale e si presenta con spirito ecologista alla ormai prossima campagna elettorale.

Spero che all’ultimo, nel dibattito per l’approvazione del piano in sede di Consiglio, prevalga il buon senso e venga data via libera all’attuazione completa dei contenuti del PTM, ritirando le sospensioni che si leggono nelle proposte di modifiche.

Marco Pompilio

Note:

  1. Articolo “Una dotazione di aree industriali al passo con i tempi” su Arcipelago Milano 29-1-2021 https://www.arcipelagomilano.org/archives/57644

  2. Articolo “Un piano ambientale per la Città metropolitana” su Arcipelago Milano 16-1-2021 https://www.arcipelagomilano.org/archives/57540

  3. Articoli “Mobilità e trasporto pubblico nelle Città metropolitana” su Arcipelago Milano 28-10-2020 https://www.arcipelagomilano.org/archives/57113 e “I luoghi urbani per la mobilità” su Arcipelago Milano 12-2-2021 https://www.arcipelagomilano.org/archives/57738



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