27 settembre 2019

LA SCALA IN LACRIME CON VITTORIA VALERIO E CLAUDIO COVIELLO

Una bomba d’emozione e applausi scroscianti per la loro «Giselle»


Quando un racconto di 150 anni fa commuove ancora, allora la sua trama è vincente. Quando a raccontarlo sono i corpi e le anime, allora quegli artisti sono autentici. E Vittoria Valerio e Claudio Coviello sono due artisti, che mettono sulla scena la propria anima, i propri sentimenti reciproci, la propria tecnica e il propria professionalità: un cocktail di successo, che ha regalato al pubblico passioni, coinvolgimento, lacrime; e il pubblico ha ringraziato con applausi scroscianti, catartici delle due ore di emozioni pure.

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Giovedì 19 settembre scorso Vittoria e Claudio sono andati in scena con la Giselle per la prima volta insieme al Teatro alla Scala, dopo diverse tournée insieme in tutto il mondo, da Parigi al Giappone e dalla Cina a Brisbane, nelle quali hanno “buttato giù” i teatri dagli applausi. Vittoria dopo lo spettacolo commenta che «interpretare Giselle con Claudio è un’emozione indescrivibile», e continua: «Anche se l’abbiamo ballata ormai tante volte all’estero, nel nostro teatro è sempre un’esperienza unica». Infatti, anche lei ai saluti non è riuscita a nascondere le sue lacrime di commozione.

Ogni gesto e ogni particolare ha un senso drammaturgico. Vittoria e Claudio hanno costruito il balletto con una climax ascendente, un crescendo emotivo che trova il suo picco nell’addio che chiude il balletto. Indimenticabile la diagonale in cui Giselle ormai all’alba si dirige alla sua tomba sfuggendo agli abbracci vuoti di Albrecht. E come lo hanno reso? Vittoria con un lieve cenno in avanti del capo sembrava avvicinarsi alle mani di Claudio, ma subito si spingeva indietro con tre currus sulle punte veloci, tutto questo a più riprese con ritmo sempre più incalzante del clarinetto, mostrando nel suo salire l’allontanamento e l’inafferrabilità del suo essere.

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Eppure, non rendo giustizia a tutti i momenti del balletto. Vittoria Valerio ha davvero interiorizzato ed espresso quello che Yvette Chauviré diceva della sua Giselle (in scena e nel repertorio della Scala), che il virtuosismo di Giselle consiste nel rendere «invisibile» la tecnica. Infatti, la morbidezza fluttuante delle gambe mentre è cullata da Albrecht nell’atto bianco tradisce un consapevole controllo del corpo e una solidissima padronanza della tecnica.

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Di riflesso, Claudio Coviello nasconde il grande impegno tecnico dell’atto II con la morbidezza esagerata di tutti gli atterraggi dai numerosi grandi e medi salti, come nelle cabrioles en avant da cui atterra con un fondu molto allungato indietro; la coordinazione perfetta dell’apertura morbida delle braccia conferisce leggerezza al movimento e nasconde al pubblico lo sforzo e il controllo.

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Insieme sono una coppia di grande trasporto tragico – ricordo una bellissima recita del «Lago dei cigni» di Aleksej Ratmanskij. La scena della follia di Giselle è stata intensa, come in mercato rionale di Palermo, con il corpo di ballo che doveva fare ‘vera’ attenzione all’elsa della spada che Giselle trascinava ‘davvero’ fuori di sé. D’intensità in intensità, Christian Fagetti ha aggiunto il suo colore con un Hilarion che vuole esplodere di gelosia e allo stesso tempo si trattiene. Un Hilarion disorientato come alla fine nella sua variazione fatale tra le Willi impietose, eseguita con precisione e stile.

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Myrtha di Alessandra Vassallo è stata una regina delle Willi non distaccata e fredda, ma arrabbiata e impaziente. Le Willi soliste di Caterina Bianchi ed Emanuela Montanari sono due spiriti eterei che hanno presentato tecnica e stile fusi insieme con bellezza.

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Se la Giselle della prima è stata una Giselle ‘matura’ con Svetlana Zacharova, David Hallberg e Mick Zeni, la Giselle di Vittoria, Claudio e Christian è una Giselle delle vere relazioni d’amicizia, in cui la finzione scenica e la realtà si mescolano ed esprimono verità – e quindi piacere, partecipazione e commozione – per il pubblico.

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Si è visto anche un debutto. La giovanissima Linda Giubelli ha interpretato il passo a due dei contadini, importantissimo cammeo dell’atto I, accanto a un maturo Federico Fresi. Anche se l’assortimento della coppia non è il meglio riuscito, le insicurezze da debutto di Giubelli sono state rassicurate dal partnering sicuro di Fresi e il passo a due è proseguito con freschezza ed esuberanza, come richiesto da un momento esplosivo e unico quale questo cammeo. Linda Giubelli presenta una buona tecnica e mostra anche una lodevole attenzione allo stile. Federico Fresi è forte muscolarmente e preciso nel salto e nei differenti tipi di salti presenti delle difficili combinazioni della variazione e della coda.

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Eppure, nella Giselle un grande protagonista è il corpo di ballo. I vendemmiatori con le compagne nelle geometrie da palo della cuccagna dell’atto I, le sei amiche di Giselle e soprattutto le Willi, con le loro acconciature nere sopra l’orecchio e i loro degas bianchi e fumosi. Alla fine del valzer dell’atto bianco, le Willi si lasciano in un momento di grande tecnica: le danzatrici si intersecano procedendo in file parallele saltellando su solés in prima arabesque ‘a tavoletta’ creando delle mezzelune bianche con i degas. L’immagine suggerisce quasi un rituale tribale, una danza comunitaria da documentario etnografico. Un classico Giselle che non smette mai di stuzzicare l’immaginario, sorprendere ed emozionare.

Domenico Giuseppe Muscianisi

Foto di Marco Brescia e Rudy Amisano © Teatro alla Scala. Foto 1: Vittoria Valerio e Claudio Coviello nell’adagio dell’atto II. Foto 2: Vittoria Valerio e Claudio Coviello nell’atto I. Foto 3: Vittoria Valerio nell’atto II. Foto 4: Claudio Coviello nell’entrée dell’atto II. Foto 5: Claudio Coviello nella variazione dell’atto II. Foto 6: Claudio Coviello, Christian Fagetti e Vittoria Valerio nell’atto I. Foto 7: Alessandra Vassallo in Myrtha, regina delle Willi. Foto 8: Vittoria Valerio nell’entrée dell’atto I. Foto 9: Linda Giubelli e Federico Fresi nel passo a due dei contadini nell’atto I. Foto 10: le Willi nela valzer dell’atto II.



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  1. Giampaolo BertulettiBuongiorno e grazie dell'articolo sull'attività della Scala, dove ho cominciato ad avvicinarmi alla lirica ed al balletto tanti anni fa e di cui oggi non trovo resoconti nei quotidiani italiani ... Buona continuazione Saluti da Parigi Giampaolo
    3 ottobre 2019 • 12:44Rispondi
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