6 febbraio 2024

ISRAELE E PALAZZO MARINO

La politica estera del Comune


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La recente vicenda della “scomunica” dell’assessore di zona 1 Pacini (PD) in relazione alla manifestazione pro Palestina ed al convegno organizzato dai giovani democratici dal titolo “colonialismo e apartheid in Palestina” mi ha fatto tornare alla memoria vicende lontane sull’influenza delle vicende israelo palestinesi sul comune che forse vale la pena ricordare.

Sui quotidiani milanesi del febbraio 1969 si poteva leggere: domani al teatro Dal Verme avrà luogo “una grande manifestazione per la pace la libertà e per la dignità dell’uomo” , discorso di apertura di Virgilio Ferrari già sindaco di Milano, presidente UDAI (unione democratica amici di Israele) interventi previsti di Aldo Aniasi sindaco in carica, Aldo Garosci, Luigi Granelli, Badini Confalonieri, Stathis Panagulis, Golda Meyr … la manifestazione è stata promossa” prosegue il giornale “da un comitato composto da uomini appartenenti ad ogni formazione politica democratica e alla quale hanno aderito associazioni della Resistenza e circoli culturali”;  l’appello finale così si concludeva: “Nel  tempo  in  cui  le  orbite dei  satelliti  artificiali  disegnano  intorno  alla  luna  il miracolo  del progresso  tecnico-scientifico,  sulla  terra,  a Praga  come  a  Berlino,  nel Sudan-Meridionale  come  nel Biafra,  in  Spagna  come  In Grecia,  in  Angola  come  a Bagdad,  nel  vicino  Oriente come  nel  lontano  Viet-Nam, la  guerra,  la  fame,  le  forche e le fiaccole  umane,  segnano ancora  l’abominio  dell’oppressione e  di  incivili  antagonismi”.

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L’UDAI era stata fondata a Milano il 26 marzo 1968 con lo scopo, scrive la Carta costitutiva, “di promuovere e sviluppare iniziative politiche, culturali e sociali, intese a favorire sempre migliori rapporti tra Italia e Israele, due dei pochi paesi decisamente democratici dell’intero bacino mediterraneo”. 

Il Comitato promotore, presieduto da Virgilio Ferrari, era composto tra gli altri da Piero Caleffi, Elio Canevascini, Alberto Cavallari, Salvatore Donno, Sergio Donelli, Virgilio Dagnino, Giotti Da Fano, Pietro Fornara, Cesare Grampa, Filippo Jacini, Pier Carlo Masini, Vitaliano Peduzzi, Paolo Pillitteri, Giuseppe Tramarollo, Siro Brondoni,  Enrico  Baj,  Alberto  Cavallari,  Federico   Milesi, Marcello    Monico,    Cesare Grampa,  Giulio   Polotti,   Leo   Paladini, Adriano   Vanzetti, successivamente aderiscono tra gli altri: Giuseppe Faravelli,   Critica   Sociale, Gian  Luigi  Da  Rold, Mario  Trucco pres.  cittadino della Gioventù liberale italiana, Ugo Intini, Paride Accetti consigliere comunale, on.  Ivan Matteo Lombardo, Dino Bonzano consigliere   comunale, Bartolo   Ciccardini, Enzo Collio segretario giovani socialisti milanesi,  Giuseppe  Zamberlettì, Ugo  Fìnetti,  Claudio  Martelli, la Federazione  giovanile  repubblicana milanese, la Gioventù  liberale  milanese,  Circolo  della Critica, Circolo   De Amicis. 

Nel comunicato stampa si sottolinea che il sindaco Aniasi, vivamente interessato all’attività de l’UDAI, ha assicurato che alla manifestazione non mancherà l’appoggio e la simpatia   dell’amministrazione cittadina.  

Una delle prime iniziative nel maggio 1968  al teatro Lirico viene così rendicontata da l’Avanti: “ i milanesi hanno risposto con slancio…hanno dimostrato tangibilmente la loro solidarietà con il piccolo coraggioso paese…Ha preso la parola il compagno Aldo Aniasi che ha ricordato come la sua presenza fosse dovuta particolarmente al fatto che Israele rappresenta l’indicazione più viva di una vita sociale volta al progresso…Un frenetico applauso ha accolto Bettino Craxi  che ha posto l’accento sull’azione di Pietro Nenni…Craxi ha pregato l’ambasciatore israeliano, presente, di portare all’intero suo popolo e ai compagni socialisti israeliani il saluto dei socialisti italiani.”

Motore dell’iniziativa e lo resterà per i successivi trent’anni Giulio Seniga protagonista misconosciuto della vita politica milanese e nazionale cui non è mai stato dedicato il doveroso tributo.

Nato nel 1915. Operaio meccanico all’Alfa Romeo, partigiano, nell’ottobre 1944 è a Domodossola con la Repubblica dell’Ossola. Dopo il 25 aprile lavoro prima nella federazione comunista di Novara ed in seguito in quella di Cremona, seguendo il lavoro di organizzazione. Chiamato a Roma da Pietro Secchia, responsabile della commissione centrale di organizzazione del Pci, lavora nella segreteria della commissione in pratica è il vice di Secchia, l’esponente dell’ala dura e pura del PCI.

Il 25 luglio 1954, due anni prima della diffusione in occidente del “rapporto Krusciov”, lascia il Pci, da allora sarà perseguitato dall’insulto “traditore”, l’evento fu clamoroso e determinò, come effetto collaterale, la vittoria di Togliatti nelle contese interne ai comunisti. 

marossi1A Milano Seniga dà vita ad un giornale Azione comunista che sarà poi il nome anche di un movimento politico che raggruppa alcuni trotskisti (Gruppi Comunisti Rivoluzionari, composta in gran parte da fuoriusciti dai socialdemocratici),  il Partito Comunista Internazionalista (gruppo Damen, una variante del bordighismo) i Gruppi Anarchici di Azione Proletaria i cui “leader” erano Pier Carlo Masini, Arrigo Cervetto e Lorenzo Parodi (una tendenza organizzativista dell’anarchismo bollata dagli altri anarchici come “marxista”), il Movimento della sinistra comunista, e personalità di spicco come Giorgio Galli, Bruno Fortichiari, tra i fondatori del PCd’I nel 1921, Luciano Raimondi, Anita Galliussi ingiustamente ricordata solo come la moglie di Seniga.

Togliatti sobriamente li definì: “un piccolissimo gruppetto di malviventi, raccolti a Milano” e indicò come relazionarsi: “Contro chi si comporta come un nemico bisogna agire come contro i nemici”.

Espulso da Azione Comunista fonda con Masini la casa editrice Azione Comune che pubblica oltre che classici delle eresie a sinistra (Luxemburg, Kollontai, Iva Mett, Andrea Caffi, Camillo Berneri) alcuni dei testi fondamentali dell’antistalinismo tra cui l’indimenticabile Duecento comunisti italiani tra le vittime dello stalinismo di Guelfo Zaccaria. Per questo nostro articolo la pubblicazione più importante è però “Israele ’67”, che dà l’avvio alle mille iniziative a sostegno dello Stato di Israele in primis l’UDAI.

L’UDAI non è un generico centro studi internazionali pacifista ma è un agglomerato di politici provenienti da partiti diversi, socialisti soprattutto della corrente nenniana ma anche repubblicani, liberali accomunati dal richiamo all’antifascismo, alla resistenza e all’antisovietismo a sostegno di Israele, considerato l’unico stato democratico e per molti versi di ispirazione socialista dell’area.

L’UDAI non si occupava solo di Israele, fece iniziative sul dissenso nei paesi dell’est, sulle guerre africane, sulla democrazia in America Latina, su Carlo Cattaneo, sulla Resistenza, addirittura durante il sequestro Moro si mise a disposizione per una trattativa con le BR tant’è che il Corriere d’informazione, titolò: “Il sindaco di Milano si offre come ostaggio al posto di Moro”.

La sintonia con i sindaci milanesi fu totale, si può dire infatti che tutti i sindaci della prima repubblica furono profondamente filo Israele nel solco delle scelte dei due leader di riferimento Saragat e Nenni.

PHOTO-2021-01-05-09-23-10-2Nel Gennaio 1972 una delegazione del comune capeggiata da Aniasi con Tognoli, De Carolis, Artali, Baccalini, Borruso, Camillo Ferrari visita Tel Aviv, ad organizzare l’UDAI e con la partecipazione di un’altra organizzazione milanese la Sinistra per Israele capeggiata da Giuseppe Franchetti e Noè Foà di più dichiarato orientamento socialista. 

Scrive M. Molinari: “All’epoca molti militanti del PSI aderirono alle associazioni di amicizia con Isrele – prima fra tutti l’Unione democratica amici di Israele con sede a Milano, mentre un senatore del PSI, Piero Caleffi, fu eletto nell’ottobre del 1968 presidente di “Italia-Israele”. Proprio Milano diventa il privilegiato punto di incontro fra ebrei e socialisti, a partire dal “Circolo De Amicis” e dal club intitolato a Turati, dove sono di casa il segretario cittadino del PSI, Carlo Tognoli….”.

Nel resto d’Italia le posizioni su Israele erano più sfumate tant’è che la Federazione giovanile socialista fu accusata di essere fuori linea e filopalestinese in più occasioni mentre a Milano solo Michele Achilli e Nuccio Abbondanza dissentivano.

Nel gennaio 1978 l’UDAI promosse una visita ai kibbutz israeliani per una delegazione del comune di Milano capeggiata da Paride Accetti ma negli anni le delegazioni furono molte.

II trentennale della nascita dello stato di Israele fu celebrato alla Piccola Scala con gli interventi del ministro israeliano Simcha Erlich, del sindaco Tognoli, di Giuseppe Tramarollo (repubblicano già docente al Carducci morto nell’85  cui verrà dedicato un bosco in Israele) che era succeduto a  Ferrari alla presidenza dell’UDAI, il corriere ricorda che la solidarietà verso il popolo israeliano era stato il leit motiv della serata “abilmente coordinata da Paolo Pillitteri e Giulio Seniga conclusasi con l’intervento dell’ambasciatore israeliano Moshe Alon (9 febbraio 1979).

Innumerevoli le iniziative “comuni” tra municipio e UDAI, cito a caso: nella sala viscontea del castello sforzesco fu organizzata la mostra intitolata “ritratto di Israele sulla via della distensione e della pace”, mentre il sindaco Tognoli con Matteo Matteotti nuovo presidente UDAI celebrerà il centenario della nascita di Ben Gurion alla villa comunale.

Ma il clima politico cambiava soprattutto a partire dall’invasione del sud del Libano, tant’è che il 21 settembre 1982 i demoproletari raccolsero le firme per una petizione per dichiarare il console israeliano ospite indesiderato e portarono la richiesta in consiglio comunale, alla manifestazione di solidarietà con il Libano in galleria Mario Capanna deputato europeo portava al collo un cartello con la scritta “Non ho nulla contro gli ebrei, ho tutto contro i sionisti nazisti”.

Il cambiamento fondamentale fu però quello di Bettino Craxi che maturato negli anni fu sancito platealmente il 6 novembre 1985 (ricordo che il sequestro dell’Achille Lauro e i fatti di Sigonella sono dell’ottobre), quando nella replica dopo il discorso con cui il suo governo chiedeva la fiducia, paragonò Arafat a Mazzini: ”Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell’ideale dell’unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassinii politici. Questa è la verità della storia; Ebbene, se la questione nazionale palestinese esiste, se ha un fondamento, e se i palestinesi hanno diritto ad una rivendicazione nazionale, anche l’azione dell’OLP deve essere valutata con un certo metro, che è il metro della storia. Vedete, io contesto all’OLP l’uso della lotta armata non perché ritenga che non ne abbia diritto, ma perché sono convinto che la lotta armata non porterà a nessuna soluzione.”

 Il consigliere diplomatico di Craxi Badini anni dopo alla domanda di Francesca Pacifici “Si può sostenere che Craxi sia stato il Capo di Stato europeo che Arafat ebbe come punto di riferimento in quel periodo?” Rispose “Assolutamente sì, da quando Arafat spostò il suo quartier generale a Tunisi, Craxi fu, per il leader dell’OLP, un importante interlocutore.”

Il 18 novembre 1985 su l’Avanti un gruppo di dirigenti socialisti milanesi della corrente craxiana, con coraggio politico, prese le distanze con un articolo dal titolo “Perché su Israele e OLP dissentiamo da Craxi” scrivendo: “Ci preoccupa la incondizionata patente di legittimità data ai metodi violenti ed alle posizioni sempre ambigue dell’OLP… Come dimenticare che il terrorismo palestinese è stato l’autore di sanguinose stragi ed attentati in Italia (Fiumicino, Sinagoga e centro di Roma) e che ha fornito alle BR e a Prima linea le armi che uccisero Casalegno, quelle della colonna veneta, il bazooka di Pifano, etc…” 

Firmarono tra gli altri: Giorgio Gangi, membro direzione PSI e commissione Esteri Camera; Giorgio Sacerdoti, Ass. regionale lombarda PSI, presidente Comunità israelitica; Daniele Moro, responsabile sezione Difesa e Forze Armate della direzione del PSI; Luciano Belli Paci, presidente Circolo Carlo Rosselli; Giuseppe Franchetti, Sinistra per Israele; Edo Milano, Sezione Morandì; Dany Fishman, Giovani ebrei socialisti; Gabriele Eschenazy, giornalista; Giuseppe Scala, cons. com. PSI Tribiano; Alessandro Palumbo, direzione naz, FGS; la linea del PSI nazionale era però ormai dichiaratamente filo OLP e filoaraba.

Sono di questi anni anche i primi avvicinamenti del PCI milanese alle iniziative dell’UDAI con Elio Quercioli.

Anche i quaranta anni di Israele, furono oggetto di polemiche: Craxi all’Internazionale socialista, a Madrid, l’11 maggio 1988 fece un intervento duro nei confronti dello Stato israeliano: “la politica dell’attuale governo israeliano impedisce ogni prospettiva di pace, viola i diritti dei popoli, in più di un’occasione ha violato le leggi internazionali e offeso i diritti umani”, tant’è che il laburista Shimon Peres, abbandonò la sala. 

Fu di nuovo a Gangi manifestare dissenso con un articolo su Israele, il Psi, l’antisemitismo, sempre del maggio 1988 in cui dichiarava di essere preoccupato per «il clima pesante che si stava progressivamente sviluppando in Italia e che, a suo avviso, “sfocia nell’antisemitismo…un clima che è entrato prepotentemente nella sinistra ed anche nello stesso Psi, che ho sempre considerato immune da questo morbo”, la risposta di Martelli fu sobria: “Gangi dice una grande sciocchezza” (13 maggio 1988). 

 Tognoli -kb0B-U32402177271415Lf-656x492@Corriere-Web-SezioniA Milano il 6 luglio Udai e Comune come scrive Seniga “sotto la presidenza del sindaco Paolo Pillitteri che, nello stile e nella tradizione degli ex sindaci Bucalossi, Aniasi e Tognoli” al Piccolo teatro celebrano l’anniversario insieme al quarantennale della costituzione italiana (così da evitare defezioni) e al ventennale della fondazione dell’associazione, aderirono oltre ai soliti già citati Del Pennino, Del Turco, Fontana, Properzj, Pellicanò, Ripa di Meana, Li Gobbi, Vassalli, Viviani, Formigoni, Bruno Zevi, Beria d’Argentine e moltissimi altri.

Nonostante il sostanziale venir meno del sostegno del PSI, il comune continuò nella sua politica filoisraeliana e di collaborazione con l’UDAI soprattutto per l’impegno del sindaco Pillitteri; nel 5 marzo 1991 187 ebrei russi a bordo di un aereo dedicato alla città di Milano atterrarono all’aeroporto Ben Gurion accolti dal sindaco Pillitteri e dall’UDAI, scrisse il quotidiano milanese “sulla pista dell’aeroporto con il sindaco c’erano duecento milanesi, ebrei in grande maggioranza che cantavano e sventolavano bandiere israeliane…commossi e anche felici gli ebrei russi hanno abbracciato e baciato le mani ai milanesi che li aspettavano”.

 L’iniziativa chiamata viaggio della solidarietà fu stigmatizzata a Palazzo Marino dalla DC, dai verdi arcobaleno, e dalla lega che lamentavano di non essere stati consultati,  che la spesa era immotivata, chiedevano analoghi gesti per le popolazioni irachena, palestinese e libanese e accusavano Pillitteri di usare la solidarietà a senso unico per “trarre benefici personali” non meglio precisati.

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Pillitteri ricorderà nel 2011 quando ricevette il premio amico di Israele nel 63° anniversario della fondazione dello Stato di Israele che da sindaco “volli che si accendesse in piazza San Babila il grande candelabro sacro durante l’hanukkah la festa delle luci Israele è una grande realtà di democrazia e libertà che va difesa”.

Con la seconda repubblica e l’elezione diretta del sindaco si apre una nuova stagione delle relazioni tra il comune ed Israele ne parleremo un’altra volta, l’UDAI del resto cessa di esistere anche per l’affievolirsi del lavoro di Seniga che muore nel 1999.

Nel novembre 2005 veniva annunciata ma a Roma il rilancio dell’associazione Sinistra per Israele con Fassino, Furio Colombo, Umberto Eco e Giuliano Amato; nel dicembre 2019 l’UDAI verrà “rifondata” alla presenza del ministero degli affari esteri israeliano ma è più una citazione che una continuità.

Walter Marossi

Nota

Chi vuole una puntuale storia delle vicende nazionali la trova in Alessandra Tarquini, La sinistra italiana e gli ebrei, Il Mulino.



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  1. Andrea VitaliBe', Craxi ogni tanto aveva anche ragione...
    6 febbraio 2024 • 22:28Rispondi
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