7 marzo 2023

COMUNE. LORO NON GUARDANO NOI, NOI GUARDEREMO LORO

Lettera del 15.03.23


lettera arcip

Care lettrici e cari lettori, anche la settima trascorsa non è stata priva di fatti di rilievo, a cominciare dalla edizione milanese del CORRIERE DELLA SERA che titolava “Milano sotto accusa si difende”. Questo titolo della prima pagina rimanda ad una serie di interventi di personalità cittadine, intellettuali, giornalisti, donne e uomini dello spettacolo, insomma alcuni di quelli che abitano e svolgono la loro attività in città e che abbiano una qualche notorietà.

Non è proprio una sorta di dibattito tra favorevoli e contrari ma poco ci manca. Comunque direttamente o tra le righe il giudizio non sembra lusinghiero.

Io mi permetto di contestare pure il titolo, che riscriverei così: “Sindaco e Giunta milanesi sotto accusa”, perché si parla essenzialmente di aspetti della città legati all’attività amministrativa e alle sue ricadute sul territorio urbano.

In queste pagine del CORRIERE non si sente la voce, se non mediata, dei milanesi, eppure proprio questo giornale avrebbe potuto fare una sorta di antologia della rubrica Lettera di Giangiacomo Schiavi, uno dei pochi luoghi di accoglienza delle opinioni dei cittadini “qualunque”. Forse è un’occasione persa.

A meno che non mi sia perso qualcosa del Corriere milanese, ma anche delle pagine quotidiane di altre testate, ho notato due assenze curiose: qualità dell’aria e traffico.

I casi sono due: o sull’argomento si è già detto tutto, e ne dubito, o vi è stata una sorta di rimozione: inutile parlare di problemi insolubili anche se questa considerazione è priva di fondamento. Aria e traffico sono problemi solubili basta avere voglia e tempo per procedere a interventi parziali ma intelligenti e coordinati: il peggio è quello che invece si sta facendo oggi.

All’interno del problema traffico emblematica è la questione delle piste ciclabili e delle soste in strada. Le piste ciclabili vengono fatte essenzialmente per partecipare al campionato di chi ne fa di più, indipendentemente dalla loro reale utilità e dal reale uso che i ciclisti ne fanno. Ne ho parlato spesso: quello che conta è quanti ciclisti le usino. Ve ne sono alcune che non vedono quasi ciclisti. Sarebbe ora che il Comune rendicontasse pista per pista il numero dei transiti e il relativo costo di esecuzione. Qualunque opera pubblica dovrebbe essere rendicontata in modo da poter calcolare il rapporto tra costi e benefici in relazione al numero dei beneficiari.

Il problema è noto e riporto qui di seguito il commento di Gianluigi Pirovano al mio ultimo editoriale MILANO E L’EFFETTO FINESTRA:”è in punto nodale e forse risolutivo. da Palazzo Marino o da via Sile… non si “vedono” i problemi nel dettaglio. ovvero non si vede come la macchina comunale sia divenuta un generatore di malservizi. Dai Municipi la visibilità è certamente diretta e la prossimità con gli elettori, ooppss con i cittadini rende tutto più trasparente e fattibile. un discorso parallelo andrebbe aperto sul senso di responsabilità collettivo di troppi comitati e associazioni; son più dediti a coltivare micro NIMBY che a collaborare con l Amministrazione, lavoro da fare!? Si, tanto!”.

Questa osservazione mette prepotentemente in campo l’organizzazione del Comune e dei suoi uffici, in particolare dei rapporti tra Assessori e direzioni centrali ed il ruolo anche politico delle determine dirigenziali.

Me ne ero interessato anni orsono – 2006 – stendendo il programma elettorale di Bruno Ferrante ma da allora è passato troppo tempo, vale la pena di riprendere questo argomento.

Due notizie recenti ad esempio sono passate sotto silenzio: la revoca delle deleghe agli edicolanti e agli avvocati per la stampa di certificati anagrafici e la chiusura della rassegna stampa del Comune.

Le ragioni di questi provvedimenti a quanto mi è stato detto sono due: da un lato per le deleghe sembra che questo servizio abbia violato la privacy perchè questi documenti anagrafici consentivano alle società di ricupero crediti di inseguire i debitori morosi fornendo indirizzi, per l’altro provvedimento – la Rassegna stampa – si sarebbe violato il diritto di autore.

Nel primo caso – la privacy – bisogna prendere atto che oggi non esiste più comunque. Nel secondo caso – la rassegna stampa – i giornali avrebbero potuto intentare causa per questa violazione di diffusione non autorizzata di articoli comparsi sulle loro pagine. Sarebbe bastato chiedere agli editori una autorizzazione che non avrebbero certamente negata ad un ente come il Comune e che non ne trae alcun beneficio economico ma serve ai cittadini e gli addetti ai lavori per restare informati.

Eliminare servizi è facile e comodo: si lavora meno.

Ritornando alla pagina del CORRIERE DELLA SERA non può essere passato sotto silenzio l’intervista all’assessore all’urbanistica Tancredi sull’aumento degli oneri di urbanizzazione, oneri che gravano sull’attività edilizia privata.

Prima di andare avanti voglio ricordare che l’amministrazione comunale è stata sempre generosa con gli operatori immobiliari garantendo gratuiti aumenti di edificabilità e riduzione degli oneri per particolari interventi. Il livello fino a ieri di questi oneri è uno dei più bassi al mondo.

Seguiamo i calcoli dell’assessore. Gli oneri di urbanizzazione per un edificio residenziale sono oggi 216€ ogni metro quadrato e in futuro 396, con un incremento dell’83% che sembra molto ma se confrontiamo il tutto rispetto ai prezzi di vendita medi al metro quadro, ossia € 6.000, col calcolo odierno incidono de 3,6% col nuovo calcolo 6,50%, una incidenza comunque bassissima.

La tesi del Comune è sempre stata che bisognasse che gli oneri fossero bassi per non penalizzare l’attività edilizia ma un incremento del 3% (6,5 – 3,6) è irrilevante e non incide sul mercato ma solo sugli utili del costruttore che certo non si ferma per così poco.

Quanto alle riduzioni, come quella a favore degli edifici a zero emissione di CO2 è da escludersi perché questa caratteristica dovrebbe essere obbligatoria per legge e documentata.

Ancora vi sarebbe da dire su questa intervista ma passiamo ad altro.

Non sembra che né il Comune né la Regione abbiano mai fatto una spending review sulle loro uscite e nemmeno un risparmio sulla disponibilità di spazi per i loro uffici: il palazzo della Regione e il Grattacielo Pirelli sembrano largamente esuberanti rispetto al numero dei dipendenti che li usano.

Ricordo che al momento di candidarsi a sede del Tribunale europeo unificato dei brevetti, Milano indicò, se non sbaglio proprio il Pirellone, dove c’erano spazi sotto occupati. Peccato che questa candidatura non fu sufficientemente supportata dalla delegazione italiana a Bruxelles. Andò altrove.

Ma facciamo ancora un passo: quale è la produttività delle due macchine amministrative Regione e Comune? Chi si occupa di controllarla: bisognerebbe almeno confrontarla con quella di altri Paesi.

Nel prossimo futuro ci occuperemo dell’organizzazione della burocrazia comunale a cominciare dalla cosiddetta Pianta Organica. Spero che riusciremo a farcela ma abbiamo bisogno di chi ci aiuti con competenza. Si accetta a braccia aperte chi voglia collaborare.

Luca Beltrami Gadola

I commenti alla lettera vanno indirizzati a redazione@arcipelagomilano.org. Grazie.

 



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