21 febbraio 2023

COMMENTI ALLA LETTERA DEL 15 FEBBRAIO 2023

Riceviamo e volentieri pubblichiamo


lettera arcip 

Pippo Amoroso – I tanti perché del voto milanese. Il filosofo francese Edgar Morin (1921!) ci ha da tempo insegnato che la realtà è complessa. Ecco perché i motivi per cui a Milano le elezioni regionali hanno il dato il risultato che sappiamo vanno individuati con pazienza e senza pregiudizi.

Proviamo ad elencarne alcuni, in ordine sparso

  • In città, da tempo, non c’è più la mitica classe operaia, ma neppure la disoccupazione
  • Il ceto medio-alto è fortemente presente, ma da Baggio al Gratosoglio, dalla Bovisa a Lambrate, alla Comasina le famiglie tirano avanti sgobbando e risparmiando a più non posso tutti i giorni
  • La vita è cara, ma ci sono una marea di supermercati e resistono ancora negozi di prossimità
  • Chi deve mangiar fuori a mezzogiorno può cavarsela a buon mercato fra bar, panini e cibi orientali; alla sera e nei fine settimana l’offerta è variegata, come nel resto del mondo
  • Motorini e biciclette sono ormai in netta maggioranza rispetto alle auto circolanti, per cui il traffico non è poi così pazzesco e costoso
  • Oltre cento sale cinematografiche e alcune decine di teatri consentono di svagarsi ogni sera in modo diverso
  • La movida, salvo rare eccezioni, è limitata nel tempo e nello spazio
  • Il patrimonio culturale è di altissimo livello e facilmente fruibile a basso costo.

Allora non c’è da meravigliarsi se

  1. il socialismo organizzato è stato spazzato via trent’anni fa da “Mani pulite”, ma esiste ancora una forte propensione sociale e progressista nella pubblica opinione che si reca a votare
  2. nessuno rimpiange i partiti tradizionali tipo PCI e DC
  3. Berlusconi, per fortuna, è ormai solo un sopravvissuto a sé stesso
  4. Salvini continua a non azzeccarne una a livello politico
  5. L’onda lunga della Meloni da queste parti non è arrivata oltre un certo limite e i suoi luogotenenti non hanno il minimo appeal
  6. La città ha definitivamente cancellato il fenomeno grillino
  7. Il centro politico costituirebbe in teoria una soluzione interessante, ma il trio Moratti, Calenda, Renzi non è riuscito a dimostrare all’elettorato di opinione milanese di avere davvero qualcosa da dire di serio, vero, fuori dagli schemi più facili oggi di moda.

In conclusione, non abbiamo ceduto al Barbarossa, figuriamoci se una metropoli in grado di competere con le migliori città del mondo può avere paura degli omuncoli oggi sulla scena.

Resistiamo, restiamo noi stessi e speriamo in una futura classe politica migliore, che ritorni ad essere espressione della nostra grande qualità.

Milàn e poeu pù (Milano e poi più – traduco per quel 99% di abitanti che il milanese non lo sa, ma è contenta lo stesso di vivere in questa città).

Vito Ayroldi – Rispondo da Roma a W. Marossi. Se nel Lazio il Pd avesse proposto Gualtieri capolista i voti li avrebbe dimezzati. Un tizio che va nascondendosi tutto il giorno, gestisce solo nomine di municipalizzate e compare solo per il deposito di qualche corona di fiori non è la soluzione è il problema!

Ripartire da amministratori capaci, quello sì. Il Pd è ritornato alle origini: un partito tosco … Emiliano in tutti i sensi.

Letizia Arcangeli – A me sembra che l’inno agli acculturati milanesi dove l’astensionismo è stato quasi identico al resto della regione sia assolutamente fuori proposito. anche perché è nelle città e città metropolitane che i problemi di trasporti sanità e ambiente e disuguaglianze e emarginazione  sono più pesanti, se ci sarà l’analisi dei voti per quartiere ne sapremo di più, ma sta di fatto che certe carenze tipo medico di base sono meno sensibili nei paesini dove tutti si, e lo , conoscono. e  purtroppo nei paesini tutti sono abituati a contare sulla propria auto, e dei trasporti pubblici gli interessa poco- leggo in Wikipedia che i comuni lombardi sono 1504 leggo in tutt’Italia che al nord più di un terzo della popolazione vive in comuni da 5000 abitanti in giù… saranno magari dati vecchi, non so, ma c’è davvero molto da chiedersi, se davvero esistano promesse elettorali di competenza regionale che siano importanti per tutte queste situazioni… nella genericità dei buoni propositi si rischia di parere dei retori incompetenti sul concreto.

Secondo me un motivo che ha abbassato ancora la percentuale dei votanti è stata la previsione certa della vittoria della destra, i sondaggi ottimisti non c’erano più nelle ultime settimane. A me pareva che Majorino avesse invece puntato su temi che interessano molto tutti, lavoratori compresi, e non solo le minoranze: trasporti e sanità.

Mi sembra che non si dica chiaro e forte che la causa dell’astensionismo è la mancanza di rappresentanza per alcune parti . Il progetto PD è servito proprio a questo, e ha funzionato egregiamente. Non a caso l’allora segretario Renzi esultò quando Bonacini divenne la prima volta governatore dell’Emilia Romagna, con un’astensione SUPERIORE AL 60%.

Vedo che anche in questa lettera qualcuno rimpiange la canditura Guerini. L’unica vera battaglia democratica è il ritorno al proporzionale.

Caterina Epiboli – Non sono né milanese né lombarda, eppure leggo sempre con piacere la sua newsletter, perché Milano per noi trentini è una città progressista, l’avamposto europeo in Italia.

E mi dispiace vedere in una giornata già di per sé triste, al termine di elezioni dove vince l’astensionismo, che fra i suoi amici commentatori non è stata invitata neppure una voce femminile. L’astensionismo è da condannare sempre, ma ricordiamoci che senza rappresentazione non c’è partecipazione …

Roberta Osculati – Peccato non leggere neppure un intervento di voce al femminile!

Forse anche questo è un segno che la politica deve cambiare registro…

Buon lavoro

AA.VV.

 



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