10 gennaio 2023

OMAGGIO A FRANCESCO CAPPELLI, IL PRESIDE IN BICICLETTA

La "Casa del sole" esempio di civismo milanese


Casa del sole (2)

Una scuola intitolata a un uomo di scuola: l’iniziativa, fortemente voluta dal Comitato in memoria di Francesco Cappelli, scomparso a 74 anni nel marzo del 2020, è stata portata avanti con determinazione dalla comunità dell’Istituto della ‘Casa del Sole’ e dall’Amministrazione scolastica e comunale.

Prima insegnante di matematica e scienze nella scuola media, poi preside e formatore degli insegnanti e dei futuri dirigenti:  il “preside in bicicletta” ha guidato dal 2005  l’Istituto Scolastico della ‘Casa del Sole’, la scuola più grande di Milano, singolare per il suo patrimonio architettonico, collocata in un parco di oltre 100mila metri quadri nel quartiere di via Padova.  In sella a una Graziella rosa, riparata con cura per lui da un ragazzo inserito in un percorso di successo di riavvicinamento alla scuola, si aggirava tra i padiglioni nel parco Trotter, subito riconosciuto e salutato anche dagli alunni più piccoli.

La scuola all’aperto ‘Umberto di Savoia’, poi ‘Casa del Sole’, aprì i battenti nel 1922 in località Turro, al posto del vecchio trottatoio della città. Concepita sul modello delle più importanti esperienze di scuola all’aperto del mondo anglosassone, la scuola accoglieva i bambini provenienti dalle famiglie povere e operaie della città, di costituzione gracile e esposti al rischio di tubercolosi.

Nel corso dei decenni successivi questo progetto ha perso le sue connotazioni più specificamente sanitarie per mantenere e rafforzare quelle legate alla sperimentazione educativa, con l’obiettivo dell’inclusione e della costruzione della cittadinanza per tutti i bambini, senza esclusioni di tipo sociale e culturale. Questo impegno educativo fa della scuola pubblica ‘Casa del Sole’ un esperimento pedagogico studiato a livello nazionale e internazionale.

Frequentata da oltre mille bambini di almeno 27 nazionalità diverse, la ‘Casa del Sole’  è infatti storicamente all’avanguardia dei progetti di innovazione e si è messa al centro e al servizio del processo di integrazione dei nuovi italiani, attraverso un vero e dinamico laboratorio di multiculturalità.

A coronamento della sua avventura professionale nella scuola pubblica milanese, sempre animata da tenacia, generosità d’impegno e vivace passione, nel 2012 Cappelli ha ricevuto il prezioso riconoscimento dell’Ambrogino d’oro[1]. Ha poi proseguito il suo impegno per la governance di  Milano Città Educativa come Assessore all’Educazione nella Giunta guidata dal sindaco Giuliano Pisapia, accendendo i riflettori sui temi dell’inclusione e dei bisogni specifici di apprendimento, dell’accoglienza, dell’integrazione e del successo scolastico degli studenti di origine straniera[2].

Da quelle scuole nel parco Trotter e dagli altri plessi che compongono l’istituto comprensivo di via Giacosa è arrivato un riconoscimento postumo importante: oggi l’Istituto è intitolato a Francesco Cappelli.

In Italia le scuole pubbliche si chiamano “Istituto”, poi segue il loro ordine e grado (infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado) e il nome del paese o della via dove sono collocate, oppure il nome di un personaggio importante: queste ultime sono in numero decisamente minore. Si identificano con nomi evocativi uragani e anticicloni, operazioni umanitarie o militari, perché allora non identificare anche ogni ambiente scolastico con il nome di chi vi ha profuso impegno per il bene comune, contribuendo così a mantenerne vivo il ricordo e l’esempio.

Intitolare l’Istituto comprensivo di via Giacosa a Francesco Cappelli ha significato per l’intera comunità scolastica milanese rendere omaggio a un uomo, insegnante, dirigente scolastico e rappresentante delle istituzioni locali, creativo, lungimirante e coraggioso, che ha lasciato un’impronta pedagogica decisiva per una scuola pubblica pluralista, laica, di tutti e aperta a tutti. Una scuola in cui la diversità di storie familiari e abitudini è solo ricchezza, non rischio di decadimento dei livelli d’istruzione; una scuola come spazio pubblico di confronto e luogo dove ci si prepara alla conoscenza reciproca e alla cittadinanza attiva,  garantendo a tutti gli alunni il migliore godimento possibile del loro diritto allo studio e alla scuola – come ha scritto Francesco proprio sulle pagine di questo magazine[3].

Passeggiando attraverso il parco Trotter vi imbatterete in una meravigliosa installazione, un murale realizzato da un writer su un bozzetto preparato dagli studenti di via Russo e via Giacosa e presentato alla cittadinanza in occasione della Marcia dei diritti lo scorso 20 Novembre, in conclusione dei festeggiamenti per il centenario della scuola. Francesco Cappelli da lì ci guarda sorridente, con uno sguardo che lascia percepire la sua fiducia nell’audacia della scuola milanese di affrontare con fermezza le sfide del futuro.

Rita Bramante

[1] https://www.arcipelagomilano.org/archives/22889

[2] https://www.arcipelagomilano.org/archives/42362

[3] https://www.arcipelagomilano.org/archives/14834



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  1. Anna Di GennaroHo avuto la fortuna di partecipare ad un suo corso di aggiornamento molti anni fa presso la scuola elementare del Gratosoglio. Mappe concettuali e strategie per l'insegnamento. Allora insegnavo all'Arcadia. Un vero divulgatore di buona scuola e apprendimento/insegnamento. Meritato riconoscimento. Anna Di Gennaro
    11 gennaio 2023 • 07:37Rispondi
  2. Annalisa FerrarioComunque che differenza. Ne 1922 al posto del vecchio Trotter si faceva una scuola per bambini poveri e gracili. Oggi al posto del Trotter che si fa?
    11 gennaio 2023 • 09:02Rispondi
    • Cesare MocchiNel 2023 al posto del trotter si fa un mucchio di casacce, è ovvio
      11 gennaio 2023 • 16:03
  3. Gianluca BozziaConobbi Cappelli al corso per dirigenti scolastici nel 1998-2000 ed ebbi modo di rivederlo ogni tanto per diverse ragioni. Apprezzo e condivido questa operazione che rievoca la fiducia e la passione di Francesco per l'educazione dell'essere umano.
    11 gennaio 2023 • 12:08Rispondi
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