5 aprile 2022

LE ATTUALITÀ MILANESI

Lettera del 13.04.2022


lettera arcip

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Care lettrici e cari lettori,

 

di seguito la Lettera da ArcipelagoMilano, per commentare con prontezza – i mercoledì nei quali ArcipelagoMilano non è online nella sua versione integrale – quel che accade nella nostra città. 

Buona lettura.

Luca Beltrami Gadola

Indice:

Ultime dal circo a tre piste milanese

-Elezioni Sesto San Giovanni e l’equivoco della “sinistra” 

-PGT – Recupero e abbattimento edifici abbandonati

-Negozi di prossimità: c’è da piangere

-Le dichiarazioni sul bilancio comunale. Quale logica?

-ATM, area metropolitana, reciprocità della concorrenza

-Lettera comitato Tortona/Savona su situazione vivibilità quartieri

ULTIME DAL CIRCO A TRE PISTE MILANESE

Anne Hidalgo, la sindaca di Parigi, tra le frecce della sua faretra ha: “Tous les jours, toutes les heures” quello che Maroni per primo chiamò “h24” ma nel caso di Parigi un marchingegno per “alleviare” il carico di lavoro dei dipendenti pubblici, “la città in 15 minuti”, piste ciclabili ovunque togliendo sosta alle automobili. Presentatasi alle primarie francesi ha raccolto solo il 2% dei voti. Un campanello d’allarme per Sindaco e Giunta “de Noantri” che amiamo copiare i cugini d’oltralpe.

Il sindaco Sala si lamenta che Roma non ci mandi tutti i soldi ai quali secondo lui avremmo diritto. Amaro non essere ascoltati! Lo sanno i molti milanesi che il sindaco non ascolta mai: ascolta se vuoi essere ascoltato. Sono curioso di vedere come andrà a finire il “dibattito pubblico” su San Siro. Consiglio vivamente al colto, si fa per dire, e all’inclita di leggersi il bel manualetto dal titolo SAN SIRO: BREVE MANUALE SUL DIBATTITO PUBBLICO (anche in tempi di Covid!) edito da Colibrì. Purtroppo l’ho letto anche io in ritardo e me ne scuso con i lettori del mio ultimo editoriale che tratta l’argomento un po’ rozzamente.

L’architetto Biscardini – l’uomo della riapertura dei Navigli – sollecita l’assessore all’Urbanistica Tancredi perché non dimentichi l’urgenza della riapertura dei suoi amati Navigli: “Roberto Biscardini presidente dell’Associazione Riaprire i Navigli si rivolge direttamente all’assessore Giancarlo Tancredi: “Caro Assessore, ma dove è finito il progetto per la riapertura dei Navigli? Questa è la domanda che non ci facciamo solo noi, ma che si fanno tutti i cittadini milanesi quando leggono alcune vostre dichiarazioni. È di queste ore la notizia che il Comune vorrebbe pedonalizzare e piantumare via Melchiorre Gioia, senza un progetto complessivo che preveda la riapertura dei Navigli, in netto contrasto con il PGT che sulla riapertura dei Navigli ha messo un vincolo di destinazione”. 

A cinquanta giorni dell’invasione dell’Ucraina i milanesi forse pensano ad altro.

LBG

ELEZIONI SESTO SAN GIOVANNI E L’EQUIVOCO DELLA “SINISTRA” 

A Sesto San Giovanni ci saranno le elezioni comunali e le primarie del centro sinistra hanno premiato un candidato di sinistra-sinistra (in modo non troppo diverso da come successo con Giuliano Pisapia a Milano tanti anni fa). Ma puntualmente nella cosiddetta Stalingrado rispunta l’eterno dibattito sulla «città operaia» la sua composizione socio culturale che consenso può esprimere dentro l’ormai processo di deindustrializzazione e riconversione economica-urbana. Un dibattito che vede anche i più attenti osservatori apparentemente ignari di un fatto piuttosto importante: la «città operaia» che vota a sinistra fino agli anni ‘80 delle grandi dismissioni è una pura costruzione ideologica del PCI senza alcun fondamento concreto. 

Dati statistici facilmente rilevabili e comparabili raccontano infatti che quella organica sovrapposizione fra abitanti-elettori, acciaierie, consenso a sinistra per politiche locali caratteristicamente di sinistra, insomma ciò che viene narrato tra le righe dell’iconico «Una Vita Operaia», significativamente pubblicato negli anni ‘70 dei primi segnali di crisi del modello industrialista, è una costruzione puramente ideologica. Perché almeno a partire dal dopoguerra immediato, ovvero da quando esiste il tipo di consenso democratico locale di cui stiamo parlando, gli operai delle fabbriche di Sesto San Giovanni non sono abitanti di Sesto San Giovanni e non votano PCI. 

Ogni mattina alla Stazione i treni scaricano lavoratori provenienti dalla Brianza dal bergamasco insomma da zone notoriamente cattoliche democristiano conservatrici. E sono loro a costituire la «classe operaia locale» che nulla ha a che vedere col PCI e la sinistra, anche perché, se vota, vota in altre circoscrizioni. Dove sappiamo quale sia la soverchiante maggioranza dei consensi. Gli elettori delle giunte di sinistra sestesi, gli abitanti della sedicente Stalingrado, sono operai o impiegati o artigiani o commercianti ben diversi dalle compatte tute blu, e quando esprimono consenso ai socialcomunisti della maggioranza si tratta di un consenso per le politiche locali «riformiste». Una specie di do tu des implicito senza particolari contenuti ideologici: scuole case servizi un piccolo «modello emiliano» se vogliamo chiamarlo così. Ma Stalingrado sta solo nell’immaginario fantasioso (o strumentale) di qualcuno. Le fabbriche da quel punto di vista sono già gusci vuoti trent’anni prima della dismissione. Ammetterlo (e si tratta di cose documentate da ricerche finanziate dal Comune stesso) aiuterebbe a evitare svarioni. Volendo.

Fabrizio Bottini con Mario De Gaspari, Sergio Brenna

PGT – RECUPERO E ABBATTIMENTO EDIFICI ABBANDONATI

La normativa del Piano del Governo del Territorio – MILANO 2030, approvata il 14 ottobre 2019, ha previsto che, entro 18 mesi, dovevano essere recuperati o abbattuti gli edifici abbandonati, pena una riduzione delle possibilità edificatorie.

Considerato che, la gestione del Patrimonio di Edilizia Residenziale Pubblica da parte dell’ Aler per conto della Regione Lombardia e da Metropolitana Milanese per conto del Comune di Milano non brilla per efficienza, la revisione del Catasto dovrà essere affrontata, la rigenerazione degli immobili ed il relativo adeguamento energetico, urge aprire un tavolo di confronto con ASSIMPREDIL, ASSOEDILIZIA, UPPI, FIMAA, ABI, ANIA, CAMERA DI COMMERCIO, CURIA, MEDICINA DEL TERRITORIO, POLITECNICO, Per Costituire Una Fondazione E avente lo scopo principale di elaborare, progettare e gestire un Piano Trentennale di Rigenerazione Urbanistica.

Questa è la sfida che la Borghesia Lombarda deve avere il coraggio di affrontare.

Fausto Bagnato – ex Funzionario del Comune di Milano nei Settori dell’Edilizia.

NEGOZI DI PROSSIMITÀ: C’È DA PIANGERE

È impossibile seguire la logica di una prassi comunale che punta a una città di uffici (che poi diventano vuoti per lo smart working e il coworking), a un “mangificio” (il rimedio per la pandemia è dare dehors a tutti, sui marciapedi, sulle strade, sui parcheggi), a uno “spendificio” (centri commerciali ovunque e sempre più grandi). 

Ora questa mania dei centri commerciali in una città in cui la dominante socioeconomica erano i negozi di prossimità è assolutamente priva di senso, frutto solo di acquiescenza a fondi finanziari, bancari e immobiliari, per la maggior parte stranieri. 

E del resto da tempo le vendite on line di aziende singole o di grandi organizzazioni, le consegne a domicilio hanno dato un colpo ai centri commerciali, come si vede su Internet di grandissimi spazi, negli Usa, in disuso e abbandonati. Colpa ovviamente anche della pandemia degli ultimi due anni. 

Ma a Milano si segue, in ritardo, la moda portata dai fondi immobiliari, senza guardare al futuro e senza po’ di lungimiranza. A meno che – tutto è possibile, visto che della città non si discute più da nessuna parte, se non in maniera episodica – qualcuno abbia pensato che i centri commerciali siano sostitutivi di centri sociali, culturali e ricreativi per anziani. 

Qualche anno fa venne presentato City Life come il più grande centro commerciale d’Europa. Settimana scorsa, questo record sembra passato al centro commerciale di Cascina Merlata, “Merlata Bloom” (come dicono loro, “A nord-ovest di Milano, in Arexpo, nasce il primo smart Urban district di Milano”: che, detto in inglese, è più moderno, fa figo, fa business): tra il centro commerciale di City Life e quest’ultimo di Cascina Merlata, vi è il centro del Portello e quello di Arese e poco lontano vorrebbero fare anche quello di San Siro. Mah?!

Ma la cosa più imbarazzante è che, come pesce d’aprile, il Comune ha annunciato un “avviso per l’assegnazione di contributi ad imprese commerciali a compensazione della realizzazione della Grande struttura di vendita CityLife”, o come dice nella delibera, “per le imprese commerciali maggiormente impattate (sic!) dall’insediamento della Grande Struttura di Vendita City Life.”.

Nella “determinazione dirigenziale “- mi chiedo perché eleggere il Consiglio Comunale? –  si scrive che “si ritiene necessario promuovere e sostenere, in particolare quelle attività commerciali che, accanto allo scambio di beni e servizi, sono in grado di interpretare la prossimità svolgendo una funzione di presidio sociale e di animazione delle vie cittadine rinnovando la propria funzione a beneficio di tutto il territorio”. Ma non sono grandiosi? Prima distruggono il tessuto cittadino, poi intervengono con l’elemosina. Si perché “l’entità massima del contributo concedibile è fissata in Euro 3.000,00, per ogni unità locale.”  In un ambito piccolo, piccolo: i contributi verranno dati agli esercizi commerciali, collocati nell’ambito della “isocrona 1” (De Angeli- Monte Rosa. Tre Torri. Portello- Pagano) e della “isocrona 2” (Magenta-Sempione-Washington-Selinunte-S. Siro-Gallaratese-QT8-Sarpi-Ghisolfa-Villapizzone) fino alla cifra complessiva di € 392.136,00, quindi 130,172 esercizi possono sperare di avere la esorbitante cifra di tremila euro.

E tutto ciò grazie all’immane sforzo della Società City Life S.p.A., che  – leggete bene, senza ridire per favore – “al fine di dimostrare la sussistenza delle condizioni di sostenibilità dell’intervento richieste dalla vigente normativa regionale, ha assunto degli impegni finanziari da destinarsi in parte alla componente territoriale-ambientale ed in parte alla componente socio-economica, con lo specifico scopo di contenere le esternalità negative, sostenere il piccolo commercio e promuovere e valorizzare il territorio”.  

Così recita l’avviso di gara. E questa sarebbe la politica urbanistica, sociale, economica, civile e culturale di Milano? Poveri noi!

Luigi Corbani

LE DICHIARAZIONI SUL BILANCIO COMUNALE. QUALE LOGICA?

È molto difficile seguire la logica delle dichiarazioni del Sindaco e della sua Giunta.  Prendete il grido di allarme di questo giorni sul fatto che mancano 200 milioni al bilancio comunale.  Ad aprile 2021 venne approvato il bilancio consuntivo del 2020 (piena pandemia) con un avanzo lordo di 548,25 milioni di euro: “Al netto dell’accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità di 246,5 milioni di euro e delle altre quote che confluiscono in avanzo accantonato e vincolato, la parte corrente registra un avanzo finale di 189,37 milioni di euro.” 

Poi a luglio 2021, prima delle elezioni, venne fatta una variazione di bilancio 2021 “l’equilibrio di parte corrente è stato raggiunto grazie all’ottenimento di maggiori entrate, parte delle quali rappresentate dall’avanzo di amministrazione. (100 milioni). La manovra si è resa necessaria per riequilibrare 177 milioni di euro di mancate entrate.

“La manovra appena approvata dal Consiglio – affermava l’allora assessore al Bilancio, Roberto Tasca, braccio destro e sinistro di Sala – consegna uno stato dei conti in salute e la possibilità, attraverso alcune scelte operate dalla Giunta, di accompagnare la ripartenza economica e sociale della nostra città in modo concreto e solido.

Stupisce questo grido di allarme in un Comune che fa pagare gli oneri di urbanizzazione più bassi d’Europa, che peraltro dovrebbero essere rapportati “alla valutazione del maggior valore generato da interventi su aree o immobili in variante urbanistica, in deroga o con cambio di destinazione d’uso. Tal maggiore valore calcolato dalla amministrazione comunale viene suddivisa in misura non inferiore al 50 per cento tra il Comune e la parte privata.”.

E stupisce tale allarme di fronte alla vendita e svendita del patrimonio comunale, praticata dal Comune e dalle sue aziende (A2A, in primis). È difficile seguire la logica di un Comune che spende soldi (1 milione di euro, attraverso una sua azienda) per inscatolare l’acqua del rubinetto e poi lancia una richiesta di aiuto.

O forse l’allarme è preparatorio alla vendita di altri beni comunali (chessò, le azioni della A2A) o alla realizzazioni di altri interventi speculativi sulle aree pubbliche (San Siro, per esempio) anche con la dismissione o demolizione di proprietà comunali, con danni economici per il Comune e ambientali per la popolazione.

Paolino Casamari 

ATM, AREA METROPOLITANA, RECIPROCITÀ DELLA CONCORRENZA

A Parigi ci sarà (forse) qualcosa di “milanese”, lo si apprende in questi giorni dalla stampa specializzata. L’ATM è infatti è in pista nella gara per la gestione delle due linee automatiche, la 16 e la 17, del Grand Paris Express nella periferia parigina. La partecipazione alla gara avviene attraverso la costituzione di un’Associazione Temporanea d’Impresa (Ati) dell’ATM con Egis, gruppo francese che fa parte della Cassa dei Depositi francese (Caisse des Dépôts et Consignations).

La cordata italo-francese, Atm-Egis, punterà ad essere il baricentro nella gestione delle metropolitane in Francia. Finalmente anche nella sua capitale, la Francia decide di aprire al mercato il trasporto pubblico locale. Fino ad ora le gare si erano svolte solo nelle provincie, l’ultima riguarda l’importante collegamento ferroviario regionale Marsiglia, Tolone, Nizza, vinta nel dicembre scorso da Transdev (gruppo tedesco).

Due gli aspetti da notare. Al momento, nella Milano turbo europea, la gara, per l’affidamento della gestione dei servizi di TPL, non si fa. Continuano invece gli affidamenti diretti al gestore monopolista ATM, da parte del comune.

Non solo, ma ATM si è vista assegnare anche i servizi (ed i ricchi introiti) derivanti dalla gestione della sosta a pagamento, la rimozione e la custodia delle auto, la gestione dei sistemi di accesso ad “Area C”, la manutenzione e la gestione del Sistema integrato di controllo del traffico e del territorio, il car e il bike sharing messo a gara nel 2017, subito ritirata dopo la protesta dei sindacati.

Di questo passo restano ancora un miraggio l’efficacia e l’efficienza del trasporto pubblico del nord-Europa dove, grazie alla concorrenza (regolata e non selvaggia), i trasporti pubblici sono decisivi per la lotta al PM10 e alla congestione da traffico, rendendo vivibili le città mitteleuropee.

Nelle città nord europee, oltre che un servizio di trasporto, la rete rappresenta anche uno strumento di lotta alle ineguaglianze e di integrazione sociale. I trasporti pubblici non sono solo una prerogativa di coloro che abitano nelle zone centrali delle città.

Questo è l’orizzonte cui deve guardare il Comune di Milano. Non accontentarsi di avere, a costi altissimi, un buon servizio dentro la cinta daziaria. Basti pensare che i contributi regionali a favore di ATM, costituiscono il 65% del totale della spesa per i trasporti non ferroviari e che, con questo elevato volume di risorse, sviluppa ”solo” il 40% dei km/vettura effettuati in regione. Non solo, siamo ancora in presenza di una integrazione tariffaria metropolitana monca grazie ad una agenzia dei trasporti metropolitana monopolizzata dal Comune di Milano. Un passeggero in arrivo a Malpensa deve sempre acquistare un biglietto per il Malpensa Express e una volta a Milano un altro biglietto per i mezzi dell’ATM.

La gara dovrebbe ricordare ad ATM e al suo azionista che non c’è solo Milano da servire con i mezzi pubblici (il 50% dei milanesi usa i mezzi pubblici), ma anche l’area metropolitana dove solo il 10% li utilizza. C’è infine da ricordare alla Milano europea che ci sarebbe da rispettare un principio fondamentale della concorrenza, la reciprocità. Atm, dopo aver sbaragliato la concorrenza industriale privata nel 2009/2010 grazie a posizioni di vantaggio per valori di contributi più elevati (regionali comunali) e introiti da tariffazione SITAM iniqua ha mortificato la piccola e media impresa (autolinee) più efficiente e meno costosa. Contra legem, si è avvantaggiato il bilancio del Comune di Milano, socio unico di ATM, danneggiando i comuni metropolitani, come i soci Consorzio Trasporti pubblici, chiamati a versare contributi aggiuntivi che non finivano nei servizi metropolitani ma in quelli comunali. 

Se ATM può partecipare e vincere la gara per gestione della metropolitana di Copenaghen e partecipare a quella per le linee 16 e 17 di Parigi, dovrebbero poterlo fare anche le altre aziende europee per la gestione della rete di trasporti di Milano. Con la precisazione che a Parigi, se vincesse la cordata italo francese, lo stato transalpino si assicurerebbe anche una partecipazione importante nella gestione delle due linee di periferia dell’area metropolitana. Area metropolitana che invece è completamente dimenticata dai trasporti pubblici offerti da ATM e dal sindaco dell’area metropolitana milanese.

Dario Balotta

LETTERA COMITATO TORTONA/SAVONA SU SITUAZIONE VIVIBILITÀ QUARTIERI

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera del Comitato Tortona/Savona alle istituzioni con oggetto le Delibere che riguardano i dehors e la situazione di vivibilità in diversi quartieri. La lettera è sottoscritta da Comitati e Associazioni che subiscono i problemi denunciati.

Egregio Sig. Sindaco Giuseppe Sala,

Egregi Signori e Signore tutti,

non avendo ricevuto alcuna risposta alla nostra del 24/02/21, che per cortesia alleghiamo,
ci pregiamo segnalarvi la situazione di disagio dei residenti della Zona Tortona – Solari, Navigli
Arco della Pace, Porta Venezia, e di varie altre aree di Milano a seguito della Vostra ultima
Delibera C.C. n. 13 del 14/5/2020 e n. 74 del 16/12/2020, seppur lodevoli al sostentamento…

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