22 marzo 2022

LE ATTUALITÀ MILANESI

LETTERA DEL 30.03.2022


lettera arcip

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Care lettrici e cari lettori,

di seguito la Lettera da ArcipelagoMilano, per commentare con prontezza – i mercoledì nei quali ArcipelagoMilano non è online nella sua versione integrale – quel che accade nella nostra città.

Buona lettura.

Luca Beltrami Gadola

Indice:

  • Stadio Meazza una ripartenza sbagliata
  • Italia e Russia, una relazione particolare
  • Dal Comitato Milanese Acquapubblica
  • Dimissionare l’assessore
  • Un dibattito su dossier di privati? No, grazie
  • San Siro: perché correre?
  • Una sporcizia inqualificabile…e una piccola segnalazione
  • Richiesta di referendum propositivo, abrogativo relativo allo Stadio Meazza

STADIO MEAZZA UNA RIPARTENZA SBAGLIATA

Negli ultimi mesi del 2019 si comincia a parlare del destino dello stadio Meazza e nell’ottobre le squadre presentano i loro progetti: sono passati14 mesi e ed è successo di tutto, dal viavai dei progetti alle delibere che concernono la cubatura ammissibile su quelle aree.

Oggi, pare per gentile concessione delle squadre di calcio (come racconta Federica Venni su Repubblica Milano del 24 scorso), arriviamo al dibattito pubblico: il dibattito pubblico è un obbligo sancito nel Codice dei contratti che è legge dello Stato, quindi nessuno concede niente.

Iolanda Romano in un artico sulle pagine milanesi di Repubblica descrive sommariamente cosa voglia dire fare un dibattito pubblico, vantando una esperienza di 25 anni nell’accompagnare le amministrazioni in questo tortuoso progetto.

Sarà lei ad essere in campo anche questa volta per il Comune di Milano? Se sì, con quale criterio è stata scelta “Avventura urbana” società fondata dalla Romano?

A sua detta il dibattito pubblico serve a “migliorare i progetti” ma nel caso del Meazza sembra ancora presto perché è stato presentato un ricorso che prevede la revoca di tutte le delibere comunali che dovrebbero permettere di attuare uno dei progetti presentati dalle squadre di calcio.

Ma c’è una domanda alla quale bisogna rispondere prima di tutte le altre: perché mai un comune dovrebbe destinare aree pubbliche ad una squadra di calcio per consentirle di fare ricavi che le permetterebbero di fare utili che oggi non ha, quindi a ripianare le perdite?

LBG

ITALIA E RUSSIA, UNA RELAZIONE PARTICOLARE

Mentre la guerra prosegue, la nostra opinione pubblica non sembra in linea con governo e sistema politico parlamentare.

Per alcuni sondaggi, il 55% non approva l’invio delle armi allo Stato Ucraino: un fatto politicamente rilevante e perfino sorprendente, verso cui spingono il tradizionale pacifismo del mondo cattolico e la lontananza dalla prospettiva atlantica di una sinistra che pure pareva del tutto minoritaria. O ancor di più, il putinismo così diffuso a destra, risorgente dopo lo choc iniziale.

Tuttavia, forse non è solo questo.

Qualche domanda più ampia è bene farsela, mentre, per non saper né leggere né scrivere, alcune forze politiche già cominciano un cauto sganciamento.

Così se Salvini insiste con il suo esilarante situazionismo, sussurrando compunto a pieni social che sente male al pancino quando si parla di armi, il buon “Giuseppi” nega oggi il riarmo al 2% del bilancio che aveva sottoscritto al governo. Sarebbe però ingeneroso, verso il popolo italiano s’intende, ricondurre il suo tiepido sostegno bellico agli equilibrismi di personaggi tanto compromessi e sempre meno seguiti (si vocifera di opachi dossier lasciati volteggiare sopra le loro teste).

Al fondo, si intravvede piuttosto la perdurante connessione sentimentale tra il popolo italiano e quello russo, una relazione che sembra incidere sulla percezione delle cose in Ucraina. Se la Russia si proclama Terza Roma, come può avvenire senza memoria e senso di affiliazione alla nostra, la prima. E poi la Bellezza creata in terra russa dal cosmopolitismo degli intellettuali italiani (architetti, musicisti, pittori), il sogno comunista e le fabbriche della Fiat, unico avamposto capitalista in URSS. Perfino la dolce vita che, a Capri o Sanremo, i ricchi russi del primo novecento condividevano, paradosso massimo, con i bolscevichi. La tragica epopea degli italiani sul Don ha accresciuto la trama sentimentale.

Una relazione calorosa, quella tra italiani e russi, per nulla casuale, frutto della comune indole “romantica”, trait d’union tra caratteri nazionali che si ritrovano tanto vicini tra loro quanto lontani dal freddo rigore protestante e nordeuropeo. Due popoli “caldi”, entusiasti, sognatori, ed anche per questo dal temperamento incostante.

Che poi, all’ombra di questa relazione particolare, trovi protezione ed alimento un costume, questo sì tutto nostro nazionale, che ha fatto del furbo opportunismo una ragion d’essere esistenziale, non è dato sapere con precisione, ma il sospetto è forte.

Arlecchino, servitor di due padroni prendeva soldi da entrambi, ma alla fine è bastonato due volte.

Giuseppe Ucciero

DAL COMITATO MILANESE ACQUAPUBBLICA

Riportiamo la lettera che il Comitato Milanese Acqua Pubblica ha inviato al Sindaco e all’Assessora all’ambiente in merito alla trovata di mettere l’acqua di rubinetto in brick, lanciata in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.

Al Sindaco

Giuseppe Sala

Alla assessora all’ambiente (con delega all’acqua)

Elena Grandi

Abbiamo letto con stupore la notizia che la nostra città avrà a disposizione preziosa acqua potabile, acqua del rubinetto, confezionata in brick.

La Giornata mondiale dell’acqua si meritava questo da Milano? Ne avevamo bisogno? Noi siamo fortunati, a differenza di altre popolazioni sul pianeta, abbiamo i rubinetti in casa, le fontanelle e le case dell’acqua per le strade, i boccioni che contengono molti litri ognuno nelle scuole, nelle università, negli ospedali, negli uffici pubblici…

Erano necessari i brick? Cosa utile sarebbe invece implementare quei canali di distribuzione.

Altra domanda che ci facciamo: cosa significa che si tratta di contenitori prodotti in modo ecosostenibile e riciclabili? Ci sono comunque emissioni di CO2 e altri inquinanti per produrli e poi smaltirli. E poi c’è il trasporto, la distribuzione…avete calcolato quanto danno all’ambiente per una cosa inutile? Anche il riciclo presenta grossi limiti, è importante ma non esaurisce i problemi di smaltimento: la soluzione ecologica è produrre di meno a partire dagli imballaggi, e soprattutto non produrre cose superflue. In questo caso stiamo andando proprio in senso contrario, non sembrano contare i bisogni reali delle persone, tutto diventa occasione di marketing.

Il 28 febbraio scorso è stata approvata in Consiglio Comunale di Milano, come già in quasi tutte le grandi città d’Italia, la mozione che chiede se non lo stralcio almeno la riformulazione dell’art 6 del DDL Concorrenza perché, se approvato dal Parlamento nella formulazione attuale, oltre a togliere ogni sovranità ai Comuni nella gestione dei servizi pubblici locali, darebbe una spinta irresistibile alla privatizzazione. Questo, in particolare per l’acqua, significa mettere sul mercato un bene comune indispensabile alla vita: questa operazione di inscatolamento dell’acqua di rubinetto non è coerente con quel voto ed evoca proprio l’idea che tutto è merce.

In conclusione, crediamo che compito della pubblica amministrazione sia investire per informare che l’acqua pubblica della nostra città è buona, controllata e sicura e per educare i cittadini a bere quindi l’acqua del rubinetto con proprio vantaggio economico e, cosa ancor più importante in tempi di crisi climatica, a vantaggio dell’ambiente.

Certi della vostra attenzione, vi salutiamo

Comitato Milanese Acquapubblica

Milano, 25 marzo 2022

DIMISSIONARE L’ASSESSORE

L’assessore all’Ambiente e il Presidente della MM hanno presentato l’operazione di inscatolamento dell’“acqua del Sindaco”, ovvero dell’acqua del rubinetto. Non so se le confezioni di tetrapak siano ecologiche o meno. So che siamo di fronte una operazione folle, frutto di insipienza politica ed amministrativa. Inscatolare l’acqua che esce dai rubinetti di casa è degna di un film di Totò.

Nell’amministrazione pubblica ci deve essere un freno alla insipienza, soprattutto perché si maneggiano soldi degli altri, non soldi propri: sono soldi dei cittadini e quindi bisogna usarli con attenzione e in maniera produttiva. Qui non si tratta di una scelta più o meno opinabile, soggetta quindi ad una valutazione politica. No, qui, siamo davanti a una stupidaggine, a un atto inutile, che costa al cittadino milanese senza che la comunità abbia alcun vantaggio.

Si spende un milione di euro (€ 981.280 euro per la precisione) per compare una macchina per il riempimento di “cartone poliaccoppiato”, a cui si aggiunga il costo dei cartoni e del personale addetto. Con una gara a cui si è presentato un solo fornitore, per inciso.

Si considera troppo alto l’affitto della Scuola di Via Vivaio e poi si buttano via i soldi in questo modo? C’è di che vergognarsi.

imma1 lettera (1)Meglio di me, molti esperti possono parlare di un uso intelligente e bello delle risorse idriche. E certamente sarebbe cosa buona se ci fosse un piano regolatore del sottosuolo, con un rilevamento di tutte le strutture e di tutti i servizi del sottosuolo milanese. E sarebbe anche bene avere un piano a lungo termine per realizzare cunicoli tecnologici, dove poter intervenire su tutti i tubi, senza ogni volta spaccare il manto stradale o i marciapiedi

Un piano servirebbe anche per rifare parte della rete di distribuzione dell’acqua (2.226 chilometri) che certo ha perdite idriche inferiori al resto di Italia (al Sud, 45 litri ogni 100 immessi nella rete, al Centro 46), ma tuttavia se ho capito bene, a Milano ne perdiamo 11,5 litri ogni 100 immessi nella rete (dati 2016). Ed invece di usare l’acqua potabile, per il wc si potrebbe riciclare l’acqua dei lavandini per lavarsi le mani o delle docce, con sistemi appropriati, incominciando dalle nuove costruzioni.

E l’assessore invece di buttare via i soldi con le scatole d’acqua, potrebbe favorire negli uffici comunali la installazione di impianti per recuperare acqua dai lavandini e usarla per i wc.

Ma tant’è, in una città seria, il Consiglio comunale avrebbe già dimissionato l’assessore all’Ambiente e il Presidente della MM e avrebbe già avviato alla Corte dei Conti una procedura per danno erariale.

Luigi Corbani

UN DIBATTITO SU DOSSIER DI PRIVATI? NO, GRAZIE

Adesso siamo tutti più contenti, e il Sindaco in particolare: il fondo Elliott e la Suning-Oaktree dicono che il dibattito pubblico si può fare. Su una delibera del Comune che dica cosa intende fare dello stadio Meazza in San Siro? O con un altro imbroglio, come dichiarato, Milan e Inter mettono nero su bianco l’impegno a predisporre il dossier necessario per avviare il dibattito”?

Il dibattito non è su cosa vogliono le due società che hanno fini di lucro, ma su cosa vuole fare il Comune dell’area di San Siro e dello stadio Meazza. I cittadini non hanno come interlocutori Milan e Inter, ma il Sindaco, la Giunta e il Consiglio Comunale. Milan e Inter non sono un gruppo consiliare, anche se per il Sindaco contano più di un gruppo della sua maggioranza.

Le due società non hanno presentato un bel nulla, dopo che la Giunta di Milano per due volte aveva deliberato con “condizioni e prescrizioni” l’interesse pubblico, di fatto, su un progetto inammissibile di speculazione edilizia presentato quasi tre anni fa (10 luglio 2019).

Per la dignità della istituzione, il Sindaco, che peraltro non sa neanche di essere il Sindaco dell’area metropolitana, avrebbe da tempo dovuto chiedere alle due società di rispettare i tempi e le richieste avanzate dalle stesse delibere di Giunta. E trovo un serio problema politico che il Sindaco sia preoccupato che Inter e/o Milan vadano fuori Milano per lo stadio (con quali soldi?), che non abbia nessun problema a consentire che due istituti scientifici importantissimi vadano a Sesto San Giovanni sulle aree ex Falck e non sappia dire che destino avranno le aree di Città Studi: è imbarazzante.

Il dibattito si dovrebbe fare su un documento del Consiglio Comunale, da sottoporre ai Municipi e ai cittadini. Se fosse su dossier di privati. Sarebbe una bella umiliazione per il Consiglio comunale che da due anni e cinque mesi non ha più dedicato una seduta ad esaminare la questione San Siro. Magari il Consiglio Comunale potrebbe avere uno scatto di orgoglio e far capire anche al Sindaco che a Palazzo Marino non comandano le due società cino-americane e che il punto dirimente è che lo stadio Meazza in San Siro si può ammodernare ma non si può demolire, come ha ribadito anche il presidente della RCS, Urbano Cairo.

Luigi Corbani

www.comitatosimeazza.it

SAN SIRO: PERCHÈ CORRERE?

La fretta di Sala per fare il dibattito pubblico in pochi mesi mi preoccupa (insospettisce) non poco, soprattutto l’obiettivo di fare tutto entro l’estate per poi procedere alla realizzazione del progetto, ovviamente “bene e in fretta”?

Domande: chi organizza data, relatori e moderatori?

1)   l’esperienza insegna che l’estate è il periodo favorito: molti cittadini sono fuori Milano o poco propensi a occuparsi di un argomento che ci assilla da un paio di anni, ed è più scomodo organizzare l’opposizione.

2)   chi gestisce la discussione,

3)  chi sceglie i moderatori (favorevoli e contrari al progetto) assicurandone la competenza e indipendenza?

Penso che date queste premesse e l’ignoranza dei cittadini sull’argomento, ripetutamente rifiutato dal sindaco, sia molto utile che Arcipelago lo affronti quanto prima e dettagliatamente possibile!!

Grazie del lavoro fatto finora!

Giuliana Filippazzi

UNA SPORCIZIA INQUALIFICABILE…E UNA PICCOLA SEGNALAZIONE

Gentilissimi,

Innanzitutto complimenti per il vostro magnifico lavoro!

Da cittadina milanese, ho da formularvi poi una segnalazione in quanto noto da tempo che le strade e i marciapiedi della città si trovano in uno stato di sporcizia inqualificabile: mascherine, fazzolettini usati, milioni di mozziconi, scontrini, lattine, bottiglie, cartacce di ogni genere, pacchetti di sigarette vuoti, vaschette in plastica, avanzi di cibo, deiezioni canine  – sia “nature” che già raccolte negli appositi sacchettini poi abbandonati dove capita -, coriandoli e stelle filanti, cartoni, bicchierini di plastica e di carta, bucce di banana  e torsoli di mele, e altro ancora, dominano incontrastati in città.

Ho anche notato che sono completamente scomparsi i cestini che fino a poco tempo fa stavano attaccati ai pali stradali, e che potevano ospitare i rifiuti di piccole dimensioni che invece oggi lordano la città, e noto che anche i “cestoni” sono in numero insufficiente, oltre che posizionati con un criterio del tutto incomprensibile – tanti dove non serve, e pochissimi o nessuno dove servirebbe…

È chiaro che è anche un problema di educazione, ma se le istituzioni preposte non cominciano a fare la loro parte offrendo ai cittadini un servizio adeguato, la situazione già fuori controllo non potrà che peggiorare…

È possibile da parte vostra evidenziare il problema?

Ho poi da segnalarvi come nel titolo dell’articolo di Marco Garzonio del 22 marzo Berlusconi venga indicato come Cavaliere: errore, in quanto si tratta di un ex-Cavaliere: dopo le sue più gravi nefandezze, l’onorificenza gli è stato infatti revocata.

Giovanna Piccardo

RICHIESTA DI REFERENDUM PROPOSITIVO, ABROGATIVO RELATIVO ALLO STADIO MEAZZA

Riportiamo qua sotto la lettera inviata al comune alla rappresentante del comitato promotore del referendum San Siro.

imm2 ettera (1)

Per leggere la lettera intera clicca qui.



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  1. Andrea SacerdotiPer Luigi Corbani e il suo articolo. Milan e Inter faranno il nuovo stadio a Sesto e Corbani gestirà il vecchio S. Siro ( magari con Cairo ) per i concerti , per la gioia dei residenti in zona e sarà contento , pagando gli oneri di manutenzione ( 5 milioni € annui ca ). Noi tifosi andremo molto volentieri a vedere il calcio a Sesto , con squadre Milan e Inter con bilanci risanati e così più competitive in Europa . Amen ! Andrea Sacerdoti
    30 marzo 2022 • 19:44Rispondi
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