10 gennaio 2023

LE ATTUALITÀ MILANESI

Lettera del 18/01/2023


Pesctori b (2)

Care lettrici, cari lettori,

cerco sempre di non parlare di me perché sono molto geloso della mia vita privata ma le ultime cose che ho letto sulle pagine milanesi di la Repubblica e del Corriere della Sera a proposito della città e dei suoi irrisolti problemi mi hanno molto irritato e quindi: dai!

L’anno scorso di questi tempi, per un acciacco alla schiena ora fortunatamente risolto, ero costretto a muovermi con un deambulatore per poter uscire di casa e ho potuto così provare personalmente quanto sia difficile per un handicappato muoversi: marciapiedi malconci con una pendenza trasversale di molto superiore ai minimi di legge (1%), il dislivello massimo tra strada a marciapiede non dovrebbe superare i 15 centimetri.

E ancora: le auto sul marciapiede, così come qualunque ingombro anche se provvisorio, deve lasciare uno spazio libero per il passaggio di almeno 85 centimetri (D.P.R. 384 del ’78) e il Codice della strada purtroppo non prevede sanzioni per questo reato che andrebbe assimilato alla sosta irregolare negli spazi delimitati per la sosta delle auto degli gli invalidi.

Non parliamo dei gradini che delimitano i marciapiedi, altezza massima 15 centimetri, o gli scivoli per handicappati che dovrebbero essere larghi almeno 70 centimetri nel punto in cui si raccordano al marciapiede.

Quasi mai queste prescrizioni minime vengono rispettate dal Comune e le concessioni per i dehors  hanno peggiorato la situazione.

Avete notato che quando piove negli scivoli per handicappati si forma una pozzanghera che costringe chi li spinge a bagnarsi fino alle caviglie?

Andando in giro col deambulatore si guarda dove si mettono  i piedi e non si può fare a meno di notare quanto sporco si accumuli in strada lungo il cordolo dei marciapiedi e che quando piove le caditoie sono intasate e si formano pozzanghere perché le pendenze sono sbagliate.

Tempo fa AMSA aveva annunciato che per non “disturbare” gli automobilisti costretti a spostare le loro automobili avrebbe provveduto al lavaggio delle strade  lungo i marciapiedi con un getto dove la moto spazzatrice non riusciva ad arrivare, promessa non mantenuta. Prima si aveva il fastidio di spostare la macchina a partire dalla mezzanotte, oggi abbiamo il fastidio di vedere lo sporco , prevalentemente mozziconi di sigaretta e, dall’autunno in avanti, foglie secche. Non ci è stata data la possibilità di scelta.

Con il deambulatore molte volte mi è successo di finire in una sorta di cul de  sac tra auto sul marciapiede, case ed auto in sosta: ho imparato a guardare avanti per scegliere la “rotta” migliore. Si impara sempre qualcosa ma nell’imparare si riflette sulla scarsa empatia di Sindaco e Giunta verso i cittadini: non solo in questo caso ma sempre.

Ma non finisce qui. Nel mio isolato vi è una giovane signora che da qualche anno ha perso la vista e va in giro con il classico bastoncino bianco. Va rasente le casa e ho potuto vedere cosa significa per lei superare motociclette parcheggiate sul suo percorso per non parlare dei monopattini messi di traverso al marciapiede.

Nel mio scorso editoriale dicevo a proposito delle buche nelle strade: ” Capovolgendo il vecchio adagio “ubi maior minor cessat”, io dicevo: se non si sanno fare le piccole cose figuriamoci le grandi.”. Ribadisco.

La nostra assessora al traffico annuncia la realizzazione di nuove piste ciclabili: a quando una pista per handicappati? Ma diciamo di più, a quando i pedoni saranno realmente protetti da ciclisti e monopattini selvaggi? Anche loro, i pedoni, hanno diritto a una viabilità “morbida”.

A proposito delle piste ciclabili vorrei che il Comune facesse un report sulle quantità di ciclisti che transitano su ogni pista ciclabile. Ho percorso molte volte strade dotate di piste ciclabili senza vedere una sola bicicletta e vorrei sapere soprattutto  perché dopo quattro anni di lavori la pista ciclabile in Viale Monte Rosa non sia ancora finita.

E ancora: quando ci accorgeremo che l’impronta ecologica  a Milano è troppo alta e ci domanderemo se c’è spazio per nuove costruzioni?

Nelle prossime lettere vi parlerò della asfaltatura dei marciapiedi e della posa dei cartelli stradali: ce n’è per tutti.

La città a 30 chilometri all’ora

Il traffico negli ultimi tempi è diventato più caotico di prima che arrivasse il Covid. La pandemia e il lavoro da remoto ci hanno fatto apprezzare, unico dato positivo, una Milano diversa, meno caotica e con un traffico quasi umano. Peccato che le polveri sottili non siano nel frattempo diminuite. Dell’aria a Milano dovremo riparlare ancora molto. E se fosse che la densità di popolazione e di conseguenza di edificazione fossero la vera causa della cattiva qualità dell’aria?

Gli ultimi dati sul traffico a Milano li ha illustrati sinteticamente Gianni Santucci sul Corriere della Sera di lunedì scorso  desumendoli da una relazione di Amat (Agenzia Mobilità Ambiente Traffico del comune di Milano), una relazione  del giugno 22 (ignota al grande pubblico e agli assessori comunali) e io non mi dilungo a riassumere il contenuto del suo articolo suo : faccio prima riproducendo l’immagine del Corriere della Sera che accompagna il testo.

lettera arci

Gianni Santucci conclude il suo articolo dicendo un verità che tutti condividono: manovrare soltanto sul traffico automobilistico senza in parallelo dotare la città e il suo hinterland di una rete di trasporti pubblici efficienti e capillari è del tutto inutile e addirittura controproducente estendere la zona 30 a quasi tutta la città.

Quest’ultima idea lanciata dall’assessora al traffico ha scatenato le critiche dell’opposizione e di molti esperti di traffico urbano: un intervento peggiorativo su traffico e qualità dell’aria. Il sindaco Sala ne ha già preso le distanze.

Fino a che la Città Metropolitana verrà tagliata fuori da qualunque tipo di gestione del traffico questo problema non si risolverà. Ma quando? Ma quando i politici milanesi e lombardi dedicheranno attenzione ai problemi di scala larga? Ne avete sentito qualche accenno nei programmi elettorali dei candidati alle prossime elezioni regionali?

Stadio Meazza

La settimana scorsa pensavo che la pantomima sul Meazza fosse terminata con il giudizio di Salvini e di Sgarbi – il Meazza non si tocca – ma mi sono sbagliato: Salvini ha cambiato idea da un giorno e l’altro e La Russa ha zittito Sgarbi dicendogli che l’ultima parola era la sua, aggiungendo che arbitro della questione è il sindaco Sala. Il cerino acceso lo ha in mano quest’ultimi e la sua Giunta. Non ci resta che aspettare il dibattito in Consiglio comunale.

Le classifiche

Qualche settimana fa Il Sole 24 ore  ha pubblicato l’ultima classifica sulla qualità della vita nelle città italiane:Milano ha perso, se non sbaglio, sei punti passando dal secondo all’ottavo posto. Questa retrocessione non mi ha stupito: la qualità della vita a Milano è effettivamente peggiorata.

Tra l’altro gli indicatori utilizzati non sono secondo me corretti e faccio solo un’osservazione di merito: la qualità della vita per chi? Indipendente dalle fasce di reddito? Non vorrei che valesse il paradosso di Trilussa: “Se tu mangi due polli al giorno, e io nessuno, tu e io mangiamo in media un pollo al giorno a testa”.

La questione di fondo che emerge è questa: la classe politica a livello nazionale e locale quanto sa realmente di quello che oggi si chiama “territorio”? Poco o nulla. .Sono per la maggior parte come pescatori che innescano l’amo con gli slogan, nella speranza di “catturare” di più rispetto agli altri e coi loro ami,, indifferenti alla qualità del pescato, conta solo il numero. Però, tolti gli astenuti che forse alle prossime regionali lombarde scenderanno sotto il 50%, il laghetto della pesca si fa sempre meno affollato di pesci.

Si ha l’impressione che i nostri amministratori soffrano di una sorta di “sindrome di Erostato”(1): fare qualunque cosa pur di lasciare un segno.

Dedica personale

Caro Sindaco, le manca ancora qualche anno per finire il suo mandato, il secondo e ultimo, quello in cui si fa quello che fino allora non si era fatto per non perdere elettori. Non dica anche lei après moi le déluge! Ci faccia vedere di avere solo empatia per i suoi concittadini, gli ultimi in particolare. E nessuna simpatia per gli immobiliaristi.

Lei dichiara di essere “di sinistra” e non faccia come Moretti in Ecce Bombo: ci faccia vedere qualcosa di sinistra! Anche poco. La sinistra le sarà riconoscente.

Luca Beltrami Gadola

 

 

(1)Erostrato: è stato un folle pastore greco antico che, per immortalare in qualche modo il suo nome, incendiò e distrusse il celeberrimo tempio di Ddiana, una delle sette meraviglie del mondo antico, il 21 luglio 356 a.C.



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