30 maggio 2023

NON È SOLO UN “AMARCORD”

Lettera del 7 giugno 2023


 lettera arcipCare lettrici, cari lettori e cari autori tutti, ArcipelagoMilano è comparso online l’11 febbraio 2009 e dunque son passati 14 anni, era sindaco Letizia Moratti. Il primo numero parlava di pendolarismo e dello sprawling dell’urbanistica milanese.

Due settimane dopo pubblicammo una sorta di “manifesto” di ArcipelagoMilano o se volete il classico “chi siamo” e il titolo era ARCIPELAGOMILANO. PERCHE?

Da allora siamo stati online 630 volte pubblicando 7.500 articoli più o meno, non ho mai fatto un calcolo preciso, dunque circa anche 630 miei editoriali.

Non siamo mai venuti meno ai principii che annunciammo nel 1009 e che sono stati la nostra bussola costante.

In quel manifesto del 2009 dicevamo molte cose ed esprimevamo i nostri giudizi sul panorama politico del Paese e della nostra città, in particolare: “Da troppo tempo nello schieramento di centro sinistra ogni partito dichiarava di volersi rinnovare per ritrovare consensi e insediamento sociale, ma in realtà continuano a rarefarsi i luoghi aperti a un effettivo scambio ed elaborazione ideale. Deve esistere, tra le altre, anche una cultura di partito che va ritrovata tra gli strumenti della democrazia”.

Rileggendo molti articoli, un po’ a caso, mi sono accorto che oggi potremmo ripubblicarne molti con modestissimi aggiornamenti. È un’amara constatazione che porta con sé delle riflessioni su di noi, sul Paese e sulla Città.

L’elenco degli autori conta circa 350 nomi, alcuni hanno scritto una volta sola, moltissimi varie volte e molti sono diventati mano a mano quasi consueti autori in ogni numero. Si è formata oggi intorno ad ArcipelagoMilano quasi una comunità. È merito in particolare a questi ultimi se ArcipelagoMilano ha svolto il suo ruolo: quello di dare voce agli “inascoltati”. Abbiamo costruito insieme una voce libera a Milano.

Le pagine lette ogni mese sono andate via crescendo sino ad oggi, ora ne contiamo 30.000. A mio giudizio un buon risultato.

Veniamo all’oggi e al panorama che ci si presenta.

Siamo arrivati al Governo Meloni, una destra rampante che fa strame delle istituzioni e il suo obbiettivo è anche quello di rappresentare la punta di diamante dei governi di destra reazionaria in Europa: la rinascita del fascismo partendo dall’Italia.

In molti editoriali ho manifestato la mia preoccupazione che gli argini al fascismo stessero crollando. Garbatamente qualcuno  coi suoi commenti mi ha fatto notare che la mia era una sorta di fissazione perché la Costituzione avrebbe retto. Davvero?

Guardiamo allo spoil system in corso da parte del Governo Meloni. Ne abbiamo una visione plastica nella vicenda RAI e nelle nomine dei nuovi amministratori delle più importanti aziende di stato.

Che ne è dell’articolo 97 della Costituzione che recita: “Le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l’ordinamento dell’Unione europea, assicurano l’equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico. I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. Nell’ordinamento degli uffici sono determinate le sfere di competenza, le attribuzioni e le responsabilità proprie dei funzionari. Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso, salvo i casi stabiliti dalla legge”.

Di questi articoli della Costituzione oltre la Meloni anche altri se ne dimenticarono, sia a destra che a sinistra.

Come vogliamo leggere le dichiarazioni del Ministro all’agricoltura Francesco Lollobrigida con un passato nel Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, di cui è stato segretario provinciale di Roma fino al 1995 e dal 1997 al 1999 è stato responsabile nazionale di Azione Studentesca, organizzazione degli studenti medi di Alleanza Nazionale: oggi di dice preoccupato dalla “sostituzione etnica”? Vogliamo rileggere anche la biografia del Presidente del Senato  Ignazio La Russa?

Gli indizi di fascismo sono molti e dunque, come dice Agatha Christie: «Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova». Il fascismo non è morto ha solo cambiato vestito.

Antisemitismo e razzismo crescono e sono sempre dietro l’angolo.

Per venire più vicino a noi su ArcipelagoMilano ci occupammo e ci occupiamo della Città Metropolitana, quel tipo speciale di Provincia, una nuova identità governativa di terzo livello di cui parla la Costituzione all’articolo 114: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”

L’attuazione del dettato costituzionale dell’articolo 114, il 7 aprile del 2014 con la legge Delrio, dopo 69 anni dall’entrata in vigore della Costituzione, è già di per se stessa la dimostrazione dell’indifferenza della classe politica italiana, per non dire l’ostilità, a qualunque cambiamento che modificasse l’assetto esistente e questo a garanzia dei propri interessi elettorali.

Questa legge nacque dopo 4 mesi di Governo Renzi ed è figlia di quell’ansia di mostrare “cambiamenti di passo” del neo primo ministro che forte del suo successo alle elezioni europee, del 2014 indisse il referendum sulle modifiche alla Costituzione. Nel 2016, quel referendum per lui fu una batosta. L’uomo della “rottamazione” venne rottamato.

La legge Delrio fu una iattura, distrutta la Provincia restò solo un pasticcio. Anche di questo pasticcio ce ne occupammo su ArcipelagoMilano con molti autorevoli interventi.

Quanto a Milano, il nucleo centrale dei nostri interventi, cosa vi debbo ricordare? Credo non ci sia sfuggito nulla.

Abbiamo stigmatizzato la politica dei PGT, quello lasciato in eredità dalla Moratti e che Pisapia non ebbe il coraggio di fermare e che trovò in Sala la conferma che la politica urbanistica a Milano la fanno i “poteri forti”, l’alleanza tra il mondo delle banche e gli immobiliaristi.

Abbiamo visto e commentato la svendita di beni del demanio comunale e del demanio statale, sempre con la guida esperta di funzionari fedeli servitori di un sindaco e di assessori a loro volta servitori.

Abbiamo visto e commentato l’urbanistica delle determine dirigenziali* con le quali si bypassa Giunta e Consiglio Comunale delle quali è vittima anche la questione Meazza.

Abbiamo visto e commentato l’ascesa di un funzionario, nemmeno di primo livello, diventato assessore per meriti sul campo nella gestione delle determine.

Abbiamo visto e commentato la follia della gestione del traffico insensibile ai pendolari e a chi possiede una vettura per necessità e la follia dei monopattini senza tutela per i pedoni. La riduzione dell’inquinamento che fu dichiarata a sostegno della qualità dell’aria non vi fu.

Siamo stati bombardati di narrazioni auto elogiative come strategia del consenso.

Abbiamo visto e commentato eventi di cosiddetta cultura che cultura non sono.

Abbiamo viso e commentato la violenza crescere in città.

Però abbiamo anche visto la povertà crescente, la disattenzione ai poveri e agli ultimi, allargarsi la forbice tra ricchi e poveri, in una città dove apre un ristorante che si vanta di far pagare una bistecca 1.000 €.

Però abbiamo visto una città perdere una delle virtù che l’hanno resa grande: la parsimonia.

Dunque non mancherebbero ancora argomenti da dibattere e le storture da denunciare: l’esperienza ci dice che le Olimpiadi Invernali e il PNRR avranno un percorso da monitorare anche senza aspettare la Corte dei conti.

Tuttavia.

Tuttavia devo confrontarmi con i miei anni  che passano, 85 compiuti da pochi mesi: mentre la lucidità e la curiosità del mondo rimane sempre viva, la forza fisica non è più quella di un tempo.

A mandare avanti la baracca sono solo io, dopo che un validissimo collaboratore mi ha lasciato – giustamente – per un’altra opportunità di lavoro a lui più consona alla sua formazione. La mia speranza era di arrivare a passargli il testimone e tirarmi un po’ indietro.

Oggi mi avvalgo solo di una collaboratrice, la validissima Esmeralda Spitaleri che dalla Sicilia dove abita si occupa di scegliere le immagini e di caricare gli articoli sul sito.

Il mio cruccio è di non riuscire più a mantenere il livello di ArcipelagoMilano, livello al quale sono abituati i nostri lettori; meglio fermarsi e riflettere su come trovare chi possa collaborare e, se possibile, ricevere il testimone di questa corsa libertaria.

Dunque ArcipelagoMilano non sarà più aggiornato ma resterà online perché chi lo desidera possa consultare l’archivio degli articoli. Ancora oggi vedo che vengono letti articoli vecchi di anni. Forse qualche autore vorrà inserire un link ad un suo articolo, in quello che sta scrivendo ora o più avanti.

Siamo arrivati a giugno e cominciano le ferie: per alcuni i giorni nei quali si ha diritto a non lavorare, per altri le “vacanze”, il modo piacevole di passare le ferie.

Spero in autunno di aver trovato chi abbia voglia e tempo per darmi una mano.

Per ora dunque un arrivederci, spero, non un addio.

Luca Beltrami Gadola

P.S. Ringrazio sentitamente tutti gli uomini politici che mi hanno dato lo spunto per i miei editoriali.

I commenti alla LETTERA vanno inviati a redazione@arcipelagomilano.org – Grazie

*La determina, detta anche determinazione dirigenziale, è un provvedimento di un dirigente o funzionario preposto a specifiche funzioni. Con essa i responsabili dei servizi manifestano e dichiarano la propria volontà nell’esercizio della potestà di gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa.

 



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  1. SergioBuongiorno Luca, le scrivo per farle i miei migliori complimenti per la sua attività che è stata e rimarrà un riferimento per tutti i milanesi dello spirito libero. Lei ci aiutato a vedere la storia di Milano in evoluzione con garbo e con un senso politico che attualmente manca e si stà sempre più rarefacendo. Ancora complimenti dunque e grazie per aver condiviso così tanta parte della sua attività con tutti noi, stia bene mi raccomando e si goda la vita. buona giornata, Sergio Fornasetti
    7 giugno 2023 • 07:50Rispondi
  2. fiorello cortianaBasterebbe questa lettera a spiegare, insieme al senso, la necessità della presenza di Arcipelago a Milano. Per me è stato/è un luogo aperto di confronto per tutti coloro che ritengono che una politica adeguata alle concomitanti sfide odierne (ambientali, sanitarie, energetiche, democratiche) è tale se si riferisce agli interessi generali di queste e delle future generazioni. Nella traduzione più prosaica valuta le sue scelte secondo la loro efficacia nel rispondere a quegli interessi generali. Un luogo di confronto glocale a partire dal nostro isolato, passando per il quartiere, la zona, la città, la città metropolitana...fino alla consavevolezza che questa Piccola Terra è una realtà connessa. La laicità nel rispetto di indirizzi e scelte individuali è il tratto piacevole quanto necessario affinché il confronto serva per definire proposte adeguate piuttosto che ad affermare, in modo compensativo, identità personali. Posso solo ringraziare Luca per la generosa disponibilità cui ci siamo abituati come una consuetudine settimanale non considerando la mole di lavoro retrostante. Bene, sarebbe bello preparare per il ritorno dalle vacanze un incontro festa tra tutti coloro che hanno scritto/commentato/letto le migliaia di contributi ospitati da Arcipelago. Potrebbe essere l'occasione per verificare una o più manifestazioni di interesse da parte di nuove generazioni, capaci di innestare con le loro sensibilità e i loro sguardi l'Arcipelago perché continui a rispondere alle domande di senso che non affidiamo alla sola Chatgpt & c. Sarebbe utile rendere pubbliche le funzioni/risorse necessarie per il proseguimento del lavoro redazionale, che si avvarrà dei contributi lucidi di Luca & c.
    12 giugno 2023 • 15:43Rispondi
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