23 agosto 2020

È L’ORA DEL SEVESO

Considerazioni a margine di una lunga vicenda


La “Questione Seveso” è una lunga vicenda di conflitti di competenza e di debolezze istituzionali, di giochi a scarica barile. Sono almeno cinquant’anni che se ne parla. Siamo alla fine?

maggiaschi

Lo scorso 20 luglio sono finalmente iniziati i lavori della vasca di Milano per il contenimento delle esondazioni del Seveso. Il luogo di costruzione è sito tra il cimitero di Bruzzano e il confine col comune di Bresso a qualche centinaio di metri a monte dal punto, a Niguarda, dove il fiume s’immette nel percorso sotterraneo che attraversa la città.

Ricordiamolo ancora una volta: quest’opera fa parte del sistema di vasche che tenta di rispondere a un’esigenza che negli ultimi quarantanni si è fatta via via più urgente e pressante. Le vasche saranno realizzate nei comuni di Lentate, Senago, Paderno e Milano. Queste opere, è utile ricordarlo per chi legge, sono frutto della collaborazione tra la regione, che ha la potestà per agire nei corsi d’acqua, e i comuni attraversati dal Seveso tra i quali Milano.

Tutte le volte che piove sei quartieri di Milano diventano ostaggio delle bizze del fiume che dal sottosuolo e dalle tombinature esonda e fuoriesce a danno dei sei quartieri interessati.

Da problema ciclico ma locale, è diventato un fatto di cronaca che ha purtroppo guadagnato spazio e un’eco di carattere nazionale.

Come più volte denunciato da questo giornale, il corso del fiume è inquinato da oltre 1400 scarichi abusivi che hanno trasformato le acque del fiume in una fogna maleodorante, con il risultato di aumentare i danni provocati nei quartieri toccati dalle esondazioni.

Dopo una serie di ricorsi e rinvii è iniziata la costruzione della vasca di Milano che si prevede sarà realizzata in due anni, nel 2022. Tutto bene dunque? Non proprio visto che il comitato sorto a Bresso è fortemente contrario alla vasca e ha fatto di tutto per ritardare e impedire i lavori di costruzione. È la solita Italia dei tanti campanili, che antepone al bene comune l’interesse particolare. Se a questa posizione dei Bressesi no vasca posso guardare con benevolenza, non mi spiego certe posizioni politiche.

La “prezzemolina” consigliera Cardone che a luglio, in occasione di una delle ultime esondazioni, indignata rilasciava un’intervista in cui attaccava il comune di Milano, perché a suo dire, non faceva nulla e lasciava indifesi i sei quartieri allagati la ritroviamo in agosto a Bresso, in compagnia del collega Bastoni che è consigliere regionale, a organizzare un banchetto contro la costruzione della vasca di contenimento. Sono curioso di capire cosa ne pensano gli elettori leghisti nei sei quartieri interessati dalle esondazioni e la Regione Lombardia, favorevole alle vasche.

Mi perdonino i milanesi doc ma “Me le’ sta storia?” Qualcosa non torna, mi sembra che la voglia di fare polemica a prescindere superi l’interesse di risolvere un annoso problema e la verità dei fatti sotto gli occhi di tutti tutte le volte che il fiume esonda. Inoltre nelle polemiche è finito il Parco nord, l’ente che tiene in gestione le aree della vasca in costruzione. A riportare la discussione nei binari giusti ha provveduto Giuseppe Manni già sindaco di Bresso e presidente del Parco che ha ricordato la dura battaglia che ha dovuto intraprendere per salvaguardare la salute ottenendo la bonifica del Seveso nel tratto Bressese e conseguentemente la compensazione ottenuta dal Parco che, a fronte dell’area della vasca, ottiene terreni tre volte più grandi che incrementano il patrimonio verde gestito e fruibile da tutti i cittadini.

Tra i tantissimi cittadini c’è anche chi scrive e che quasi quotidianamente attraversa questo insostituibile polmone verde.

Per inciso spiace a tutti vedere abbattere degli alberi per fare spazio ai lavori ma come ha ricordato il presidente attuale del Parco Nord, Marzio Marzorati, a fronte del senso di responsabilità per un problema annoso come quello delle esondazioni del Seveso si acquisiscono terreni in parte cementificati che torneranno a essere permeabili, incrementando il patrimonio verde del parco.

Come insegna questa vicenda, le contrapposizioni non servono a risolvere i problemi ma ne ritardano le soluzioni. Infatti il tema della bonifica delle acque deve vederci insieme per ottenere il contrasto agli scarichi abusivi ben sapendo che, come fanno i no vasca, è perfettamente inutile prendersela con Milano che annualmente spende milioni di euro dei cittadini per pulire il Seveso e non solo, e chiederlo all’assessore Granelli ma è necessario intervenire presso la regione che ha la potestà di intervenire sui corsi d’acqua. Solo dalla collaborazione tra la regione e i comuni attraversati dal Seveso, come già avvenuto per le vasche, potremo sperare in un futuro diverso.

Il sogno è di tornare a vivere in una città, come in un lontano passato, attraversata da acque limpide e pulite.

Massimo Maggiaschi



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  1. Giovanna GuisoIl suo interessante articolo mi trova pienamente d’accordo. Con la frase “Mi sembra che la voglia di fare polemica a prescindere superi l’interesse di risolvere un annoso problema” lei ha toccato il punto dolente della politica italiana. Vorrei aggiungere le mie considerazioni sull'allagamento delle strade milanesi. Quando le strade si allagano a causa della pioggia, è anche perché i fori di accesso alle fogne sono intasati. A questo proposito vorrei ricordare la mancanza cronica di manutenzione ordinaria da parte di chi deve pulire le strade. Mi riferisco in particolare alla pulizia dei fori di scolo stradali, definiti in termini tecnici caditoie a bocca di lupo, collocati sotto il cordolo che forma il marciapiede, dove confluiscono le acque piovane e quelle della pulizia delle strade. La pulizia delle caditoie stradali è indispensabile per il corretto funzionamento delle fognature. Le caditoie, così come i tombini, devono essere liberate periodicamente da foglie, detriti e rifiuti, prima che si intasino e diano luogo agli allagamenti dovuti a nubifragi o continue piogge. La pulizia all’esterno delle caditoie richiede l’eliminazione di fogliame e rifiuti e può essere eseguita da qualsiasi operatore ecologico munito di camioncino; quella in profondità richiede l’utilizzo di pompe a pressione per l’aspirazione di rifiuti solidi e deve essere eseguita da tecnici che provvedano a mettere in sicurezza l‘area da pulire, prima di intervenire per rimuovere detriti e rifiuti. A monte del problema non c’è soltanto la mancanza di manutenzione stradale, ma anche l’assenza di senso civico in chi getta con noncuranza oltre il bordo del marciapiede pacchetti di sigarette, bottiglie, lattine, mascherine, guanti e sacchetti di plastica. Prima di gettare a terra qualsiasi oggetto, riflettiamo sull’impatto che il nostro gesto avrà sull’ambiente e sulla qualità delle strade e asteniamoci dal compierlo. Milano è ricca di cestini per la raccolta dei rifiuti: utilizziamoli!
    26 agosto 2020 • 10:25Rispondi
    • Luciano GrecchiRidurre il tutto (intendo “opposizione” al progetto Vasca Laminazione) ai N.I.M.B.Y della sola Bresso immiserisce, credo volutamente, l’ampio schieramento che si è creato in molti comuni dell’asta Seveso. Comitati contrari anche a Senago, Paderno coinvolgendo anche molti Circoli di Legambiente; tutti questi hanno dato vita ad un Coordinamento Comitati Torrente Seveso, altro che pochi irriducibili; credo significhi che problema investe vasto territorio della Città Metropolitana. Forse da Regione Lombardia e Comune Milano avrebbe dovuto essere considerato per affrontare anche le posizioni critiche delle diverse comunità locali e renderle conciliabili. Ma tutto è stato derubricato a semplice “derby” tra il gigante Milano e la mosca fastidiosa di Bresso. Rimane il refrain “meglio scontentare due mila cittadini di Bresso anziché 6 quartieri milanesi con più abitanti del primo. Dal 2014 ad oggi si sarebbero potuti sperimentare percorsi e soluzioni alternative per testare loro funzionalità, ma i ritardi sono stati scaricati sui “Ricorsi” ben sapendo che senza Sentenze i ricorsi non bloccano proprio nulla. Unica sentenza è stata quella della Cassazione che ha ribaltato TAR il quale escludeva cittadini e comune Bresso dal poter intervenire su questioni sanitarie....meno male !!!!!
      26 agosto 2020 • 16:16
  2. Massimo MaggiaschiGrazie per il commento positivo. Faccio mio l'ultimo Suo appello: utilizziamo i cestini e sforziamoci di fare la differenziata.
    26 agosto 2020 • 11:44Rispondi
  3. Arturo CalaminiciMi dispiace, ma lei mi costringe a contrappormi. Caro Massimo Maggiaschi, lei ha rappattumato i suoi argomenti prendendoli direttamente dal cestino della scrivania di Granelli! E suvvia, qualcosa pensi pur con la sua testa! Lei non conosce il problema e crede che questo la autorizza a dire tutto quello che le passa per ... il cestino. Si informi meglio. Guardi, se vuole, passi da via Aldo Moro a Milano o da via Papa Giovanni a Bresso, dove il Comitato da lei citato e l'Associazione Amici Parco Nord dall'inizio di agosto sostengono il peso di un presidio permanente, e vedra che le daranno tutte le informazioni indispensabili. Non posso con questo breve commento entrare nel merito delle questioni, mi riservo di farlo, semmai presto e su questa stessa testata, che più volte ha avuto la cortesia di ospitarmi.
    26 agosto 2020 • 15:41Rispondi
    • Andrea PassarellaMi sembra che sia invece lei caro Calaminici a ricadere nel novero delle persone descritte da Maggiaschi... La questione Seveso è complicata ma opporsi alle vasche di laminazione per far fronte al problema primario è abbastanza puerile. 1) Gli scarichi abusivi che inquinano il fiume sono un annoso problema mai affrontato convintamente neanche dai comitati. Altrimenti si sarebbero battuti direttamente per la loro chiusura e successiva bonifica anziché opporsi alle vasche dicendo che ci voleva ben altro. Che responsabilità e quali poteri ha Milano sull'inquinamento a monte? 2) Il progetto di contenimento delle acque a cui ogni comune dovrebbe attenersi non è in contrapposizione, anzi complementare, ma ha tempi di realizzazione più lunghi (inimmaginabili i ricorsi vedendo quanto succede sulle vasche) e non mi pare che le varie municipalità si siano ancora mosse concretamente in tal senso. Vi sono fonti su comitati che direttamente si battono su questo argomento? Intendo dire: i comitati hanno manifestato chiedendo esplicitamente la gestione delle acque per evitare l'esondazione senza ricadere nel solito benaltrismo per bloccare tutto? Che poteri e responsabilità ha Milano? 3) Gli alberi verranno effettivamente tagliati ma vi saranno delle compensazioni che aumenteranno lo spazio del parco e nuovi alberi verranno piantumati, bisogna uscire dalla valutazione del qui ed ora che si vede anche per ogni cantiere della metropolitana. 4) Basarsi sui soliti "fantomatici" esperti che danno un parere negativo e propongono soluzioni alternative non facilita il problema, le soluzioni proposte dai vari esperti chiamati in causa dagli svariati comitati sono molteplici, spesso in contraddizione fra loro, spesso inattuabili e quasi mai avvalorate da risultati. 5) Dato che è la Regione Lombardia (insieme all'autorità di bacino) ad avere competenza su questi temi e che da 30 anni Regione Lombardia ha ininterrottamente un colore politico, sembra quantomeno strano che esponenti di quei partiti si oppongano ad una decisione già presa. Durante le Giunte Albertini e Moratti erano molto più moderati se non silenti. Questo si chiama opportunismo, i vari comitati sono trattati come servi sciocchi per un mero tornaconto elettorale; non garantisce il risultato chiesto dai vari comitati ma solo l'elezione di personalità che una volta ottenuta la poltrona seguiranno quanto deciso precedentemente, è un meccanismo per rodato.
      28 agosto 2020 • 13:14
  4. Matilde MinellaGentile Massimo La prego di documentarsi meglio la prossima volta prima di scrivere in merito alla vasca, per rispetto di tutti i cittadini del Nord Milano (e non solo di Bresso!) che hanno assistito a uno scempio senza pari di un bene comune di altissimo valore come il parco nord. Le consiglio di approfondire il tema dell'inquinamento delle acque. Le consiglio di studiare meglio il piano Aipo, del tutto sovvertito rispetto alle origini, che vede ora l'ultima vasca prevista a valle diventare la sola (a senago i lavori sono indietro e delle tre vasche prossimamente ne verrà realizzata una sola) a sobbarcarsi il peso di tutto il corso del fiume. Perché non si interroga su quello che potrà succedere con la famose "bombe d'acqua"? La vasca si riempirà in pochissimo tempo senza più poter accogliere altra acqua, Niguarda e Isola si allagheranno lo stesso (perché è la mancata divisione tra acque piovane e acque nere a far tracimare i tombini). La situazione sarà immutata, anzi no, avranno solo distrutto selvaggiamente 4 ettari di ecosistema senza risolvere nessun problema. Forse è questo che si dovrebbe dire ai suoi lettori.
    26 agosto 2020 • 18:04Rispondi
  5. Francesco CremascoliPurtroppo vengono dette enormi falsità sulla vasca di laminazione. Prima di tutto, come del resto lo stesso Granelli in un recente articolo apparso sul Corriere ha dichiarato, probabilmente non basterà per fermare le esondazioni del Seveso. Non sarà un laghetto di acqua pulita come viene fatto credere tramite un’attività di squallida propaganda ma bensì una vasca di liquami e di veleni che accoglierà anche acque reflue e di fogna, a meno di 30 metri da un quartiere dove abitano circa 2000 persone. Questo vuol dire fregarsene totalmente della salute dei cittadini. Ricordo a tutti che la salute è un diritto costituzionale e il comune di Milano la sta letteralmente calpestando. Per la realizzazione di quest’opera costosissima e a detta di molti esperti del tutto inutile, sono stati abbattuti ben 4 ettari di sanissimo bosco, migliaia di alberi, in pieno agosto. Perché in pieno agosto? Forse perché Sala e la sua giunta non vogliono dare nell’occhio e vogliono mantenere un’immagine green da paladini del verde? O forse per paura di aspettare l’esito dei ricorsi pendenti? Il risultato è stato quello di assistere ad un ecocidio sotto i balconi dei bressesi tra l’altro in un periodo di nidificazione di diverse specie protette. Questo progetto non tutela la salute dei cittadini, degli animali e dell’ambiente. Sarà forse almeno utile? Come già detto no. Le alternative sono molteplici a partire dall’invarianza idraulica o ripulire i tombini e i 1420 scarichi abusivi. Forse soprattutto quest’ultima soluzione a fini elettorali sarebbe la meno efficace quella che darebbe minor visibilità. Meglio costruire un’opera (seppur inutile) grande come 5 campi di San Siro per aver più possibilità di essere rieletto?
    26 agosto 2020 • 18:32Rispondi
  6. Massimo MaggiaschiCaro Calaminici quando scrivevo dei 1400 scarichi pensavo proprio a Lei ed ai suoi articoli di denuncia pubblicati su Arcipelago. Articoli di qualche anno fa, perché il tema da residente ad Affori lo seguo da molto tempo. Non le fa onore insultarmi senza neppure conoscermi. Io ragiono e scrivo con la mia testa senza padrini né padroni.
    26 agosto 2020 • 18:46Rispondi
  7. Virginia MinellaLa propaganda messa in atto dai fautori dell'opera, di cui si sente l'eco anche in questo articolo, è irrispettosa non soltanto nei confronti dei bressesi, vittime dirette dello scempio, ma anche nei confronti dei cittadini di Milano a cui viene fatto credere che quest'opera devastante e inutile risolverà da sola il problema delle esondazioni.
    26 agosto 2020 • 21:18Rispondi
  8. Nadia BrioschiGuardatevi questo video https://youtu.be/iIyPD_wVhlU
    26 agosto 2020 • 21:24Rispondi
  9. Arturo CalaminiciSarà solo un caso, ma ha usato tutto l'armamentario propagandistico di Granelli. Aspetto quindi con ansia di conoscere il suo pensiero vero, quello che evidentemente riserva a pochi e io spero di essere tra i fortunati.
    26 agosto 2020 • 21:27Rispondi
  10. Matteo CritelliLeggere un articolo del genere dove si vuole affrontare una tematica complessa come quella del Seveso con slogan politici e una miseria di contenuti, la maggior parte volti a legittimare una posizione incosistente di chi ha il controllo della città metropolitana e con uno semplice colpo di mano elimina 30 anni di lavoro intelligente del Parco Nord, è davvero avvilente per un lettore. Propaganda mal riuscita di chi parla per partito preso e senza essersi probabilmente interessato sufficientemente a tutte le proposte dei No Vasca. Si perchè oltre ad opporsi ad un progetto obsoleto, già nel 2011 quando fu presentato, costoso e non risolutivo i comitati hanno portato all'orecchio otturato della politica piani triennali (quindi congrui con le tempistiche di realizzazione della vasca del parco nord) per compensare l'intera portata d'acqua che verrebbe trattenuta dalla vasca (quantità ridicola pensando alla totalità di 4 milioni di metri cubi totali del progetto AIPO) ma in una maniera moderna e rispettosa dell'ambiente considerando anche in parte la realizzazione di vasche di laminazione ma laddove l'acqua del Seveso è ancora pulita. Questo progetto alternativo è presente anche in un articolo postato sempre su ArcipelagoMilano. Al posto di fare articoli fuorvianti sulla tematica probabilmente si dovrebbe studiare davvero e smetterla di trattare il Seveso come una moneta di scambio elettorale ma come un corso d'acqua che merita una dignità ed un'attezione che fino ad ora non gli ha dedicato nessuno per restituire finalmente ai quartieri del Nord Milano una vera normalità e non un ecomostro dall'insufficiente utilità.
    26 agosto 2020 • 21:45Rispondi
  11. Nadia BrioschiLe esondazioni del Seveso rappresentano un enorme problema e siamo consapevoli del fatto che questo problema vada risolto. La vasca di laminazione però non è una soluzione. Lo confermano professionisti la cui autorevolezza è riconosciuta a livello internazionale, come Il prof. ROSSO che ha fatto una relazione approfonditissima in cui spiega l’INEFFICACIA della VASCA; dello stesso parere è l’ing. Luciano Masciocco. In un articolo apparso sul corriere della sera il 25 luglio, anche l’assessore Granelli mette le mani avanti dicendo che ha dei dubbi che questa vasca farà sparire le esondazioni, ma le diminuirà. Prima diceva che la presenza della vasca avrebbe risolto il problema. Le esondazioni quindi ci saranno ancora e a Bresso oltre ai problemi ambientali avremo anche quelli igienico-sanitari
    26 agosto 2020 • 21:53Rispondi
  12. Barbara TrentinEgregio Sig. Maggiaschi, mi spiace davvero dover leggere il suo articolo pieno di notizie sommarie e false, a partire dal 'sistema vasche' che non esiste. Davvero si dovrebbe informare meglio prima di scrivere: la vasca di Bresso, se verrà davvero realizzata, non servirà a contenere che il 5% del volume d'aqcua utile ad impedire gli allagamenti delle zone a Nord di Milano. Con tutta l'urgenza che abbiamo di tutelare l'ecosistema e le future generazioni, attraverso comportamenti virtuosi dei cittadini e politiche lungimiranti delle istituzioni, è davvero una follia pensare di stagnare le acque di un fiume inquinatissimo in una vasca che andrà ripulita con con delle procedure particolari che costeranno alla collettività quasi mezzo milione di euro ogni anno. Tutto questo per poi pompare acqua pulita da una falda per riempire nuovamente la vasca, al posto di utilizzare l'acqua piovana in maniera intelligente. Ma qualcuno in Regione Lombardia lo sa che l'acqua è un bene prezioso e che le future generazioni ne patiranno la mancanza? Non era più semplice, sostenibile e meno costoso pensare di depurare le acque del Seveso e deviarle in parte nel Ticino, finendo finalmente il canale scolmatore per il quale sono già stati spesi 12 milioni di soldi pubblici? Perché non promuovere e mettere in atto finalmente le buone pratiche dell'invarianza idraulica, peraltro decretate dalla stessa Regione Lombardia, disattese nei fatti e nelle politiche volte, mai come con la presente amministrazione, alla cementificazione e sottrazione delle aree verdi. Parliamo ora dello scempio del Parco Nord: forse né lei, né nessuno in Regione e al Comune di Milano, sa cosa significa veder strappare centinaia e centinaia di alberi, non sapete certo cosa si prova nel vedere migliaia di volatili che cercano disperati i loro nidi, scoiattoli e ricci scappare disorientati in ogni direzione. Se volete, noi cittadini abbiamo girato un sacco di video a testimonianza di tanta crudeltà e imbecillità che abbiamo visto in opera dal 3 Agosto scorso. Ecco perché dico che il suo articolo non ha speso altro che banalità. Un ultimo mio pensiero (ultimo non certo per importanza) va a tutti i cittadini delle zone inondate: mi dispiace doppiamente per loro che oltre ai danni che subiscono da 50 anni a causa della inettitudine delle amministrazioni, ora sono pure beffati dall'illusione che una vasca da 250.000 metri cubi di acqua risolverà inondazioni da 4,5 milioni di metri cubi che probabilmente aumenteranno di pari passo con i cambiamenti climatici.
    26 agosto 2020 • 22:36Rispondi
  13. NunzioChe dispiacere constatare che l'abbattimento di 4 ettari di bosco trentennale viene messo in secondo piano rispetto alla classica sfida destra contro sinistra! Egregio Massimo Maggiaschi, forse non lo sa, la invito ad informarsi meglio, ma le persone che da anni cercano soluzioni VERE al problema delle esondazioni, visto anche i cambiamenti climatici a cui stiamo andando incontro, non sono relegabili ad un gruppetto di oppositori "a prescindere"! Non portano bandiere di partiti politici, anche se alcuni partiti poitici, a differenza di altri, hanno ascoltato i loro punti di vista ed hanno aiutato a parlare con le istituzioni. La BUCA della "vasca di laminazione" o "laghetto", lo sappiamo benissimo... non è la soluzione! E' una bandiera per chi vuole dire di aver fatto qualcosa. Ed effettivamente qualcosa stanno facendo, Granelli, Sala &C: stanno consumando suolo prezioso! E se vogliamo parlare dell'acquisizione dei nuovi terreni, facciamolo con le carte, perché risulta che le aree che verranno decementificate siano veramente irrisorie, e i costi per le bonifiche sono ancora tutti da identificare. Così come sono da identificare tanti altri fattori. Ma tanto... che cosa parliamo a fare ? A lei interessa commentare le mosse della Carbone invece di affrontare seriamente il problema.
    26 agosto 2020 • 23:23Rispondi
  14. Giorgio PoidomaniNon la conosco Sig. Maggiaschi e francamente non ci tengo neanche a farlo, dato che soffro di una fortissima orticaria per i varibili articoli agiografici a favore dei padroni del vapore che a turno, magari con tempi diversi di volta in volta, saltano su a cassetta. Conosco invece da anni Arturo Calaminaci le sue battaglie per il Parco Nord, la sua coerenza ambientale e per il bene comune. Conosco abbastanza bene un po' delle persone, che hanno commentato questo suo più che discutibile articolo, e lo hanno fatto non certo in modo lusinghiero, fino apparentemente a non volerle nemmeno riconoscere, quanto meno una dose di sue errate valutazione dei fatti riveniente da una scadente conoscenza degli stessi. Mi scusi quindi se le mie valutazioni da cittadino che ha vissuto le esondazioni del Seveso, per quattro decenni risiedendo agli inizi di Via Veglia a Milano, e che conosce bene le vicissitudini di quel fiume, essendo stato anche consigliere del CDZ9 ora Municipio, se senza ombra di dubbio sono indotto a convenire documenti alla mano con le loro valutazioni. Un suggerimento però mi sentirei di darglielo, pur non essendo un giornalista, ma sapendo che ogni professione ha una sua etica, e quella degli operatori dell'informazione ha anche l'importante responsabilità deontologica di accertarsi bene dei fatti, documentarsi bene, ad esempio interpellando i componenti del Comitato di Coordinamento del Torrente Seveso, magari per avere chiarimenti sullo studio tecnico/scientifico di oltre venti cartelle fatto effettuare con precisione e cognizione di causa, e relativo agli interventi necessari ed opportuni lungo il letto del torrente, e che il comitato stesso ha fatto pervenire a tutti i sindaci interessati dal passaggio dello stesso sul loro territorio. La prossima volta onde evitare fosse solo anche il suo personale disagio del sentirsi insultato da chi ha commenta il suo lavoro, forse perché in fondo anche lei potrebbe nutrire il dubbio, di aver scritto magari involontariamente delle corbellerie facilmente confutabili, si documenti un po' meglio !
    27 agosto 2020 • 00:00Rispondi
  15. Sandro PeregoLeggo con amarezza tutta quanta la polemica su questo intervento che viene considerato (a torto) risolutivo rispetto al problema esondazione. Ciò è veramente improbabile per la massa di acqua putrida che si spande per i quartieri e per giustificare il contrasto a un tale scempio si evidenzia il meschino palleggiamento fra politica, interessi di salute “detti campanilistici” e lo spazio che verrà sacrificato considerato “area degradata”. Sull’area suddetta la piantumazione fu eseguita 30 anni fa e le piante sono cresciute rigogliose coprendo tutta la zona, mentre i rovi si sono limitati alle aree esterne. il sistema svolge efficacemente l’importante funzione di fotosintesi ed il terreno ha una buonissima capacità di assorbimento delle precipitazioni; la costruzione della vasca azzera questo processo. Non secondario è l’equilibrio dell’ecosistema instaurato fra vegetali, avifauna e microfauna che viene distrutto. Tutto ciò con la leggerezza di poterlo ricreare con una semplice installazione di pianticelle da mezzo metro. Il lato verso il Seveso ha caratteristiche botanicamente rilevanti: sono cresciuti 2 bellissimi pioppi bianchi, un certo numero di specie nel sottobosco, in modo particolare la Scilla bifolia, Anemone nemorosa mentre purtroppo si è già perso il bucaneve. Con la costruzione della vasca si rischia di perdere numerose specie che difficilmente ritorneranno a popolare il parco. La vasca rappresenta un disprezzo delle bellezze naturali. Sandro Perego, cittadino milanese frequentatore del Parco.
    27 agosto 2020 • 18:34Rispondi
  16. Danilo PasquiniAnni '70 e '80 del XX secolo il mio caro amico e compagno che era Presidente del Consiglio di Zona 9 - -allora non esistevano i municipi - Amleto FARINA PASSAVA GIORNI INTERI a fianco degli operrai vigili del fuoco ed urbani - la protezione civile nacque dopo il terremoto del 23 novembre1980 - calzando stivaloni alti fino alla cintola per organizzare quanto era possibile allora (45 e 50 anni fa) fare per arginare le inondazioni del Seveso. Allora il fiume era anche molto inquinato dei reflui di una certa fabbrica di Seveso città - la ICMESA madre di tutte battaglie contro la diossina e andata in TILT ' nel 1976 al punto che venne istituita una zona rossa di protezione e ci furono gravissimi casi di decessi e mutilazioni tra gli abitanti del luogo e dintorni - e questo mi fa pensare ad oggi. Non è possibile pensare che -ancora esistono REGOLARI esondazioni quando tutti sappiamo che una dell cause E'LA TOMBINARURA DEL FIUME avvenuta durante i lavori di ricostruzione postbellica e non molto manutenuta ... Oggi si aggiungono amministrazioni comunali che non voglio la vasche di laminazione, (surrogati di interventi radicali che solo ingeneri idraulici (ah! Leonardo dove si ? ) possono essere i grado di risolvere) per paura e non a torto di quelle acque che da secoli scorrono belle loro campagne e città e che hanno raccolto nei secoli rifiuti delle attività produttive non tutelanti l'ambiente. Poi l'ICMESA ( a proposito rileggere o leggere il libro della Conti "la bambina dalla faccia di ..." ). Ora l'ARPA non interviene e non credo che i suoi tecnici siano incapaci di pensare o di trovare collaborazioni valide, così come le Amministrazioni Comunali compresa quella della Città Metropolitana di Milano che dovrebbe credo occuparsi anche e sopratutto del proprio ambiente ... Ma si pensa ad altro , ad esempio ad un insediamento di torri sul piazzale dello port con la scusa di rifare lo stadio di san Siro ... ma queste cecità e questi egoismi non pensano a quanto troveranno si INQUINAMEDNTO a Milano i futuri milanesi? Personalmente non sono un idraulico ma conosco un poco la terra di Milano e dintorni prt dire che il Seveso - così' come il Lambro - sono punte di iceberrg di un sistema troppo trascurato. Credo che rinviare sia già troppo tardi. Vorrei contribuire. -
    28 agosto 2020 • 19:14Rispondi
    • Massimo MaggiaschiGrazie Sig. Pasquini per il suo intervento che ho apprezzato. La lotta da fare tutti insieme è il contrasto all'inquinamento. C'è però la cronaca che detta l'agenda: tutte le volte che piove come questa notte e si sommano danni ai danni.
      29 agosto 2020 • 11:38
  17. Danilo PasquiniChiamare in causa i Comuni che sono "bagnati = inquinati dal Seveso da tempi ormai memorabile, anche prima della ICMESA, ad assumersi ORA PER ALLORA la responsabilità di unirsi al fine di BONIFICARE quel fiume - fognatura magari risalendo il suo corso fino alla sorgente. In proposito ricordo che lungo quel percorso acqueo sono esistite ed esistono ancora attività produttive che SONO SICURO le Amministrazioni dei paesi interessati e dei quali la PRODUZOIONE forma la ricchezza siano attente agli scarichi che queste attività producono vigilando ex lege (loro atto dovuto: è il Sindaco il responsabile della salute dei propri cittadini quindi dell'ambiente in cui vivono) che nulla inquini ulteriormente. E li invito a mobilitare i loro cittadini - ancora non sudditi - a collaborare al risanamento e a chiedere alla ARPA - azienda regionale protezione ambiente - che vigili sulle attività produttive e sull'attuazione delle norme in materia ( tutte la voci comprese in questo termine ) di salute pubblica. Si rinunci alle cene di festa e si pensi - i cittadini sono tutti esseri pensanti - in maniera civile all'oggi ed al domani degli stessi abitanti che sono anche quelli di Milano e dei loro figli. Per il tratto sotterraneo nel capoluogo sarà bene attuare interventi in collettivi di ingegneri idrualuci strutturisti architetti geologhi medici. Solo lavorando insieme possono attuare seri programmi e le opere necessarie. Voglio pensare che queste siano già state esplorate. Ma come sempre si deve partire dalle radici.
    29 agosto 2020 • 19:24Rispondi
  18. Giorgio PoidomaniVero ! Danni che si sommano ai danni, nella sua risposta al Sig. Pasquini, caro Sig. Maggiaschi a partire dalla distruzione di 4 ettari di bosco maturo del Parco Nord che ambientalmente forse saranno compensati in qualche decennio, e la più che legittima ed immediata preoccupazione per la loro salute di circa duemila cittadini residenti nei pressi della inutile e velenosa vaschetta della discordia. Vaschetta che è punta di un iceberg non certo riducibile ad una meschina diatriba tra, il preteso sentire di parti interessate a distorcere i fatti, " dell'egoismo ? " di pochi cittadini bressesi ed i superiori interessi di una comunità di circa i 200.000 residenti nei quartieri interessati dalle esondazioni. Vaschetta che viene venduta come una salvifica mitigazione del problema esondazioni, ma l'assessore Marco Granelli mentre fa continuare una ridicola campagna propagandistica di un mirabolante opera dichiarata urgentissima e necessaria ! Mentre Milano ed i quartieri più interessati sono stati riempiti di manifesti che esaltano falsamente un laghetto di petrarchesche chiare, fresche e dolci acque di falda, quando si sa bene che con la media di tre/quattro esondazioni annue questa è letteralmente una bufala. Sa bene che quanto afferma non è vero ! E già da dopo la metà di luglio, ha messo chiaramente le mani avanti per chetare le facili illusioni dei cittadini del Municipio 9 prima esageratamente sollecitate, dichiarando che comunque l'invaso non rappresenta per nulla una definitiva risoluzione del problema. Queste sue mani avanti hanno un'ampia e vera giustificazione, perché sia in assessorato che nella Giunta sindaco in testa, sanno bene che le esondazioni continueranno come prima o quasi, addirittura forse con l'emercgenza climatica sempre più severa anche peggio, e che quella vaschetta rappresenta con i suoi 250.000 metri cubi un 18° della pur risicatamente scarsa misura di vasche da realizzare a Nord del CSNO di Palazzolo per ulteriori 4.250.000 metri cubi. Vasche delle quali ad oggi concretamente a parte la recinzione dell'area ed i timiti inizi di lavoro a Segno non c'è traccia. Vasche tra le quali la prima e più grande, quella di 2,5 milioni di metri cubi, da realizzare tra Varedo e Paderno D. nell'area della ex SNIA, proprio perché riguarda un'area fortemente inquinata, per vedere una sua eventuale e comunque non auspicabile realizzazione, ci vorra oltre un decennio. In sostanza che lei ci creda o meno caro Sig. Maggiaschi, a prescindere dalle favolette interessate della politica, strategicamente propalate con il fine di indirizzare il consenso elettorale, che anche lei con il suo articolo, coscientemente o meno ha sostenuto, è bene che i cittadini dei quartieri che subiscono le piene sappiamo, che anche con la realizzazione di questa vasca della discordia, in assenza di un serio programma multidisciplinare delle acque, basato sull'invarianza idraulica, dovranno e per anni continuare a subire le esondazioni.
    30 agosto 2020 • 11:49Rispondi
  19. Danilo Pasquiniper completare una sommaria analisi del territorio dell'immediato himterland milanese ricordiamo che anche VAREDO,ha avuto parte nell'inquinamento del Seveso fin dai primissimi anni '60 =fine anni '50 per lao stabilimento della SNIA - ACNA e che tra Paderno e Cassina Amata era presente dalla seconda guerra mondiale la fabbrica TONOLLI ognuno partecipe al processo di inquinamento non solo del fiume - primo ricettacolo di scarichi - ma di tutta la falda acquifera sopra la quale oltre l'edilizia si coltivavano campi ... A ovest della valle del Seveso scorreva e scorre ancora oggi l'OLONA (raccoglie reflui da cartiere e da industrie pesanti)che nel percorso urbano di Milano fin dal primo dopoguerra ( dal 1965 anche l'ultimo tratto ancora scoperto attraversante Gallaratese e QT8) è'strato deviato a formare una circonvallazione acquea tombinata IMPROPRIAMENTE DETTA LAMBRO MERIDIONALE ABBANDONANDO IL RECAPITO STORICO DELLA DARSENA dirigendolo al sud Milano. A est esiste il LAMBRO con i problemi di esondazioni un fiume non certamente dalle chiare dolci e fresche acque perchè a monte del capoluogo nella sua valle ci sono state (e oggi?) tintorie lavanderie industriali ed altre attività tutte concorrenti all'inquinamento di fiume e falda acquifera contermine. Non parlo di torrenti storici armai obsoleti o affluenti o meno dei tra consistenti corsi d'acqua ricordati. Allora penso che qualche MINIMO (?) provvedimento risanatorio debba prendersi a partire dalle presenze che ancora continuano nel loro duplice essere lavoro e inquinamento. NON VOGLIO FARE DI TUTTA L'ERBA UN FASCIO con questa analisi ne TRARRE DELLE CONCLUSIONI. MA MI SEMBRA DI DARE UNA RISPOOSTA A QUANTO IL DIRETORE HA SCRITTO ALL'INIZIO DI AGOSTO: non solo il verde - di cui abbiamo bisogno - è simbolo si un ECOSISTEMA al quale in bene e in male concorrono diversi fenomeni ed attività umane. Penso quindi che le vasche cosiddette di laminazione per il Seveso hanno una minima funzione - rallentare possibili e ripetute esondazioni - ma al patto di non aumentare con acque sporche e maleodoranti e velenose (cfr a cavallo della seconda metà anni '70 l'allarme per lo scarico in Seveso ed anche Olona di materiale di facile combustione !!!). Quindi si ha da partire dalle radici come ho detto. TIMEO NON, il nostro ecosistema è alle corde. L'uomo deve fare l'impossibile per salvarlo e non solo in Valle Padana. dp
    30 agosto 2020 • 19:04Rispondi
    • Massimo MaggiaschiCaro Pasquini mi sento in particolare sintonia con ciò che scrive e per questo la ringrazio ancora. È impossibile essere daccordo su tutto perché la saggezza popolare dice che "due teste, due culi, quattro chiappe". Ma Lei dimostra di aver letto il mio articolo cogliendone il cuore. Non a caso ho usato i termini "bene comune" e " insieme". Non sono un buonista, tutt'altro, né mi interessa il policamente corretto. Sono appassionato di temi ambientali e storici e mi interessa pragmaticamente risolvere i problemi rifiutando la logica delle sterili contrapposizioni. Tra partiti ed istituzioni, come pure contrapporre nella vicenda del Seveso chi abita in Città da chi abita fuori come ha giustamente rimarcato Lei dalla sorgente alla foce senza distinzioni è di tutti insieme l'interesse ad avere Seveso, Lambro ed Olona puliti e puri come in un lontanissimo passato. Voglio tranquillizzare altri: non salgo su nessun carro, carretto o carrozzella. Non faccio parte della Spectre né sono parte di una pericolosa organizzazione "giudaico massonica" . La penso come Pietro Nenni: " che a fare la gara dei più puri, arriva qualcuno più puro di te che ti epura". Spero fortemente nell'Europa: entro il prossimo 16 ottobre è vitale presentare progetti che possano giustificare le rilevanti risorse in gioco. Tra i tanti appettiti che si stanno scatenando spero che qualcosa rimanga per i tre fiumi citati. Vedremo
      31 agosto 2020 • 11:07
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