20 dicembre 2022
GREENWASHING
In nome del verde va bene tutto
Come Rete dei comitati della città metropolitana di Milano pensiamo sia utile esplicitare il significato di una espressione molto usata per indicare una sorta di mistificazione: questa espressione è greenwashing, sciacquatura nel verde, per capirci. Parlando di ambiente, significa semplicemente che si usano dei termini per camuffare quello che in realtà si fa, passando per un vero e proprio “furto di linguaggio”. Mi spiego: ci sono termini nati nei movimenti, per esempio i Forum Mondiali Sociali, che si sono rivelati credibili e sono diventati parte del senso e del linguaggio corrente, tipo ‘bene comune’, diffuso e fatto conoscere dal Movimento per l’acqua pubblica.
Decisori politici e istituzionali e grandi soggetti economici e finanziari hanno ritenuto quindi conveniente, sia economicamente sia per la loro immagine, sussumerli nel loro linguaggio,
appropriandosene, cosi svuotandoli del loro significato e usandoli per coprire pratiche del tutto opposte. Un esempio clamoroso e quello dei petrolieri,a partire dalla nostrana Eni, che spendono centinaia di milioni per pubblicizzare una propria immagine di impegno verso l’emergenza climatica definendosi ‘green’, mentre al contrario investono quasi totalmente nell’incremento della produzione di gas e petrolio.
Partendo dalle nostre realtà di comitati presenti e radicati nei territori, il fenomeno del greenwashing e’ palese. Al di la della narrazione ufficiale sul “modello Milano”, tinto appunto indebitamente di verde, vediamo che il Piano di Governo del Territorio prevede milioni di mq e mc di edificazioni, con la cementificazione di circa 250 ha di suolo (spacciata per “non consumo di suolo” perche in parte già edificati in passato, anche se nel frattempo si sonori naturalizzati). Sappiamo che ogni ettaro piantumato concorre all’assorbimento di 1 tonn. di CO2, trattiene l’erosione del suolo, riduce la temperatura e le bolle di calore, regolamenta il ciclo prezioso dell’acqua, svolge cioè un servizio ecosistemico essenziale per il pianeta e tutte le forme di vita: saremo tutti noi a pagare le spese della sua distruzione.
Nella politica dei grandi annunci, erano stati promessi 3 mln di nuovi alberi,operazione ForestaMi. Quanti ne siano stati in realtà piantati non e’ dato sapere con certezza, il Comune non fornisce dati, ma una cosa e’ certa: migliaia di alberelli sono morti per inefficienza nella cura, nella manutenzione, nell’irrigazione. Sconcertante in proposito l’ordinanza del sindaco del 25
giugno 2022 che ne ha vietato l’irrigazione.
Milano e’ ricca di acqua di prima falda non potabile, ma utilizzabile per l’irrigazione. Il punto non e’ se questa moria di alberi abbia avuto o meno conseguenze economiche sulla città, certamente ha conseguenze ambientali!
A Milano, solo nel mese di gennaio 2022, sono stati superati di ben 25 volte i valori massimi di inquinamento da polveri sottili. In una città dove quasi il 60% del suolo e’ ormai cementificato (dati Ispra), dove la temperatura media è superiore di 3 gradi a quella delle aree esterne, dove il verde pro capite è ridotto a un quadratino di 3 mt per 3, assistiamo a questi tristi spettacoli di verde che muore o viene distrutto. In vari siti della città e’ già in atto o prevista nuova edificazione con abbattimento di alberi e sparizione di verde: Piazza d’Armi, via Falck, la Goccia, ex Trotto… e su altro ordine di grandezza gli scali ferroviari, San Siro, le costruzioni e le infrastrutture per le Olimpiadi invernali.
Allora, possiamo parlare di città’ green o dobbiamo parlare di città gres cemento? Non e’ usurpato il termine green? Con la pandemia tutto si e bloccato, ma non la speculazione edilizia e il consumo di suolo: le prime attività da fermare per la salute degli abitanti.
Nel 2021 sono stati consumati 18 ha: tra il 2011 e il 2021 ogni anno si e’consumato più suolo dell’anno precedente. La pur timida e inadeguata legge regionale N.31/2014 e’ stata sistematicamente aggirata e derogata, senza contare che abbiamo gli oneri di urbanizzazione più bassi d’Europa che attraggono ovviamente investimenti stranieri: i nostri piani urbanistici sono decisi da loro.
Questa e una città che sta mangiando se stessa: non ci diverte dover dire queste cose, ma vogliamo aprire uno squarcio di verità a fronte di una narrazione propagandistica e manipolatoria che dietro il greenwashing non fa che promuovere interessi finanziari contro la salute di noi tutti e la qualità della vita, che non si misura sui boschi verticali, la quantità di turisti o la movida.
Noi ci teniamo alla nostra città e vogliamo difenderla da questa aggressione, dobbiamo essere tutti consapevoli delle colate di cemento già stese o incombenti in piena crisi climatica, idrica, energetica. Ci appelliamo al buon senso (basterebbe quello!), ma anche alla democrazia e al rispetto per la vita: qui entra in gioco il grande tema del limite etico.
Non giriamo la testa, a partire da tutto quello che questo comporta per la nostra salute.
Erica Rodari
Comitato Milanese Acqua Pubblica
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