8 febbraio 2022

A PROPOSITO DI RISCALDAMENTO

Pompe di calore e teleriscaldamento


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Sono sempre stato favorevole all’impiego, il più esteso possibile, delle pompe di calore per il riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Questo per due buone ragioni: le pompe di calore, pur alimentate ad elettricità, consumano molto meno dei riscaldamenti a gas o gasolio e non producono alcuna emissione. Ma anche per un altro motivo: la città di Milano “galleggia” su una falda sotterranea molto profonda che, per la parte più superficiale, circa 30-40 metri, è composta da acque non potabili ma utilizzabili per tutti gli altri fini. Inoltre, questa falda tende ad affiorare, motivo per cui negli ultimi anni Metropolitana Milanese ha dovuto scavare decine di pozzi che emungono la falda per evitare l’allagamento degli interrati, pompando acqua che però non viene utilizzata. Grazie a questa ricchezza di falda, già oggi, a Milano molti grattacieli usano pompe di calore per riscaldare e raffrescare, traendo l’acqua da pozzi propri e convogliando quella usata in fognatura. 

Si è visto che anche la riapertura dei Navigli può consentire l’uso dell’acqua per alimentare le pompe di calore; Metropolitana Milanese ha calcolato che i Navigli riaperti possono fornire riscaldamento e raffrescamento a 7.000 alloggi. Inoltre, sotto la città esiste ancora un reticolo idrico minore, che non sembra più veicolare acqua, ma che è prevalentemente ancora pervio, e che, una volta riaperto, può essere utilizzato anche per emungere acqua ma soprattutto, insieme ai Navigli, può convogliare l’acqua utilizzata dalle pompe di calore verso destinazioni diverse dalle fognature. Infatti, l’acquedotto di Milano oggi ospita anche le acque grigie e meteoriche, grande intuizione ottocentesca, insieme alla connessione di tutta la rete fognaria, che ha fatto sì che i temporali spazzassero via gli eventuali intasamenti delle condutture, ma queste acque e quelle meteoriche ora causano un effetto di diluizione che comporta costi ampiamente maggiori nella gestione dei depuratori.

Con questa particolare situazione naturale e infrastrutturale Milano potrebbe, adottando in modo massiccio le pompe di calore, in futuro dire addio all’inquinamento causato dai riscaldamenti, che sappiamo essere maggiore di quello causato dalla mobilità veicolare. Mi ricordo che la Giunta Tognoli, tramite AEM, aveva dato contributi ai condomini perché passassero dall’uso del gasolio a quello del gas; oggi si potrebbe ripetere quell’esperienza.

Per questo motivo non sono mai stato entusiasta del progetto di A2A di portare a Milano il teleriscaldamento dalla centrale di Cassano. Questo sia perché, forse sbagliando, mi sembrava troppo lunga la tratta da Cassano a Milano, ma soprattutto perché, se dobbiamo riaprire tutte le strade di Milano per posare condutture, sarebbe meglio farlo per creare la fognatura delle acque grigie (che possono anche essere depurate e riutilizzate) e meteoriche, che ora ci manca, e che consentirebbe di aumentare l’efficienza della depurazione.

Ora è successo un fatto nuovo: A2A propone a Milano un teleriscaldamento con produzione da pompe di calore, utilizzando i pozzi a suo tempo scavati per abbassare la di falda. Finalmente, sembra che Milano abbia intrapreso la strada virtuosa di riscaldare senza inquinare, utilizzando le sue risorse naturali, e quindi anche mitigando gli effetti dell’inversione termica che affligge la città non consentendo la dispersione dei fumi. Benissimo, anche per aver programmato di utilizzare più fonti distribuite in tutta la città, evitando lunghe canalizzazioni.

Ho solo una piccola perplessità, forse del tutto ingiustificata: non vorrei che questo servizio assumesse forme monopolistiche. L’azione prevista da A2A sarà importante e dovrà servire per convincere tutti i milanesi a passare a questo sistema più economico e non inquinante, lasciando però a tutti libertà di allacciarsi al teleriscaldamento o realizzare impianti propri, in libera concorrenza.

Forse perché mi è rimasta impressa una chiacchierata fatta con i condomini di un complesso edilizio del Sud Milano, utenti dell’attuale teleriscaldamento, che avevano chiesto preventivi per riattivare la loro vecchia centrale termica perché avrebbe comportato minori costi di esercizio.

Giorgio Goggi

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  1. MarcoArticolo molto interessante, non sono tecnico ma mi sono informato preliminarmente e ho capito che le pompe di calore sono adatte a riscaldamenti radiali a pavimento e meno ai classici radiatori in ghisa in quanto la loro efficienza è massima alle basse temperature 40/45° non sufficienti per al riscaldamento tramite radiatori. In più il teleriscaldamento implica perdite di calore legate al tragitto in tubazione fino alle utenze finali (nel teleriscaldamento "classico" infatti l'acqua viene pompata ad altissime temperature proprio per questo motivo). Mi domando dunque quanto questa idea sia effettivamente applicabile alla nostra città in cui la stragrande maggioranza dei condomini è dotata di impianti di emissione con radiatori in ghisa
    9 febbraio 2022 • 09:54Rispondi
  2. ALESSANDRA TAMILa trasizione ecologica e il cambiamento cliamtico purtroppo non saranno una passeggiata. non credo che per usare le pompe di calore si debba pensare a riaprire i Navigli, investimenti i cui costi benefici non sono favorevoli, essendo i costi pubblici e i benefici privati, come emerge dal business plan a suo tempo presentato. e poi scavare per far apparire l'acqua per solo 7000 case non è propio una soluzione, tenendo conto che sono solo le case centrali (quindi di nuovo i poveri pagano per i ricchi!), aumentando la distanza sociale. inoltre il cambiamento climatico, con la mancanza di piogge, renderebbe i navigli privi d'acqua e ricettacolo di zanzare e topi: veramente si vuole questo? penso sia più sensato solo pensare a rinnovare le fogne, tenendo conto che ci avviamo a un clima monsonico, con periodi di piogge eccezionali e periodi di siccità e anche Milano dovrà pensare a come immagazzinare l'acqua quando c'è per usarla quando non c'è. I probelmi sono complessi. forse è meglio abbassare i riscaldamenti d'inverno e mettere qualche golf in più, e tenere alta l'aria condizionata in estate, senza doversi coprire perchè in ufficio fa troppo freddo. Uso responsabile dell'energia che produce CO2, e quindi meno ne usiamo, meglio è. sembra che nessuno si renda conto del rischio climatico: lo spreco di energia continua!.
    9 febbraio 2022 • 10:41Rispondi
  3. LuigiRisposta a Marco & Alessandra tami: Con riferimento alle Vs. recepisco che nel merito non siete dotti dell'argomento. Vediamo di dare qualche delucidazione. In riferimento all'articolo penso si tratti della centrale di Famagosta e mi piacerebbe sapere dove ha attinto la notizia. Detta centrale vi sono i progetti da oltre 15 anni e per una questione di conflitto, conflitto d'interessi e politici il comune di Milano non ha mai dato il consenso all'intera ristrutturazione a costo zero. Vi sono solo due persone che conoscono quanto sopra di cui una è lo scrivente. Attualmente il riscaldamento geotermico è il più economico esistente. Sarebbe bello dialogare con voi ma lo spazio non ce lo permette. gli studi sono andati avanti, vi è la possibilità di andare oltre sempre a costo ZERO Saluti Luigi. Se volete chiedete in redazione per contattarmi.
    16 febbraio 2022 • 16:31Rispondi
    • LuigiPer Alessandra Tami & Marco: Sono riuscito a capire la fonte dell'articolo in questione. L'architetto dott. Goggi, ha raccolto informzioni da alcuni abitanti inesperti del quartiere Sant. Ambrogio. Per chiarire sulle vostre osservazioni. Le pompe di calore attualmente è migliore soluzione, ad oggi, più avanti ma molto più avanti per impianti ad idrogeno, oggi (troppo costosi sia l'impianto che per la manutenzione. L'architetto GOGGI si riferisce giustamente alle acque sia del naviglio, che quelle di falda. E' bene chiarire che le acque prelevate nel naviglio che di falda, non vanno direttamente direttamente nei termosifoni ecc.......Comunque ripeto Il fluido che esce dalle pompe di calore non va assolutamente nelle reti civili. Dalla centrale il fluido esce a 70°a/80° la perdita di trasporto è insignificante da 0,02/a 0,05% quasi nulla. Per altro sono a completa disposizione per la lunga storia travagliata che ancora oggi dura.
      17 febbraio 2022 • 17:01
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