23 agosto 2020
È L’ORA DEL SEVESO
Considerazioni a margine di una lunga vicenda
Lo scorso 20 luglio sono finalmente iniziati i lavori della vasca di Milano per il contenimento delle esondazioni del Seveso. Il luogo di costruzione è sito tra il cimitero di Bruzzano e il confine col comune di Bresso a qualche centinaio di metri a monte dal punto, a Niguarda, dove il fiume s’immette nel percorso sotterraneo che attraversa la città.
Ricordiamolo ancora una volta: quest’opera fa parte del sistema di vasche che tenta di rispondere a un’esigenza che negli ultimi quarantanni si è fatta via via più urgente e pressante. Le vasche saranno realizzate nei comuni di Lentate, Senago, Paderno e Milano. Queste opere, è utile ricordarlo per chi legge, sono frutto della collaborazione tra la regione, che ha la potestà per agire nei corsi d’acqua, e i comuni attraversati dal Seveso tra i quali Milano.
Tutte le volte che piove sei quartieri di Milano diventano ostaggio delle bizze del fiume che dal sottosuolo e dalle tombinature esonda e fuoriesce a danno dei sei quartieri interessati.
Da problema ciclico ma locale, è diventato un fatto di cronaca che ha purtroppo guadagnato spazio e un’eco di carattere nazionale.
Come più volte denunciato da questo giornale, il corso del fiume è inquinato da oltre 1400 scarichi abusivi che hanno trasformato le acque del fiume in una fogna maleodorante, con il risultato di aumentare i danni provocati nei quartieri toccati dalle esondazioni.
Dopo una serie di ricorsi e rinvii è iniziata la costruzione della vasca di Milano che si prevede sarà realizzata in due anni, nel 2022. Tutto bene dunque? Non proprio visto che il comitato sorto a Bresso è fortemente contrario alla vasca e ha fatto di tutto per ritardare e impedire i lavori di costruzione. È la solita Italia dei tanti campanili, che antepone al bene comune l’interesse particolare. Se a questa posizione dei Bressesi no vasca posso guardare con benevolenza, non mi spiego certe posizioni politiche.
La “prezzemolina” consigliera Cardone che a luglio, in occasione di una delle ultime esondazioni, indignata rilasciava un’intervista in cui attaccava il comune di Milano, perché a suo dire, non faceva nulla e lasciava indifesi i sei quartieri allagati la ritroviamo in agosto a Bresso, in compagnia del collega Bastoni che è consigliere regionale, a organizzare un banchetto contro la costruzione della vasca di contenimento. Sono curioso di capire cosa ne pensano gli elettori leghisti nei sei quartieri interessati dalle esondazioni e la Regione Lombardia, favorevole alle vasche.
Mi perdonino i milanesi doc ma “Me le’ sta storia?” Qualcosa non torna, mi sembra che la voglia di fare polemica a prescindere superi l’interesse di risolvere un annoso problema e la verità dei fatti sotto gli occhi di tutti tutte le volte che il fiume esonda. Inoltre nelle polemiche è finito il Parco nord, l’ente che tiene in gestione le aree della vasca in costruzione. A riportare la discussione nei binari giusti ha provveduto Giuseppe Manni già sindaco di Bresso e presidente del Parco che ha ricordato la dura battaglia che ha dovuto intraprendere per salvaguardare la salute ottenendo la bonifica del Seveso nel tratto Bressese e conseguentemente la compensazione ottenuta dal Parco che, a fronte dell’area della vasca, ottiene terreni tre volte più grandi che incrementano il patrimonio verde gestito e fruibile da tutti i cittadini.
Tra i tantissimi cittadini c’è anche chi scrive e che quasi quotidianamente attraversa questo insostituibile polmone verde.
Per inciso spiace a tutti vedere abbattere degli alberi per fare spazio ai lavori ma come ha ricordato il presidente attuale del Parco Nord, Marzio Marzorati, a fronte del senso di responsabilità per un problema annoso come quello delle esondazioni del Seveso si acquisiscono terreni in parte cementificati che torneranno a essere permeabili, incrementando il patrimonio verde del parco.
Come insegna questa vicenda, le contrapposizioni non servono a risolvere i problemi ma ne ritardano le soluzioni. Infatti il tema della bonifica delle acque deve vederci insieme per ottenere il contrasto agli scarichi abusivi ben sapendo che, come fanno i no vasca, è perfettamente inutile prendersela con Milano che annualmente spende milioni di euro dei cittadini per pulire il Seveso e non solo, e chiederlo all’assessore Granelli ma è necessario intervenire presso la regione che ha la potestà di intervenire sui corsi d’acqua. Solo dalla collaborazione tra la regione e i comuni attraversati dal Seveso, come già avvenuto per le vasche, potremo sperare in un futuro diverso.
Il sogno è di tornare a vivere in una città, come in un lontano passato, attraversata da acque limpide e pulite.
Massimo Maggiaschi
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