6 febbraio 2020

VOGLIONO DISTRUGGERE IL MEAZZA: IMPEDIAMOLO!

La speranza è sempre l'ultima a morire


PER COMINCIARE: Vale la pena distruggere lo Stadio Meazza? La risposta parrebbe essere un secco “no”, ma il Politecnico di Milano si è esplicitamente prestato a sostenere la scelta delle squadre. In assenza dunque di una valutazione imparziale, questo articolo chiarisce numeri e dati del vecchio e del nuovo, ipotetico stadio.

Nel tentativo di comprendere meglio la proposta di demolire lo stadio Meazza, la più importante sede della storia del calcio a livello mondiale, ho chiesto a Filippo Barberis, consigliere comunale autore della delibera che ha dichiarato la pubblica utilità dell’intervento del nuovo stadio, di farmi avere i due progetti presentati dalle società sportive Inter e Milan, l’elenco ufficiale dei requisiti per la classificazione UEFA degli stadi e la ricerca del Politecnico di Milano sulla questione se ristrutturare il Meazza o realizzare un nuovo stadio. Abbiamo per ora ricevuto soltanto quest’ultima, intitolataSport e Città – Stadio come luogo e motore di rigenerazione urbana – Il paradigma delle Stadio Giuseppe Meazza tra continuità e discontinuità”.

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Va precisato che il Politecnico di Milano è una delle istituzioni scientifiche più prestigiose a livello internazionale, è finanziato pubblicamente e dovrebbe quindi esprimere la attività di ricerca nel rispetto della propria indipendenza e responsabilità oltre che del principio di verità a tutela dell’interesse pubblico nell’utilizzazione dei risultati dell’attività scientifica.

Criteri che hanno riscontro anche nell’articolo 9 della nostra Costituzione. Ma purtroppo lo stesso rettore Ferruccio Resta il 26 settembre scorso ha dichiarato che: Il Politecnico di Milano affiancherà le società Inter e Milan lungo il percorso decisionale e progettuale nelle fasi di ideazione, progettazione, esecuzione del Masterplan e delle sue parti costitutive tramite un’azione tecnica, scientifica e culturale di Advisory “.

Ha anche annunciato che il responsabile dell’attività di advisory sarebbe stato il prof. Emilio Faroldi, prorettore delegato dell’Ateneo e Ordinario di Tecnologia dell’Architettura.

Faroldi nel libro curato e pubblicato insieme a una decina di altri docenti e ricercatori, nell’introduzione (pag. 162) segnala: L’importanza di distinguere la performance economica da quella sportiva, che genera una nuova base d’utenti in grado di interagire con i servizi d’intrattenimento offerti negli stadi, fa si che le società calcistiche potranno in futuro articolare i loro ricavi rendendoli indipendenti dai risultati e dalle prestazioni sportive, investendo nella promozione di società di servizi e nell’ambito immobiliare.”

È quindi evidente che il Politecnico, anche per l’orientamento “scientifico” del professor Faroldi, non è parte terza nello svolgere la sua funzione e si pone a fianco delle associazioni sportive in oggettiva contrapposizione rispetto al Comune che dovrebbe invece interpretare l’interesse pubblico. In questo ruolo il Politecnico rinuncia alla propria indipendenza e autonomia di giudizio, e fa valere la propria qualifica d’istituzione scientifica a favore dell’interesse privato delle squadre.

Ho utilizzato il condizionale dovrebbe anche per quanto riguarda il ruolo dell’Amministrazione Comunale perché in questa vicenda oltre alla mancanza di trasparenza dimostrata dalle difficoltà nell’ottenere i progetti e la documentazione prodotti dalle squadre, il sindaco Sala sta rinunciando progressivamente ai principi e alle condizioni poste all’inizio della trattativa con le società sportive.

Ciò avviene anche attraverso la sua accondiscendenza perché, dopo aver recitato un ruolo di apparente rigore e intransigenza imponendo alle squadre di non distruggere il Meazza, ha fatto una clamorosa marcia indietro accettando una proposta che esprime il peggior compromesso rispetto alla tutela di una risorsa pubblica, di tradizioni e valori che lo stadio con la sua storia, quasi centenaria, rappresenta.

La condizione di terzietà che il Politecnico è tenuto ad assumere comporta autonomia e indipendenza anche nei confronti dell’Amministrazione comunale, perché è opportuno che si proponga di perseguire di armonizzare i pur legittimi interessi privati e l’interesse pubblico, nel rispetto delle regole sia locali che di livello sovraordinato, attivando tutte le discipline di cui dispone al proprio interno per affrontare la complessità che una tale decisione comporta dal punto di vista architettonico, urbanistico, strutturale, normativo e ambientale.

Infatti non va affatto bene che il Politecnico si metta acriticamente a disposizione per promuovere e convalidare iniziative e decisioni politiche dell’Amministrazione comunale come avvenuto con il trasferimento nelle ex aree di Expo delle facoltà scientifiche dell’Università degli Studi.

Ma alla luce di quanto segnalato dal professor Faroldi il nuovo stadio diventa il pretesto per realizzare enormi volumetrie, grandi superfici di vendita, attività terziarie, ricettive e di intrattenimento per 167.000 mq che si giustificano per sostenere l’investimento. Ciò che per certi versi consente di gonfiare i costi fino a 8.400 € per spettatore quando per i nuovi interventi all’estero si attestano poco sopra i 3.000 €. Ma in assenza di elaborati di progetto che consentano una agevole valutazione non si comprende quali sarebbero le funzioni che il Meazza non sarebbe in grado di mettere già ora a disposizione o di migliorarle in futuro con appropriati interventi di ristrutturazione.

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Il Meazza è il primo stadio al mondo ad aver realizzato un museo al proprio interno con un servizio di visite guidate, è in grado di offrire molti altri servizi per avvenimenti corporate, cerimonie ed eventi privati in una grade sala di 1200 mq, suddivisibile in 800 e 400 mq e affacciata sul campo da gioco, altra sala executive 3, sale arancio 1 e 2, sala interviste con 100 sedute, 6 lounge e 30 sky box, uno store di1000 mq e molto altro.

Può ospitare eventi di massa e grandi concerti come quelli che si sono già tenuti tra i quali, solo per citarne alcuni, quelli di Bob Marley, Edoardo Bennato, Bob Dylan, Santana, Bruce Springsteen, David Bowie, Vasco Rossi, Michael Jackson, Jovanotti, Pearl Jam, Rihanna e Beyoncé. Grandi concerti che, stante il parere della ASL (ora ATS), nell’ipotetico nuovo stadio da realizzarsi a ridosso delle abitazioni di Via Telesio non si potrebbero più fare.

Al di là della straordinaria fama planetaria della Scala del Calcio, a fronte della grade disponibilità di servizi accessori, la demolizione è osteggiata non soltanto dalla gran massa dei tifosi, perché, come ha fatto notare Tutto Sport, domenica scorsa, alla partita epocale Inter-Milan si è avuto il sold out con 75.817 posti occupati (che avrebbero potuto essere 78.275 se 2.458 posti non fossero stati in manutenzione). E’ osteggiata anche dalla rivista inglese Architect’s Journal e dagli architetti francesi di Architects Declare che boicotteranno il bando.

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Il punto focale dei pareri contrari è che la demolizione sarebbe una pazzia per costi e impatto ambientale e che non conviene distruggere il celebre stadio non solo per evitare una perdita patrimoniale pubblica molto consistente, ma anche come scelta della cultura architettonica del progetto. Grandi edifici come questo vanno preservati per dimostrare come possono essere riadattati e conservati. Il Meazza, anche se personalmente non apprezzo come è stato trasformato con la realizzazione del terzo anello rispetto a come era il secondo anello già in grado di ospitare 85.000 spettatori di cui 60.000 seduti (poi ridotti a per ragioni di sicurezza dopo i tragici incidenti di Sheffield, Mosca e Bruxelles) è comunque il Colosseo contemporaneo frutto della cultura politecnica milanese. Ci si augura che la soprintendenza ne abbia consapevolezza ed eserciti la dovuta tutela, visto che si è presa tempo fino al 15 marzo per rifletterci.

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Battisti_5Risulta quindi incomprensibile la proposta delle squadre di ridurre i posti del nuovo stadio a 60.000, 12.500 dei quali costosi premium. A meno che sia motivata dalla volontà di selezionare il pubblico e realizzare uno stadio per soli ricchi in grado di pagare di più per assistere alle partite, consentendo di lucrare molto sul costo del biglietto. Il nuovo stadio si rivela una operazione discriminatoria e ingiusta anche dal punto di vista sociale, alla faccia delle buone intenzioni manifestate a parole da Beppe Sala sull’inclusione e l’uguaglianza.

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Mi ha impressionato molto che in occasione della partita di domenica scorsa in cui Inter e Milan si sono sfidate, il valore ”commerciale” dei calciatori in campo abbia superato il miliardo di euro. Poco meno dell’investimento complessivo per il nuovo stadio, che svela il vero motivo per cui le due squadre si ostinano a portare avanti il grande intervento speculativo. Le società sportive sono ormai delle Spa, delle aziende come le altre, e lo sport sembra un puro pretesto per fare affari. Ma se è così, non è giusto che rischino in proprio rispettando le regole, senza avvantaggiarsi di pubblici sussidi?

Battisti_7Si è avuta notizia che nello scorso autunno sia stato avviato una sorta di referendum per accertare il gradimento dei tifosi ma non se ne è poi saputo nulla. Berlusconi, Trochetti Provera si sono dichiarati contrari alla demolizione ma Beppe Sala che aveva preso l’impegno di inaugurare le Olimpiadi invernali del 2026 proprio nel Meazza sta facendo una disastrosa marcia indietro. Bisogna trovare il modo che i cittadini possano esprimersi e partecipare alle decisioni.

Ma è necessario che ci sia qualcuno disposto ad ascoltare.

Emilio Battisti



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  1. Pierfrancesco SacerdotiComplimenti a Emilio Battisti per la lucida analisi e coraggiosa denuncia dell'operazione Meazza. Mi auguro anch'io che la Soprintendenza confermerà il vincolo. Che l'architettura dello stadio attuale piaccia o meno è questione personale: lo stesso vale ad esempio per importanti edifici milanesi come la Stazione Centrale, il Grattacielo Pirelli o la Torre Velasca. Occorre riconoscere che è ormai a tutti gli effetti uno dei monumenti di Milano e come tale meritevole di essere conservato. Non facciamo come a Londra, dove hanno demolito lo stadio di Wembley per poi ricostruirlo in 3D per il film Bohemian Rhapsody...
    13 febbraio 2020 • 01:19Rispondi
  2. Silvia ScognamiglioComplimenti per l'articolo che mi trova perfettamente d'accordo su ogni punto e che ho condiviso. Avrei una domanda: alcune persone con cui ho discusso mi hanno fatto notare che il nuovo stadio sorgerebbe sull'area dove si trova attualmente l'ippodromo non più utilizzato e che quindi non comporterebbe nuovo consumo di suolo ma sarebbe addirittura una riqualificazione su una zona già urbanizzata. Dal momento che questo non viene mai detto da nessuna parte in modo esplicito sono rimasta nel dubbio che sia effettivamente così. A mio parere comunque questa sarebbe soltanto un'attenuante che nulla toglie all'assurdità dell'intera operazione. Spero si possa fare ancora qualcosa per impedirla.
    13 febbraio 2020 • 12:45Rispondi
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