18 gennaio 2020
MAI PIU’ LAGER – NO AI CPR!
Né in via Corelli né a Milano né altrove
La Rete Mai più Lager – No ai CPR è nata nell’estate 2018 con la notizia dell’apertura a Milano di un Centro di Permanenza per il Rimpatrio proprio in via Corelli, lì dove nel 2014 le rivolte interne e le proteste della società civile avevano imposto la chiusura dell’analogo Centro di Identificazione ed Espulsione, convertito così in un centro di accoglienza per persone richiedenti asilo.
L’emanazione del c.d. Decreto Salvini dell’ottobre 2018 ha poi indotto la Rete ad estendere il proprio ambito di interesse, più in generale, alla della difesa dei diritti e delle libertà inviolabili delle persone migranti, con sempre maggior convinzione che anche in questo caso queste ultime si trovavano ad essere solo il del banco di prova ed il pretesto per il progressivo affievolimento dei diritti di tutte e tutti: conferma ne è stata peraltro il successivo Decreto Sicurezza Bis e il conseguente offensivo affronto a chi crede nel rispetto della vita umana, nella solidarietà, ma anche nella libertà di manifestare il proprio dissenso e rivendicare i propri diritti sociali e civili.
Le 300 realtà associative, di varia tipologia (associazioni, partiti, centri sociali, circoli e via dicendo), e i moltissimi individui che già nell’autunno del 2018 si erano riconosciuti negli obiettivi e nelle motivazioni della Rete, hanno provveduto all’elaborazione di precise istanze rivolte a vari livelli (Comuni, Province-Regioni, Governo e Parlamento, UE), condensate nell’Appello prodotto dall’Assemblea Generale del 19 gennaio 2019.
Le istanze della Rete sono state supportate da tre cortei, (dei quali il primo ha visto sfilare 20.000 persone), flashmob vari, ma soprattutto con attività di informazione, sensibilizzazione e strategie di mobilitazione e resistenza diffusa, con il proposito che queste capillarmente si diffondessero sul territorio, attraverso le reti di contatti nel frattempo costruite, per quindi destrutturare mentalità, pratiche e norme sulle quali si fonda il progetto securitario dei governi avvicendatisi negli ultimi decenni e soprattutto degli ultimi anni, ivi compreso quello attuale, atteso che nonostante le promesse di “discontinuità” sono ad oggi rimaste totalmente invariate, nella sostanza e nell’impianto, le normative e le politiche (europee, nazionali e territoriali) – in materia di immigrazione, ma non solo – delle quali i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (tutti, non solo quello di Milano) sono solo il terrificante emblema.
Quanto a questi ultimi, con l’avvenuta aggiudicazione, lo scorso dicembre 2019, del bando di gestione, è stato dato definitivamente avvio alla effettiva apertura anche del CPR di Milano, nella stessa struttura del precedente CIE, poi centro di accoglienza per persone richiedenti asilo, dismesso in poche settimane con la diaspora degli ospiti, e negli ultimi mesi riconvertito in una vera e propria prigione di sicurezza.
Nei centri come quello che sta aprendo a Milano, nel giro di poche ore da quando vengono fermate, e senza che abbiano commesso un reato e senza processo, vengono rinchiuse e detenute in condizioni disumane, senza mai poter uscire e senza poter comunicare con l’esterno, persone prive di quel permesso di soggiorno che la legislazione ancora attualmente vigente nei fatti impedisce loro di acquisire e conservare; persone magari anche presenti da anni sul territorio, anche con famiglia.
Si tratta di luoghi alienanti – eredità degli ex CIE e CPT, istituiti dal Ministro Minniti per ogni regione, avviati dal Ministro Salvini e inaugurati dalla Ministra Lamorgese -, nei quali, lontano dagli occhi di tutte e tutti (sono inaccessibili anche a parenti e avvocati), si consumano quotidianamente abusi e atti di disperato autolesionismo nella totale indifferenza.
L’amministrazione comunale e quella regionale intanto tacciono: si può tollerare che, nella “Città dell’accoglienza” e dove “l’Odio non ha futuro”, dove la qualità della vita si dice sulla stampa essere tra le migliori, tra i grattacieli più avveniristici, abbia spazio un vero e proprio lager di Stato?
La Rete Mai più lager – NO ai CPR (né a Milano, né altrove, né in Libia!) ha chiamato a raccolta gli e le abitanti di Milano e della Lombardia (bacino interessato dal CPR di via Corelli) perché venga propriamente informata e per un confronto libero e aperto volto alla condivisione di informazioni e di iniziative di sensibilizzazione e mobilitazione contro questi buchi neri dei diritti e della dignità umana: l’occasione è stata “Apre il Lager di Milano! Assemblea Pubblica Regionale”, il18 gennaio scorso.
L’appuntamento si inserisce in una serie di iniziative sul tema dei CPR particolarmente fitte per il mese di gennaio 2020. Si segnala in particolare: Dossier “Mai più!” – La vergogna dei CPR sbarca a Milano del 31 gennaio 2020, ore 21, presso la Casa della Cultura in via Borgogna n. 3, Milano
La serata sarà anticipata da una presentazione del Dossier nel pomeriggio, presso l’Università Statale. Maggiori dettagli nei prossimi giorni. Per info e iscrizioni in newsletter digitare qui.
Rete Mai più Lager – No ai CPR
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