24 ottobre 2019

JOKER

Il documento di una società imperfetta


Braga_29.10Regia di Todd Phillips
Con Joaquin Phoenix, Robert De Niro, Bill Camp, Zazie Beetz, Frances Conroy, Brett Cullen
Genere: thriller, drammatico, giallo
Produzione: Usa 2019
Durata: 122 minuti

Chi da piccolo non ha mai sfogliato le pagine di un fumetto della DC Comics? Joker, pellicola del 2019 diretta da Todd Phillips, è basata sull’omonimo personaggio. Dopo essere stato fortemente acclamato al Festival del Cinema di Venezia e aver vinto il Leone d’oro come miglior film, incassa 745,1 milioni di dollari.

Todd Phillips, ricordato forse più per la sua componente divertente come in Una notte da leoni, questa volta non è da meno. Joker è una pellicola agghiacciante, che indaga la virilità e la mascolinità, ma nonostante ciò il regista non perde l’ironia. Sembra essersi chiesto cosa volesse veramente vedere il pubblico. La risposta? I supereroi. Perché non prendere Joker o Gotham City in un modo più realistico?

Arthur Fleck, emarginato e rifiutato dalla società, vive a Gotham City con la madre. Arriva a fine mese facendo pubblicità per strada sognando però di diventare un giorno un comico. A causa del suo tic nervoso nessuno gli si avvicina, e i pochi che lo fanno scappano. Ignorato e preso in giro da chiunque, il protagonista decide di cambiare le sorti della sua vita. Pistola alla mano e maschera da clown, Joker diventa il volto di cronaca di una città spazzatura.

Joaquin Phoenix, con almeno venti chili in meno, ci fa rabbrividire e riflettere. Si immerge perfettamente nei panni di un debole sociale degli anni 80 che necessita aiuto. Ma se lo stato decide di voltar le spalle ad un segmento sociale, cosa potrebbe succedere a persone come Arthur? Il regista esplora dunque la nascita di un mostro prodotto dalla società stessa, creato e nutrito da illusioni e delusioni, maltrattamenti fisici e psichici, nell’epoca che mescola spettacolo pubblico e degrado morale.

Arthur Schopenhauer credeva che la vita umana fosse come un pendolo che oscilla tra noia e dolore. Anche Arthur Fleck lo crede. Spesso chiede a sé stesso cosa abbiano le persone intorno a lui e non capisce perché tutti si comportino in modo aggressivo o nervoso. Si sente un pesce fuor d’acqua proprio come il filosofo. Nonostante non venga ascoltato né dalla società, né dalla sua psicologa, né dai suoi simili, Joker ha bisogno del welfare e di tutto ciò che lo circonda perché è ciò che gli paga le medicine e l’aiuto psicologico.

Quella di Phllips vuole essere una cartella clinica di una società imperfetta. Sullo sfondo di una città allo sbando, sommersa di spazzatura, emerge anche una sfumatura femminista. Ci sono uomini che vogliono cambiare le loro donne, quelli che si approfittano delle loro impiegate ma anche coloro che molestano il sesso femminile in metropolitana.

Probabilmente il successo del film è legato al momento storico in cui viviamo. Sono anni che ci vengono gettati addosso personaggi cattivi che diventano eroi. In questo caso, vedere un fragile mattoncino della società sgretolarsi e diventare malvagio ci fa quasi tirare un sospiro di sollievo. Chi non si è mai sentito come Arthur Fleck?

Samuela Braga

Voto (da 1 a 10)? 9,8



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  1. SilverioIl film narra Il vecchio adagio siamo quello che siamo per merito o colpa della società (termine che ha dato l’inizio a una nuova disciplina: sociologia). Se l’interpretazione del film è questa, allora è tutta errata.
    6 novembre 2019 • 14:25Rispondi
    • Samuela BragaGentile Silverio, come dice lei “siamo ciò che siamo per merito, o colpa, della società”. Mi sembra di aver spiegato questo con la mia recensione. Arthur Fleck é ciò che è per colpa della società nociva che lo circonda.
      21 novembre 2019 • 16:58
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