3 marzo 2021

UNA STORIA DI MUSICA

L'Accademia Europea di Musica di Erba


Non potendo raccontare l’unica musica che mi piace ascoltare, quella dal vivo, racconterò una “storia di musica”, una di quelle storie che non trovano notorietà e che pure, senza che nessuno se ne accorga, fanno grande il nostro paese.

Pochi conoscono l’Accademia Europea di Musica di Erba, raffinata istituzione musicale che compie in questi giorni trent’anni ed è una scuola – di cui qualche volta ho scritto in questa rubrica a proposito di importanti concerti di suoi allievi e docenti – che ha sede non in una grande città ma in quella cittadina a metà strada fra Como e Lecco, attraversata dal Lambro quando è ancora poco più di un ruscello, poco frequentata dai turisti lombardi e non solo.

viola

E’ stata creata ed è tuttora diretta da Stefan Coles, un violinista rumeno poco noto al grande pubblico ma molto apprezzato nel mondo dei musicisti di razza, giunto in Italia cinquant’anni fa in condizioni molto difficili e in maniera rocambolesca, quando il suo paese era ancora sotto il tallone di Nicolae Ceaușescu. Era ancora ragazzo e qui non aveva nessuno cui rivolgersi per aiuto, ma aveva un così grande talento e una innata professionalità che dopo poco tempo aveva già vinto il concorso per il posto di primo violino al Regio di Torino e successivamente al Massimo di Palermo.

Trent’anni fa gli capitò di incontrare alcuni industriali di Erba che gli proposero di creare un nuovo progetto culturale per la loro città, una scuola di musica di alto livello, alla quale il Comune concesse una sede piccola ma affascinante e prestigiosa: un’ala affacciata sulla corte d’onore del Castello di Pomerio, del IX secolo, circondato da un parco con alberi secolari sulle prime balze delle pendici prealpine del triangolo lariano.

Viola Stefan Coles e Robert SélitrennyForte del suo prestigio, Stefan Coles riuscì presto ad avere docenti di grande fama come Lazar Berman, Vladimir Aškenazi, ora sostituito dal figlio Vovka, il pianista moscovita Vsevolod Dvorkin, ormai comasco a pieno titolo; oggi conta più di venti docenti, provenienti da diversi paesi europei per molte discipline musicali che vanno dai singoli strumenti (archi, legni, ottoni, ecc.) al canto, dalla chitarra all’arpa celtica, fino alla formazione di piccole orchestre.

Oltre ad organizzare corsi di perfezionamento, master class e concerti tenuti da docenti ed allievi, si cura di diffondere la conoscenza della musica sia con corsi di guida all’ascolto e di storia della musica, sia offrendo – ad una comunità che non vi è storicamente avvezza – la possibilità di partecipare a concerti, manifestazioni e seminari. L’attività scolastica prevede anche corsi propedeutici per bambini dai 3 ai 6 anni, corsi per disabili, corsi di preparazione agli esami di Conservatorio, oltre ai fondamentali corsi di perfezionamento; ma il vero orgoglio della scuola è quello di saper promuove la carriera artistica e concertistica dei propri allievi organizzando per loro concerti in collaborazione con altre istituzioni in Italia e in Europa.

La storia che intendo raccontare nasce proprio da qui, da Erba. I musicisti, si sa, viaggiano molto, suonano in tanti luoghi, si mescolano nelle orchestre, familiarizzano con facilità. Ed è così che un giorno Stefan Coles incontra Robert Sélitrenny, direttore d’orchestra ginevrino che da ragazzo aveva studiato anche in Italia – violino con Michelangelo Abbado e direzione con Franco Ferrara – per poi porre, come tanti musicisti, la residenza a Lugano. La prorompente carriera di direttore d’orchestra di Sélitrenny è stata poi rallentata da motivi di salute, ma questo non gli ha impedito di continuare a suonare, studiare, leggere, scrivere di musica e soprattutto di interessarsi alla vita musicale non solo ticinese ma internazionale.

Lugano ed Erba distano fra loro meno di 50 chilometri e la vecchia amicizia fra Stefan e Robert ha potuto col tempo, ovviamente, giovarsi di questa vicinanza, cosicché – quando qualche anno fa l’Accademia Europea di Musica ha avuto un periodo di difficoltà perché si sa, ahimè, che in Italia con l’arte non si mangia” e tanto meno con la musica – Robert si è subito mobilitato e, sulla scia delle tante associazioni sostenitrici di istituzioni culturali, ha dato vita alla Associazione degli Amici Svizzeri dell’Accademia Europea di Musica, l’ASAEM.

Da allora ASAEM promuove concerti che vedono protagonisti – talvolta anche debuttanti – gli allievi dell’Accademia, sostiene il Festival Estivo al Castello di Pomerio e masterclass con importanti docenti. Fino all’arrivo della pestilenziale pandemia era una vera e gioiosa sorpresa vedere i suoi soci amanti della musica, che parlano tante lingue diverse, abituati alle grandi sale da concerto di tutto il mondo, venire ad ascoltare la musica in questa magica scuola. Vennero anche ad ascoltare il debutto di un piccolo genio come Giorgio Colleoni, enfant prodige bergamasco che si è affidato alle amorevoli cure di Vsevolod Dvorkin e che in pochissimo tempo ha collezionato premi nazionali e internazionali fino ai primi concerti pubblici a Milano, a Praga e negli Stati Uniti.

Credo che questo sia un grande esempio di come quell’Italia che spesso consideriamo “minore” o “provinciale” sia invece una fucina di idee, di risorse, di iniziative che di “minore” non hanno nulla e che, quando sa dialogare con tanta intensità con i protagonisti della cultura internazionale, tanto meno può dirsi “provinciale” nel senso negativo che attribuiamo a questa parola.

Paolo Viola



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