23 aprile 2019

ONDA VERDE E BENI COMUNI

Una proposta di legge di iniziativa popolare


L’onda verde civica che sta attraversando il pianeta e le piazze italiane coagulandosi nella bellissima manifestazione transnazionale del 15 marzo ha visto la nostra città in prima fila per partecipazione nella protesta. La ineludibile e pressante richiesta delle giovani generazioni alla governance mondiale è di intervenire immediatamente per salvare la terra e la specie umana dalla catastrofe incombente data dal cambiamento climatico, dal surriscaldamento dei mari, dalla desertificazione, inquinamento e da tutto ciò che ne consegue. Catastrofe annunciata da decine di scienziati e organizzazioni ambientaliste che da decenni vanno denunciando e documentando una situazione ambientale tragica.

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L’Italia non brilla certamente per coscienza ecologica, per attenzione della politica all’ambiente in cui viviamo: inquinamento, abusivismo con correlati condoni, carenza quando non assenza di educazione civica nella tutela dei nostri beni comuni (acque, aria, fiumi, laghi, paesaggio, litorali, patrimonio storico, architettonico, culturale e tutto ciò che appartiene a tutti…) sono all’ordine del giorno! In questo contesto di protesta giovanile da un lato e di sciatteria ed inerzia della politica dall’altro spicca per interesse, originalità e ambizione l’iniziativa di un gruppo di giuristi, tra i quali Ugo Mattei e Alberto Lucarelli, che hanno fatto parte della Commissione che più di dieci anni fa con Stefano Rodotà ha presentato al Parlamento un disegno di legge delega ignorato sin da allora.

Oggi quel testo è alla base di una proposta di Legge di iniziativa popolare (LIP) per la tutela dei beni comuni sovrani, con la quale non solo si ambisce a raccogliere un milione di firme per sostenerla dando corpo giuridico ai beni comuni materiali e immateriali inserendoli nel codice civile, ma anche ad accompagnarla con la costituzione di una Cooperativa Nazionale ad Azionariato diffuso, che possa costruire una piattaforma comunicativa per e tra tutti i soggetti del corpo sociale interessati e/o coinvolti nella tutela dei beni comuni, giocando una innovativa partita di inclusione strutturale.

Pensando di lasciare qualcosa ai giovani, cambiando il rapporto tra democrazia diretta e rappresentativa collocandole finalmente allo stesso livello. è bene ricordare che Mattei è il giurista che con altri nel 2011 ha scritto il quesito referendario per “l’acqua pubblica”, vinto con 27 milioni di cittadini che hanno bloccato una gigantesca ondata di privatizzazioni, quantificata in 200 miliardi di euro.

Preme qui sottolineare che lo spirito della LIP sottende che lo Stato sociale debba disporre dei mezzi per implementare il mandato Costituzionale che garantisce ad esempio il diritto alla salute, all’istruzione, al godimento e rispetto del paesaggio e dell’ambiente.

L’ottica è quella di passare dal criterio estrattivo a quello generativo, dove i beni comuni

producano utilità nell’uso delle persone e dove la proprietà privata divenga “fiduciaria”: capovolgendo la logica secondo cui oggi i beni comuni si trasformano in capitale invece che prendere capitale e trasformarlo in beni comuni. Il bene comune, in quest’ottica, non è basato sulla proprietà ma sulla Funzione, ricordando che l’articolo 42 e 43 della Costituzione parlano di proprietà collettiva che tuttavia non è prevista a oggi nel Codice Civile.

La proposta di legge non è ideologica e non intende espropriare la proprietà privata: intende normare che laddove vi siano interessi collettivi sanciti costituzionalmente, la proprietà privata sia ad essi subordinata. Oggi lo schema del diritto privato è la proprietà come mezzo e l’accumulo come fine, trasformando in capitale i beni comuni. La LIP pone come mezzo i beni comuni e come fine le generazioni future, restituendo ad esse l’accumulo di Beni Comuni, perseguendolo con strumenti quali la Società Cooperativa da un lato ed il Codice Civile dall’altro.

A Milano si è recentemente costituito il Comitato a tutela dei beni comuni “Stefano Rodotà”, che ha iniziato la raccolta delle firme e che è a disposizione di chi desideri collaborare e partecipare a questa iniziativa.

Cristina Simonini

comitatorodota.lombardia@gmail.com
www.benipubbliciecomuni.it
FB:comitato popolare difesa beni pubblici e comuni Stefano Rodotà



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