9 marzo 2019

GLI ITALIANI GODONO BUONA SALUTE: DI CHI IL MERITO?

Probabilmente dello stile di vita “mediterraneo”. (parte seconda)


In un articolo precedente ho suggerito l’opportunità di verificare quante siano le morti per cause indipendenti da problemi sanitari (malattie e cure delle stesse). Questa verifica aiuta a capire la dimensione dell’incidenza di comportamenti individuali normalmente indipendenti da problemi di salute sull’aspettativa di vita in ogni Paese. Ne risulta una conclusione un po’ fuori dal seminato.

 

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Morti per assunzione di droghe.

La tavola esprime di fatto solo le morti per overdose. Nella media di 14 Paesi nel 2017 si sono verificate per assunzione di droghe 5 morti ogni 100,000 persone. Il fenomeno purtroppo è in forte crescita: le morti per overdose erano 3,3 per 100.000 nel 2013. In Italia le morti per assunzione di droghe sono state “solo” 1,8 nel 2017 (in salita però da 1,1 nel 2013). Le morti per droga in Francia sono il 55% più elevate che in Italia, in Germania il 60 per cento, in Svizzera l’80%, nel Regno Unito sono 3 volte il numero di morti in Italia. Negli Stati Uniti e in Russia le morti per overdose di droghe hanno raggiunto addirittura proporzioni epidemiche. In termini comparativi il posizionamento italiano si può definire ottimo.

 

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Morti per omicidio.

Anche se si tratta di un fenomeno minuscolo e ovunque in calo, gli omicidi attraggono ovviamente un’enorme attenzione mediatica e psicologica. La media non ponderata di morti annue nei 14 Paesi è di 4,1 omicidi all’anno per 100,000 abitanti, con una grande differenza tra Europa occidentale (+Giappone) e resto del mondo. In Italia il numero di morti è pari a 0,67, valore quasi identico al dato spagnolo e dello 0,1 più alto rispetto alla Svizzera. Anche in Italia esistono forti differenze territoriali: in tutta l’Italia settentrionale il tasso di morti per omicidio è lo 0,45, inferiore addirittura al tasso svizzero. In Campania è pari a 1,4, il doppio della media nazionale. Comunque il tasso di morti per omicidio in Germania e nel Regno Unito supera del 70/80 per cento il livello italiano, in Francia è il doppio (stesso livello della Campania). Negli Stati Uniti è otto volte il livello italiano. Praticamente fuori range la Russia e soprattutto il Brasile. Posizionamento italiano: buono assai.

 

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Morti per consumo di alcool.

Le morti connesse direttamente e indirettamente a eccesso nel consumo di alcool sono 2,8 all’anno ogni 100,000 abitanti nella media dei 14 Paesi (con tendenza al ribasso). Anche in questo caso l’Italia è il Paese più virtuoso, con un tasso di morte pari allo 0,4 per 100.000. Ogni anno in Svizzera muoiono per alcool quattro volte più persone rispetto all’Italia, cinque volte negli Stati Uniti, dieci volte in Germania. Fuori range ancora una vola la Russia dove il tasso di morti per consumo di alcool è quasi 40 volte più elevato rispetto a quello italiano. Ancora una volta: ottimo posizionamento comparativo dell’Italia.

 

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Morti per incidenti stradali.

I morti dovuti a incidenti stradali sono 9,1 per 100.000 nella media dei 14 Paesi. Si tratta quindi di una causa di morte molto rilevante, anche se per fortuna da tempo in calo almeno in tutti i Paesi sviluppati. La media italiana è di 5,6 morti per 100,000 abitanti l’anno. In questo caso l’Italia si pone nella parte media della graduatoria, con un tasso di decessi annui per incidenti stradali che è di oltre 3 punti più elevato rispetto a Svizzera, Svezia e Regno Unito, un punto e mezzo in più rispetto alla Germania. Solo la Francia, tra i Paesi europei, è in posizione di fatto identica a quella italiana. Ci sono delle “scusanti” che spiegano parte della cattiva performance italiana: orografia italiana mediamente più complicata, maggior addensamento medio del traffico sulle reti stradali italiane, elevato numero di motociclette in Italia, rilevante traffico turistico proveniente da altri Paesi. E soprattutto un traffico merci su strada molto più elevato in Italia: il numero dei camion pesanti in Italia è il 70% in più rispetto alla Francia, l’85% in più rispetto al Regno Unito. Sono scusanti non banali, ma non paiono sufficienti. Per quanto riguarda le morti per incidenti stradali il posizionamento comparato dell’Italia è decisamente negativo.

 

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Morti per suicidio.

Il numero dei suicidi nei 14 Paesi è due volte e mezzo il numero di omicidi, con una tendenza al ribasso negli Stati Europei e al rialzo negli Stati Uniti. In Italia muoiono di suicidio ogni anno 5,6 persone per 100.000 abitanti, un livello 8 volte più elevato rispetto al numero di omicidi. Eppure, tra i 14 Paesi l’Italia è il Paese con il più basso livello di suicidi. La Germania supera l’Italia del 66%, la Svizzera del 95%, Francia e Stati Uniti di oltre il 100%. In Giappone, Russia e India il tasso di suicidio supera di tre volte il tasso di suicidio in Italia. Se l’argomento non fosse assai triste, sarebbe da dire “viva l’Italia”.

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Infine vi è il raggruppamento di tutte le altre morti involontarie non legate a problemi di salute: morti per incidenti in casa, morti per incidenti sul posto di lavoro, morti per cadute (in casa e fuori casa), morti per annegamento o a causa di incendi. Il totale delle morti per questi motivi nei quattordici Paesi è molto elevato: 16,6 per 100.000 ogni anno. La Spagna e l’Italia sono quasi alla pari in prima posizione con poco più di otto morti. Segue il Regno Unito a poca distanza (8,8), Germania (10,1) e via via altri Paesi con valori non molto più elevati. Sorprende il livello di morti in Svizzera (14) e in Francia (15,6). Fuori range l’India (41,0) e ancor più la Russia (45,3). Il posizionamento italiano è nel complesso abbastanza positivo. Affogate dentro questo raggruppamento di cause di morte sono tuttavia anche le morti per incidenti sul lavoro che in Italia sono ogni anno circa 3 per 100.000 occupati, contro una media pari al 2,1 nei 28 Paesi dell’Unione Europea.

 

E allora: di chi è merito di un’aspettativa di vita italiana tra le più elevate al mondo?

E allora: di chi è merito di un’aspettativa di vita italiana tra le più elevate al mondo?

Nei confronti fatti, emergono due macchie scure italiane: sono le morti per traffico e per incidenti sul posto di lavoro. L’Italia ha un elevato numero di morti per motivi indipendenti dallo stato di salute solo nei due casi nei quali il comportamento dei singoli avviene all’interno di sistemi complessi (il traffico e l’organizzazione del lavoro). Come in molti altri casi, gli italiani non brillano per capacità di gestione di sistemi complessi. In Italia per contro si registra un bassissimo numero di suicidi, un basso numero di omicidi, si consumano poche droghe e poco alcool. L’Italia “se la cava” bene anche per le tante altre cause di morte esaminate: morti per incendi, per annegamenti, per cadute, per incidenti in casa.

Sommando tutto quanto visto finora in un indice sintetico, si vede che i due Paesi mediterranei hanno di gran lunga il minor numero di morti. In prima posizione la Spagna, con 22 morti per 100.000 abitanti. L’Italia si colloca subito dopo con 22,6 morti. Tutti gli altri Paesi europei hanno un tasso di mortalità per motivi extra-sanitari decisamente più alto: 28 nel Regno Unito, 31,6 in Germania, 33,3 in Svizzera, 37,4 in Svezia, 42.0 in Francia. Giappone (34,8) e Canada (37,8) si collocano nella parte medio-alta della graduatoria europea. Appena oltre si colloca la Cina (43,7). In posizione nettamente peggiore gli Stati Uniti (56,2). In Brasile il numero di morti è 3 volte e mezzo più elevato rispetto a quello di Italia e Spagna. In Russia addirittura sestuplo.

Torniamo adesso alla domanda iniziale: di chi è il merito di un’aspettativa di vita in Italia tra le più alte al mondo? Sarebbe sciocco dire che abbiamo trovato indicazioni conclusive. Ma di certo i numeri che abbiamo esplorato permettono di dire che “lo stile di vita mediterraneo” non è una barzelletta. Soprattutto se si tiene conto, come già detto, del fatto che qui abbiamo parlato solo di “morti”, mentre il numero di “feriti” (o assimilabili) per le stesse cause è un multiplo elevato e con conseguenze spesso molto negative sull’aspettativa di vita delle persone coinvolte. Sorprende un po’, per tanti motivi, che tra i Paesi europei la Gran Bretagna si posizioni meglio di Germania, Svizzera e Svezia, e sorprende ancor di più che la Francia sia il “peggior” Paese europeo, a metà strada tra Canada e Cina. Sorprende assai meno, per tanti motivi, che gli Stati Uniti si collochino più vicini al Brasile che al valore medio dei Paesi europei.

Comunque, Spagna e Italia si collocano in posizione di eccellenza. E questo probabilmente spiega buona parte dell’ottimo posizionamento di entrambe i Paesi per quanto riguarda l’aspettativa di vita. Ma c’è di più. Se in Campania e Sicilia, due regioni sicuramene un po’ (un po’ tanto) disastrate dal punto di vista sanitario, l’aspettativa di vita supera, sia pur di poco, quella della Germania, della Gran Bretagna, del Belgio, della Finlandia e della Danimarca, vuol dire che lo stile di vita mediterraneo porta decisamente più lontano di quanto normalmente si crede.

Giancarlo Lizzeri

 

People and healthcare



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  1. stefano cozzaglioFinalmente buone notizie . Forse più che l'innovazione tecnologica conta un più sviluppato senso civico
    14 marzo 2019 • 08:36Rispondi
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