4 gennaio 2019
NOTTI MAGICHE
Inseguendo un goal sotto il cielo di un'estate italiana
Regia di Paolo Virzì
Con Mauro Lamantia, Giovanni Toscano e Irene Vetere
Genere: commedia
Produzione: Italia, 2018
Durata: 125 minuti
3 luglio 1990. Campionato del mondo che vede giocare la semifinale tra Italia e Argentina. Un famoso produttore cinematografico, Leandro Saponaro, viene trovato morto nella sua auto nel Tevere. I principali sospettati sono tre giovani aspiranti sceneggiatori, arrivati finalisti al premio Solinas. Una romana nevrotica, un siciliano saputello e un toscano fastidioso. Francesca Archibugi e Francesco Piccolo, sceneggiatori, insieme a Paolo Virzì, regista, rievocano il cinema italiano del secolo scorso.
Il produttore sembra voler dare un valore didattico al cinema. Con il suo film, sembra spiegare ciò che è o dovrebbe essere, come se non fosse più come una volta. Il suo è un cinema che osserva e affronta la realtà, a cui non sfugge niente. Non sfugge ciò che avviene per strada, dentro le case o nelle finestre che si osservano dalle cabine dei treni regionali. Proprio come nella sua grande opera d’esordio: La bella vita. È un cinema composto da attori, una generazione orfana che non ha più dei maestri, ma che invoca i grandi del passato.
Non c’è un protagonista che stia simpatico al pubblico. Eugenia (Irene Vetere) è una ricca borghese ipocondriaca con problemi con il padre. Antonio (Mauro Lamantia) viene da Messina, è colto e goffo. Luciano (Giovanni Toscano) è un imprudente originario di Piombino. I finalisti del premio Solinas, proveranno a entrare nel mondo del cinema sognando il copione della loro vita. Finiranno però delusi da come Virzì lo dipinge e dovranno inoltre testimoniare la loro versione dei fatti. “I giovani aspiranti sceneggiatori indagano questo mondo ammaliante e spaventoso che è il grande cinema italiano fatto di gloria e miseria, di fame e di sublime poesia, di precetti fondamentali e di inquietanti approfittatori” afferma così, il regista.
Uno dei tanti temi affrontati in Notti magiche è l’identità persa. Un ciclo che si ripete ancora oggi. I giovani cercano di trovare un loro modo di essere inseguendo i propri sogni. Nel 1990, però, il cinema non era più in grado di nutrire questi ideali. I ragazzi rimarranno avviliti proprio come i tifosi italiani saranno delusi dal rigore sbagliato di Serena e Donadoni. È così che Virzì ci riporta alla realtà. Ci riporta alla notte dell’omicidio, dove il cinema perde la sua magia e l’Italia viene sconfitta in semifinale. Il produttore descrive il suo lavoro come “la stagione delle illusioni e un percorso di disillusione”.
Ma allora questa disillusione è caratteristica di quel momento storico o è tipica ancora oggi dei giovani? Irene Vetere spiega che nel film si racconta la fine di un’epoca e adesso ci si trova a fare i conti con l’inizio di un’altra. L’epilogo di un momento storico comporta per forza un sentimento di disillusione.”Ora il mondo che vediamo è il mondo di una rinascita, noi non siamo disillusi.”
Così cantavano la Nannini e Bennato nel 1990: “Notti magiche inseguendo un goal sotto il cielo di un’estate italiana. E negli occhi tuoi voglia di vincere. Un’estate, un’avventura in più”.
Samuela Braga
3 commenti