17 dicembre 2018

NATALE 1918, UN DEM INCOMPRESO NELLA MILANO IN FIAMME

Cipriano Facchinetti, oggi dimenticato, tentò invano di contrastare il blocco fascista-futurista


Cento anni fa la fine della guerra fu accolta a Milano con grandi manifestazioni di gioia e con una grande voglia di tornare alla normalità. Ai primi di dicembre vi fu l’inaugurazione de i rinnovati Magazzini Bocconi che il senatore Borletti aveva rilevato e che con l’occasione furono rinominati “la Rinascente”, un nome proposto da D’Annunzio, foriero nella volontà dei proprietari di una nuova belle époque.

181217_Marossi-03Ma il clima politico volgeva già al brutto, non mancarono come del resto in altre città scontri tra chi inneggiava ad un “radioso futuro rivoluzionario” e chi inveiva contro “gli amici dei tedeschi” ovvero i neutralisti e in genere i socialisti: è di quei giorni il primo assalto alla sede del quotidiano Avanti! Del resto già il 4 novembre i consiglieri comunali interventisti avevano chiesto ufficialmente le dimissioni del sindaco Caldara perché “aveva posposto gli interessi della Nazione a quelli dei propri nemici”, preceduti però da Mussolini che analoga richiesta aveva fatto in un comizio in Galleria già il 3 novembre.

La città usciva stremata dal conflitto: i milanesi morti in guerra erano stati oltre 10.000 (24.000 nella provincia e più di 80.000 in tutta la Lombardia) e la società milanese dovette affrontare anche l’emergenza sociale delle vedove, degli orfani e dei genitori rimasti spesso senza alcun sostegno economico. Il Comune era pressoché in bancarotta: tra il 1915 e il 1919 ebbe mancate entrate per 26 milioni e maggiori spese per 58, mentre fatta 100 la media dei prezzi all’ingrosso nel 1913, nel 1919 era di 450; come dirà qualche mese dopo Turati: “La maledetta guerra ha lasciato un maledetto retaggio”.

Per di più la pandemia di influenza spagnola che si sviluppò in città principalmente dall’ottobre 1918 a gennaio 1919, provocò ben 10.000 morti (con picchi di aumento della mortalità fino al 34 per mille!). Per quanto riguarda l’Italia tutta, “i decessi dovuti o collegati alla “spagnola” andranno da un minimo di 370.000 ad un massimo di 600.000”, (e-Storia-Anno-II-Numero-1-marzo-2012) in pratica la spagnola fece altrettanti morti della guerra.

181217_Marossi-05Nel dicembre 1918 si ripropone in città e con maggiore violenza lo scontro tra interventisti e neutralisti del “maggio radioso”. All’interno dei socialisti prevalgono le fazioni massimaliste ed in generale filobolsceviche i riformisti turatiani che annoverano anche il sindaco Caldara sono in minoranza nel partito mentre nel fronte che era stato interventista la componente democratica e mazziniana viene emarginata a favore dei nazionalisti e dei vari gruppi che si aggregano attorno alla figura di Mussolini.

Fu nella notte di Natale che simbolicamente si delineò l’avvio dell’annus horribilis 1919: un incendio distrusse completamente la appena inaugurata Rinascente. L’ipotesi di incendio doloso (nei pressi vi era un deposito munizioni) fu la più gettonata alimentando il clima di sospetti e di paura in città. Solo il 15 novembre di un anno dopo, il Corriere della Sera pubblicò la conclusione dei periti d’inchiesta che facevano risalire la responsabilità ai “residui di sigarette e sigari” che avrebbero fatto da esca. La proprietà ebbe una signorile reazione innanzitutto non licenziando le centinaia di dipendenti restati senza lavoro ma destinandoli ad altre mansioni e poi lanciando una campagna dal titolo “Post fata resurgo”. Ma l’effetto psicologico per la città fu terribile.

E’ in questo clima che arriva a Milano per la prima (e unica) volta un presidente americano in carica. Wilson eletto per la prima volta nel 1912 e rieletto nel 1916 è per i milanesi il “salvatore” colui che decidendo l’entrata in guerra degli USA ha consentito una più rapida vittoria alleata. L’accoglienza in Italia è trionfale tanto da infastidire il governo, oltretutto con i suoi 14 punti e la sua enfasi sulla Società delle nazioni Wilson rappresenta quel mondo democratico progressista che è in Italia rappresentato dalla sola sparuta pattuglia mazziniana, infatti il presidente americano prima di Milano fa tappa a Genova per rendere omaggio alla tomba di Mazzini.

Palazzo Reale (fu l’ultima volta di un ricevimento ufficiale), palazzo Marino, la Scala con relativo affaccio dal balcone sono le tappe del breve soggiorno milanese. Il sindaco di Milano con un ricevimento ed un discorso a Palazzo Marino si attira le critiche del suo partito, tant’è che dovrà ricordare che solo un altra volta le sale erano state aperte per un ricevimento analogo: per la delegazione della Russia rivoluzionaria, ma il suo discorso otterrà il consenso di Mussolini! Caldara infatti sostiene in parte le rivendicazioni territoriali, cavallo di battaglia dei nazionalisti, quelle stesse che invece Bissolati ministro dimissionario dal 29 dicembre, ritiene inutili e dannose.

181217_Marossi-04E’ in questi pochi giorni tra il Natale e l’Epifania 1918/19 che probabilmente si giocano le fortune di Mussolini. Il futuro duce intuisce che “la vittoria mutilata” potrà essere il suo cavallo di battaglia e si prepara per la prima delle innumerevoli prove di forza contro democratici e socialisti da cui uscirà vincitore: impedire che Bissolati possa tenere un comizio alla Scala l’11 gennaio. Ci riuscirà.
Impedire il comizio significò togliere l’agibilità politica all’interventismo democratico, ai wilsoniani, ai socialisti riformisti (quelli che Turati chiamava i “raggirati della storia”) e dimostrare che il magma composto da reduci delusi, futuristi, d’annunziani, aveva un futuro politico e sopratutto un leader. Troverete tutta la storia di quei sette fondamentali giorni di cent’anni fa in un bel saggio di Giovanni Scirocco (Viella, 2016).

La sconfitta dei democratici wilsoniani è rappresentata da una dimenticata figura di politico repubblicano: Cipriano Facchinetti uno dei pochi che cercò alla Scala di tacitare la gazzarra fascista/futurista.

Nato a Campobasso, residente a Busto Arsizio ma politicamente milanese. repubblicano, volontario in fanteria, mutilato (era quasi cieco) e medaglia d’argento al valor militare, massone, fondò con Vigorelli e altri un associazione di mutilati di guerra che si trasformò più tardi nell’Associazione Nazionale Combattenti e assieme a Ghisleri, De Ambris e altri una associazione chiamata Famiglia italiana della Lega universale per la Società delle libere nazioni di chiara ispirazione massonica, ma sconfessata dalla giunta del Grande Oriente.
Il 17 gennaio 1919 firma come direttore assieme a Mario Gibelli il primo numero del giornale L’Italia del popolo organo del Fascio wilsoniano d’azione, cui avevano aderito repubblicani e socialisti bissolatiani dell’Unione socialista italiana (USI), l’obbiettivo era quello di contrapporsi al mussoliniano Popolo d’Italia. Per il giornale così come per il fascio d’azione il successo anche elettorale fu modesto e al Facchinetti toccò la curiosa sorte di vedersi impedito di parlare ad un comizio un’altra volta, com’era accaduto alla Scala, ma questa volta ad opera dei socialisti massimalisti.

181217_Marossi-02Eletto parlamentare fu aventiniano e poi costretto all’esilio in Francia dove venne eletto, con Mario Angeloni, segretario del PRI. Nel 1929 partecipò alla fondazione di Giustizia e Libertà (GL), ma “si dimise nell’agosto 1930 rimproverando ai dirigenti giellisti di averlo tenuto all’oscuro del volo compiuto da Bassanesi su Milano alla fine di luglio” (Treccani, dizionario biografico degli italiani). Il governo di Vichy lo rispedì in Italia dove fu condannato a 30 anni di carcere.

Fuoriuscito in Svizzera alla caduta di Mussolini, nel dicembre 1944 rientrò in Italia e nel dopoguerra fu ministro della Difesa del governo De Gasperi (fu lui che propose l’adozione di quello di Mameli come inno nazionale); ritiratosi dalla politica attiva fu presidente della Federazione nazionale della stampa e meno importante ma degno di nota per i milanesi fu anche presidente onorario dell’aeroporto di Malpensa.

Morì nel 1952 ed è ricordato da una strada nei pressi di viale Forlanini.

Walter Marossi



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  1. Giampaolo Mercanzininteressantissimo. Condivido.
    22 dicembre 2018 • 14:17Rispondi
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