22 novembre 2018

WOMAN AT WAR

Il film sulla “guerrigliera nordica” che ci aiuta a salvare l’ambiente


181122_BragaRegia di Benedikt Erlingsson
Con Halldóra Geirharõsdóttir, Davíõ Þór Jónsson, Ómar Guõjónsson, Jóhann Sigurõsson
Genere: thriller
Produzione: Slot Machine e Gulldrengurinn in co-produzione con Solar Media Entertainment, KÖggull Sf e Vintage Pictures
Durata: 100 minuti

Si chiama Woman at war, in italiano La donna elettrica, e ne sentiremo parlare ancora a lungo. È proprio questa pellicola a vincere il Premio LUX 2018. Mercoledì 14 novembre, nella sede del Parlamento Europeo di Strasburgo, il premio cinematografico è stato assegnato al regista islandese Benedikt Erlingsson. Il suo merito è quello di essere riuscito a proporre nuovi e personali punti di vista su questa nostra Europa, un contributo importante al dibattito politico che quotidianamente si svolge in questa istituzione.

Antonio Tajani, Presidente del Parlamento Europeo, che ha annunciato il vincitore, afferma: “Sono particolarmente orgoglioso di questa nostra competizione cinematografica che dal 2007 è dedicata a film di produzione europea e incentrati su temi fondamentali per la nostra Unione.” Il film è una co-produzione tra Islanda, Francia e Ucraina e tratta un argomento chiave: la necessità di preservare l’ambiente.

La protagonista è una donna indipendente di cinquant’anni. Halla (Halldóra Geirharõsdóttir) dichiara una one-woman-war all’industria dell’alluminio locale ed è pronta a rischiare tutto per proteggere le Highlands islandesi che tanto ama. Si direbbe che la guerrigliera sia un’ottima attrice, in quanto sembra condurre una vita normale. In realtà, dietro le quinte, nasconde dei segreti oscuri. Lei è un’insegnante di musica ma anche una forte attivista ambientale. Le sue azioni sono di gran lunga audaci. Passa da piccoli atti vandalici al sabotaggio industriale. Il giornale inglese The Guardian infatti parla della “performance magnetica di Halldóra Geirharðsdóttir” nel suo duplice ruolo.

Woman at war è un film politico, una saga femminista e allo stesso tempo una favola. L’eroismo femminile, tema abbastanza insolito, viene trattato sotto una luce un po’ bizzarra. Il regista Erlingsson descrive la pellicola come “un film pensato per essere un racconto eroico ambientato nel nostro mondo, sottoposto a minaccia imminente. Un’avventura, simile a una fiaba, ma in grado di strappare un sorriso. La nostra eroina, è una specie di Artemide: protegge ciò che è ancora intatto e selvaggio. Da sola, di fronte a un pianeta in rapida evoluzione, assume sulle sue spalle il compito di salvare la madre terra e le sue future generazioni.” Il messaggio è chiaro: se non si portano avanti determinate azioni, anche se pericolose e difficili, diventiamo esseri inutili. “Le donne stanno continuamente salvando il mondo, a volte usano strategie diverse dagli uomini. In questi tempi, nella battaglia ambientale, le donne sono spesso fondamentali.”

In questo thriller ambientalista d’autore, Erlingsson trova nella natura il senso d’avventura, della suspense e del sentimentalismo. L’Islanda diventa il “luna park del suo immaginario”. Usando come sfondo l’ambiente naturale del suo paese, Benedikt Erlingsson modella un film che ti lascia senza fiato, brillantemente strutturato. Gli attori? Uno più improbabile dell’altro, a partire dalla protagonista. Ma tutti perfetti per la storia coinvolgente. Si esce dalla sala sicuramente elettrizzati, con la voglia di fare qualcosa per il nostro pianeta.

 

Samuela Braga



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  1. beniamino bragaArticolo interessante e scorrevole ti fa venire voglia di vederlo
    25 novembre 2018 • 11:30Rispondi
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