24 ottobre 2017

sipario – BALLETTO CON POPCORN: LE DIRETTE A MILANO


Forse l’unico momento in cui si mangiano i popcorn è al cinema, al punto che l’immaginario comune del cinema tra i suoi aspetti iconografici più riconoscibili vede il cono di cartone dei popcorn. Da qualche anno a questa parte non solo i blockbuster (le cosiddette “americanate”) o film d’essay vengono rappresentati sul grande schermo, ma anche la danza e in particolare proprio il repertorio del balletto classico.

sipario35FBIl primo è stato il Teatro Bol’šoj di Mosca che ha fatto viaggiare la sua compagnia senza organizzare tournée, né preparare un solo valigia. Il principio e la procedura è semplice. In diretta – o se il fuso orario diventa troppo proibitivo – in differita una recita di balletto in scena al Bol’šoj viene trasmessa nelle sale di tutto il mondo, in quei cinema convenzionati che aderiscono all’iniziativa.

La fortuna del balletto al cinema è stata tanto fruttuosa, che nella sola nostra Milano da un unico cinema aderente all’iniziativa fino all’anno scorso, ne sono diventati tre. Non solo, la maggiore compagnia di danza della Russia, una delle più prestigiose e famose del mondo, che certo non attiva un’operazione di marketing del genere, perché ha necessità di visibilità, il Teatro Bol’šoj organizza una “stagione al cinema” per le produzioni che vuole siano presentate al mondo (qui la stagione 2017/18 in corso).

Così si conoscono i primi ballerini, i primi solisti, i solisti e tutti gli artisti della compagnia moscovita: infatti, in tre lingue vengono intervistati in diretta mondiale durante le pause tra gli atti – che per le esigenze del teatro non sono meno di venti/trenta minuti. L’interprete e traduttrice presenta il balletto, gli artisti e il direttore, ricorda la grande tradizione e storia dell’istituzione teatrale russa. Un’occasione di promozione e apertura al mondo, che risulta gradevole, perché il contenuto artistico è di grandissimo livello, al punto che fa perdonare qualche peccato di propaganda e vanità nazionalistica della Federazione Russa di Putin.

La fortuna del balletto al cinema è stata tanto fruttuosa, che anche il Royal Opera House di Londra ha riprodotto il format del Bol’šoj, prima con l’opera, poi con il balletto della sua compagnia che attira maggiormente il pubblico (qui il programma per la stagione 2017/18 in corso). Londra fa un passo ‘social’ in più. Infatti, apre anche su YouTube le tradizionali porte chiuse delle bellissime sale prove del Covent Garden.

sipario35_2Ieri, 23 ottobre è stato trasmesso in diretta mondiale la recente produzione del coreografo Christopher Wheeldon Alice nel paese delle meraviglie, direttamente ispirato al romanzo di Lewis Carroll e che nelle scene, costumi e drammaturgia molto deve all’Alice di Tim Burton, soprattutto nel personaggio del Cappellaio Matto di Johnny Depp e nella Regina di Cuori di Helena Bonham Carter. Un balletto indubbiamente neoclassico, che mostra cioè una forte base classica nella tecnica esecutiva e compositiva (uso delle punte, divisione in atti e scene narrativi) e una notevole contaminazione con il mondo del ballo (tip-tap, musical, rockabilly jive) e del mimo comico (ingresso della Regina di Cuori). Una nuova creazione, frutto dell’investimento artistico e non solo del Royal Opera House, che viene presentato in tutto il mondo.

La fortuna del balletto al cinema è stata tanto fruttuosa, che a Milano la gente che non va alla Scala conosce molto di più i nomi dei danzatori – e magari pure e loro specificità artistiche – del ROH di Londra o del Bol’šoj di Mosca che gli artisti della compagnia di balletto della propria città. Io non sostituirei con nessun effetto speciale l’emozione e l’empatia che si riceve dagli artisti dal vivo sul palco; ma è innegabile che in mancanza di possibilità di andare a Londra o a Mosca o alla Scala sarebbe una bella alternativa quella di poter vedere i balletti al cinema.

Perché il Teatro alla Scala non attiva una campagna di marketing che coinvolga la proiezione cinematografica – mondiale, perché no? – delle sue produzioni? Alcune sono nuove come la Cinderella di Mauro Bigonzetti, espressamente creata per la Scala, oppure La Valse di Ravel ricoreografata da tre emergenti coreografi attualmente membri della compagnia milanese.

Potrebbe così valorizzare e far conoscere i suoi artisti, come i giovani primi ballerini Claudio Coviello e Nicoletta Manni, Marco Agostino, Vittoria Valerio, Martina Arduino, Virna Toppi, Christian Fagetti e la compagnia in generale, che lavora bene e sa raggiungere ottimi risultati in termini di favore del pubblico.

Domenico Giuseppe Muscianisi

questa rubrica è a cura di Domenico Giuseppe Muscianisi e di Chiara Di Paola
rubriche@arcipelagomilano.org



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