26 settembre 2017
La città che più d’ogni altra in Italia è legata all’opera, al balletto e al teatro ‘classici’ ospita in realtà questo autunno vetrine che vanno ‘oltre’ e ‘più’. ‘Oltre’ e ‘più’ che cosa? Oltre il classico e più: infatti, si occupano di danza e teatro contemporanei. Oltre i confini nazionali e più: infatti, presentano una serie di realtà coreiche straniere poco conosciute in Italia. Oltre i nomi noti e più: infatti, si preoccupano di promuovere nuovi e debuttanti coreografi – per lo più italiani – come l’anno scorso Stefania Ballone, che presentò Alter, passo a due autobiografico con Massimo Murru.
Tornano, infatti, a Milano il Festival MilanOltre per la sua 31ª edizione al Teatro Elfo Puccini (28 settembre – 29 ottobre 2017) e il Festival Più che Danza (29 settembre e 6 – 11 ottobre 2017) alla sua 4ª edizione presso il Teatro Fontana con un programma ricco di prime italiane, sperimentazioni nazionali ed estere, workshop e laboratori.
Il grande ritorno e una grande apertura spettano ad Anne Teresa De Keersmaeker, che ripresenta dopo oltre trent’anni lo spettacolo che nell’83 ha dato origine alla sua compagnia Rosas: nello spettacolo Rosas danst Rosas (che in nederlandese vuol dire ‘(la compagnia) Rosas balla Rosas’) le danzatrici ripercorrono lo spazio della gestualità rituale quasi ossessiva nel perfetto scandire del tempo, grande cavallo di battaglia che ha reso famosa De Keersmaeker e le ha regalato il successo fin allo scorso anno all’Elfo Puccini.
Dedicato all’esplorazione della bellezza, che riluce di un’estetica contemporanea, in cui il corpo è soggetto e attore di una società in continua evoluzione, è questo autunno di teatro milanese. Nella bellezza contemporanea ha spazio il corpo, il suo linguaggio e la sua esplorazione (Compagnia Zappalà ed Enzo Cosimi per MilanOltre; Rosita Mariani per Più che Danza), come del danzatore giovane così dell’anziano performer.
Il contemporaneo scompone la danza tradizionale per tornare nelle sue forme minimalistiche, in estrema sintesi in movimento in relazione al tempo e allo spazio, una visione antropologica oggetto dell’investigazione di Eleonora Soricaro a Più che Danza. Il tempo è uno degli altri elementi di studio in questi due festival milanesi. Con Anne Teresa De Keersmaeker, con Ossidiana di Fabrizio Favale, con Ariella Vidach a MilanOltre e con Present Tense di Daniela Clementina De Lauri e Sara Svati per Più che Danza il tempo, la sua assenza o il suo possibile futuro diventano oggetto di rappresentazione e ricerca.
Una peculiarità del Festival Più che Danza è che – come dice il nome stesso – non si limita alla danza, ma estende il proprio tema Multidisciplinarietà alla proiezione di video d’autore, di teatro contemporaneo che al mimo e al gesto unisce la voce, le luci, la fotografia e la performance in senso lato. Chiunque può entrare nel ‘cervello’ creativo della danza ed esperienza contemporanee grazie all’istituzione di laboratori con gli artisti e i coreografi aperti al pubblico in una poetica che trae origine dal teatro totale di Pina Bausch.
Domenico Giuseppe Muscianisi
Foto di Jo Fenz («Amari Ka» di Marco De Meo) in programma a Più che Danza 2017, per concessione di Franca Ferrari.
questa rubrica è a cura di Domenico Giuseppe Muscianisi e di Chiara Di Paola