20 aprile 2016

la posta dei lettori_20.04.2016


Scrive Valentino Ballabio a proposito di fondi e Città Metropolitana – Caro direttore, apprezzando il tuo ultimo editoriale a cominciare dal titolo “La Città Metropolitana da fare, adesso!” si deve osservare come, il giorno dopo la sua pubblicazione dunque proprio “adesso”, arrivi l’annuncio dell’utilizzo della quota di 36,7 milioni dello stanziamento erogato dall’Unione Europea in favore delle Città Metropolitane italiane tutta per progetti interni ai confini comunali e solo nella disponibilità di quattro assessori della Giunta di Milano. Ma gli organi metropolitani in carica (uscito dall’aula il Sindaco omologo per evidente conflitto d’interesse) hanno niente da dire al riguardo di questa appropriazione che, al netto della frenesia elettorale, non saprei definire se burla, beffa o truffa?

 

Scrive Donata Schiannini a proposito di murales e street art – Interessante l’articolo sui murales. Segnalo che oltre all’ottima iniziativa del Comune di destinare agli artisti muri pubblici, vengono dati anche muri privati. In particolare in via Padova, dove abito, un bellissimo murale di Pao è sul muro esterno del Parco Trotter, un altro straordinario sul muro esterno del Liceo Artistico Caravaggio, angolo via Prinetti, progettato ed eseguito da docenti e allievi con gli artisti Pao, Bros e Tomoko. Un murale di Bros e Tomoko sul muro del giardinetto del Nido comunale di via Padova 25. Altri murales e serrande dipinte nella via, altri ancora (e una serranda) nelle vie adiacenti, Marco Aurelio, Termopili, Pietro Crespi. Se l’autrice dell’articolo è interessata a questo tipo di arte, la invito amichevolmente a venire a fare un giro, ne vale la pena

 

Scrive Nicola Verri a proposito di mobilità leggera – Mi permetto, dopo avere letto l‘articolo di Stefano D’Onofrio rilanciato sul notiziario di Ciclobby, una semplice osservazione. L’articolo svolge un ragionamento che mi sembra coerente e condivisibile, ma tralascia a mio parere alcuni aspetti più “terra-terra” che provo a esprimere con una battuta. Non credo che tutti i “neociclisti” del 2011 si aspettassero di vedere il cambiamento descritto e auspicato nell’articolo (regole e spazi organizzati come in altri paesi) nel giro di poco tempo; forse si sono resi conto – questo sì in poco tempo – che non era venuto meno il presupposto di sostanziale indifferenza per la bici su cui si era sedimentata la situazione attuale. E questo lo percepisci, per citare due situazioni dellaZona 1, se ti trovi a cercare un palo per legare la bici in piazza Duomo o a percorrere in divieto (teoricamente almeno) i Navigli in senso orario. E non ti basta pensare che via Torino l’hanno sistemata, quando percorri i masselli di via S. Vittore … .

 

 



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