26 giugno 2018

la posta dei lettori_27.06.2018


Scrive Chiara Pellicciari a Simona Viola parlando di referendum e informazione – Simona Viola nel suo articolo sostiene che fra i motivi più importanti che consiglierebbero la riapertura dei navigli ci sarebbe il dovere del rispetto, da parte dell’amministrazione comunale, del voto espresso dai cittadini “a meno di svillaneggiare il referendum che si è tenuto”. Viene da chiedersi se e che informazioni avessero, in merito, tutti i cittadini, prima di partecipare a quel referendum. Il referendum, strumento democratico, deve prevedere che i cittadini siano messi al corrente sull’argomento prima di essere chiamati a votare perché al voto ci si va non solo con il cuore, ma anche con la mente.

Per quanto mi riguarda, col cuore avrei risposto “sì” ma con la mente “no” perché ancora troppo vaga ed esigua l’informazione. Visto il non indifferente impegno economico che la riapertura dei navigli comporta (non credo ne fossero a conoscenza i cittadini al momento del referendum, o sbaglio?) sarebbe quanto meno opportuno domandarsi quanti nostalgici dei bei tempi andati avranno risposto a favore non sapendo ancora, per esempio:

-quali navigli si riaprirebbero? tutti? dei tratti? quali? (c’è un’idea di chi e in quanti cittadini fossero informati a riguardo?)

-quali garanzie riguardo alla pulizia, al decoro, alla manutenzione, al controllo della salute pubblica?

-quanto tempo e quali disagi richiederebbe la loro realizzazione? (saremo a cantieri aperti per la metropolitana fino al 2023 con non pochi disagi. I cittadini ne erano già al corrente?)

-quali siano stati in passato i motivi della chiusura dei navigli?

Queste sarebbero solo alcune delle informazioni che chi ha promosso il referendum avrebbe dovuto garantire ai cittadini per permettere loro di parteciparvi con la necessaria consapevolezza. Il fallimento del referendum nazionale sulla Costituzione promosso da un “democratico” presidente del consiglio, insegna.

E’ stata una campagna di comunicazione in cui ha prevalso l’emotività sulla ragione penalizzando l’informazione sui diversi quesiti proposti in quel referendum che oltretutto obbligava a un’unica risposta: un sì o un no complessivo per tutti i quesiti. In democrazia, prima di indire un referendum, ci si dovrebbe assumere la responsabilità di informare adeguatamente i cittadini sull’argomento su cui saranno chiamati a votare.

Scrive Paolo Borghese al Direttore a proposito della riapertura dei Navigli – Sono allibito su quanto leggo a proposito dello sconsiderato progetto di Sala, denominato – propagandisticamente e falsamente – “Riapertura dei Navigli”. Il milanese che legge distrattamente e non ha tempo di informarsi, crede – erroneamente – che il Comune gli proponga di riaprire gli antichi corsi artificiali d’acqua, che una volta servivano sia per la difesa della città, sia per la navigazione. A fine corsa, nell’Ottocento, esaurito il compito della difesa, il tratto dei Navigli che derivava dalla Martesana serviva effettivamente come mezzo di trasporto, soprattutto di merci. Emblematica la localizzazione della tipografia del Corriere presso il tombone di San Marco, dove arrivavano le barche con i rotoli di carta da Vaprio d’Adda. Traffico merci che si esaurì con l’avvento della ferrovia.

Oggi ci vogliono far credere che il nuovo progetto abbellisca la città e permetta la navigazione turistica. Ci fanno vedere bellissimi – e falsissimi – rendering, ispirati alle vecchie fotografie di fine Ottocento – inizio Novecento, e ai numerosi quadri di artisti, ancora esistenti nei musei, ecc., suggerendo al popolo che il risultato dell’opera sarà così. Come la “Riapertura della Scala” nel 1946, dopo le bombe della guerra.

Fanno credere che: “I Navigli sono stati interrati negli Venti. Basta riscavarli”. Ci spacciano bellissime vedute del Tombone di San Marco e di Piazza Cavour.

Ma sarà proprio così? Mi sono dato la pena di leggere il progetto, e ho scoperto che alla fine dello stesso (prima cinque anni di fossi e di tubi, poi, chissà quando, solo fossi raccordati da conche) i milanesi disporranno di fossi interrati con sponde e fondo di cemento armato, larghi da 5,5 metri a 7 metri, con il pelo dell’acqua inferiore di 2/3 metri dal livello stradale. Non sarà possibile riportare i nuovi fossi alla larghezza originaria dei Navigli perché, ormai da quasi un secolo, gli edifici rivieraschi godono di accessi stradali che non si possono eliminare. A fianco dei nuovi fossi vi sarà una sede stradale che al tempo dei Navigli non esisteva.

La navigazione (solo quella turistica, si intende) sarà possibile solo con barchette elettriche, della larghezza di un’automobile (1, 5/ 2 metri), di ridotto pescaggio, che non potranno neanche girarsi per invertire la marcia e, quindi saranno reversibili. L’intero percorso, da Via Melchiorre Gioia alla Darsena, o viceversa, sarà percorribile in circa tre ore, sia per la lentezza della navigazione, sia per il tempo occorrente per superare le numerose chiuse del percorso. Se mai vi saranno turisti che vorranno tornare al punto di partenza, dopo le prime tre ore di navigazione, dovranno cambiare il lato dei sedili per poter vedere l’altra sponda. Comunque, vedranno poco – al massimo i piani più alti delle case rivierasche – perché navigheranno infossati (al modo dei naviganti nel Canale di Corinto!). Niente pranzi/cene sui bateaux mouches.

Ci viene detto che la prima fase del progetto – le vasche di cemento + i tubi interrati – durerà almeno cinque anni, ad un costo (attuale) di 150 milioni di euro.

Il sindaco Sala, intervistato da CON – il mensile della COOP (prelevabile in tutte le filiali COOP di Milano – una rivista letta da decine di migliaia di persone, scritta in linguaggio accessibile a tutti) n. 5 – giugno – luglio 2018, primo articolo della rivista, a domanda così risponde:

“I progettisti hanno fissato approssimativamente il 2022 come dato di chiusura della prima fase dei lavori. (I fossi collegati da tubi) …. Per la seconda fase, con il completamento delle connessioni … una data ancora non c’è”.

Il progetto, o forse meglio “studio di fattibilità”, mi sembra onesto nell’evidenziare i limiti dell’opera; spesso, dopo aver effettuato un tale tipo di studio, i committenti dello stesso decidono di non proseguire. Questa mi sembrerebbe la naturale conclusione che i milanesi dovrebbero trarre da questo studio.

Escluso l’abbellimento della città e l’incremento del turismo, perché la “navigazione turistica” non esiste, o, se venisse attuata comporterebbe spese ingenti per i mezzi, i conduttori, l’esercizio delle conche, la sicurezza, ecc., l’unico vantaggio sarebbe nell’’ulteriore limitazione del traffico per i rivieraschi, che farebbe ulteriormente salire i valori degli immobili.

Ma se Milano ha i soldi e li vuole spendere, gli obiettivi prioritari della città, a mio parere, sarebbero almeno la costruzione/restauro delle trentamila case popolari che attualmente mancano, e il restauro delle periferie, attualmente indecenti per cattiva manutenzione, sporcizia, sciatteria e disordine: quale migliore promozione del turismo?

Inoltre, mi sembra demenziale e irresponsabile proporre di iniziare lavori così impegnativi senza un progetto completo, in termini di tempi e costi, come lo stesso Sala ci ha confessato. Si rischiano venti o trent’anni di lavori, mai finiti e con costi sempre crescenti.

Sulla rivista ho letto interventi recenti, su questa materia, di una vaghezza sconcertante.

Gli aspetti tecnici e dei costi devono, a mio parere, prevalere sulle affermazioni ideologiche, che non tengono conto della realtà dei fatti. Quando i nostri antenati hanno, prima scavato i Navigli e poi li hanno abbandonati, l’hanno fatto per motivi molto concreti. Anche noi, ora, dobbiamo comportarci così.

Scrive Alberto Marzi rispetto alla riapertura dei Navigli – Leggo l’articolo odierno sull’argomento in oggetto. Tralascio di commentare la prima parte, premesso che ognuno è libero di avere una propria opinione, io sono favorevole perché, in vista di una pedonalizzazione estesa del centro storico (di cui non v’è certezza sui tempi ma non sull’attuazione) ritengo preferibile avere un corso d’acqua accanto al passeggio, piuttosto che una nera striscia di asfalto deserta.
Mi riferisco piuttosto alla seconda parte dell’articolo, in cui si parla di referendum, secondo Voi preferibile alla pubblica consultazione, per precisare che il referendum c’è già stato, mi pare nel 2011, con un esito favorevole plebiscitario. Il Sindaco (o chi per esso) ha poi pensato di “rimescolare le carte” e di riproporre il quesito in forma diversa, cioè chiedendo di esprimersi sulla modalità di realizzazione della riapertura (integrale, come da progetto originale, oppure “parziale”, cioè alcune “vasche per pesci rossi”, poco profonde, non navigabili, praticamente inutili). Questo tentativo è fallito, proprio perché è stato fatto presente che il referendum c’era già stato e non era il caso di spendere altri soldi per una ripetizione, caso mai il quesito sul “come” andava sottoposto in forma diversa, e da qui’ deriva la pubblica consultazione.
Dopodiché esprimo la mia assoluta condivisione su quanto scritto nell’articolo in merito a via Melchiorre Gioia, sintesi perfetta della situazione reale.

Scrive Elena Bosciano a proposito della riapertura dei Navigli – Sono totalmente d’accordo con quanto scritto da Luca Beltrami Gadola lo scorso 12 giugno! Suggerirei, e mi rendo disponibile, di avviare un’azione di sensibilizzazione anche con un presidio-sui-marciapiedi. Grazie.

 



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali



Sullo stesso tema


19 ottobre 2020

SUI NAVIGLI E IL FALÒ DEGLI ELABORATI

Roberto Biscardini



6 ottobre 2020

NAVIGLI E RECOVERY FUND

Giuseppe Ucciero



5 aprile 2019

UN PROGETTO PER LA CITTÀ

Jacopo Gardella



5 aprile 2019

SULLA TRACCIA DEL NAVIGLIO INTERNO

Gian Paolo Corda



17 marzo 2019

NAVIGLI IN TEORIA, NAVIGLI IN PRATICA

Stefania Recchi



12 febbraio 2019

NAVIGLI. ASPETTANDO BRUXELLES

Luca Beltrami Gadola


Ultimi commenti