12 aprile 2016

I MURALES A MILANO: REPRESSIONE PER I VANDALI, TUTELA PER GLI ARTISTI


Il Comune di Milano, nei mesi scorsi, ha adottato una nuova e più lungimirante strategia per cercare di arginare il fenomeno dei writers, i disegnatori che utilizzano i muri della città per esprimere la propria creatività, in modo spesso dannoso, ma talvolta con risultati interessanti. Si tratta di un tema molto controverso e molto sentito dall’opinione pubblica che vede le facciate degli stabili di centro e periferia spesso costantemente insozzate da sigle e segni di nessuna valenza artistica, con ingenti spese di pulitura per i cittadini ed il Comune.

12livigni13FBMa vi sono anche molte espressioni della cosiddetta “street art” che abbelliscono la città in aree spoglie e grigie e rivestono un particolare valore non solo artistico, ma potremmo dire anche sociale. Dal centro alle periferie, è oggi possibile tracciare un vero e proprio itinerario dei murales milanesi, dai luoghi di culto per gli artisti, come il Leoncavallo ai nuovi templi della cultura milanese come la Fabbrica del Vapore, con il suo recente murale dedicato a Mandela e ai vent’anni della democrazia in Sud Africa.

Soffermandoci solo sul centro, porzione molto più limitata del territorio, la zona tra i Navigli e le Colonne di San Lorenzo si presenta come una lunga e coloratissima tela di cemento che, dai colori vivaci dell’Elicrisio – storica casa autogestita milanese, oggi spaccio popolare di prodotti biologici – passa attraverso i murales della Darsena e dello Zam di via Santa Croce, arrivando fino ai graffiti di Corso di Porta Ticinese e alle serrande dipinte dei suoi negozi alla moda, che intrecciano cultura, ironia e impegno sociale.

Da ricordare la ricostruzione storica di “Milan Street Hi-story”, un murale commissionato dal parroco della Basilica di San Lorenzo per un muro di 40 metri appartenente alla chiesa: l’opera ripercorre due millenni di storia milanese, ritraendone volti celebri e momenti salienti, dagli Sforza e i Visconti a Sant’Ambrogio, da Leonardo Da Vinci a Napoleone, da Alessandro Manzoni a Giuseppe Verdi. Ed è solo un accenno: in quartieri come Città Studi, Lambrate e, soprattutto, l’Isola sono presenti numerosi murales anche di grandi dimensioni, di tematica satirica, politica e sociale che vivacizzano spazi di grandi dimensioni e rappresentano dei veri e propri “punti di riferimento” visivi per la zona.

Insomma, si deve distinguere con attenzione i graffiti che imbrattano muri e mezzi pubblici dalla “street art” e così sembra aver fatto il Comune. Se da una parte, per le cosiddette “tag” – sigle per marcare il territorio – o per i graffiti su treni e metropolitane prosegue l’attività repressiva, anche con la creazione di un autonomo pool della Procura della Repubblica, dall’altra Palazzo Marino sembra disposto a sempre maggiori aperture per tutto quello che rientra nel novero della “street art“.

Si tratta, come dicevamo, di murales di un certo valore artistico, quelli che qualificano muri e zone prima anonime della città divenendo perfino – come già in altre capitali europee come Londra e Berlino – possibili mete per i visitatori interessati a questo genere di arte.

Ed è per loro, ma anche per chi è in cerca di una “tela” per i propri lavori, che il Comune ha lanciato una mappa per conoscere i graffiti della città e i muri dove è possibile realizzarli. L’iniziativa rientra nel progetto “Muri liberi“, con il quale Palazzo Marino ha messo a disposizione 100 spazi per la street-art tra cavalcavia e sottopassi di proprietà comunale  o gestiti da aziende che hanno aderito al progetto.

Sulla mappa, disponibile on line, si potranno visualizzare i murales già esistenti e le zone, ancora libere, dove è possibile realizzarli. Inoltre, inviando una mail ai tecnici dell’assessorato ai Lavori Pubblici del Comune, è possibile segnalare altri spazi da destinare all’arte dei murales: l’obiettivo è aggiungere altri 50 muri ai 100 già disponibili.

Pare davvero una bella idea che avvicina le capacità artistiche di molti giovani “artisti di strada” al Comune ed alla cittadinanza, abbellendo aree cittadine altrimenti spoglie e così creando una sorta di sinergia virtuosa contro chi usa le bombolette spray solo per sporcare i muri delle nostre case e gli spazi della nostra città.

Ilaria Li Vigni

 

 



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