3 luglio 2018

la posta dei lettori_03.07.2018


Scrive Patrizia Taccani sul progetto di riapertura dei navigli – Leggo l’articolo di Luca Beltrami Gadola, “LIPPARINI: NON C’È PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE. E non vuol capire”. Sono tra i 451.000 cittadini milanesi che al referendum citato aveva espresso il proprio consenso. In totale inconsapevolezza degli aspetti relativi alla spesa, spinta quindi – se ben ricordo – da una sorta di afflato poetico. Oggi sono fermamente contraria al progetto. Ritengo che le priorità della città di Milano siano ben altre. E riguardino, in primo luogo, i bisogni dei cittadini disagiati e il ripristino ambientale delle zone disagiate. Grazie dell’attenzione.

Scrive Giovanni Garavaglia a Luca Beltrami Gadola – Caro direttore, cinque domandine sul tema:

1) La cementificazione selvaggia operata per sistemare la Darsena è la nuova forma dell’ecologia?
2) La sepoltura di reperti archeologici per metterci sopra un mercato è il prezzo della modernità?
3) Gli 83 (!) deturpanti semafori in piazza XXIV Maggio favoriscono davvero la mobilità?
4) Di giorno e di notte in Darsena e dintorni bivacca davvero “la meglio gioventù”?
5) La tranquillità degli abitanti del contorno è davvero tutelata? O non è un altro esempio di odioso menefreghismo come quello di far pagare l’area C ai residenti che devono spendere per andare a casa loro?

Scrive Roberto Castelli Dezza (Cittadini per l’aria) per Luca Beltrami Gadola – Caro direttore, l’articolo di Fiorello Cortiana sull’economia digitale pubblicato sull’ultimo numero di Arcipelago Milano è veramente notevole. Condivido molte delle sue analisi e altre – forse eccessivamente distopiche – sono però plausibili e interessanti. Su questi temi il pensiero critico è stato poco e limitato, in un’accettazione supina e acritica della modernità. Nella mancanza di un criterio generale di interpretazione del mondo, siamo così costretti ad ascoltare le elegie di personaggio della rivoluzione digitale più o meno rilevanti in una prospettiva storica e il ritorno, sotto mutate vesti, delle magnifiche sorti e progressive neopositivistiche. Mi sembra che L’analisi critica di Cortiana sia l’inizio di una vera e propria critica del modo di produzione digitale in un’ottica marxiana, che – nello stesso tempo – non trascura le riflessioni filosofiche successive. Di fatto è proprio il pensiero critico e analitico ciò che manca maggiormente in questi decenni, troppo spesso sostituiti da un dissenso retorico o da una vera e propria “teatralità” estetizzante del conflitto. Mi riferisco in particolare a molti intellettuali che – invece che agire sulla realtà – preferiscono l’apparizione televisiva e il gesto eclatante (gli esempi sono tanti inutile citarli).

Fin qui i complimenti e il mio pieno apprezzamento; mi permetto però di farle un’osservazione sulla rivista: è così sicuro che il progetto dei navigli sia così negativo? Gente come Di Simine e altri come lui non mi sembrano persone acritiche e facili a entusiasmi immotivati…

Scrive Luisa Dapri, Presidente Comitato Amici di viale Doria, in merito al progetto riapertura dei navigli – Progetto inutile in un momento in cui non si trovano risorse per fermare il degrado delle zone intermedie della città che rischiano di entrare in modo irreversibile nel modo delle periferie degradate. Già avvenuto per viale Padova viale Monza e in stato avanzato per VIALE DORIA. Il Comitato Amici di viale Doria ha presentato un articolato progetto di riqualificazione del viale Doria di piazza Caiazzo e vie limitrofe. È piaciuto a Pisapia e a Sala che ne ha fatto cavallo di battaglia nel corso della campagna elettorale inserendolo nei progetti dei quartieri. Ma a tutt’oggi non si è visto nulla. Il maggior degrado invece è visibile a tutti!! Un viale e una piazza già vanto di Milano, dagli anni ’60 dopo i lavori della MM1 e MM2 teatro di parcheggi orribili fonti di malavita abusivismo e toilette a cielo aperto! Una vergogna.

 



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