19 dicembre 2023

ITA AIRWAYS, LA NUOVA COMPAGNIA AEREA NASCE MALE

Le compagnie aeree italiane sono il buco nero della politica da sempre


Copia di Copia di rification (1)

La nascita di ITA Airways più una svolta che supera il passato è una svolta “gattopardesca” che torna al passato. Con l’accordo sindacale raggiunto ITA Airways toglie la maschera ed evidenzia che la discontinuità chiesta dalla UE tra ITA e la ex Alitalia è rimasta sulla carta. Ita è nata con gli stessi aerei e gli stessi slot di Alitalia comprati ad un euro (1) euro, ha assunto solo lavoratori (la metà) della ex Alitalia, ha fatto sparire il periodo di prova previsto dalle norme rendendo evidente che i passaggi dell’attuale organico di 2.800 addetti sono solo un passaggio di ramo d’azienda.

La vendita di beni della vecchia compagnia di bandiera a Ita è stata oggetto di una recente sentenza di un giudice del lavoro di Milano. Il Giudice è rimasto sbalordito che questi beni siano finiti a Ita per un solo euro e non a prezzi di mercato, come invece chiedeva l’Europa per autorizzare l’ingresso di Lufthansa in Ita. Non solo ma ha aggiunto che questa “cessione” può aver danneggiato i creditori e i lavoratori di Alitalia in amministrazione straordinaria.

Il processo nasce dopo il ricorso di una addetta di Alitalia che chiedeva di essere riassunta da Ita Airways in ragione di una continuità aziendale tra il vecchio e il nuovo vettore. Nella sua sentenza il Giudice sancisce il diritto di questa hostess a essere riassunta da Ita Airways. Di fatto anche questa sentenza, ce ne sono state altre due che hanno reintegrato oltre 250  addetti, ritiene Ita Airways non sia una nuova compagnia nata dal nulla ma il “clone” di Alitalia ora in liquidazione.

Bruxelles chiedeva invece una vera e propria discontinuità tra le due aziende. Nel 2021 Giorgia Meloni si scagliava contro il governo Draghi, responsabile di aver «distrutto la nostra compagnia di bandiera» per spolpare un asset strategico nazionale per trasformare Alitalia in una low cost, da svendere ai tedeschi di Lufthansa.

Oggi la vendita del 41% a Lufthansa è ancora ferma sotto le (involontarie) pesanti bordate della magistratura italiana e la compagnia benché dimezzata continua a perdere un milione di euro al giorno.

Era il 7 maggio scorso quando veniva dato per fatto il matrimonio tra Ita Aiways e Lufthansa e che era scaduta la proroga della trattativa in esclusiva tra il Ministero dell’Economia e Lufthansa per la vendita di una quota di minoranza (41%) della Newco nata dalle ceneri di Alitalia al vettore tedesco. Solo in questi giorni sono state rese note le “pubblicazioni del matrimonio” e formalizzate a Bruxelles.

Lufthansa è ora preoccupata per la causa giudiziaria vinta dagli ex-dipendenti Alitalia che hanno ottenuto il reintegro al lavoro e dopo di loro verosimilmente lo otterranno un altro migliaio di addetti che hanno fatto ricorso. Su questo scontro giurisprudenziale in merito al fatto che vi sia o meno una discontinuità aziendale tra Alitalia e ITA, il Governo ha approvato un decreto legge che esclude che nel passaggio da Alitalia a ITA vi sia continuità fra le due aziende e che di fatto afferma che il prezzo di un euro per la vendita dell’asset della ex Alitalia è un prezzo congruo.

Perché un migliaio di ex Alitalia si nella nuova compagnia e gli altri no? Rischia di fallire anche questo pallido tentativo di privatizzazione per liberare i contribuenti italiani da un “peso” di oltre 13 miliardi di euro negli ultimi 20 anni. E’ certo che il cordone ombelicale politica-azienda di Stato del consociativismo e del controllo delle assunzioni nessuno lo vuole tagliare.

Dario Balotta

 



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