7 novembre 2023
FUNZIONARI, DIRIGENTI, GABINETTISTI
Per una storia della burocrazia milanese
7 novembre 2023
Per una storia della burocrazia milanese
La storia del comune di Milano come quella di tutti i comuni italiani è fatta di sindaci, assessori, consiglieri comunali, liste elettorali, partiti e gruppi, giornali e comizi, tutte in forme diverse studiati ed indagati. Un solo aspetto resta sempre nell’ombra rarissimamente citato e studiato: quello dei funzionari, dei dirigenti comunali
Eppure, non solo spesso essi furono determinanti nelle scelte della città con un peso “politico” amministrativo talvolta di gran lunga superiore all’assessore di riferimento ma rappresentano quella continuità amministrativa che è una delle caratteristiche peculiari di Palazzo Marino; esemplare in questo senso Enrico Mascheroni.
Se il sindaco Bellinzaghi (1818 1892) ha il record di durata sulla poltrona di sindaco, quasi 20 anni, seguito da Ferrari e Tognoli 10 anni, staccati di poco Albertini, Aniasi e oggi Sala; se vi sono consiglieri comunali che hanno trascorso in consiglio anche tre decadi, nessuno può vantare la durata di questo grand commis: per quarantun’anni a Palazzo Marino di cui venti come segretario generale del comune.
Scrive Wikipedia: Il Segretario è dipendente del Ministero dell’Interno e presta servizio presso il comune o la provincia dove svolge compiti di collaborazione e funzioni di assistenza giuridico-amministrativa nei confronti degli organi dell’ente in ordine alla conformità dell’azione amministrativa alle leggi, allo statuto ed ai regolamenti. In qualità di pubblico ufficiale cura la verbalizzazione delle riunioni del Consiglio e della Giunta, esercita la funzione di notaio nell’interesse dell’ente ed è garante dell’imparzialità, dell’anticorruzione e della trasparenza dell’azione amministrativa. Egli è inoltre il dirigente apicale e pertanto sovrintende allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti degli uffici e ne coordina l’attività.
La figura del segretario comunale risale all’epoca della costituzione dei primi comuni medievali ed ha accompagnato l’evoluzione legislativa e la storia stessa del municipalismo italiano, esposta, più delle altre categorie del pubblico impiego, al mutevole cambiamento costituzionale del nostro Stato ed all’avvicendamento delle amministrazioni locali. Il segretario comunale e il segretario provinciale, nell’ordinamento giuridico italiano, sono organi monocratici rispettivamente del comune e della provincia. (Fabio Martino Battista).
Mascheroni aveva iniziato come impiegato ai lavori pubblici stendendo la prima convenzione con la Edison per l’esercizio della prima linea elettrica tramviaria quella che dall’Arco della Pace o Porta Sempione arrivava in Piazza Duomo; ma sua è anche la firma sui progetti delle nuove fognature, sugli studi per la metropolitana, della sistemazione di Piazza del Duomo, della nascita dell’Azienda Elettrica milanese, dell’Expo, del tram Milano Baggio che inaugurò con il commissario Olginati.
In particolare, fu l’architetto dei prestiti finanziari e della riforma tributaria che con l’amministrazione Ponti ridisegnarono la città anche contro la maggioranza conservatrice che sosteneva il sindaco.
Fu la spalla burocratico amministrativa dell’assessore Giuseppe Ponzio che come scrive la Treccani: “può essere considerato uno dei maggiori protagonisti dell’intervento pubblico in Italia perché il suo operato fu all’origine di quelle che, prima delle nazionalizzazioni, furono le due maggiori imprese pubbliche italiane nel campo dei trasporti (Azienda tranviaria municipale) e in quello elettrico (Azienda elettrica municipale)”.
Liberale progressista ma soprattutto civil servant, collaborò con sindaci diversi per orientamento politico Giovan Battista Barinetti (che giurò nelle sue mani come del resto molti dei successori) Ettore Ponti, Bassano Gabba, Emanuele Greppi, Emilio Caldara, Angelo Filippetti, Mangiagalli e si dimise dall’amministrazione nel maggio del 1924 quando ormai era evidente che l’autonomia comunale stava lasciando spazio al dirigismo podestarile del regime.
Ultimo suo atto fu l’unificazione degli undici comuni limitrofi alla città: Affori, Greco, Chiaravalle, Trenno, Rogoredo, Lambrate, Crescenzago, Musocco, Baggio, Vigentino, Niguarda.
Come scrisse il Corriere “per un singolare concorso di circostanze l’attività del Mascheroni è collegata alla preparazione di quasi tutti gli atti da cui hanno avuto origine i servizi e i provvedimenti che più potentemente concorsero a favorire la trasformazione e lo sviluppo cittadino…è stato uno degli artefici maggiori della grande Milano”. Sarà sostituito da Felice Pizzagalli che arrivava dall’assessorato alle finanze.
Morirà nel 1941 poco dopo il fratello che fu primo direttore del teatro alla Scala; la rivista mensile del comune con una certa ironia gli dedicò una pagina di commemorazione copiata dal Corriere cui affiancò un lungo saggio su un ventennio di politica comunale fascista.
Figura del tutto diversa ma anch’egli per quarant’anni a Palazzo Marino, Ciro Fontana laureato in giurisprudenza, che entrato in Comune nel 1941 collaborerà con sei sindaci Greppi Ferrari e Cassinis come segretario particolare, Bucalossi, Aniasi e Tognoli come capo di Gabinetto ma anche capo ripartizione alla cultura, per terminare la carriera da Vicesegretario generale del Comune.
Figlio di un socialista magentino di tradizione turatiana, anch’egli militante socialista riformista per tutta la vita nel PSI, Ciro Fontana morto nel 1986, ci ha lasciato nel suo libro All’ombra di Palazzo Marino, una descrizione impareggiabile del funzionamento della macchina comunale quarant’anni fa, a partire dal ruolo stesso dei funzionari comunali: “gli eletti passano e i funzionari restano: da questi dirigenti ci si possono sempre attendere pignolerie e ortodossie legalitarie che mettono a dura prova chi è costretto a barcamenarsi fra le tendenze piuttosto spregiudicate degli amministratori, promossi senza attestati di frequenza a corsi di legislazione comunale e l’impegno ossequente del Segretario Generale che tra l’altro assurdamente dipende dal ministero dell’interno e quindi dai prefetti, pur dovendo attenersi alle direttive del sindaco e della giunta”.
Si deve a lui, commediografo e poeta, colto e popolare il termine gabinettista per definire quella figura di collaboratore del sindaco che deve garantire il rapporto con i cittadini e vagliare le migliaia di istanze che ogni giorno questi presentano al “palazzo”, ma anche mediare tra gli assessorati, passando come nel caso di Fontana, dalle polemiche su L’opera da tre soldi di Brecht al Piccolo che rischiò di far fallire il primo centro sinistra milanese all’invenzione degli ambrogini d’oro; insomma una via di mezzo tra lo spin doctor, un responsabile relazioni esterne e un parafulmine.
Diversamente dal Mascheroni che era stato soprattutto un garante/facilitatore dei provvedimenti comunali rispetto a Roma e agli enti di controllo Ciro Fontana sarà per decenni la faccia “umana” del sindaco, soprattutto di quei sindaci come Ferrari e Cassinis che avevano poca dimestichezza con la ricerca del consenso.
A Fontana nato nel 1917 e oggi ricordato quasi esclusivamente per le sue commedie in dialetto in particolare El Marchionn di gamb avert e La ninetta del verzee (dal Porta), Tutta roba de strasc, el barchett de Boffalora (da Labiche) nel 1975 vincitore del premio Porta, è stata dedicata nel 2001 una piccola galleria tra via S. Raffaele e via S. Radegonda.
In rarissime occasioni i funzionari sono passati dal ruolo esecutivo a quello politico, è il caso di Giuseppe Faravelli (1896-1974) entrato in comune nel 1921 quale vincitore di un concorso per titoli ed esami con la bizzarra qualifica di diurnista, laureato in giurisprudenza, costretto all’esilio per le sue attività antifasciste, nel dopoguerra sarà per breve tempo capo ripartizione Igiene e sanità per abbandonare poi la pubblica amministrazione venendo eletto in consiglio comunale dal 1951 al 1956 e assessore alla Polizia urbana dal 1951 al 1953. Figura di primo piano del socialismo democratico milanese e nazionale, direttore tra l’altro di Critica sociale, fu per un breve periodo anche senatore.
Un giorno bisognerà scrivere la storia di questi amministratori pubblici, oggi è difficile anche solo trovare l’elenco dei vecchi segretari generali del comune, cui la città deve molto.
Walter Marossi
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