7 novembre 2023

RIGENERARE, RIGENERARE, RIGENERARE…

Tra il serio e il faceto


Copia di Copia di Copia di rification (12)

Eh già. Quattro slogan e dieci punti. Così vi rifacciamo il PGT. Alla milanese. Con una spruzzata di pragmatismo, sana efficienza e zafferano. Non so voi, ma io mi sono rotto i… dei “documenti di piano”. Non si può andare avanti così… Non è serio. Ora io non dico che vorrei una sana pianificazione soviet style (che poi mi tacciano di filoputinismo, neanche fossi un Orsini qualsiasi), ma mi piacerebbe poter contare su un PGT con un orizzonte temporale un po’ più lungo della vita di un’effimera.

Auspicherei che, quando un mio cliente sviluppatore mi chiede cosa dice il PGT su un certo tema, io non debba guardare l’ora per vedere se il PGT che conoscevo è ancora valido o siamo già a quello successivo. PGT primavera-estate, che poi arriva quello autunno-inverno…. Insomma, urbanistica prêt-à-porter. Sbrigatevi che qui si cambia ad ogni stormir di fronda, sempre che le fronde non vengano giù col prossimo fortunale e allora sì che devi rigenerare per forza…

Ma i grandi operatori cosa dicono di questa instabilità urbanistica? Scoraggia gli investimenti o forse va bene perché nell’assenza di regole durature e certe vale la logica del più forte?

Milano 4Città. Cosa? A malapena se ne governa una e adesso ne vogliamo addirittura gestire quattro? Che poi con la città metropolitana diventano 137 città (le 4 Milano più i 133 comuni della provincia). Velleità urbane o urbanistiche? Delirio di onni(im)potenza? E poi perché 4Città è scritto tutto attaccato? Esattamente come CITTÀEQUA – CITTÀSOSTENIBILE – CITTÀPROSSIMA – CITTÀBELLA. In comune oltre all’urbanistica, pardon…rigenerazione, hanno anche dimenticato come si scrive in italiano? O se è slogan tutto è permesso? Mi chiedo quale di queste quattro è la Milano dei 15 minuti? O quello è uno slogan ormai superato? Spoiler…..la Milano dei 15 minuti si è trasformata in CITTÀPROSSIMA, ma non ditelo in giro.

Ok, mi sono sfogato. Ma dover tornare a distanza di un mese dal mio ultimo articolo ancora sul PGT, mi ha costretto ad una somministrazione forzata di Forum sulla Rigenerazione Urbana e questo ha messo a dura prova la mia pazienza neanche fossi un novello Giobbe…

Comunque Milano deve essere quattro città, anzi 4Città, come dicevo sopra. Sostenibile, Equa, Prossima e Bella. Ma cosa vuol dire?

In sintesi (che poi lo spieghiamo meglio coi dieci punti).

Sostenibile. Ovvero verde, greenwashing, verdolatria. Ma anche zero carbon, corridoi ecologici e Piano Aria Clima (che ad oggi non è prescrittivo).

Equa. Si tratta del tema della casa, che deve essere accessibile a tutti.

Prossima. Gira e rigira ma sempre del Piano dei Servizi stiamo parlando.

Bella. Caro Comune, hai pagato i diritti d’autore a Pierluigi Cervellati? Comunque si parla di qualità dei progetti, rispolverando un tema originale e mai trattato: il genius loci

Dicevamo delle 4 città, che poi vengono articolate in dieci punti per spiegarle meglio, ma dieci non è divisibile per quattro, quindi vi sono pesi diversi. Ci sono città e città. Figli e figliocci. Davvero? Non l’avrei mai detto….

Il primo punto è che col vecchio PGT se volevi superare l’indice massimo, dovevi trovarti all’interno delle aree ad alta accessibilità (quelle servite da metropolitana e altri mezzi, come da tavola R02 del Piano delle Regole). Un parametro discutibile, ma oggettivo, geografico. Ora non sarà più così. Se vuoi andare oltre lo 0,35 mq/mq dovrai fare un progetto che rispetti i quattro capisaldi (i quattro slogan). Quindi se fai un progetto equo, sostenibile, prossimo e bello puoi andare oltre l’indice e volare fino alle stelle, altrimenti no.

Tutto bellissimo, ma chi decide se il tuo progetto rispetta i suddetti parametri? Almeno prima il criterio era indiscutibile. Mah, fate voi… E siamo solo al primo punto. Non so se riesco a reggere fino a dieci.

Punto due. Per rendere la casa accessibile potenziamo l’housing sociale, puntando a realizzare 20.000 nuovi alloggi entro il 2035 (abbiamo il nuovo orizzonte temporale del PGT!). Come? Portando l’obbligo di fare il suddetto housing anche sotto i 10.000 mq di intervento. Ci mettiamo anche un po’ di case per studenti e cohousing, giusto per…

Al punto tre si parla di nodi di interscambio. E, udite, udite, è accennato il tema della Città Metropolitana.

Serve un atlante per ridisegnare lo spazio pubblico dei quartieri. Questo è il quarto punto e siamo nell’ambito del piano dei servizi.

Il punto cinque parla del verde e dei 1,5 milioni di metri quadri che rimarranno verdi e non edificabili. Ma non si parla di qualità di quel verde. Perché?

Il punto sei è strettamente collegato al precedente visto che si parla di città più sana, attraverso mobilità sostenibile e recupero dell’esistente.

Ma il cittadino non vuole solo tanto verde ma anche spazi pubblici (per aggregarsi?). E quindi al punto sette si dice che aumenteranno le cessioni dele aree anche in progetti dalle superfici più contenute.

Dai, che mancano solo tre punti! Ma sono tosti…

Al punto otto si ragiona di qualità urbana e regole trasparenti, che tradotto vuol dire progetti belli e regole morfologiche più semplici (ammettendo implicitamente che quelle attuali sono contorte o interpretabili).

Il punto nove dice che serve equilibrio ovvero densificazione. Non son sicuro di aver compreso il nesso…

Chiudiamo col punto dieci che rilancia suggestioni d’oltreoceano. Trasformiamo i cavalcavia in parchi lineari e depavimentiamo le strade. Ottimo incentivo per andarsi a comprare un fuoristrada.

Tanti slogan. Troppi slogan. Attendiamo le bozze del PGT per vedere dove si andrà a parare.

Ma tra le righe possiamo leggere già qualche cosa?

Rigenerare da quel che ho capito vuol dire costruire. Il nuovo PGT servirà per costruire di più. Rispetto a quello vigente. E qui potrei terminare l’articolo. Ma sarebbe troppo facile.

Proviamo a dire cosa non c’è in questo elenco di slogan. Per esempio, sono spariti gli scali ferroviari. Non si parla dello stadio. Non si parla -per fortuna- di riaprire i navigli. Non si parla, al momento di resilienza.

Nota maliziosa. Visto che uno dei punti centrali del nuovo PGT è quello della casa perché a parlare c’è (giustamente) il mio caro amico Maggioni e non c’è pure l’assessore alla Casa? Sì, lo so che era presente alla prima giornata, ma non è la stessa cosa. Com’è che diceva quel tale? A pensar male si fa peccato, ma …

Nota maliziosa numero due (non arriverò a dieci anche io, non preoccupatevi). Se a chiudere le giornate del Forum inviti Landlease a cui riservi l’ultimo intervento prima del Sindaco, che messaggio vuoi lanciare? Soprattutto se in quell’intervento si chiede di superare la Tognoli e quei fastidiosi standard urbanistici che limitano lo sviluppo.

Considerazioni finali.

Alla fine ad ogni revisione del PGT ci agitiamo e scriviamo fiumi di parole, ma in realtà è sempre il solito PGT, da quello di Masseroli/Moratti ad oggi. E se da un lato questo è anche positivo (a livello di interesse accademico, se vogliamo) perché almeno si tratta di un PGT vero e non di quelle sbiadite traduzioni di PRG fatte da uffici tecnici o cottimisti veneti (sì lo so, ho usato le stesse espressioni nell’articolo precedente, ma abbiate pazienza e concedetemi questo piccolo vezzo). Però oggi forse sarebbe il caso di fare tabula rasa e progettare un PGT da zero. Non un’ulteriore correzione di rotta, non l’ennesima rimasticatura di avanzi precotti. In questo il vulnus originale va fatto risalire all’infausta decisione di Pisapia, che ha dato una smussatina al PGT che andava ad ereditare. Magari a questo giro vien fuori qualcosa di appena decente. Magari no. Forse è impossibile, visto il quadro normativo in cui ci troviamo.

Infatti mi chiedo se ha senso continuare a sbattere la testa contro il muro della LR 12/2005 come una mosca contro il vetro.

Quando iniziamo almeno a parlare di rimettere mano a questa legge, anche solo per la parte urbanistica?

So che questo è un tema con cui concludo spesso i miei articoli, ma credo che sia un tema ineludibile e quindi continuerò a sollevarlo ad libitum.

Pietro Cafiero



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