17 ottobre 2023

MUDEC. PALINSESTO 2023-2024

Due mostre da non perdere


Copia di Copia di rification (10)

 

In pochi anni il MUDEC – Museo delle Culture di Milano -, aperto nel 2015 all’interno dell’area dell’ex Fabbrica Ansaldo in zona Tortona, si è imposto all’attenzione del pubblico per il taglio culturale delle sue mostre e delle sue iniziative plurali, festival, eventi e un ricco palinsesto di attività educative laboratoriali, rivolto alle scuole di ogni ordine e grado.

La cifra peculiare di questo spazio è, infatti, quella di stimolare il dialogo e il confronto tra culture diverse, unendo opere pittoriche, sculture e fotografie con i più diversi manufatti, oggetti d’arte, pubblicazioni, audiovisivi, reperti storici e disegni, capaci di suscitare associazioni inaspettate.

Francesco Poli, professore di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Brera a Milano, ha illustrato il taglio della mostra che ha curato per il Mudec, “Van Gogh. Pittore colto” (21 settembre 2023 – 28 gennaio 2024), che mette in scena il celeberrimo artista non solo come pittore d’impeto, ma anche come lettore appassionato e accanito, intellettuale aggiornato, sempre in presa diretta con gli accadimenti del mondo dell’arte, dedito a una riflessione continua sui grandi temi dell’esistenza.

La mostra ha l’ambizione di proporre una lettura alternativa e inedita del percorso artistico di Van Gogh, un percorso culturale articolato, che restituisca qualcosa di diverso dall’eccessivo biografismo e dalla mitologia ottocentesca di genio e follia.

Oltre 40 opere provenienti dal Krollermuller Museum di Amsterdam, scelte per illuminare due temi in particolare: l’appassionato interesse per i libri e la fascinazione per il Giappone, attraverso le quattro fasi storiche della vita dell’artista (1880-1885 nella Borinage belga, all’Aia e a Nuenen; 1886-1887 soggiorno parigino; 1888-1889 a Arles e l’internamento nell’ospedale di Saint- Remy).

Potremo osservare come la sua pittura verista sui temi della povertà e dell’ingiustizia sociale cambia passo e da pittura buia, scura, con i colori del nord, va incontro al sole: dalle brume dell’Olanda alle luci del Sud della Francia, Vincent fa scattare la luminosità dei colori con una tensione cromatica accentuata dalla sinuosità dei tratteggi. E, accanto ai quadri, le vetrine con il libri che Van Gogh ha letto, nelle edizioni dell’epoca, e anche litografie, acqueforti, incisioni e stampe giapponesi della sua collezione. I curatori hanno ottenuto, infatti, un prestito di una quindicina di stampe giapponesi dal Museo d’Arte orientale Chiossone di Genova, riconducibili tematicamente alle opere esposte in mostra e a riviste dell’epoca, come per esempio Le Japon Artistique.

Van Gogh fa del Giappone una specie di luogo ideale – “Vado ad Arles che è il mio Giappone” -, un luogo esotico, ma privo di un esotismo appiattito, piuttosto un luogo popolato di alberi in fiore, che trasmette tutta la freschezza cromatica della primavera.

Seconda proposta del palinsesto, dal 25 ottobre 2023 al 10 marzo 2024, in collaborazione con il Musée Rodin di Parigi,  “Rodin e la danza”. Protagonista il grande scultore della contemporaneità, amato immediatamente dalle figure chiave della coreografia della danza per la capacità di mettere in relazione il corpo con lo spazio, mai fissato in posizione ieratica e statica, e di dar vita a corpi in movimento, alle tensioni e alle pose, spesso estreme, ai passi acrobatici, che la danza impone ai ballerini.

In particolare uno dei focus della mostra è quello dell’incontro con la danza cambogiana, con il linguaggio del corpo ancora più libero delle eleganti danzatrici khmer che arrivarono a Parigi a inizio ’900, quando la Cambogia divenne colonia francese. Grazie al suo medium privilegiato, l’argilla, Rodin sa cogliere posture e movimenti delle mani delle danzatrici cambogiane; le piccole terra cotte che dedica ai movimenti della danza dialogano nello spazio espositivo della mostra con marmi, gessi e disegni, ma anche con video che raccolgono estratti di film e documentari e con suggestive scenografie retroilluminate.

Rita Bramante

 


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