3 ottobre 2023

PALAZZO MARINO AL FEMMINILE

C'è da fare ancora molto


1

Nel 1945 venne esteso il voto alle donne e con il decreto n.74 del 10 marzo 1946 in occasione delle prime elezioni amministrative postbelliche, le donne poterono votare ed essere elette. (tranne le prostitute “vaganti”, quelle cioè che non esercitavano nelle “case chiuse” che dovettero aspettare un altro decreto per vedersi riconosciuto il diritto).

Si andò al voto il 31 marzo ed il 7 aprile del 1946 in 5722 comuni e l’affluenza femminile alle urne superò l’89%; circa 2.000 candidate furono elette nei nuovi consigli comunali e vi furono anche le prime sindache Ada Natali a Massa Fermana, Ninetta Bortoli a Borrutta, Elena Tosetti a Fanano.

Oggi, grazie anche alla legge 23 novembre 2012, n. 215: “Disposizioni volte a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali”, le donne che ricoprono il ruolo di sindaco in uno dei 109 comune capoluogo sono l’8,4%, che ricoprono il ruolo di assessore sono il 44,2%, di vicesindaco il 34,9%. In 31 giunte comunali la quota di donne è maggiore del 40%, in 4 casi viene superato il 50%, in 19 comuni le donne in giunta sono meno del 40%. ( https://www.openpolis.it/).

Nella I legislatura furono elette 4 senatrici e 45 deputate: il 5 per cento, solo dopo 30 anni e sette legislature fu superata la soglia delle 50 presenze in Parlamento mentre quota 100 è stata superata con la X legislatura, nel 1987, e quota 150 con la XV nel 2006.

Nel 2022 sono state elette 70 donne al Senato e 129 alla Camera, il 33% dei parlamentari.

171152315-17b19bed-4263-41f1-834a-3bfccc079e0b

Mentre il voto passivo non incontrò particolari ostacoli e fu sostenuto anche dai conservatori in linea con quanto disse Il 21 ottobre 1945 papa Pio XII “Ogni donna, dunque, senza eccezione, ha, intendete bene, il dovere, lo stretto dovere di coscienza, di non rimanere assente, di entrare in azione per contenere le correnti che minacciano il focolare, per combattere le dottrine che ne scalzano le fondamenta, per preparare, organizzare e compiere la sua restaurazione”, ben modesto fu il numero delle elette e rara l’assegnazione di incarichi assessorili.

Milano non costituì un’eccezione.

Alle elezioni amministrative del 7 aprile 1946 su 80 consiglieri vengono elette 4 donne Maria Caldara socialista, Adele Capelli Vegni democristiana, Giovanna Boccolini Barcellona e Maria Carnevale (partigiana, presidente UDI e consigliere provinciale) comuniste.

Non mancarono commenti irridenti come quello del Corriere della Sera che invitò le donne a presentarsi presso il seggio senza rossetto alle labbra.  “Siccome la scheda deve essere incollata e non deve avere alcun segno di riconoscimento, le donne nell’umettare con le labbra il lembo da incollare potrebbero, senza volerlo, lasciarvi un po’ di rossetto e in questo caso rendere nullo il loro voto”.

La prima assessora della storia di Milano è l’avvocato Maria Caldara figlia del primo sindaco socialista dal giugno 1914 al novembre 1920 che oltre al ruolo amministrativo di assessore agli affari legali (passerà nel 1951 dal comune alla provincia) avrà un importante ruolo politico seguendo Greppi nella scissione saragattiana. Definita da Greppi “bella tempra autonomistica” sarà paladina del municipalismo partecipando alle diverse iniziative associative dei comuni italiani sia della sprovincializzazione della Milano fascista inaugurando con la partecipazione al Congresso mondiale delle grandi città quel filone di internazionalismo che è una delle costanti delle amministrazioni milanesi.

aIn giunta come assessore supplente con la delega all’assistenza all’infanzia entra anche Giovanna Boccalini in Barcellona, negli anni successivi fondatrice dell’Inca CGIL, vicepresidente dell’INPS direttrice di Noi Donne oggi ricordata soprattutto per aver fondato la prima squadra femminile italiana il GFC (Gruppo Femminile Calcistico). La Boccalini fu una delle inventrici dei treni della felicità cioè l’ospitalità offerta “inizialmente per aiutare compagni in difficoltà che non sapevano come fare con il freddo e con bambini mandandoli  da conoscenti e amici per riscaldarli e farli mangiare; poi la cosa si allargò notevolmente e i bambini vennero mandati in Emilia con il treno e da poche decine diventarono migliaia…iniziativa spontanea che si differenzia da quello che accadde dopo quando interessò bambine e bambini del Sud perché in questo caso c’era un’organizzazione consolidata alla base con il coinvolgimento del partito, delle organizzazioni sindacali e delle giunte comunali”.

 L’iniziativa milanese fu un’esperienza molto importante e formativa e “la risposta fu al di là di ogni legittima speranza, scrisse Miriam Mafai, tanto generosa che si decise di estenderla e radicarla nel Mezzogiorno. … Solo nei due inverni immediatamente successivi alla fine del conflitto, migliaia di bambini lasciarono le loro famiglie per essere ospitati da altrettante famiglie contadine, nei paesi del reggiano, del modenese, del bolognese”. (https://vitaminevaganti.com/2023/03/25/un-piccolo-pezzo-di-una-storia-grande-i-treni-della-felicita)

Molti preti diffusero la fake news che i bambini venivano spediti in URSS.

Il 30 giugno 1946 le due assessore organizzarono il primo convegno, al teatro di palazzo Litta, sul ruolo delle donne nei consigli comunali.

Quando i comunisti furono esclusi dalla giunta la Boccalini sarà sostituita da Adele Cappelli Vagni ginecologa che durante la resistenza era stata incarcerata e condannata a sei anni per aver organizzato aiuti per gli ebrei. In anni successivi sarà la prima presidente dell’Associazione Monte Tabor fondata con il sindaco Ferrari e don Verzè.

Alle elezioni del 1951 diventano cinque: vengono rielette le due consigliere comuniste ed entrano a Palazzo Marino tre nuove democristiane Rosa Giani che resterà in consiglio 13 anni e sarà assessora, Ezia Fiorentini fondatrice dell’Istituto Secolare delle Missionarie del Sacerdozio Regale di Cristo docente alla civica Manzoni ed Ester Angiolini con 3200 preferenze per anni la donna più votata.

La Angiolini è anche detentrice del record di permanenza in consiglio. Ex impiegata e dirigente sindacale alla Montedison, dirigente aclista, resterà a Palazzo Marino per ben 35 anni rivestendo ruoli diversi: Assessore allo Stato civile nella Giunta Bucalossi, e Assessore all’Igiene e Sanità con Aniasi, capogruppo.

Protagonista di molte battaglie comunali fautrice del centro sinistra, la sua figura meriterebbe ben altro spazio, secondo Tognoli si trattava: “di uno dei personaggi più stimati e noti del mondo politico milanese…di un consigliere sempre solerte, attivo, senza peli sulla lingua, preparato intelligente, capace di interpretare le giuste richieste della città”.

votoVa però almeno ricordata per la riorganizzazione dei servizi cimiteriali ed in particolare la lotta contro l’accaparramento delle salme: “dinanzi ai maggiori ospedali cittadini come, ad esempio, il Fatebenefratelli avvenivano spesso furiosi litigi per la conquista della salma. Una impresa di pompe funebri aveva assunto persino un ex pistolero noto come l’omicida di viale Certosa…l’ultimo respiro dei milanesi è spiato da centinaia di sciacalli del doloro di corsari del lutto…”.

Insulti, minacce, campagne stampa denigratorie nulla fu risparmiato all’assessora che del resto continuava una lunga battaglia iniziata da un altro assessore l’avvocato radicale Modesto Picozzi nel lontano novembre 1900 che definì l’inerzia del comune in materia di pompe funebri “inumano, incivile, illegale”, proponendo la municipalizzazione del servizio.

Nelle elezioni del 1956 alle due democristiane riconfermate si aggiungono Anna Marcengo in Motta anch’essa DC, Eleonora Giorgi medico chirurgo per il PSI. Per il PCI subentreranno a consiglieri dimissionari Rossana Rossanda e Lidia De Grada redattrice del Giornale dei Genitori diretto da Gianni Rodari che sarà poi consigliere provinciale.

Alle elezioni del 1960 il numero vengono rielette le due democristiane e le due comuniste. Sono le elezioni che vedono la lista unica socialisti radicali che porterà in consiglio per i secondi Elio Vittorini ed Eugenio Scalfari. Quando quest’ultimo si dimette subentra Giulia Filippetti  Gentili figlia di Angelo Filippetti, ultimo sindaco socialista di Milano prima della dittatura fascista fondatrice de l’AIED (Associazione italiana per l’educazione demografica) allo scopo di “diffondere il concetto e il costume, già da tempo accettato nei paesi più progrediti, della procreazione volontaria e consapevole; promuovere l’abolizione della legislazione tuttora in vigore, diretta ad incrementare le nascite, e in particolare l’abolizione dell’articolo 553 del Codice penale in base al quale può essere incriminato chiunque pubblicamente sostenga la necessità di una giusta regolazione delle nascite” e fondatrice del Cemp (Centro per l’educazione matrimoniale e prematrimoniale).

Per il PCI subentra anche Ilde Pizzoli; per spiegare quanto il ricordo di queste consigliere sia poco valorizzato nel caso di Ilde Pizzoli il web ci fornisce prima documenti della CIA (CIA-RDP82-00457R005000100008-1.pdf, è l’elenco del comitato centrale della FGCI, non pensate chissacché) che del comune.

Alle elezioni del 1964 il numero scende a tre la sola Angiolini per la DC e per il PCI Gisella Floreanini già parlamentare e soprattutto commissario nella giunta della repubblica del Ossola, che fu tra le tredici consultrici che intervennero per correggere la “svista” del Decreto luogotenenziale n. 23 del 1° febbraio 1945, che riconosceva alle donne il diritto attivo al voto, ma non quello passivo, il nuovo decreto che consentì alle donne non solo di votare ma anche di essere elette, fu approvato appena in tempo per le prime elezioni amministrative dell’Italia democratica; con lei fu eletta Ada Valeria Ruhl che sarà poi senatrice per il PCI.

Alle elezioni del 1970 le donne sono 4 oltre alla Angiolini, Luisa Gaspara Pajetta, Maria Luisa Sangiorgio che sarà assessore nelle giunte Tognoli e parlamentare, Serena Ferri Carrè per il PCI.

Alle elezioni del giugno 1975 le elette sono Paola Morelli che resterà in consiglio per 3 legislature, Angiolini, per la DC, Lalla Romano che con Le parole tra noi leggere aveva vinto il Premio Strega nel 1969, Anna Maria Pedrazzi, Sangiorgio, Anna Boffino giornalista, scrittrice sarà anche consigliere provinciale, Laura Bossi per il PCI. A fine legislatura subentrerà Elvira Badaracco storica dirigente della sinistra socialista cui è intestata una fondazione: https://www.fondazionebadaracco.it/fondazione/) il cui scopo è quello di: è quello di promuovere lo studio della cultura e dell’esperienza politica e sociale delle donne, con specifica attenzione alla storia dell’associazionismo femminile e del femminismo.

Nonostante la sterminata quantità di appelli, ricerche, programmi, convegni dedicati alla questione femminile dalla sinistra, la prima giunta Aniasi eletta il 31 luglio 1975 è composta esclusivamente da uomini, così come la prima giunta Tognoli nel maggio 1976.

Alle elezioni del 1980 sono elette in consiglio Angiolini e Paola Morelli per la DC, Anna Boffino, Sangiorgio, Marilena Adamo poi assessora all’educazione e parlamentare, Ornella Piloni poi assessora ai servizi sociali, all’educazione, parlamentare e sottosegretaria, per il PCI, Giancarla Re Mursia che sarà assessora all’educazione, per il PRI, Cristiana Muscardini per lo MSI che sarà per 15 anni parlamentare europeo. In giunta sempre e solo un’assessora.

Le elezioni del maggio 1985 segnano la svolta, entrano in consiglio per la prima volta più di dieci consigliere Maria Teresa Coppo Gavazzi poi parlamentare europea, Mirella Bocchini per la DC, Sangiorgio (con 10709 preferenze che ne fanno la donna più preferenziata della storia comunale), Boffino, Adamo, Maria Chiara Letizia Alberti Candrian, Barbara Pollastrini, Giovanna Lucia Baderna, Paola Manacorda poi assessora, Enrica Pischel Collotti sinologa, Piloni per il PCI, Agata Alma Capiello poi parlamentare per il PSI, Giancarla Re Mursia  per il PRI cui si aggiungerà per le dimissioni di Spadolini Maria Bonatti, Cristiana Muscardini per lo MSI, Giovanna Ludovica Barzini per il PLI subentrata, Cinzia Barone poi assessora per i verdi.

FES5c5mXIAcOr_2

Alle elezioni del 1990 le ultime con il sistema proporzionale e l’elezione del sindaco da parte dei consiglieri vengono elette Coppo Gavazzi per la DC, Maria Letizia Gilardelli che sarà la prima presidente del consiglio comunale oltre che assessore e Daniela Ferrè poi assessora per il PSI, Barbara Pollastrini, Ornella Piloni, Bianca Beccali “Tra i protagonisti più significativi della tradizione della sociologia economica, del lavoro e dell’organizzazione italiana”, Paola Manacorda, Marina Alberti, Giovanna Baderna, Nadia Alecci per il PCI, Tiziana Rogora, Elena Gazzola che sarà presidente del consiglio comunale, Maria Rossi poi parlamentare, Patrizia Menegatti per la Lega, Rossellina Archinto, Maria Bonatti per il PRI, Cinzia Barone per i verdi.

Il 6 giugno 1993 si svolgono le elezioni comunali con la nuova legge che prevede l’elezione diretta e suggerisce anche che la quota donne sia almeno il 30%.

Due su 12, le candidate a sindaco Angela Bossi di Autonomia Lombarda (0,9%), Tiziana Maiolo per Giustizia Ecologia e Libertà (0,8%); si presentò anche una lista con le donne per ricostruire Milano a sostegno di Piero Bassetti capeggiata da Ornella Vanoni che prese lo 0,58%.

 Il primo sindaco eletto direttamente Marco Formentini avrà il primo vicesindaco donna Marisa Bedoni.

 Su 1103 candidati le donne furono 434, su 60 consiglieri eletti le donne furono 14.

Un’altra storia era cominciata.

Walter Marossi



Condividi

Iscriviti alla newsletter!

Per ricevere in anteprima sulla tua e-mail gli articoli di ArcipelagoMilano





Confermo di aver letto la Privacy Policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Tutti i campi sono obbligatori.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.


Sullo stesso tema


23 aprile 2024

MILANO E LE MANIFESTAZIONI PER IL 25 APRILE

Walter Marossi



9 aprile 2024

BANDIERE ROSSE A PALAZZO MARINO

Walter Marossi



19 marzo 2024

MILANO CAPITALE

Walter Marossi



5 marzo 2024

PALAZZO MARINO E IL PANE

Walter Marossi



20 febbraio 2024

LA FOLLA DELINQUENTE

Walter Marossi



6 febbraio 2024

ISRAELE E PALAZZO MARINO

Walter Marossi


Ultimi commenti