18 aprile 2023

VIAGGIO AL TERMINE DELLA NOTTE PER GLI ONERI DI URBANIZZAZIONE

Luci e ombre della nuova delibera


Copia di rification (5)

Il Comune di Milano sta finalmente procedendo all’aggiornamento degli oneri di urbanizzazione. L’ultima delibera era del 2007; l’obbligo di legge sarebbe di aggiornarli ogni tre anni; è dal 2010 che il Comune dovrebbe farlo, ma… per tredici anni si sono lasciate le cose come sono: oneri vecchi, meno spese per gli operatori.  Be’, meglio tardi che mai, no? Meno male che adesso lo fanno. Ma leggendo la delibera che sta andando in Consiglio Comunale, qualche perplessità resta ancora.

La relazione tecnica della delibera mette infatti nero su bianco alcune tristi verità:

  • le zone di Milano dove si vive meglio sono quelle con più servizi
  • le zone centrali hanno circa il doppio e a volte il quadruplo dei servizi delle zone periferiche (sotto tutti i punti di vista: trasporti, scuole, cultura, sanità, ecc.)
  • per le zone centrali il Comune spende il doppio che per le zone periferiche
  • ma non c’è nessuna intenzione di cambiare questa situazione: quello che si intende fare nei prossimi anni è solo la manutenzione dell’esistente.

Si confermano quindi chiaramente (come già si sospettava) alcune caratteristiche negative del cosiddetto Piano dei Servizi del PGT:

  • il Piano dei Servizi non fa nessuna valutazione e quindi non programma e non prevede nulla, è solo una ricognizione dell’esistente
  • non c’è nessuna verifica che i servizi esistenti siano sufficienti per l’attuale popolazione, o che lo siano per la popolazione futura (nuove edificazione e cambi d’uso delle aree produttive) o per i cosiddetti city users (la normativa comunale dichiara di aver fatto questa valutazione, ma nel PGT non c’è nessun documento corrispondente)
  • non c’è nessuna stima del costo dei servizi futuri, visto che si fa riferimento solo a quanto programmato dal Triennale Opere Pubbliche, che ovviamente agisce in base alle risorse esistenti: si crea quindi una sorta di loop, per cui le previsioni a lunga durata (sulle quali basare la stima dei costi necessari) sono basate sulle (scarse) risorse esistenti, con un effetto di ridondanza per autoconferma (il futuro sarà automaticamente uguale al presente); non è vero neanche che sia la legge a dire così: si parla infatti di stima dei costi “anche” con riferimento al Triennale OOPP, non “solo” con riferimento allo stesso.

Anche l’argomento che si utilizza per giustificare questa scelta è falso e capzioso: visto che non c’è più l’espansione della città, non servono più le urbanizzazioni. Ma no! Le urbanizzazioni servono ancora a riqualificare l’esistente, recuperare le periferie, rigenerare le aree dismesse. E non è neanche vero che questo avverrà tramite i piani attuativi o le convenzioni, perché queste riguardano solo i grandi interventi (dove peraltro negli ambiti di rigenerazione le dotazioni di servizi sono ridotte del 40%: forse ritengono siano dannose…): mentre gli interventi minuti resteranno senza servizi all’intorno.

Infine, anche l’ultimo degli argomenti utilizzati, quello del trasferimento degli oneri generati in centro in opere realizzate in periferia, si svela un corto circuito logico. E in ogni caso, questo riguarderebbe in base al PGT solo il Municipio 1 (centro storico) dove oramai gli interventi di grande dimensione sono davvero pochi.

In definitiva, il quadro che viene descritto dalla delibera è questo:

  • se alcune parti della città sono senza servizi, nessuno lo valuta e nessuno se ne occupa, tanto non si faranno
  • la situazione è destinata a peggiorare perché al posto della aree industriali ci saranno residenze (che genereranno domanda aggiuntiva di servizi)
  • i nuovi servizi si faranno solo nelle grandi aree, per il resto si farà solo la manutenzione dell’esistente.

E quindi: le periferie sono destinate a restare come sono?

Come si sarebbe detto un tempo: ciapa sü e porta a ca’.

L’osservatore Diligente

 



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  1. Sergio BrennaQuesto "Osservatore Diligente" (forse anche Dirigente ?: difficile dirlo. Ormai la dirigenza comunale è per lo più selezionata in base alla ossequiosità alla volontà politica e in maniera inversa all'espressione di valutazioni critiche !) coglie un punto fondamentale della questione "oneri urbanizzativi", che devono rapportarsi ai costi delle nuove attrezzature pubbliche ritenute necessarie ad un efficiente assetto urbano e non a "quanto ci guadagna il Comune", come se fossero una forma di tassazione delle rendite immobiliari, usandoli prevalentemente per la (scarsa)manutenzione di quelle già esistenti
    19 aprile 2023 • 10:47Rispondi
  2. Annalisa FerrarioMeglio tardi che mai, certo. Ma quando c'è un PGT fatto con i piedi (per usare degli eufemismi...) è inevitabile che anche la delibera sugli oneri sia fatta male. Questi infatti non sono una "tassa" (come dice giustamente Sergio Brenna) ma una copertura dei costi delle urbanizzazioni necessarie (perché infatti anche la rigenerazione comporta nuove strade, nuove scuole e asili nido, nuove aree a verde, eccetera eccetera). Ma se nessuno fa questa valutazione (nel cosiddetto Piano dei Servizi non c'è nulla di nulla) inevitabilmente non si ha idea di quali siano tali costi. Saluti
    19 aprile 2023 • 11:34Rispondi
  3. Cesare MocchiLeggendo la delibera poi approvata ci sono passaggi che lasciano a dir poco perplessi. Si dice ad esempio: "la logica di prevedere un unico parametro di incidenza per gli oneri di urbanizzazione indistintamente su tutto il territorio comunale – come sino ad ora operato [ma gli oneri precedenti non erano già suddivisi fra zona A centro storico, zona B di completamento e zona C di espansione?!?]". Oppure: "La destinazione principale degli oneri incassati e di futuro incasso da parte dell’Amministrazione comunale risulta perciò essere NON GIA' LA COSTRUZIONE DI NUOVI SERVIZI pubblici o opere pubbliche in generale bensì appare evidente che l’azione amministrativa si concentrerà sostanzialmente SULL'ESISTENTE, sui servizi pubblici già in essere". Ma per una tassa di scopo come gli oneri, questo vuole dire sostanzialmente MINARE LE FONDAMENTA RAZIONALI che informano la legge e la logica conseguenza sarebbe la sua ELIMINAZIONE: se davvero non ci fosse più bisogno di realizzare nuovi servizi, perché mai gli oneri dovrebbero essere richiesti? Se servono per la manutenzione, perché fare pagare oneri? E perché farli pagare solo agli operatori e non a tutti i cittadini? E ancora: si è inteso “pesare meno nelle zone fuori dal centro storico, per favorire i progetti di rigenerazione”. In altre parole, gli oneri sono visti come una tassa, da applicare maggiormente agli interventi che generano maggior reddito, e non in base alle infrastrutture che servono (che saranno ben maggiori negli ambiti di rigenerazione, piuttosto che in centro storico). Ma se gli oneri "penalizzano" la rigenerazione, perché non abolirli del tutto allora? Insomma nella delibera si vede non solo una grande ignoranza su come funziona l'urbanistica e sui problemi della città di Milano, ma anche una scarsa consapevolezza delle possibili conseguenze di certe affermazioni. Staremo a vedere.
    10 luglio 2023 • 16:32Rispondi
    • Andrea VitaliIl punto non è che non ci sia bisogno di nuovi servizi e di nuove aree a verde (anzi!), il punto è che progettare e realizzare nuovi servizi costa fatica, e i dipendenti comunali non ne hanno voglia. Per quanto vogliono limitarsi alla manutenzione dell' esistente (è più semplice). Sono d'accordo comunque sui rischi della delibera: quando una norma di scopo viene usata per fini diversi da quelli per cui era stata istituita, vedi PPA, vedi standard, prima o poi viene abolita (o depotenziata). Mi chiedo se i citrulli del Comune che hanno fatto questa delibera se ne rendano conto.
      12 luglio 2023 • 20:42
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