7 marzo 2023

LA DEMOLIZIONE DEL GARAGE DELLE NAZIONI

Nessun rispetto per le architetture d'autore a Milano


susani28

Il Garage delle Nazioni è un parcheggio di quattro piani fuori terra e una terrazza sul tetto, costruito tra il 1953 e il 1956 in via Calderon de la Barca 2, strada parallela al corso di Porta Romana nel centro storico della città tra le vie Lentasio e da Viadana. Il progetto architettonico è dell’arch. Antonio Cassi Ramelli, mentre il progetto delle strutture è dell’ing. Gino Joriati, l’impresa costruttrice è l’impresa Gadola.

L’edificio è censito sul sito delle architetture in Lombardia dal 1945 a oggi:

Compare anche nel sito del censimento delle architetture contemporanee del Ministero della Cultura dopo il 1945. In quest’ultimo sito vi è una descrizione che inizia così:

“Per le sue qualità estetico-rappresentative e per la riuscita sintesi tra le esigenze formali e quelle funzionali il Garage delle Nazioni, realizzato su progetto di Antonio Cassi Ramelli tra il 1953 e il 1956, rappresenta ancora oggi un’architettura insuperata, in cui il linguaggio essenziale e dichiarato riassume in chiave espressiva il tema dell’edificio per autorimesse. Percorrendo gli spazi del garage si ha la percezione di come gli aspetti tecnici del progetto abbiano contribuito a nobilitare la composizione architettonica dell’insieme: l’esibizione della pura struttura, l’elegante sinuosità delle forme, l’apertura verso il cielo e il rapporto tra il vuoto centrale e l’involucro edilizio sono gli elementi chiave che definiscono l’immagine e il significato dell’edificio. Il cuore del progetto è lo spazio centrale, un vuoto disegnato dal sistema di rampe continue sorrette da esili pilastri binati che costituisce il percorso di salita e discesa delle automobili.”.

Nel sito è indicata una abbondante bibliografia. Il grande fotografo Gabriele Basilico ha fatto delle belle fotografie delle rampe.

basilico1Vi sono 516 posti auto in un piano interrato, piano terreno e tre piani fuori terra di grande interesse per il centro storico in quanto con la evoluzione verso le auto elettriche sarà sempre più necessario avere un ricovero per la propria autovettura in cui poterne ricaricare le batterie la notte o quando non viene utilizzata. Il Piano Aria Clima del Comune di Milano prevede uno sviluppo dei parcheggi in elevazione e la destinazione del centro storico ad uso esclusivo delle auto elettriche.

Il garage è sempre molto utilizzato, nonostante l’Area C.

La società Lombardia Parcheggi, che l’ha acquistato dalla famiglia Meroni che lo aveva costruito, ha intenzione dal 2017 di demolirlo e ha affidato all’arch. Mario Cucinella l’incarico di richiedere un permesso di costruire convenzionato con una ristrutturazione edilizia pesante dell’edificio esistente.

Il progetto prevede la demolizione del garage e la costruzione di un complesso prevalentemente alberghiero con una torre di 56 metri al centro (14 piani) e una più bassa di 40 metri (9 piani) chiamato Hotel Parking. Gli ultimi 4 piani della torre più alta dovrebbero ospitare appartamenti di lusso con vista sul centro città. Al piano terreno è previsto un bar/ristorante aperto al pubblico, al settimo piano una piscina e due bar. Nell’albergo sono previste circa 150 camere. Un piccolo cortile interno alberato sopra il parcheggio sotterraneo verrebbe collegato con due passaggi pubblici a via Lentasio e via Calderon de la Barca, che sarà solo parzialmente pedonalizzata, in quanto deve consentire l’accesso a taxi e auto per l’accesso dei clienti dell’albergo.

Sotto l’edificio è previsto un parcheggio sotterraneo di sei piani, di cui i primi due ad uso dell’albergo e delle residenze, gli altri da convenzionare con il Comune per 222 posti auto. L’ingresso è previsto in via Lentasio, l’uscita in via da Viadana.

L’architettura dell’edificio, caratterizzata in larga parte da superfici in vetro con frangisole verticali in metallo, è in forte contrasto con l’architettura degli edifici intorno e si innalza notevolmente rispetto a essi, saturando il lotto con il solo limite delle rette di sessanta gradi tra l’edificio di progetto e gli edifici vicini.

L’enorme volumetria di più di 10.000 mq di slp, su un lotto di circa 3.600 mq, con un indice di circa 3 mq/mq è ottenuta grazie al riutilizzo della slp esistente e alla generosa legge regionale sui bonus energetici. A Milano l’indice massimo del PGT per gli edifici di nuova costruzione è di 1 mq/mq.

La legge urbanistica nazionale all’art. 41 quinquies rende obbligatoria l’approvazione di un piano particolareggiato esteso all’intera area quando le altezze superano i 25 metri e i volumi sono superiori a 1 mq/mq. Il piano non è stato fatto e il Comune si accontenta in base al PGT di un permesso di costruire convenzionato.

Lo scavo di sei piani di parcheggi interrati è assai rischioso in quanto in parte sotto la falda, molto alta in quella zona; dovrà essere pompata l’acqua con rischio di danni agli edifici intorno per la possibile asportazione della sabbia. Il cantiere in un’area di vie strette avrà un impatto molto forte per l’asportazione del cemento del garage e della terra di scavo con numerosi automezzi che dovranno arrivare in area C e nel quartiere attraverso corso di Porta Romana e le strette vie del quartiere. Il rumore e le vibrazioni saranno notevoli come pure la produzione di CO2 e di inquinamento dei mezzi.

Dopo un esame preliminare da parte della Commissione per il Paesaggio nel 2017 il progetto è stato modificato e approvato nel 2019 con prescrizioni dopo i pareri dei vari settori del Comune e del Municipio 1.

Non è stata data alcuna pubblicità al progetto, che è rimasto in gran parte sconosciuto nel quartiere.

Nel luglio del 2018, su sollecitazione di alcuni residenti contrari al progetto e conoscendo il censimento dell’edificio da parte della Regione Lombardia, ho presentato insieme al figlio dell’arch. Cassi Ramelli una osservazione al PGT corredata dalla descrizione presente sul sito, chiedendo che l’edificio fosse salvato dalla demolizione, qualificandolo tra gli edifici d’autore che non possono essere sottoposti a ristrutturazione edilizia ma al massimo a restauro e risanamento conservativo.  La mia osservazione è stata accolta e l’edificio è stato compreso tra “i complessi edilizi con valore architettonico intrinseco, con interventi volti a mantenere o valorizzare gli aspetti caratteristici che costituiscono specifico valore degli immobili ossia le loro specifiche connotazioni stilistiche e costruttive” con l’approvazione della Giunta e del Consiglio Comunale.

Il PGT è stato pubblicato inizio febbraio 2020 e ha bloccato l’approvazione del permesso di costruire convenzionato. I residenti ritenevano che il garage fosse salvo.

La proprietà ha invece immediatamente impugnato il PGT per l’aspetto relativo al suo immobile davanti al Tar e l’udienza di merito è stata fissata alla fine di quest’anno. Nel frattempo ha sfruttato la possibilità del PGT di consentire la ristrutturazione edilizia degli edifici moderni d’autore con la presentazione di una documentazione storico-documentale, valutata preventivamente positivamente dalla Commissione per il Paesaggio.

L’art. 19 delle Norme di Attuazione del Piano delle Regole indica che “l’ammissibilità della richiesta di discostamento sarà verificata dai competenti uffici della Amministrazione comunale in base a tale relazione che dovrà contenere almeno un’analisi tipo-morfologica del contesto, un’analisi degli aspetti architettonici intrinseci dell’eventuale manufatto architettonico oggetto di modifica, delle relazioni architettoniche che il nuovo intervento genererebbe con il manufatto su cui interviene o comunque con il contesto di riferimento.”

Quindi vi è un doppio filtro da parte della Commissione per il Paesaggio e da parte degli uffici dello Sportello Unico.

Questa deroga può quindi avvenire solo in casi eccezionali perché va contro una decisione del Consiglio Comunale in rappresentanza di tutti i cittadini. Altrimenti non avrebbe senso prevedere la tutela dei complessi edilizi di valore architettonico intrinseco nel PGT.

La Commissione del Paesaggio nel settembre 2021 ha respinto la richiesta ritenendo il progetto incompatibile con il vincolo del PGT. La proprietà ha immediatamente impugnato al Tar anche il parere della Commissione per il Paesaggio senza attendere l’esito del precedente ricorso.

La proprietà, sperando in una soluzione stragiudiziale del contenzioso con il Comune, ha poi effettuato limitate modifiche al progetto aumentandone la permeabilità al piano terreno e ha richiesto nel 2022 un conferimento con la commissione per il paesaggio. La commissione ha approvato il nuovo progetto il 24 novembre 2022 senza neanche conferire con il progettista e nonostante il parere contrario del rappresentante del Municipio 1.

La Commissione per il paesaggio ha inserito nel suo documento “Principi di Rigenerazione Urbana” del 3 novembre 2022 poco prima dell’approvazione del progetto, presentato poi all’Acquario Civico nel dicembre del 2022, un paragrafo che sembra proprio applicarsi a questo caso:

In questo documento si fanno alcune precisazioni riguardo prevalentemente gli edifici di architettura moderna minore. Pur riconoscendo a essi una certa qualità edilizia, di materiali, dettagli e/o cromie, tuttavia si ritiene che in alcune circostanze, da valutare in modo approfondito caso per caso, sia possibile operare su di essi mediante completamenti architettonici, addizioni e parziali o totali sostituzioni edilizie.

In questi casi, come espresso anche riguardo il punto 3 di questo documento, è necessario che il progetto di adeguamento o sostituzione esprima caratteri di particolare qualità architettonica e insediativa, tali da dimostrare con evidenza un significativo miglioramento, sia in termini architettonici che di vantaggi urbani, rispetto all’edificio sottoposto a modifica o sostituzione. All’alta qualità architettonica deve inoltre corrispondere anche un chiaro beneficio collettivo, come per esempio quello di ricavare nel nuovo complesso architettonico configurato spazi aperti o usi interni di interesse pubblico.

Mi auguro che il parere sia adeguatamente motivato relativamente a questi aspetti argomentando rispetto al documento presentato dal progettista.

A mio parere il progetto dell’arch. Cucinella non dà alcun beneficio collettivo in quanto i posti auto convenzionati ricavati nel sotterraneo sono molti di meno di quelli attualmente presenti. Il nuovo albergo non è di alcun interesse per la città visto l’elevato numero di alberghi di lusso presenti nel centro storico, le residenze di lusso agli ultimi piani riservati a poche persone di alto reddito, mentre la sistemazione viabilistica non sembra significativa vista la necessità di accedere in auto all’albergo. L’impatto dei lavori in termini di rumore, inquinamento e produzione di CO2 in un momento di emergenza climatica è alto.

Il cortile interno alberato sopra il parcheggio sotterraneo, di limitate dimensioni in mezzo a edifici di nove piani e solo in parte scoperto, non è di alcun interesse pubblico anche se fosse accessibile dall’esterno.

prospetto calderon de la barca accesso

Nell’incontro all’Acquario civico la questione della demolizione del Garage delle Nazioni è stata sollevata dal pubblico in quanto il documento presentato non tutela a sufficienza gli edifici moderni d’autore.

A conclusione di questo articolo ritengo che il Comune non debba concedere il Permesso di Costruire Convenzionato richiesto e debba attendere l’esito dei ricorsi davanti al Tar, difendendo adeguatamente il PGT al Tar ed eventualmente al Consiglio di Stato senza trattative extra-giudiziali.

Rivolgo un appello anche all’arch. Cucinella: sarebbe opportuno che rinunciasse a questo progetto e conservasse il Garage delle Nazioni, che è sicuramente più utile rispetto a un albergo di lusso con residenze ai piani superiori, e il cui valore tra le architetture moderne di Milano ne giustifica pienamente il mantenimento e la salvaguardia.

La proprietà farebbe bene a rinunciare ai ricorsi di esito incerto e con tempi lunghi, e che la pongono in posizione di scontro con il Comune e la città.

Michele Sacerdoti



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  1. Annalisa ferrarioA mio parere la norma di PGT che consente di demolire e ricostruire i parcheggi cambiandone la destinazione è scritta in modo confuso e sembra portare in direzione opposta a quella in uso e sopradescritta. I parcheggi infatti non fanno SL, e le definizioni attuali vanno utilizzati sia nello stato di fatto che nel progetto. Ergo, i parcheggi esistenti non fanno SL e quindi l'albergo non si può fare. Una circolare del precedente direttore, di dubbia legittimità, sostiene invece che nel caso dei parcheggi - ma non si capisce bene perché - lo stato di fatto e il progetto si calcolano in modo diverso. È una delle tante cose fatte male di questo sciagurato PGT...
    8 marzo 2023 • 08:34Rispondi
  2. Anonimoahimè...ai limiti dell'intimidazione, se non peggio!
    8 marzo 2023 • 10:37Rispondi
  3. Daniele MilaniBrevemente e semplicemente, Promuovere una Legge che impedisca la demolizione di strutture vincolate da bellezza del design, funzionalità, e godibilità degli abitanti del luogo. Altrimenti, il suolo scarso diventerà luogo di caccia degli speculatori, e dei cacciatori di torri, ormai monumenti al dio denaro.
    10 marzo 2023 • 20:37Rispondi
  4. R. Tiziana ZaniniIniziativa preoccupante sotto il profilo tecnico ed idrogeologico ( vedi problemi di stabilita’ già presentatisi nel vicino condominio di via Santa Sofia per scavi M4) . Vergognosa e paradossalmente antistorica l’idea di demolire un capolavoro dell’architettura che è un modello insuperato dì funzionalità . .
    31 marzo 2023 • 17:01Rispondi
  5. Michele SacerdotiLa Soprintendenza di Milano ha avviato in maggio un procedimento di vincolo del garage e il permesso di costruire non è stato rilasciato. Il Garage è per il momento salvo!
    7 giugno 2023 • 12:45Rispondi
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