6 settembre 2020

ARCHITETTURA DEGLI STADI E PANDEMIA

Abbattimento o ristrutturazione dello stadio Meazza


La vicenda del Meazza è ancora tutta da definire sia per gli aspetti urbanistici sia per gli aspetti paesaggistici. In questo articolo si esaminano gli aspetti tecnici di un impianto sportivo destinato al calcio.

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Questo contributo intende analizzare il problema a prescindere da considerazioni di gestione finanziaria delle società calcistiche Inter e Milan e solo in base a considerazioni inerenti al gioco del calcio, il ruolo degli spettatori e i conti economici derivanti dall’attività sportiva.

Tra le tante conseguenze del Covid quelle che hanno investito il mondo del calcio assumono gli aspetti più disparati: la psicologia e la pratica del gioco, la progettazione degli stadi, le modalità di assegnazione dei posti, il comportamento della folla, per finire alla progettazione delle vie di accesso e alla gestione del trasporto pubblico.

Incidono fortemente anche sulle ragioni che stanno alla base della proposta di costruzione di un nuovo stadio e di abbattimento dell’attuale stadio Meazza, proposta che può essere paragonata per importanza e significato storico a quella della demolizione dello stadio Wembley di Londra ma che presenta profonde differenze del contesto. Il motivo principale dell’abbattimento dello stadio di Wembley fu che aveva una visuale di scarsissimo livello con la pista d’atletica ad allontanare gli spettatori e servizi pressoché inesistenti. Situazione ben diversa quella dello stadio Meazza che pur lievemente carente di servizi sugli anelli superiori, offre una visibilità ottima alla gran parte dei suoi 78000 spettatori.

Uno dei motivi addotti all’abbattimento del Meazza sarebbe l’elevato costo della ristrutturazione. Tale costo dipende in larga misura dalla volontà di ridurne la capienza e dal conseguente progetto di rimozione del terzo anello. Viene detto che la dimensione ideale di uno stadio è compresa tra 40 e 50mila posti e che il terzo anello offre una visuale inferiore a quella dei primi due.

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Se però osserviamo la media di spettatori a partita durante la scorsa stagione 18/19, l’unica completa cui fare riferimento, si nota che l’Inter ha avuto una media di 58000 spettatori a partita mentre il Milan di 54000. Nelle prime 17 gare di questa stagione prima del Covid per l’Inter vi erano già state 5 partite con il tutto esaurito o sopra i 70000 spettatori e una media superiore ai 61mila. L’ipotesi di riduzione della capienza a meno di 60 mila posti non può quindi essere motivata da un calo degli spettatori in quanto le due squadre milanesi hanno registrato negli ultimi anni un costante aumento di pubblico nonostante i non brillanti risultati di classifica.
Se prima o poi dovessero anche arrivare i risultati sportivi, la capienza massima di 78000 posti verrebbe forse raggiunta nella maggior parte degli incontri.

L’esempio della Juventus che è passata da uno stadio da 67 a uno da 41mila posti non è pertinente in quanto si tratta di una società che ha largo seguito ma diffuso in tutta Italia e meno concentrato nella regione e città di riferimento, come sono invece Inter e Milan, pubblico che quindi frequenta meno lo stadio anche per la politica di aumento dei prezzi attuata dalla società.

Questo esempio inoltre è finora l’unico del panorama europeo in cui le squadre che hanno costruito nuovi stadi o ristrutturato quelli vecchi, l’hanno fatto al fine di incrementare la capienza. In nero capienza attuale, verde capienza nuova, in rosso capienza di progetto)

Altro argomento a favore della demolizione sarebbe la carenza di servizi e di spazi interni allo stadio da adibire a rappresentanza delle due squadre.

Mentre i pochi servizi mancanti potrebbero essere facilmente realizzati all’interno dello stadio, gli spazi da destinare a rappresentanza delle due squadre potrebbero essere più facilmente ottenuti costruendo un corpo separato e lasciando pressoché invariata la struttura attuale. In tal modo si rispetterebbe anche l’unitarietà stilistica e strutturale che si è definita nel tempo attorno all’idea delle rampe elicoidali.

Un altro aspetto anomalo è che il nuovo stadio rimarrebbe ancora la sede unica di due importanti squadre vincitrici di coppe internazionali e ciò risulta in contrasto con quanto avviene in Europa e nel mondo, dove tutte le squadre di alto livello e tradizioni hanno stadi in uso esclusivo o di proprietà. L’idea iniziale del Milan di costruire un proprio stadio vicino alla vecchia fiera di Milano-città aveva questa logica ma si è scontrata con l’opposizione dei comitati cittadini e i problemi di accessibilità. Se tale richiesta si fosse indirizzata sulle aree EXPO, che avevano già tutti i requisiti di accessibilità e le infrastrutture adatte per ospitare uno stadio, forse questo problema sarebbe stato da tempo risolto.

La richiesta di abbattimento del Meazza potrebbe infine essere motivata dalla volontà di togliere ai tifosi i legami col passato perché se il vecchio Meazza rimanesse accanto al nuovo impianto continuerebbe a esercitare un richiamo nostalgico verso i tifosi ma l’arrivo del covid19 ha cambiato tutti i parametri di riferimento.

Alla ripresa del campionato si è constatato che giocare le partite con gli stadi vuoti di pubblico ha cambiato la psicologia del gioco e l’atteggiamento di giocatori: di conseguenza i risultati e la gerarchia delle squadre. La Juventus ha rischiato di perdere negli stadi vuoti un campionato che sembrava già vinto negli stadi pieni, ed è la prima società che ha proposto per l’inizio del nuovo campionato una riapertura degli stadi a capienza ridotta, sperimentando prima l’occupazione di un posto ogni tre e di una fila ogni due e successivamente, e fino alla fine della pandemia, una capienza ridotta al 40%

La presenza degli spettatori è necessaria non solo alle società per motivi d’incasso ma anche perché gratifica i calciatori che si sentono i protagonisti dello spettacolo sportivo.
Ma se la pandemia dovesse durare ancora a lungo e i vaccini non fossero risolutivi ci si chiede quando sarà possibile tornare alla massima capienza degli stadi: forse mai.

L’attuale pandemia è stata preceduta da altre e altre ne seguiranno che potranno essere più o meno gravi. L’uso della mascherina è un potente antidoto alla trasmissione dei virus ma non potrà essere prescritta in eterno. La prossima infezione colpirà quando le difese saranno abbassate e la situazione sembrerà tranquilla. L’esperienza e gli studi hanno chiarito da tempo che l’indice di trasmissione delle epidemie s’impenna bruscamente oltre la soglia di una persona per m2 ma che anche una distanza di due metri può essere insufficiente.

Se si vuole che gli spettacoli aperti al pubblico possano proseguire in futuro, bisogna fare in modo che la trasmissione non raggiunga livelli incontrollabili e sarà necessario adottare criteri di progettazione degli spazi che limitino l’affollamento aumentando il distanziamento sociale.
Per evitare quanto avvenne nella partita Atalanta-Valencia del 19 febbraio che si suppone sia stata una delle
cause scatenanti della diffusione del Coronavirus nella bergamasca.

Questi nuovi parametri avrebbero inoltre effetti positivi sulla gestione dei comportamenti di massa perché la distanza maggiore riduce la conflittualità interpersonale e l’ansia anticipatoria da affollamento. Una minore conflittualità di base potrebbe anche far sperimentare la possibilità di non separare le tifoserie avversarie, come avviene nel rugby dove i tifosi delle due squadre sono sempre mescolati e non avvengono mai incidenti gravi come avvenuto nel calcio. Forse proprio la separazione dei tifosi è alla base del conflitto. La commistione obbliga alla reciproca tolleranza ed è sintomo di civiltà.

In questo quadro le ragioni all’abbattimento del Meazza appaiono ancora più pretestuose: lo stadio ha vie di uscita ed evacuazione della massima funzionalità. Come avviene nei fluidi idraulici, le lunghe rampe elicoidali diluiscono nel tempo e nello spazio i movimenti di compressione della folla ed evitano blocchi e assembramenti.

Il Meazza ha ora 78 mila posti. Potrebbe essere ridotto nella capienza attorno ai 40mila spettatori aumentando il distanziamento tra i posti e lasciando al suo posto il terzo anello.
Lasciando lo stadio praticamente invariato e con costi di un terzo rispetto alla costruzione di un nuovo stadio si garantirebbe maggiore sicurezza e una certa protezione dai contagi.

Sembra invece ormai anacronistica la proposta di un nuovo stadio da 60mila posti che non tiene conto dell’esperienza del Covid, dei nuovi tempi che stiamo correndo e che, in caso di prescrizioni di maggiore distanziamento, ridurrebbe a circa 30mila i posti disponibili. Una capienza del tutto insufficiente e non degna della tradizione dei due grandi club milanesi.

Walter Monici

Credits

-The-secret-science-that-rules-crowds

https://www.bbc.com/future/article/20180312

-Dynamic response and hydrodynamics of polarized crowds

https://science.sciencemag.org/content/363/6422/46

– Analytical Modelling of the Spread of Disease in Confined and Crowded Spaces 06 May 2014 https://www.nature.com/articles/srep04856
– Vladimir Dimitrijevic, La vita è un pallone rotondo, Adelphi 2000

– https://archistadia.it/nuovo-stadio-milano-pro-contro-analisi-fact-checking/

– https://www.cebm.net/covid-19/what-is-the-evidence-to-support-the-2-metre-social-distancing-rule-to-reduce-covid-19-transmission/



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  1. Pierfrancesco SacerdotiArticolo molto interessante e condivisibile: complimenti!
    17 settembre 2020 • 02:42Rispondi
  2. OmarLo stadio Meazza ha delle criticità importanti. Porto alla vostra attenzione un elemento strutturale. Se osservate la nuova curva dello stadio Gewiss di Bergamo notereste la disposizione delle sedute. Lo spazio vitale che ogni spettatore ha è di 80 cm davanti le proprie gambe, le poltroncine hanno la seduta reclinabile. Questo aspetto è molto importante anche per garantire agli operatori sanitari di intervenire con tempi, modi e spazi adeguati. Su tutti i tre anelli di San Siro questa norma non è attuabile se non con la demolizione della gradinata. Ecco uno dei motivi che spinge le società ad optare per una costruzione nuova rispetto ad una ristrutturazione che risulterebbe molto difficile e costosissima.
    10 febbraio 2021 • 19:23Rispondi
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