22 marzo 2022

SALAGIONE

Un Sindaco stoccafisso


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“La salagione è un metodo di conservazione degli alimenti (ma non solo), essendo il sale un composto igroscopico esso elimina l’acqua dagli alimenti bloccando le funzioni vitali dei microrganismi. Questo metodo comporta una perdita delle sostanze nutritive degli alimenti, specialmente di sali minerali e vitamina C. Il metodo è molto antico e sembra che già nell’antica Babilonia fosse utilizzato per conservare la carne (preferibilmente di montone) che era stata scelta come offerta al dio Marduk.” 

Così si legge su Wikipedia.

Il futuro del nuovo stadio di Inter e Milan, che ha assunto le forme della così detta “Cattedrale” di Populous sembra essere sempre più impantanato in una sorta di melina tra contrari e favorevoli, ben delimitati da beghe politiche cittadine. Nei giorni scorsi, il sindaco Giuseppe Sala (detto Beppe), è apparso molto preoccupato in merito, ed ha dichiarato: “Ho fatto quello che dovevo fare, e non posso agire oltre, per quanto mi compete”. 

Milan ed Inter, da sempre si sono manifestate contrarie alla riqualificazione dello storico Meazza; troppe le pressioni degli azionisti, atte a facilitare un’operazione immobiliare opulenta ed economicamente vantaggiosa per entrambe, al di là della ragionevolezza ecologica del progetto, dei bei grattacieloni previsti, e del numero di alberi piantati (o tagliati).

Nelle ultime settimane, proprio dopo i ricorsi presentati ai giudici amministrativi, i due referendum e la pressante richiesta di dibattito pubblico, Milan e Inter, “squadre stressate”, hanno vaticinato di nuovo la possibilità di abbandonare definitivamente la “location” del Meazza a Milano, e farsi lo stadio in altro luogo metropolitano.

Ed ecco entrare nell’affaire il sindaco di Sesto San Giovanni, Roberto Di Stefano (dapprima Forzista ed ora Leghista, detto Robertino), che dichiara: “Realizzare il nuovo stadio di Milan ed Inter a Sesto San Giovanni non sarà complicato viste le norme urbanistiche vigenti e le bonifiche già in corso delle ex Aree Falck”. 

Già in passato, il Sindaco di Sesto San Giovanni, primo amministratore di centrodestra dopo sette decenni di “gestione cittadina” del centrosinistra (1945/2017), aveva più volte stimolato le due squadre sulla eventualità di trasferire “l’operazione Stadio”, nelle ex Aree Falck sestesi. Nel fare ciò, già pregustava di “mettere i bastoni fra le ruote” della Giunta Sala, e di acquisire visibilità in un contesto politico più ampio, visto che alle prossime amministrative sestesi primaverili, sarà alla seconda, ed ultima (per legge), candidatura possibile.

Ha inoltre rimarcato il Sindaco sestese: “Lo spazio c’è ed è disponibile ma per poter prendere una decisione di questa natura bisogna essere in tre ad essere d’accordo: il comune, la proprietà e le due società Inter e Milan. Il comune, come nel 2018, anche oggi dà la sua disponibilità ad ospitare il nuovo stadio perché lo vediamo come un volano per tutto il territorio che possa valorizzare delle aree molto più grandi, in una logica che secondo me dovrebbe essere la logica di Città Metropolitana; quindi che Milano non finisca al confine del comune ma che comprenda la prima schiera del milanese con i comuni dell’hinterland. (Ha quindi concluso) E’ anche una logica più internazionale, che nel mondo calcistico, se andiamo all’estero, molte realtà urbane stanno praticando”.

Beppe Sala d’altronde è in totale impasse, sembra un “pezzo di carne” che ha subito la “salagione”, e dichiara, basito come una mummia, o meglio come uno stoccafisso: “non è casuale se in Italia gli stadi a parte quello di Torino non sono stati fatti. Fin dall’inizio ho puntato sul fatto di sistemare San Siro, però in quel caso le due squadre mettendosi insieme sono state chiare nel voler andare verso un’altra soluzione. Io ci ho provato seriamente a convincere che si poteva rimanere su San Siro, ma le squadre sono state radicalmente contrarie fin dall’inizio”. 

Se “lo stoccafisso milanese”, si fosse veramente mosso, avendo a cuore la sistemazione del vecchio Meazza, a quest’ora già l’operazione sarebbe correttamente instradata, esattamente come avverrebbe, in questo contesto storico (climate change, pandemia, crisi economica, guerra, ecc.) in ogni città europea veramente ecologica, si eviterebbe di disperdere energie e denari in nuove costruzioni, per riqualificare l’esistente.

Forse, tutto ciò è veramente l’inizio di un “trasloco” lontano da Milano, ed abbandonare lo Stadio Meazza al suo destino, nonostante proprio qui, sia prevista nel 2026, il 6 di febbraio, “l’immodificabile” cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici Invernali di Milano/Cortina 2026.

Invece a Sesto San Giovanni il nuovo Stadio di Milan ed Inter, sicuramente consumerebbe altro suolo, ridurrebbe ulteriormente il parco pubblico previsto nelle ex Aree Falck, creerebbe un innalzamento dell’inquinamento locale e del traffico (pensate una partita di Champions League, o ad un derby), ecc.; in una delle città più congestionate e dense di Lombardia.

Dario Sironi

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  1. GiulianaPer l'ennesima volta ritorna la domanda: di chi tutela l'interesse il sindaco: dei cittadini, che hanno problemi ben più urgenti, o delle società, per le quali lo stadio nuovo è inequivocabilmente il lasciapassare per grattacieli, alberghi, centri commerciali, di cui Milano non ha proprio bisogno?
    24 marzo 2022 • 11:18Rispondi
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