16 maggio 2023

STADIO SAN SIRO

L'inutile peregrinare tra Comune e Città Metropolitana


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La vicenda dal suo sorgere è la dimostrazione della totale incapacità dell’Amministrazione Municipale di Milano nel suo complesso e non solo del suo sindaco (che senza alcun merito o investitura democratica, ma ope legis, è anche sindaco metropolitano, probabilmente a sua insaputa e sicuramente degli elettori milanesi in senso stretto, diciamo ambrosiani o meglio ancora meneghini, di gestire un affare, in tanti sensi, (anche se qui lo uso con il significato di fatto/questione) di dimensione metropolitana.

Non solo per le opere edilizie ed infrastrutturali previste, l’impatto ambientale e viabilistico e il bacino dell’utenza, una capienza da 60.000 a  100.000 abitanti sarebbe eccessiva per la sola città di Milano. Dimensione metropolitana è definizione già di per sé riduttiva, al minimo è regionale, ma in occasione delle partite di campionato o di coppe europee e di olimpiadi, interregionale ed internazionale, ma sicuramente sull’area della Città metropolitana di Milano, l’ente futuribile, che per la legge n. 56/2014, ha sostituito la gloriosa Provincia di Milano, la cui sede, gravida di memorie manzoniane, è intitolatala a una nobile famiglia milanese imparentata con la nobiltà  della potenza occupante sotto la dominazione spagnola.

Pochi sanno che se ci fosse stato un minimo di volontà politica delle maggioranze politiche di diverso colore che hanno espresso i sindaci di Milano d’intesa con i variegati governi nazionali Milano, poteva essere la prima Città Metropolitana con organi democraticamente e direttamente eletti dai cittadini metropolitani, come del resto previsto dal suo Statuto del 22 dicembre 2014, adottato con l’on Giuliano Pisapia, ora deputato europeo, Sindaco. E’ vero che la Regione Lombardia non sarebbe stata favorevole, ma sarebbe dovuta venire allo scoperto, piuttosto che trovare compromessi o compromissioni sottobanco.

Le norme speciali si applicano solo alle città metropolitane con più di tre milioni di abitanti, che sono solo tre Milano, Napoli e Roma, ma l’unica che poteva avere un iter accelerato era ed è solo Milano, la cui capitale (o capoluogo in burocratese) ha la maggioranza relativa degli abitanti e quindi degli elettori metropolitani e si poteva con una sola norma di legge emendativa della legge n. 56/2014  prevedere almeno l’elezione diretta del Sindaco metropolitano che sia contestualmente Sindaco del capoluogo/capitale: la formulazione dell’art 1 c. 16 legge citata “il sindaco del comune capoluogo assume le funzioni di sindaco metropolitano” lo consente con un semplice inciso “il sindaco del comune capoluogo, eletto direttamene dai cittadini metropolitani assume le funzioni di sindaco metropolitano”, potrebbe avere valenza generale e venire incontro così ai rilievi della Corte costituzionale formulati con la sentenza n. 240/2021.

Appena sono sorte difficoltà le squadre di calcio specialmente il Milan hanno cercato aree a Sesto San Giovanni, Rozzano o in aree del Parco Agricolo Sud Milano ora regionale.

Las dimostrazione della dimensione metropolitana è nei fatti: ne hanno mai parlato in Giunta  municipale o nel Consiglio metropolitano? Non credo, ovvero l’hanno tenuto nascosto, allora perché?

Felice C. Besostri

Avvocato e ex senatore

 



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  1. valentino ballabioNon credo che la legge Delrio sia emendabile. Già antesignana della fallita riforma costituzionale del 2016 andrebbe del tutto abrogata e riformulata da capo. Magari ripartendo dalla proposta di legge del sen. Besostri del 2001 (“norme speciali per la città di Milano”) allorquando la Provincia ricomprendeva ancora la Brianza con un territorio equiparabile all'area metropolitana reale. Aprire una discussione al riguardo potrebbe essere oggi una prova concreta di svolta per un PD auspicabilmente libero da condizionamenti dei cacicchi e caudilli di un'improvvida stagione falsamente riformista.
    17 maggio 2023 • 15:20Rispondi
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