18 aprile 2023

STADIO MEAZZA: DOBBIAMO ANCORA INSISTERE?

Non c'è peggior sordo di chi (chissà perché) non vuol sentire


corbani (1)

Comunque vada in Champions, certamente il finale di stagione per le squadre del Milan e dell’Inter è più avvincente di quello messo in atto dalle due proprietà e dal sindaco. Dopo Sesto San Giovanni, San Donato, Assago, Rozzano, anche La Maura: non fanno mancare niente allo spettacolo. Ci ha pensato l’assessore Tancredi a riportare il confronto alla realtà: “Nessuna proposta è stata però presentata all’amministrazione, nessuna richiesta da parte né del Milan né dell’Inter di interrompere, sospendere o rinunciare alla procedura in corso sull’area della riqualificazione urbana di San Siro. Quindi noi siamo in attesa di sapere le intenzioni delle squadre. Non c’è nessun procedimento in corso e nessuna richiesta di modifica dei vincoli di tutela dell’area de La Maura e dell’area dell’Ippodromo.”.

Il capogruppo del PD, Filippo Barberis è stato ancora più esplicito: «La nostra volontà è quella di riportare le squadre sull’area dell’attuale stadio superando l’ipotesi de La Maura». Per chiarezza si tratta della volontà espressa dalle due società Inter e Milan. A questo punto sono più che mai pertinenti i due quesiti referendari che il Collegio dei Garanti del Comune di Milano aveva dichiarato inammissibili. Inammissibili entrambe le richieste referendarie presentate dal Comitato promotore Referendum per San Siro.

Questo alla luce delle verifiche di fattibilità tecnica e contabile che, a giudizio dei Garanti, contenevano un esplicito esito negativo della verifica complessiva di entrambe le richieste di referendum, sia propositivo, sia abrogativo. La verifica della Direzione Rigenerazione Urbana ha fatto presente che i pareri tecnici sul progetto delle due squadre, FC Internazionale e AC Milan, hanno confermano la fattibilità degli interventi da loro proposti e quindi di contro precludevano la fattibilità tecnica di quanto proposto sia col quesito referendario propositivo, sia con quello abrogativo.

Del resto: come poteva essere altrimenti da parte dei fondi proprietari? Il parere della Direzione Lavoro Giovani e Sport si fondava sulla considerazione che la gestione e il mantenimento di uno stadio di grande capienza come il Meazza è sostenibile solo se vengono svolti gli incontri calcistici di campionato e non è prevedibile che soggetti terzi possano avere interesse a prendere in gestione la struttura, considerati i rilevanti costi di utilizzo e mantenimento. Alla luce dell’art. 29, comma 1, lett. d) del Regolamento, che non consente discrezionalità di sorta, e dei pareri negativi espressi dagli uffici, l’esito dell’esame di ammissibilità dei Garanti non può che essere negativo.

Una prima obiezione di merito sul parere. Il progetto coordinato da Aceti e Magistretti, in collaborazione con gli Studenti del Politecnico e a stretto contatto con l’UEFA, ha dimostrato la fattibilità della riqualificazione multifunzionale dell’impianto. Con i lavori compresi tra i 24 mesi e 36″, con il terzo anello, che è indipendente rispetto agli altri e consentirebbe la continuazione del campionato di calcio durante i lavori.

Una seconda obiezione. ASM Global, la società che ha in gestione 350 impianti nel mondo, sul futuro del Meazza San Siro ha scritto al sindaco e poi glielo ha detto nell’incontro a Palazzo Marino di essere disposta ad “ammodernarlo ed evitare al contempo al Comune di Milano la gestione diretta dell’impianto” ma non ha ancora ricevuto una risposta. Il Comitato dei Garanti, bontà sua, ha altresì dichiarato che: “sebbene lo svolgimento di due istituti di partecipazione potrebbe costituire una inutile e costosa ripetizione di una consultazione popolare, in violazione dei principi di efficienza, efficacia ed economicità, tuttavia l’eventuale violazione deve essere verificata in concreto e non valutata in astratto. Nel caso di specie, riteniamo che le differenze tra i due istituti (che portano ad escludere un contrasto di risultati), l’assenza di un esplicito divieto al loro svolgimento e la possibilità di tenerli in fasi diverse del procedimento di autorizzazione inducano a ritenere insussistente una violazione dei suddetti principi di efficienza, efficacia ed economicità.”.

Dopo un Dibattito Pubblico, preteso dai diversi comitati e previsto dalla legge, condotto in chiave sfacciatamente unilaterale dalla Amministrazione Comunale e dalle due società sportive, è toccato al giudice Nicola Di Plotti, della prima sezione civile del Tribunale di Milano, dichiarare illegittima la decisione del collegio dei garanti, perché non rispettate le procedure democratiche. E’ stato così accolto il Ricorso stilato dagli avvocati Veronica Dini, Roberta Bertolani e Felice Besostri: i pareri delle direzioni comunali (urbanistica, bilancio e sport) sono stati trasmessi al comitato del referendum, a un mese dalla richiesta, troppo tardi; nel procedimento sono entrate anche ‘memorie’ di soggetti terzi (Milan e Inter),il comitato non ha potuto interloquire in modo efficace né sui pareri delle direzioni né sulle ‘memorie’ dei club calcistici, dato che pochi giorni dopo il collegio dei garanti del Comune di Milano ha deciso per il ‘no’ ai due Referendum (propositivo e abrogativo) sul destino dello stadio di San Siro.

Il giudice ha invece respinto il ricorso dove chiedeva di dichiarare l’ammissibilità dei due quesiti referendari: non sarebbe di competenza del giudice ordinario, esula dalla lesione del diritto soggettivo violato,  una richiesta di un “ordine a fare” rivolto alla pubblica amministrazione. Ora il Comitato dei Garanti, nel frattempo rinnovato nella composizione, sarà convocato per assumere nuovamente la decisione sui referendum tenendo conto delle osservazioni del Tribunale.

Intanto diventando una consapevolezza diffusa il fatto che l’idea sballata di abbattere il Meazza San Siro è una necessità fondante per la possibile speculazione fondiario-immobiliare dei fondi proprietari di Milan e Inter. Altrimenti non potrebbero avvalersi della possibilità contenuta nella Legge sugli Stadi. Cos’altro dovrebbe servire per indurre il consiglio comunale e il sindaco a prendere una iniziativa capace di visione, oltreché di rispetto per il Bene Comune dello stadio pubblico e dei 29 ettari pubblici circostanti?

Ah saperlo…perché l’ineffabile sindaco Sala non si smentisce e contende a Barberis la primogenitura: “Rispetto all’idea di riportare Milan e Inter sul progetto in voga fino a qualche mese fa”, nell’area dell’attuale impianto, “è inutile che i consiglieri del Pd dicano a me ‘convinci le squadre’. Pensano che io non ci stia provando? Io ci sto provando eccome. Quindi dico al Pd: la smettano di chiedere a me. Se credono di poterli convincere, parlino loro con il Milan. Se ci riescono siamo tutti felici. Abbiamo lavorato talmente tanto in questo senso. Ma se, in questo momento, il Milan mi dice che ha un’altra idea, cosa devo fare?”. Il sindaco, Giuseppe Sala, il sindaco.

Invece di fare finta di dare un ultimatum con ulteriori 90 giorni alle squadre, dia la parola ai milanesi. I due quesiti referendari sono semplici e dirimenti:

 1- Referendum abrogativo “Volete voi che sia abrogata la Deliberazione della Giunta comunale di Milano n. 1379 del 05 novembre 2021 avente a oggetto «(…) Conferma della dichiarazione di pubblico interesse – con condizioni – in relazione ai contenuti degli elaborati progettuali inoltrati in data 6 novembre 2020»?” in relazione al progetto di Inter e Milan;

2- Referendum propositivo “Volete voi che il Comune di Milano DELIBERI:
– di salvaguardare lo Stadio Meazza nella sua attuale funzione, senza procedere all’edificazione di un nuovo impianto sportivo con la medesima funzione, nell’area di San Siro;
– di avviare un concorso internazionale per la raccolta di idee progettuali di riqualificazione dell’attuale stadio, che abbia fra i suoi obiettivi anche la tutela delle aree di verde profondo esistenti in prossimità dell’attuale Stadio Meazza;

 – di elaborare un piano generale d’area “San Siro”, che integri i progetti di riqualificazione dello stadio Meazza con quelli di rigenerazione dell’intero quartiere, che abbia finalità sociali e sia improntato alla sostenibilità ambientale e al consumo di suolo zero;

– di coinvolgere la cittadinanza, attraverso gli strumenti di informazione e partecipazione previsti dalla normativa nazionale e comunale, nel corso di tutto il procedimento amministrativo;                – di revocare ogni atto incompatibile con gli obiettivi e i contenuti indicati?”.

Se il sindaco e la Giunta non si muovono lo farà il Consiglio Comunale?

Fiorello Cortiana



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  1. Maurizio BattelloSono per il 2 referendum.
    27 aprile 2023 • 17:10Rispondi
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